Recensione Una notte da leoni 3

Pronti al saluto finale del branco?

Recensione Una notte da leoni 3
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Correva l'anno 2009 (come si suol dire) quando una sbronza di dimensioni epocali ci ha travolti tutti, shakerati per bene e ridotti a una massa di pezzi di spettatori ripiegati su noi stessi dalle risate. Molti lo negano ancora oggi, elevandosi a un livello superiore di intoccabili intellettuali della commedia cinematografica, ma quel Una Notte da Leoni ha cambiato i meccanismi comunicativi di moltissime persone, divenendo un film culto appena arrivato nelle sale. Con i suoi personaggi così verosimilmente fuori dagli schemi, reali perché profondamente imperfetti, capaci di cacciarsi in situazioni che solo una mente inebriata dall'alcool può immaginare, il film è entrato di diritto nell'immaginario collettivo, divenendo il simbolo di quella notte che tutti vorremmo tanto ricordare e che spesso nascondiamo di aver vissuto. Abbandonata la delirante Las Vegas, Phil, Stu e Alan si sono ritrovati a dover ripercorrere i propri passi per le strade di Bangkok in Una Notte da Leoni 2 e ora sono ritornati, per dirci probabilmente addio, ma soprattutto per mostrarci come le loro vite sono cambiate nel corso di questi ultimi anni, un addio al celibato dopo l'altro, fino ad arrivare a quella parola fine che troneggia minacciosa dalla locandina del terzo capitolo della saga di Todd Phillips.

Cosa è successo ad Alan?

Phil è già sposato e i matrimoni di Doug e Stu sono stati i pretesti che hanno dato il via alle pazze avventure dei primi due film. Questa volta tocca quindi ad Alan? Si, anche se non nel modo previsto, perché non sono le sue nozze quelle che ci troviamo a celebrare, quanto il suo crollo psicologico. Sono passati due anni dall'ultima volta che abbiamo visto il branco: Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms) e Doug (Justin Bartha) vivono le proprie vite in tranquillità, senza che nessun particolare evento scuota le loro esistenze. Hanno messo da parte tutti i ricordi traumatici legati agli anni passati, Lesli Chow (Ken Jeong) è rinchiuso in una qualche prigione della Thailandia e tutto ciò che è successo a Las Vegas e Bangkok sembra essere lontano anni luce. L'unico che non riesce proprio ad abituarsi alla normalità è Alan (Zach Galifianakis), che procede senza limiti nella sua insensata vita a casa dei genitori. Ormai è incontrollabile e per questo la sua famiglia decide di mandarlo in cura, ma non riusciranno mai a farlo senza l'aiuto degli altri membri del branco e così i quattro si ritrovano di nuovo insieme, on the road, verso una nuova destinazione. Ma questa volta non c'è nessun addio al celibato e nessun matrimonio, nulla può andare storto... no?

Autodistruggersi

"Con lui siamo bloccati. Trascorreremo il resto della nostra vita con lui perché siamo tutto quello che ha. Te ne rendi conto? Noi!". Per iniziare a parlare di Una Notte da Leoni 3 ci sembra il caso di citare uno dei suoi protagonisti, Stu, da sempre considerato la voce della ragione del branco, anche se non è proprio bravo a farla sentire questa sua voce, costantemente minacciato da crisi d'ansia e attacchi di panico. Ripercorrere i passi di ciò che è successo nei precedenti capitoli è fondamentale ma non tassativo. Un controsenso? Forse, ma uno di quelli fondati. Questo terzo capitolo della saga più drogata degli ultimi anni è, ovviamente, strettamente legato a ciò è che successo in precedenza e parte dal presupposto che, in quella loro prima notte pazza a Las Vegas, siano stati innescati meccanismi inconsapevoli che hanno cambiato per sempre la vita di qualcun altro. Tornano i luoghi, i personaggi, le paure... ma per la prima volta non tornano seguendo la mappa narrativa tracciata nel 2009. Questa volta i protagonisti non combattono per ricostruire qualcosa di fondamentale che hanno dimenticato, quanto per riconquistarsi la libertà persa troppi anni prima su un tetto di Las Vegas.
"Non potevamo basarci sulle stesse cose che avevano funzionato bene negli altri film, che fossero i personaggi o la storia", esordisce Dan Goldberg, da lungo tempo partner di Todd Phillips nella produzione. Il pretesto del film è quindi slittato dalla notte brava all'evoluzione del personaggio: e chi se non l'unico all'interno del branco che sembra non essere mai cambiato di una sola virgola? "Alan ci ha regalato molte risate e questo film non fa certo eccezione, ma arriva un momento in cui si giunge a pensare che il ragazzo non possa andare avanti sempre nello stesso modo. Che farei se fosse un mio amico? Un elemento che pervade tutti questi film è che a prescindere da quanto tutto sia folle, l'amicizia al contrario è vera. Si ha la sensazione che questi ragazzi siano realmente affezionati l'uno all'altro. E quindi ci si domanda come sia possibile che permettano a uno del gruppo di continuare il suo percorso di autodistruzione".
Cambiare per evolversi, per andare avanti, per chiudere: sembra questo il concetto alla base di Una Notte da Leoni 3 che quindi, come tutti si aspettavano, cerca tutta la sua forza propulsiva nel personaggio di Alan, da sempre scintilla di surreale divertimento. Un'evoluzione razionalmente necessaria, soprattutto se si pensa che la cosa che più infastidiva di Una Notte da Leoni 2 era il suo effetto carta carbone del primo film. Ma non sempre cervello ed effetto emotivo funzionano allo stesso modo: la sceneggiatura contiene tutti gli elementi che hanno funzionato benissimo nei primi due film, i personaggi hanno mantenuto le loro differenze carismatiche e sono ancora capaci di stupirci, Las Vegas brilla ancora delle sue pericolose luci, i pericoli sono sempre più difficili da scongiurare e si, ancora una volta, Doug viene rapito. C'è tutto ma non funziona. E viene da pensare che la colpa sia proprio di quella costruzione narrativa modificata proprio per salvare la saga. Perché alla fine dei conti il ritmo registico di Todd Phillips è frizzante e propulsivo allo stesso modo e i rapporti alchemici tra Galifianakis, Cooper ed Helms funzionano ancora alla perfezione, anzi sono il vero scheletro comico del film... il problema è che quello che davvero vorremmo vedere, ci viene sottratto fino all'ultimo momento, giustificandolo con un necessario cambiamento che finisce per danneggiare la pellicola e scombussolare l'intera saga, lasciandoci con l'insana voglia che la fine non sia davvero arrivata... che questa terza notte da leoni, assaggiata in modo sfuggevole e già amata, non ci sia stata ancora raccontata.

Una notte da leoni 3 Per chi ha amato la saga è davvero difficile esprimersi in modo negativo su questo terzo film, ma purtroppo è inevitabile. Non basta tornare a Las Vegas per far riemergere nello spettatore tutte le vecchie emozioni deliranti, aumentare l’azione e rivedere i vecchi amici... purtroppo Una Notte da Leoni 3 è un film sottotono. Divertente, ben diretto, con dei personaggi che rimangono irresistibili come sempre, ma che non vince per niente il paragone con il suo stesso passato e si perde nella ricerca di una chiusura forse più matura del necessario. Ma quello che davvero manca a questo Una Notte da Leoni 3, irrazionalmente, è proprio l’hangover... Il consiglio? Rimanete fin oltre i titoli di coda per l’assaggio alcolico necessario a ricordarsi la saga.

6

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