Recensione Kingdom Hearts: 358/2 Days

Un anno o poco meno, in compagnia dell’Organizzazione XIII

Recensione Kingdom Hearts: 358/2 Days
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  • DS
  • Lunga vita ai crossover!

    Difficile ricordare con esattezza le sensazioni provate quando Disney e Square annunciarono un gioco che avrebbe visto Topolino lottare spalla a spalla con un eroe che sembrava perfetto per l’ennesimo Final Fantasy. Non escludiamo che tra i tanti videogiocatori ci sia stato qualche profeta, qualcuno che ha giustamente previsto il futuro da killer application di tale prodotto. Mentiremmo però negando che la sensazione più diffusa fosse più vicina allo sgomento, quanto alla più neutra sorpresa. Ma oggi, da uomini del 2009, da videogiocatori navigati che hanno visto di tutto, perfino un ben riuscito crossover tra Mortal Kombat e gli eroi della DC, oggi possiamo tranquillamente giudicare come cosa buona e giusta quell’incontro che nel 2002 diede vita alla saga di Kingdom Hearts. Lunga vita a Square, che intanto si è unita a Enix, lunga vita a Disney, da poco tutt’uno con la Marvel, lunga vita a Kingdom Hearts, che speriamo eviti di inserire nel futuro prossimo anche Wolverine tra le sue comparse.

    L’apatia di essere Nessuno

    Proseguendo la tradizione degli episodi casalinghi, e dimenticando lo spin-off più tattico per GBA, Kingdom Hearts 358/2 Days si propone come un GDR action che propone ambientazioni e personaggi pescati direttamente dal mondo Disney. Dimenticate dunque le battaglie in turni, gli scontri casuali e i ritmi dell’azione blandi.

    A livello narrativo, purtroppo, si incappa in una trama appesantita dalla macchinosità e prolissità tanto cara alle produzioni di matrice giapponese. Nell’avventura infatti impersonerete Roxas, "Nessuno" di Sora, l’eroe dei due capitoli apparsi su Playstation 2. Un Nessuno è un essere nato senza cuore e per questo costretto a un’esistenza priva della gioia, ma anche del dolore, delle emozioni. Apatici, ma determinati a porre rimedio a questa incresciosa situazione, i Nessuno si sono riuniti in un’organizzazione, l’Organizzazione XIII per l’appunto. Il numero non è casuale, visto che rappresenta la quantità dei membri di cui è formata, contando anche il nuovo arrivato Roxas. La vostra avventura comincerà proprio pochi giorni dall’arrivo del taciturno ragazzo che non sa chi è, né si capacita degli intenti dei membri dell’Organizzazione. Le primissime missioni, oltre a fungere da noioso e poco stimolante tutorial, servono proprio a questo: a ragguagliarvi sull’importanza della raccolta dei Cuori, su come Roxas sia l’unico capace di catturarli e di come questi, una volta uniti, potranno restituire le emozioni ai Nessuno.
    La trama poi segue il suo corso, generosa di lunghi momenti fatti di silenzi, di azioni superficiali e di tante battute evitabili. Non mancano certo momenti più incalzanti, fatti di azione e colpi di scena, ma tanto Kingdom Hearts 358/2 Days si allontana dagli stilemi dei GDR più oziosi durante i combattimenti, quanto gli si avvicina nella conduzione della trama. Nulla di sconfortante, certo: anni e anni di dialoghi tra personaggi ora muti, ora colpiti da amnesia, vi avranno sicuramente forgiato, ma non sorprendetevi se vi capiterà di sbadigliare, di tanto in tanto.

    Combatti, indaga e pedina

    Meglio dal punto di vista del gameplay? Non proprio.
    Il 358 del titolo fa riferimento al numero di giorni che Roxas passerà insieme all’Organizzazione. In molti di questi vi verranno affidate delle missioni. Alcune saranno obbligatorie, necessarie per il prosieguo della narrazione, altre invece semplicemente opzionali e utili alla raccolta di tesori o per la crescita del personaggio.
    A grandi linee, tuttavia, tutte le missioni possono essere ricondotte a tre grandi gruppi: combattimento, investigazione e pedinamento. Nel primo dovrete occuparvi dell’eliminazione di determinati target o di un particolare tipo di mostri. Investigare invece, significherà esplorare le ambientazioni alla ricerca di luoghi di interesse, mentre nel caso del pedinamento dovrete semplicemente seguire un personaggio evitando di farvi scoprire. Alla prova dei fatti questi ultimi due gruppi di missioni alla lunga si rivelano noiosi, mentre quelle relative al combattimento mancano di varietà: che si tratti un boss o di collezionare un certo quantitativo di cuori, dovrete sempre attraversare gli scenari eliminando ogni avversario che vi si parerà di fronte.
    Il combat system del resto non si rivela nemmeno così raffinato. La colpa è principalmente da ricercarsi in una telecamera che spesso seguirà a fatica i vostri spostamenti e nella croce direzionale malamente calibrata e spesso imprecisa. Certo non dovete aspettarvi un risultato catastrofico, ma in determinate situazioni un semplice salto da una piattaforma all’altra potrà tramutarsi in un’operazione più complicata di quanto possiate pensare. Anche parlando della lotta nuda e cruda le cose non migliorano più di tanto: un solo pulsante per l’attacco, uno per la parata e un sistema di richiamo degli incantesimi eccessivamente intricato per permettervi con agilità e velocità di evocarli, se non allontanandovi momentaneamente dalla lotta. Per lanciare una magia infatti, sarete costretti prima a selezionare l’opzione degli incantesimi e poi a scegliere quella di cui necessitate da un elenco. Vi basteranno cinque secondi al massimo per svolgere queste operazioni, ma spesso preferirete sfruttare unicamente la spada, piuttosto che rischiare di rimanere per troppo tempo indifesi.

    Città belle, ma sen’anima

    Molto interessante invece il sistema di crescita del personaggio. Piuttosto che affidarsi al classico accumulo di punti esperienza, Square-Enix ha trasformato abilità, magie e incrementi di livello in veri e propri emblemi. Questi andranno collocati all’interno di un pannello che via via aumenterà la propria capacità. Alcuni di questi stemmi, tuttavia, necessiteranno di più blocchi liberi per essere collocati, e in questi frangenti dovrete imparare al meglio a gestire lo spazio per potervi portare con voi tutte le abilità necessarie. Tra queste infatti dovrete sempre selezionare quelle che più vi potranno tornare utili nella missione successiva: equipaggiare la vostra arma con un potenziamento che la rende particolarmente efficace contro nemici volanti, ha senso solo se poi dovrete effettivamente vedervela con mostri di questo tipo.
    Qualche riserva anche dal punto di vista grafico e sonoro. Certo: le cut-scene sono uno spettacolo, le ambientazioni, che non tarderanno a riprendere quelle viste in tanti anni di cartoni Disney, sono ampie e i modelli poligonali sono ben costruiti e ottimamente caratterizzati. Tuttavia permane una sensazione che alcuni elementi siano scarsamente definiti, mentre i mondi, nonostante siano molto ampi, sono privi di anima e vita. Un compromesso per gli evidenti limiti dell’hardware del DS senza dubbio, ma per quanto a un primo impatto si rimanga sbalorditi dalla potenza messa in mostra in Kingdom Hearts 358/2 Days, non si può che rimanere delusi muovendosi in città completamente deserte.
    Discorso simile per il sonoro, che ricicla forse fin troppo musiche già sentite in altri episodi della saga. Almeno la qualità delle tracce sonore è indubbia. E' fuori da ogni dubbio l’ottimo lavoro svolto nel doppiaggio e nella riproduzione degli effetti sonori.
    Un ultimo appunto lo merita la longevità. L’avventura principale vi ruberà non più di una ventina di ore per essere completata, contando anche le varie missioni opzionali. A dare un minimo di vita in più ci pensa il multiplayer in locale, che tuttavia non va oltre al proporre il superamento di alcune missioni in compagnia di tre amici: divertente per una partita ogni tanto, ma non certo un’ulteriore stimolo all’acquisto del titolo.

    Kingdom Hearts: 358/2 Days Kingdom Hearts: 358/2 DaysVersione Analizzata Nintendo DSUna delusione insomma? Se vi aspettavate un grande Kingdom Hearts sicuramente sì. Il titolo ha un solo grande difetto: rischia di annoiare. La mancanza di varietà nelle missioni, un combat system limitato e una trama in certi frangenti inutilmente prolissa, sono i principali motivi che rendono il titolo poco stimolante. L’assoluta mancanza di riassunti degli altri capitoli della saga inoltre, rende la trama poco chiara in molti tratti per chi non ha seguito le vicende di Sora e soci. Ciò non toglie che i fan della saga o chiunque cerchi un GDR action non possano divertirsi e appassionarsi alle vicissitudini di Roxas. La grafica, seppur con qualche riserva, stupisce, come il sonoro, ottimo sia nelle tracce musicali che nel doppiaggio in inglese. Certo siamo lontani dai picchi toccati dai capitoli casalinghi, ma se la vostra voglia di entrare nell’Organizzazione è maggiore della paura di cadere preda di qualche colpo di sonno, il nostro consiglio è quello di dare una chance alla produzione Square-Enix. Certo, trovarlo a metà prezzo...

    6.5

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