Recensione Super Princess Peach

L'insostenibile Leggerezza di Peach

Recensione Super Princess Peach
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  • DS
  • Super Princess Peach dopo News Super Mario Bros è come la tradizione Western dopo Sergio Leone: Insostenibilmente Leggero.
    E se, al tempo della sua uscita americana, il neoplatform Nintendo poteva essere considerato a buon diritto un palliativo per la fame da classico videoludico, e marginalmente apprezzato come un prodotto del mercato laterale -non indifferente ai veri appassionati- oggi, dopo che l'estremo ritardo della conversione ha portato Peach sul mercato pochissimo tempo prima del suo baffuto salvatore, la principessa accusa e soffre di tutte le sue mancanze.
    In effetti Super Princess Peach è un platform leggero, con un gameplay davvero troppo esile e poco curato negli elementi contingenti. Così, se l'inesistente livello di difficoltà e l'assurda stesura di un comparto narrativo apprezzabile solo dalla prima infanzia potevano un tempo essere perdonate, in secondo piano rispetto alla "fame" da platform bidimensionale, ora che il giocatore può banchettare con Mario, la sua compagna non è adatta neppure per fare da Dessert.
    Con ordine...

    Super Princess Peach è dedicato ad una fascia d'utenza inusuale ed emergente. Si rivolge, in particolare, a quei giocatori d'odierna generazione, ai loro primi approcci con il videogioco ed ancora impegnati nella sperimentazione dei generi. E, con un occhio di riguardo per la politica di estrema apertura a tutte le fasce e tutte le età perpretrata da Nintendo (una politica che, francamente, troviamo per certi versi deleteria), Princess Peach è dedicato, anche e sopratutto, alle ipotetiche giovanissime fanciulle che, dopo Nintendogs, lamentavano l'assenza nel parco giochi DS di un titolo che arridesse al gentil sesso.
    Il fatto è evidentissimo: lo si capisce dallo stile non solo grafico, che comunque si rifà ad una tradizione piacevolissima per tutti i giocatori ed ancora oggi affascinante, ma anche dalla leggerezza con cui è affrontato il progredire della trama, dall'inconsistenza della stessa, dall'estrema semplicità del prodotto.
    Una generale assenza di ispirazione e cura che contamina tutti gli aspetti del gioco. Cominciamo dal principale.

    Ad ampliare la disposizione basilare del Platform classico (il salto), in Princess Peach troviamo un sistema di gestione delle emozioni, implementato tramite Touch Screen. Nello schermo inferiore, oltre ad un primo piano della protagonista, vengono visualizzati quattro cuori, ognuno associato ad un particolare stato d'animo che la principessa potrà assumere. Nel dettaglio: con "Gioia" la protagonista si sentirà così leggera da poter fluttuare nell'aria; con "Tristezza" verserà un incredibile quantitativo di lacrime e potrà correre molto velocemente, quasi in preda a crisi isteriche; con "Rabbia" si infiammerà letteralmente; mentre rimanendo "Calma" potrà recuperare i cuori che rappresentano la sua energia. L'utilizzo delle quattro emozioni è limitato da una sorta di energia misurata dall'Emozionometro, che è possibile recuperare facendo ingurgitare i nemici dall'ombrello magico di cui Peach è dotata.
    La funzione dei vari stati d'animo non è certamente ben amalgamata con il progresso lineare attraverso i singoli livelli, e resta piuttosto marginale e necessaria solamente al fine del "collezionismo". Spieghiamo meglio: nei vari schemi sono disseminati alcuni "enigmi" strutturali, per la risoluzione dei quali è necessario utilizzare le emozioni. Ad esempio, il giocatore dovrà bruciare ponti di legno grazie al fuoco dell'ira, o attraversare piattforme pericolanti correndo e gridando per la Tristezza, o ancora potrà "innaffiare" alcune piante con le lacrime amare della protagonista. Sebbene così evidenti siano queste richieste (gli elementi "sensibili" alle emozioni si notano con facilità, e si ripetono per tutta l'avventura, con pochissime variazioni), raramente il Level Designer si prende la responsabilità di impegnare l'utente: solamente negli schemi degli ultimi mondi le emozioni saranno indispensabili per procedere nell'avventura, mentre nella prima parte del gioco il loro utilizzo servirà solamente a raggiungere qualche area segreta, per raccogliere uno dei tre Toad che si trovano in ogni livello, o altri bonus particolari.
    E' dunque proprio l'elemento distintivo di Super Princess Peach che cade in fallo e si dimostra affatto caratterizzante. Di conseguenza l'offerta di Princess Peach diventa ben misera: non basta il semplicistico approccio alla meccanica basilare del Platform per risollevare la situazione: la totale mancanza di profondità del design dei livelli, la gestione ridotta delle capacità di salto, la possibilità di semplificare estremamente il gioco acquistando, grazie alle monete raccolte nei livelli, potenziamenti insensati e mostruosamente potenti rendono il platform un prodotto davvero troppo povero in termini di grado di sfida, e affatto profondo. Si conti che l'avventura principale può essere conclusa in un pomeriggio, e senza alcuna fatica, attraversando d'un fiato tutti gli otto mondi e sconfinggendo i relativi Boss. Ma, del resto, neppure New Super Mario è un titolo che, giocato con superficialità, resiste a lungo. Il punto è che, mentre il Bros classico può essere sviscerato e approfondito, con Peach è impossibile andare oltre il "primo strato", cercare una sfida ed un impegno costante e concreto. In effetti i livelli di SPP non sono lineari e continui, ma frammentati in diverse zone. All'ingresso di ogni sezione il gioco sarà così gentile da avvertire l'utente, attraverso un vistoso (e rumoroso) punto esclamativo visualizzato nello schermo inferiore, della presenza o meno di segreti all'interno della zona. Che poi, collegandosi nuovamente con quanto sopra preannunciato, oltre a togliere del tutto l'incertezza del "dove" cercare, anche il "come" cercare sia ben evidente e poco fantasioso, è la condanna definitiva di Super Princess Peach. Un titolo che, insomma, a livello di gameplay ha ben poco da offrire al giocatore incallito. Un gioco che non mette alla prova, e serve piuttosto per "meriggiare" (pallidi ma non assorti). Così, quando alla fine dell'avventura il titolo proporrà una serie di schemi aggiuntivi da affrontare per completare la collezione di minigiochi, ben pochi saranno quei coraggiosi che si sentiranno di lanciarsi nell'impresa. Anche perchè l'idea di ripetere le insignificanti gesta di Peach lungo percorsi che risultano, dall'inizio alla fine, inconsistenti, lineari e poco ispirati, non è certo una prospettiva di gioco che possa minimamente attrarre alcun giocatore.

    Quello che di Peach si salva è, in minima parte, lo stile generale con cui è visivamente e acusticamente realizzato. Come accennavamo, il tratto classico della grande N è ancora allettante e grazioso, e ben si sposa con il doppio schermo e con il design generale di tutto il titolo. L'alternanza di panorami è generalmente piacevole al colpo d'occhio, sebbene sia rovinata del pessimo Level Desing che poco sopra abbiamo denunciato. Restano divertenti e ben strutturate le animazioni della principessa, anche piuttosto varie. Qualche dubbio sulla palette di colori, effettivamente un poco più opaca di quanto ci saremmo aspettati, ma generalmente si riscontra un buon lavoro dal punto di vista visivo, se non altro adeguato al prodotto. Meno creativo il comparto sonoro: in ogni mondo si alterneranno soltanto due tracce musicali, raramente espressive al punto da non essere dimenticate o sorprendere per "freschezza" e novità. Certo, di nuovo si ascoltano note ormai familiari, e di conseguenza non spiacevoli, retaggio di un'eredità di platform che ormai è patrimonio comune di ogni fan Nintendo (e, azzarderemo, non solo). Generalmente non possiamo restare delusi dalla componente tecnica di Peach, che non si eleva oltre la media per i difetti di cui sopra ma che non si mostra carente come il gameplay.

    Super Princess Peach Super Princess PeachVersione Analizzata Nintendo DSSuper Princess Peach non è un prodotto qualitativamente elevato. La volontà degli sviluppatori di rivolgersi ad un pubblico ludicamente non maturo balza all'occhio durante tutta l'avventura, e di fronte a questa crolla l'aspetto più significante del gioco. Il gameplay è semplicistico e la prosecuzione attraverso i livelli è banale, e non lascia spazio all'abilità del giocatore, che si muove e in ristrette aree -segrete e non- quasi fosse guidato dal prodotto stesso. Super Princess Peach non emoziona e non impegna, anche a causa di un level design carente e approssimativo. Insomma, sebbene sia piacevole vedere ad escoltare l'indimenticato stile Nintendo sulla sua nuova console portatile, la generale impostazionea audiovisiva non basta per bilanciare la totale mancanza di creatività, e l'impossibilità del titolo di radicarsi nel cuore dei giocatori di vecchia data, ben più smaliziati ed esigenti del pubblico a cui vuole presentarsi la principessa. Così, Super Princess Peach, sopratutto dopo New Super Mario Bros, resta un prodotto di nicchia, che galleggia sul maremagnum della mediocrità, e appare in definitiva tutt'altro che significante. Anzi, leggermente insostenibile.

    5

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