Recensione Il Respiro del Diavolo

Bambini demoniaci, Chalet di Montagna e tanti clichè

Recensione Il Respiro del Diavolo
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Il Bambino che Sussurrava ai Lupi

Quelli che dicono che il filone horror sta pericolosamente perdendo colpi riceveranno ulteriori conferme da questa pellicola.Whisper (il Respiro del Diavolo) è un patchwork, più che un film.
Il regista Stewart Hendler si è studiato la grande filmografia horror delle ultime tre decadi, ha preso quelle che riteneva le parti migliori di ogni lavoro e, con l'aiuto dello sceneggiatore Christopher Borrelli, ha tentato di cucirle assieme sperando che il risultato venisse fuori da solo. Ritroviamo così: il bambino posseduto de "Il Presagio" (Omen), il classico chalet sperduto de "La Casa" (Evil Dead), Venerdì 13, i più recenti Cabin Fever, Severance, ma anche Wrong Turn o L'Acchiappasogni e molti altri..
Troviamo persino le corse nella neve ascia in mano di Shining e i Cani/Lupi assassini de "La Cosa" (The Thing); per non parlare della fotografia assolutamente identica a quella di The Ring.
Ovviamente tessere assieme trame e scene di film famosi non paga minimamente. Nemmeno il bieco tentativo di infilarci il bell'uomo Josh Halloway e donargli esattamente lo stesso carattere e gli stessi modi di fare del suo famoso personaggio Sawyer in Lost serve a qualcosa.
Ma questo era prevedibile già dalle scritte apparse sui poster, che strillano a gran voce "il grande ritorno di Josh Halloway dopo Lost" Basare completamente il successo di una pellicola di dubbia qualità su un protagonista riciclato da una serie Tv è rischioso.
Tutto il film è permeato dal sentore di voler sfruttare lo charme che il protagonista mutua da Lost, e tale sospetto viene confermato con la melensa scena finale: vedere per credere.

Bambini Cattivi

Max Truemont (Josh Halloway) è un malvivente dal cuore d'oro che sta cercando di rifarsi una vita con la sua fidanzata Roxanne (Sarah Wayne Callies). La coppia vuole acquistare un ristorante e cambiare vita.
Quando la Banca rifiuta il prestito agli innamorati, Max torna sulla cattiva strada e decide di rapire un bambino in cambio di un cospicuo riscatto.
David (Blake Woodruff), ha solo dieci anni, ma possiede strani poteri: riesce a leggere le menti e ad influenzare animali e persone, la sua potenza è eguagliata solo dalla sua cattiveria.
Max e Roxanne, aiutati da due complici, nascondono l'ostaggio in uno chalet sperduto nei boschi, per loro sfortuna difficilmente raggiungibile.
E il bambino, da vittima si trasforma in carnefice, uccidendo lentamente tutto i suoi rapitori, uno dopo l'altro.
Da cacciatori a prede, i rapitori riusciranno a salvarsi?

Cappuccetto Rosso

Stewart Hendler non si impegna e quindi non viene premiato in nessun aspetto del suo lavoro.
Se già la sceneggiatura è un collage di altri film, perché non dovrebbero esserlo anche i dialoghi?
Le battute banali e totalmente "telefonate" sottolineano la prevedibilità della trama, perfino quello che dovrebbe essere il colpo di scena centrale risulta blando.
Gli attori, in particolar modo il bambino (Blake Woodruff), risultano davvero odiosi: ciascuno recita come se dovesse prevalere sugli altri cercando continuamente qualche modo per oscurare i colleghi con atteggiamenti sopra le righe o troppo evidenziati.
Woodruff, nonostante la sua giovane età, promette una carriera senza futuro: la sua intepretazione non lascia di certo intravedere buone speranze professionali.
L'unico che, se non bravo, può risultare almeno simpatico è proprio il protagonista Halloway.
Colpisce non tanto per il ruolo che incarna, ma per il modo nel quale lo porta sul grande schermo: non si sforza nemmeno di distanziarlo un minimo dal Sawyer di Lost e questo, almeno, può essere un punto a favore per i fan di Lost.
Dean Cundey invece ci regala luci e cromatismi anonimi: il grande direttore della fotografia dei film di Carpenter, addirittura candidato all'Oscar per "Chi ha Incastrato Roger Rabbit", dal 2000 sembra aver perso il suo smalto. Forse quello di "Il Respiro del Diavolo" è un esercizio per rimettersi in riga, uno sguardo ad altri grandi della fotografia come John Alcott (Shining - 2001 Odissea nello Spazio) per riprendere le redini di una carriera che, purtroppo, sembra pericolosamente in discesa.
Le musiche, paradossalmente, paiono le medesime di "Mamma ho Perso l'Aereo": il clima natalizio che dovrebbero suggerire non viene mai colto, nessuna viene ricordata a film finito e nessuna aiuta a trasportare lo spettatore durante le scene.
Un momento che colpisce però c'è, anche se tuttavia non è chiaro se sia voluto o meno.Ci viene presentato subito all'inizio, come incipit: un richiamo a Cappuccetto Rosso che poteva rivelarsi un intelligente rimando, un interessante spunto che però si perde tra una trama banale e delle sequenze già viste.
Peccato non sia stato approfondito.In conclusione una pellicola assolutamente superflua.

Il respiro del diavolo “Il Respiro del Diavolo” è un classico film Horror ultimo stampo, senza uno straccio di carattere o originalità, sconsigliabile anche come semplice passatempo e incapace di dare le emozioni che si aspettano da un prodotto del genere. Un collage malriuscito di grandi classici che tenta solo di far leva su un protegonista che ripropone sterilmente gli stessi stilemi recitativi della serie televisiva che intepreta. Evitatelo.

4

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