About a Boy
La storia dell'irresponsabile trentenne Londinese Will Freeman, benestante grazie al vitalizio lasciatogli dai diritti di sfruttamento di una canzone di Natale composta anni prima da suo padre, single convinto, donnaiolo senza scrupoli, è stata, in un certo senso, la chiave di volta nella carriera di Hugh Grant, passato da "Re della Commedia romantica Inglese" a "Bastardo numero 1 della commedia romantica british" proprio col film di Chris e Paul Weitz. Anche se tale transizione è stata poi ridimensionata da pellicole quali Love Actually e Scrivimi una Canzone, è innegabile che il nostro risulta essere molto più divertente quando si dedica a parti in cui i concetti di rosee e fiori sono tenuti a considerevole distanza, almeno per una buona parte di film. Ci riferiamo, appunto, a performance come quelle di About a Boy o in altre come Il Diario di Bridget Jones e relativo seguito o American Dreamz, in cui ci regala una riuscitissima parodia del cinico "Giudice Supremo dei Talent Show Inglesi&Americani" Simon Cowell.
Sono la fo**uta Ibiza
Adattato dall'omonimo romanzo dell'autore inglese Nick Hornby, About a Boy ha ottenuto un successo notevole al botteghino al tempo della sua uscita e s'inscrive, a ragione, in quella lista di riusciti porting letterari da suoi romanzi che comprende già Febbre a 90° e, soprattutto, Alta Fedeltà diretto da Stephen Frears. Malgrado i toni del film di About a Boy risultino lievemente edulcorati rispetto alla controparte libresca, il rapporto fra l'adolescente Nicolas e "l'adolescente inside" Will colpisce per la bravura di entrambi gli interpreti. Tanto il giovane Nicholas Hoult quanto il più esperto Grant, tratteggiano due personaggi ai bordi: uno, teenager senza una figura paterna di riferimento, è la vittima preferita di ogni tipo di vessazione scolastica a causa delle sue ingenue stranezze, l'altro è quello che gli inglesi o gli americani definiscono come un grown-up e che, in italiano, potremmo tradurre, senza riuscire ad afferrare tutte le sfumature della locuzione inglese, con "bamboccione", un adulto che della vita e della maturazione personale non ha capito nulla ed è rimasto ancorato all'edonismo spinto dei sedici anni. Solo dall'incontro delle loro vite potrà nascere quella maturazione per cui sono entrambi necessari l'uno all'altro. Anche a distanza di quasi dieci anni, colpisce il tocco lieve con cui Chris e Paul Weitz, si esatto, proprio quelli che con American Pie hanno rilanciato nell'olimpo del mega-incassi stellari il gross-out movie, hanno costruito la progressione del rapporto che si viene ad instaurare fra i due protagonisti della vicenda. Il film viene ora proposto da Universal nel formato Blu Ray con un supporto che, dal punto di vista tecnico, si lascia apprezzare. Il comparto video è buono e l'audio è discreto, ma che però non offre davvero nulla sul fronte degli extra, completamente assenti.
About a Boy, come gli altri adattamenti cinematografici dai romanzi di Nick Hornby che abbiamo citato nel corso dell'articolo, è un film riuscito, grazie all'alchimia di elementi venutasi a creare. Una coppia di registi che, dopo aver esplorato la parte più becera della commedia con la torta di mele americana (ma attenzione: American Pie era anche volgare, ma di certo non era un film definibile come stupido), dona al pubblico una piccola perla che, nel passaggio nel supporto in alta definizione, non viene corroborato da un comparto extra degno di nota. Il voto va quindi inteso, questa volta come non mai, come una sintesi di quanto proposto dal blu ray dato che la valenza artistica della pellicola è riassunta dall'apposita voce
