Recensione Assassin's Creed 2: Discovery

Ezio arriva anche su console portatile, ma con risultati meno incisivi

Recensione Assassin's Creed 2: Discovery
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  • DS
  • iPhone
  • Mentre il pubblico aspetta con impazienza sempre più palpabile la seconda incarnazione di Assassin's Creed su console domestiche, Ubisoft, come al solito, non si lascia sfuggire la possibilità di sfruttare il suo brand di maggior successo anche su DS, proponendo questo Assassin's Creed II: Discovery, che uscirà in contemporanea con il fratello maggiore il prossimo 20 Novembre.Abbandonata l'era delle crociate e i polverosi paesaggi mediorientali, questo secondo capitolo ci accompagna alla descoverta dello renascimento italiano, nei panni di Ezio Auditore da Firenze, Aristocratico di casata e assassino per tradizione, come il suo antenato Altair alla ricerca del frutto dell'Eden rubato dai templari. Inizieremo la nostra avventura fra i canali e le calli veneziane, per poi spostarci oltre i Pirenei alla volta capitale Catalana, Barcellona, vivendo un capitolo finora rimasto oscuro della vicenda di Ezio. Ritroveremo i nostri nemici di sempre, i Templari, questa volta impegnati nell'impedire a un misconosciuto navigatore genovese di veleggiare verso occidente, alla volta delle Indie senza sapere che, in realtà, un segreto grande come un Continente si nasconde al di la dell'Atlantico. Ubisoft, chiaramente, non può né vuole riproporre l'esperienza ludica di Assassin's Creed su console portatile, così gli sviluppatori hanno deciso di trasformare il gioco in un action - platform abbastanza classico che, tuttavia, cerca di mantenere almeno all'apparenza le caratteristiche distintive della sua controparte per Xbox 360 e Playstation 3.

    Gameplay

    Discovery ha una struttura piuttosto semplice, in ognuna delle ambientazioni che visiteremo, infatti, dovremo raggiungere un determinato punto della mappa, parlare con un personaggio, recuperare un oggetto e poi fuggire, il tutto diviso in tre fasi: la prima, più action, in cui potremo dar sfoggio della nostra abilità nell'arrampicarci e sfidare i soldati all'arma bianca; la seconda, stealth, di norma corrispondente all'infiltrazione in un edificio senza che le guardie ci notino e, infine, l'inseguimento, con decine di arcieri e spadaccini desiderosi di farci la pelle in mezzo alla strada o correndo sui tetti umidi della Toscana quattrocentesca. Troppo semplice nelle fasi esplorative per essere ascritto alla categoria dei platform puri, e poco approfondito negli scontri, Discovery sembra però mancare il centro di ritagliarsi una sua identità, complementare rispetto al titolo Home e pensata apposta per le specificità del Nintendo DS. Come insegnano altre grandi serie, GTA in primis, lo sviluppo sul portatile di Kyoto non va preso troppo alla leggera, anzi, richiede un periodo di ricerca e sviluppo molto impegnativo; Ubisoft, per questo titolo, sembra aver preferito affidarsi agli stilemi dei vecchi coin op degli anni '80, spolverati con qualche velleitaria "innovazione", come la possibilità, per chi possiede un DSi, di inserire il proprio volto sui manifesti da ricercato che tappezzeranno le città dopo le nostre bravate. Lo sfruttamento delle caratteristiche del DS si ferma qui, lo schermo inferiore è relegato a semplice mappa e, occasionalmente, mostra anche i dialoghi con gli NPC, mentre l'interazione touch è del tutto assente. Nullo anche l'uso della Wi - Fi connection, così come qualsivoglia modalità multiplayer cooperativa o competitiva. Dopo le prime missioni la noia comincia a regnare sovrana, mentre la varietà architettonica pressoché nulla dei vari livelli fa venir voglia di togliere la cassetta e inserire nel nostro DS un gioco qualunque dotato di una direzione artistica sensata. Come longevità siamo nella media del genere anche se il continuo backtraking negli stessi schemi allunga artificiosamente alcuni livelli che, altrimenti, durerebbero veramente poco. La grande pecca del gameplay è che, soprattutto nelle fasi action, il gioco si riduce a un mero corricorri fra piattaforme e palazzi, senza nessuna difficoltà, dato che i combattimenti con i nemici nel novanta per cento dei casi si riducono a due o tre mosse con la spada e l'energia a disposizione di Ezio è talmente tanta (nonché autorigenerante) da annullare qualsiasi senso di sfida. Per contro le sezioni stealth sono inutilmente frustranti, dato che appena una guardia ci intravede siamo costretti a ricominciare il livello da capo. Il problema è che l'essere visti o meno avviene in maniera totalmente casuale: esplorando i livelli, infatti, abbiamo la possibilità (premendo il dorsale destro) di spostare leggermente in avanti la visuale, per controllare la presenza di eventuali nemici, tuttavia, il movimento concesso è talmente breve che, nell'istante in cui intravediamo una guardia, a meno che non sia girata, anche lei ci vede e, inesorabilmente, veniamo riportati indietro. L'unico modo per superare indenni questo problema è memorizzare i pattern di movimento di ogni singola guardia e, dopo svariati tentativi, riuscire nel nostro intento.

    Tecnicamente

    Il lato tecnico è forse l'unico punto a favore di questa produzione. Il modello tridimensionale di Ezio è ben dettagliato e fluido nei movimenti, anche nei combattimenti che, seppur ripetitivi e tutti uguali fra loro, ogni tanto regalano qualche combo degna di nota. Peccato solo che la cura riposta nei personaggi non sia la stessa che si vede nelle ambientazioni, distinguibili l'una dall'altra solo per qualche minuscolo particolare (a Venezia per esempio, ogni tanto, si vedono delle Gondole) ma tutte con la stessa dominante cromatica marroncina e le identiche texture riciclate senza il minimo criterio.Le musiche non vanno molto oltre ai classici midi prerenderizzati e qualche accenno di accompagnamento pseudorinascimentale. Piacevoli, ma si poteva fare decisamente di più. Nota di merito, invece, al doppiaggio, effettuato dagli stessi attori del gioco per console domestiche, recitato in inglese con uno spiccato accento italiano e pieno di intercalare tipici della nostra lingua; certo, un audio totalmente in Italiano non ci sarebbe dispiaciuto ma, per ovvi motivi di spazio della cartuccia, Ubisoft ha dovuto fare di necessità virtù.

    Assassin's Creed 2: Discovery Assassin's Creed 2: DiscoveryVersione Analizzata Nintendo DSAssassin’s Creed II: Discovery è un gioco difficile da giudicare. Probabilmente dieci anni fa sarebbe stato accolto come un ottimo action, oggi, però, e soprattutto su una console come il Nintendo DS, sente il peso di un mercato troppo smaliziato per accettare ingenuità ludiche e un gameplay ripetitivo nonché a tratti frustrante. Ubisoft, se davvero avesse voluto replicare il successo di Assassin’s Creed su console portatile, avrebbe dovuto applicarsi al progetto con ben altre risorse e, senza reticenze, con altri team, dato che le potenzialità per tirar fuori un gioco interessante ci sono tutte, soprattutto disponendo di un brand forte come quello di Altair, Ezio e soci.

    5

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