Recensione Un marito di troppo

Uma Thurman si trasforma nella Dottoressa dell'amore nella commedia di Dunne.

Recensione Un marito di troppo
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Una commedia romantica ambientata nell'ormai classica New York, dove un continuo incrociarsi di imprevedibili eventi ti conduce al destinato lieto fine, con protagonisti Uma Thurman, Colin Firth e Jeffrey Dean Morgan diretti da Griffin Dunne. Descritto così Un marito di troppo è il classico prodotto cinematografico dalla presa facile, destinato a una ristretta cerchia di pubblico che, tra situazioni e star a cui è generalmente affezionata, ritrova un ambiente famigliare e confortevole. E allora perché il film, prodotto e distribuito in patria del 2008, ha dovuto aspettare in sordina due anni prima di approdare in Italia?

R.E.A.L. Love

La dottoressa Emma Lloyd (Uma Thurman) è una vera e propria star radiofonica. Il suo programma sull'amore è un gran successo e milioni di spettatrici pendono dai suoi consigli su come trovare e mantenere l'uomo perfetto. In virtù della sua esperienza ha un fidanzato pressoché perfetto: il suo editore Michael (Colin Firth) con cui ha deciso di sposarsi a New York. Peccato che quando si recano in Municipio per firmare i documenti di nozze scoprono che Emma è già accidentalmente sposata con un altro uomo, un perfetto sconosciuto di nome Patrick Sullivan (Jeffrey Dean Morgan). Come può essere successo? Non sarà certo un marito a fermare la "Dottoressa dell'amore" dal suo matrimonio perfetto!

Una commedia di troppo

Nelle sue intenzioni originali Un marito di troppo si propone come una scoppiettante ed esilarante screwball comedy, una commedia cioè di situazione, a metà strada tra quella sofisticata e la farsa. Basata generalmente sulla guerra dei sessi, sullo scontro (e inevitabile incontro) tra personaggi inizialmente antagonisti che, dopo una serie di eventi spesso bizzarri e paradossali, finiscono per innamorarsi. Il desiderio di Griffin Dunne di rifarsi a questo genere cinematografico molto in voga alla fine degli anni Trena è palpabile fin dai primi minuti di pellicola. Peccato però che il suo film assomigli più a una versione scheletrica di ciò, dove le linee guida sono seguite alla perfezione ma mancano le giuste sfumature, i particolari che donano alla storia quella marcia in più che la rende per qualche verso indimenticabile. La trama semplice, fatta di contrasti sociali e caratteriali, incomprensioni, vendette e tanti incidenti buffi dalla presa facile, richiede ai suoi personaggi una grande partecipazione. Sono loro che hanno il compito di rendere il film un vero e proprio spettacolo di intrattenimento, tenendo sullo stesso livello un certo interesse per il destino della storia principale e la voglia di ridere delle assurdità della situazione. La dottoressa perfettina, impeccabile sotto ogni punto di vista ed eternamente saccente, soccombe sotto la performance di una Uma Thurman che appare come forzatamente ironica, poco adatta all'interpretazione dell'eroina comica sentimentale. E persino il sempre impeccabile Colin Firth non indossa bene i panni dell'editore chic, mostrandosi quasi distratto e costretto in un ruolo limitante. L'unico che sembra invece letteralmente esplodere dalle pellicola è Jeffrey Dean Morgan che, merito anche di un personaggio esuberante e costantemente in movimento, sembra reggere le intere redini del film. Patrick è uno di quei personaggi che ti porta a dubitare, a passare costantemente dal volerlo prendere a schiaffi all'amore incondizionato in minime frazioni di tempo semplicemente con un sorriso, e in questo il fascino da uomo semplice dell'attore aiuta molto la caratterizzazione dello stesso. Ma un solo interprete funzionale non basta a rendere un film originale ed esplosivo e così Un marito di troppo si ferma a essere una onestissima commedia romantica come tante altre, dove tra sorrisi e qualche minimo sospiro ci si dimentica della poca originalità della tarma e della prevedibilità dello svolgersi degli eventi. Sappiamo già dove saremo arrivati dopo i 90 minuti di pellicola e sappiamo anche le tappe che affronteremo prima di raggiungere il lieto fine... ma alla fine l'importante è che lo faccia in modo piacevole e non noioso. Almeno in questo la mediocre pellicola di Griffin Dunne non delude.

Un marito di troppo Con Un marito di troppo Griffin Dunne cerca di omaggiare un tipo di commedia che ha fatto la fortuna dei sentimenti negli anni Trenta, rendendoli divertenti e accessibili a un pubblico più vasto. Nella sua rielaborazione del genere, però, pur rimanendo fedeli alle regole generali della costruzione filmica si perde il vero spirito della pellicola, che soccombe sotto scelte di sceneggiatura troppo scontate e la scelta di una protagonista femminile che non riesce a dare al proprio personaggio la giusta grinta e forza esplosiva. Così il film si trasfroma in una normalissima commedia sentimentale, divertente e piacevole, ma non così d'impatto da travolgere lo spettatore con le sue bizzarre situazioni.

5

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