Recensione Alien nation - Nazione di alieni

Alieni e polizia alla fine del machismo reaganiano

Recensione Alien nation - Nazione di alieni
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Cosa lega James Caan, il roccioso e duro protagonista di Rollerball (1975) e Strade violente (1981), al Graham Baker autore di Conflitto finale (1981) - terzo dimenticabile capitolo della saga demoniaca Omen - e al Rockne S. O'Bannon successivamente responsabile, tra l'altro, del televisivo Una mortale invasione (1995), incentrato sulle api assassine?
Semplice, gli ultimi due sono rispettivamente il regista e lo sceneggiatore di questa fanta-storia a tinte poliziesche circolata dalle nostre parti, nel 1989, con il titolo Alien nation - Nazione di alieni, mentre il primo ne è il protagonista nei panni del poliziotto Matthew Sykes, il quale vive nella Los Angeles della fine del secondo millennio, dove trecentomila pacifici alieni vivono indisturbati nel tentativo di integrarsi, dopo essere fuggiti dal loro pianeta.
Fanta-storia che, a seguito di una serie di strani incidenti che provvedono a turbare la comunità e che, tra furti, omicidi e ricatti, non nascondono neanche troppo la minacciosa ombra della mafia, lo vede incaricato di indagare e muoversi contro lo strapotere del racket affiancato da un detective extraterrestre incarnato da Mandy"Dick Tracy"Patinkin.

Il dvd

Una vicenda che apre immediatamente all'insegna dell'azione, per poi costruire, in realtà, i circa ottantasei minuti di visione puntando in maniera principale non sugli effetti speciali e sull'aspetto alieno, ma privilegiando le indagini portate avanti dall'improbabile coppia protagonista, discendente diretta di quelle costituite da un bianco e un nero in precedenti serie cinematografiche di successo quali Arma letale e 48 ore.
Del resto, se da un lato la pellicola in se non sembra celare più di tanto i connotati di un poliziesco di Walter Hill (non a caso, regista del citato dittico interpretato da Nick Nolte ed Eddie Murphy) immerso in salsa fantascientifica, dall'altro non può fare a meno di apparire come evidente allegoria su celluloide relativa all'integrazione razziale, anticipando di oltre vent'anni l'acclamato District 9 (2009) di Neill Blomkamp.
E, nel rivederla oggi, è facile riconoscere in essa tutti i sintomi della fine di quello che venne cinematograficamente definito machismo reaganiano, in quanto, essendo datata 1988, contemporanea al termine della presidenza di Ronald Reagan negli Stati Uniti.
A riscoprirla per il mercato dell'home video digitale tricolore è l'attivissima Koch Media (I spit on your grave di Steven R. Monroe e Killer machine di Rachel Talalay nel ricchissimo catalogo), la quale propone un disco non solo caratterizzato da una non disprezzabile qualità audiovisiva, ma corredato anche di una manciata di interessanti contenuti speciali.
Infatti, sorvolando sul trailer e sui tre spot televisivi, si spazia da sei minuti di featurette al cortometraggio del dietro le quinte (sulla fascetta, invece, come riportiamo in maniera fedele nella scheda qui accanto, viene indicata erroneamente la presenza di un cortometraggio e un dietro le quinte).

Alien nation-Nazione di alieni Koch Media riscopre su supporto dvd un atipico mix di fantascienza e vicenda poliziesca concepito proprio al culmine dell’epoca reaganiana e del machismo su celluloide a essa relativo. Con una discreta sezione riservata ai contenuti speciali, un’operazione senza infamia e senza lode gestita non peggio di altri lavori del regista Graham Baker (si pensi solo a Conflitto finale), che sfrutta qui il genere al fine di fornire una chiara allegoria riguardante l’integrazione razziale. Con gli alieni impegnati a fare gli extracomunitari. Generò, addirittura, una serie televisiva e cinque lungometraggi destinati al piccolo schermo.

6

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