Recensione Professor Layton e lo Scrigno di Pandora

Torna l’enigmatico professore. Pronti ad aprire lo Scrigno di Pandora?

Recensione Professor Layton e lo Scrigno di Pandora
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  • DS
  • Il Dottor Kawashima è il vero padre di Layton

    Tutti i detrattori della “Brain Traning-Mania” devono essersi sentiti dalla parte sbagliata della barricata, quando Level-5 fece esordire sul palcoscenico del DS il pacato e geniale Professor Layton, docente di archeologia e incorreggibile risolutore di innumerevoli enigmi. Chi l’avrebbe detto, infatti, che il Dottor Kawashima, per alcuni il distruttore dei videogiochi, sarebbe stato lontano genitore di un personaggio così accattivante e lucente all’interno del panorama videoludico? Difficile pensare che senza quest’ultimo, l’altro sarebbe mai esistito, pur nulla togliendo all’estro creativo della nota software house giapponese. Ereditando le meccaniche allena mente e distruggi autostima della palestra celebrale nintendosa, Level-5 ha, se possibile, ampliato ed evoluto il concetto pur rinunciando a calcolare l’età celebrale dell’utente. Invece di vedersi ringiovanire, quasi per magia, la materia grigia, la soddisfazione ludica derivava dalla progressione nella trama, sempre ben diretta e narrata.
    La qualità di Professor Layton E Il Paese dei Misteri è nota a tutti. Il nostro otto, del resto, è lì per dimostrarla. E’ però tempo di seguito per il Professore e il suo giovane aiutante Luke. Con un ritardo di quasi due anni dalla release giapponese, sbarca anche nel nostro continente Il Professor Layton E Lo Scrigno Di Pandora.
    L’indubbia qualità dell’originale basterà per garantire quella del suo seguito? Il carisma del Professor Layton è sufficientemente articolato per poter sostenere un’altra lunga ed enigmatica avventura? Ci tocca aprire lo scrigno di Pandora per scoprirlo.

    Tutti in carrozza!

    Chi intende affacciarsi alla serie non avendo giocato il titolo originale, non deve spaventarsi. Nonostante non manchino riferimenti al capitolo precedente, chiunque può approcciarsi senza alcun problema allo Scrigno Di Pandora. Tanto più che il gioco comincia con un prologo, utile a prendere confidenza con interfaccia e gameplay.
    Tutto comincia con Andrew Schrader, amico e mentore del Professor Layton. Questi è infatti entrato in possesso del tristemente rinomato Scrigno di Pandora. Le voci vogliono che chiunque apra detta scatola muoia più o meno istantaneamente. Armato di logica e del lume della ragione, lo studioso è deciso a porre fine a queste dicerie svelandone il mistero e, al contempo, tentando si fare luce sul contenuto del cofanetto. Per premunirsi da qualsiasi eventualità, l’anziano signore si è però preoccupato di inviare una lettera informando Layton delle sue intenzioni. Non avendo più notizie il Professore, accompagnato dal giovane Luke, Layton deciderà di dirigersi nell’appartamento di Andrew, dove troverà il corpo senza vita dell’amico. Esclusa la pista dell’incidente e del suicidio, non gli resterà altro da fare che trovare l’assassino e anche lo Scrigno di Pandora, misteriosamente scomparso. Qualche indizio? Il biglietto di un famoso treno, il Molentary Express. Segni particolari? La mancanza di qualsiasi destinazione sul biglietto.
    Comincia così la nuova avventura che porterà la coppia di protagonisti a viaggiare sui binari e a risolvere il mistero a bordo del veicolo che non mancherà di fare tappa in diverse località.
    La sceneggiatura presenta la medesima qualità del capitolo precedente. Ogni personaggio, che sia principale o semplice comparsa, è sempre credibile e alle sue spalle si percepisce una storia personale non narrata, ma pur sempre presente e visibile ora nelle parole usate, ora negli abiti indossati.
    La trama non splende particolarmente per inventiva certo, ma la narrazione è sempre pacatamente intrigante. Il ritmo della progressione è affidato ora dai toni sempre contenuti di Layton, ora da quelli più vivaci e esplosivi del giovane Luke, in una dissonanza che mantiene sempre vivo l’interesse. Proprio quando poi ci si stanca dei dialoghi tra gli immobili artkork dei personaggi, interviene sempre una splendida, straordinaria scena animata, che fa dimenticare per un attimo di stringere un piccolo DS tra le mani.
    Per quanto riguarda la sceneggiatura insomma, Level-5 ha ripetuto magistralmente l’ottimo lavoro già visto nell’originale, galvanizzando ulteriormente la produzione grazie alla possibilità di visitare più luoghi, invece della sola St. Mystere del predecessore.

    A caccia di enigmi

    Parlando di meccaniche, anche da questo punto di vista siamo in pieno regime conservatore. Del resto perché cambiare un gameplay ottimamente realizzato dopo solo un episodio?
    Se in una qualsiasi altra avventura grafica si procede raccogliendo la tal chiave o combinando l’oggetto A con l’oggetto B, qui le cose funzionano in modo leggermente diverso. Quasi ogni personaggio che vi si parerà di fronte infatti, vi sottoporrà un enigma. Rompicapi logici, che fanno della capacità di calcolo e di ragionamento gli unici strumenti necessari per il loro superamento. Questi non mancheranno di occuparvi anche interi pomeriggi per la loro risoluzione. Non tutti sono necessari ai fini del completamento della missione principale, ma ognuno di essi elargirà un quantitativo di Picarati direttamente proporzionali al suo livello di difficoltà. Questi punti possono poi essere spesi per sbloccare diversi bonus, che danno così un minimo incentivo a ricominciare il gioco da capo e ad affrontare tutti i puzzle proposti.
    L’avvertimento è d’obbligo. Il ritmo, già blando nelle avventure grafiche tradizionali, è ulteriormente abbassato dalla natura fortemente intellettuale di ogni enigma. Il livello di difficoltà leggermente settato verso l’alto inoltre, sarà un ulteriore ostacolo da superare, visto che alcuni di essi rischiano di mettere in serio dubbio l’autostima che riservate per la vostra materia grigia. Fortunatamente avrete sempre tre suggerimenti con cui aiutarvi nella risoluzione della prova di turno. Per essere sbloccati, tuttavia, necessiterete di speciali monete che potrete raccogliere esplorando con il pennino le ambientazioni in cui vi muoverete.
    Al secondo episodio, alla seconda immersione nei complicati mari degli enigmi proposti dal Professor Layton, è impossibile non riconoscere qualche schema che si ripete, qualche tipologia di risoluzione simile. Un senso di dejà vu insomma, vi colpirà senza dubbio se avete spulciato l’originale, ma poco importa: ciò non toglierà il divertimento, e neppure la difficoltà nel trovare le soluzioni.
    Non mancano nemmeno questa volta delle fittizie side-quest. Risolvendo puzzle potrete raccogliere dei pezzi per costruire una macchina fotografica e un criceto con problemi di obesità avrà bisogno del vostro aiuto in un mini-gioco tutto da scoprire. Luke inoltre, si scopre un ottimo preparatore di tè. Mescolando erbe e spezie varie dovrete prepararne uno che soddisfi i gusti di questo o di quel personaggio. Se si vuole prendere una pausa dalla marasma di rompicapo insomma, le alternative, se pur poche e pur sempre richiedenti una certa dose di cervello, non mancano.

    Panorami già visti forse, ma sempre affascinanti

    Trama e gameplay quindi funzionano ottimamente e non variano di molto la formula del capitolo precedente. E per quanto riguarda l’aspetto grafico-sonoro? Anche qui, per fortuna, non c’è ombra di cambiamento.
    La magnificenza delle scene animate è già stata discussa, ma anche quando l’azione si sposta sulle immobili schermate delle varie ambientazioni non si può che applaudire il lavoro di Level-5. L’attenzione per il dettaglio è ormai un marchio di fabbrica, con l’unico rammarico per lo scenario relativo al Molentary Express in cui la ripetizione degli scompartimenti fa a botte con la straordinaria creatività mostrata nel resto dell’avventura. Il character design poi è straordinario. Gli sprite del Professor Layton, di Luke e dei personaggi già apparsi, sono ovviamente riciclati, ma la cura nelle animazioni e nella resa stilistica è efficace oggi quanto ieri.

    Discorso simile per il sonoro, dominato da melodie vagamente malinconiche e appartenenti ad anni lontani. Esattamente come lo spettro di colori usati, si denota una maggiore varietà nei pezzi suonati. Chiaramente ciò è dovuto al maggior numero di ambientazioni che si andranno ad esplorare. Tuttavia lo stile rimane sempre quello, con la fisarmonica sempre pronta a dominare ogni altro strumento. Perfino il doppiaggio nella nostra lingua risulta ben implementato e ottimamente realizzato, aumentando ulteriormente la caratura dell’opera.

    Un ultima nota riguarda la longevità del gioco. Esattamente come il predecessore molto dipende da voi e dalla vostra voglia di enigmi. Gli oltre 150 enigmi proposti vi potrebbero portare via anche una vita intera. Contando anche gli aggiornamenti settimanali che, previa connessione alla Nintendo Wi-Fi Connection, vi permetteranno di scaricare nuovi rompicapo, il tempo che potenzialmente il Professore potrebbe portarvi via, va ben oltre la classica settimana di gioco intensivo. Tuttavia il rischio che il titolo vi stanchi presto, a causa del suo ritmo, è un’eventualità da valutare attentamente. Il consiglio per la miglior fruizione migliore è quella di godersi l’avventura Level-5 a piccole dosi, senza mai esagerare e in momenti in cui non avrete paura di affrontare anche una cocente sconfitta del vostro cervello.

    Professor Layton e lo Scrigno di Pandora Professor Layton e lo Scrigno di PandoraVersione Analizzata Nintendo DSIl Professor Layton E Lo Scrigno Di Pandora, come il suo predecessore, è una delle migliori esperienze disponibili su Nintendo DS. A livello estetico è un piacere per occhi e orecchie, mentre per la materia grigia è ora fonte di assoluto godimento, ora causa di profondi esaurimenti nervosi. La formula è praticamente la stessa, tanto che l’unico vero difetto del prodotto è immutato: una bassa rigiocabilità. Inoltre l’atipicità del prodotto spinge a valutarne attentamente l’acquisto nonostante l’indubbia qualità. Se è la vostra prima volta con il Professor Layton e siete amanti di puzzle ed enigmi, non dovete pensarci molto: fatelo vostro. Se, al contrario, la prima avventura vi ha ampiamente saziato o se avete bisogno di un gioco dai ritmi alti, senza eccessive macchinazioni mentali, andate oltre.

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