Speciale The Agatha Christie Mistery Collection

Le opere della Maestra del Giallo ci fanno da apripista per uno speciale sul cinema di genere

Speciale The Agatha Christie Mistery Collection
Articolo a cura di

Testi a cura di Alessandro Ludovisi

Il cinema ha spesso e volentieri trasferito sul grande schermo le emozioni proprie della letteratura, ingurgitando generi e invitando i lettori a seguire le avventure dei personaggi dei loro romanzi preferiti anche all’interno di una sala cinematografica. I risultati non sempre rispecchiano le aspettative come se un libro, a volte, fosse capace di imprigionare i suoi protagonisti all’interno di pagine ormai polverose che, una volta lette ed adattate per il cinema, ci consegnano una storia sbiadita. Fortunatamente, però, sono molti i casi in cui la settima arte ha fatto il suo dovere omaggiando scrittori e libri e realizzando degli splendidi adattamenti cinematografici. Uno dei generi più amato, indubbiamente, è quello giallo e Agatha Christie, una delle massime esponenti, ha visto molte volte delle sue opere trasferite sul grande schermo. Ora, dal 4 novembre, i film tratti dai romanzi della scrittrice britannica arrivano in Blu-ray, nel cofanetto distribuito dalla Universal Pictures Italia, The Agatha Christie Mistery Collection. Il boxset comprende quattro indimenticabili capolavori: Assassinio sull’Orient Express, Assassinio sul Nilo, Assassinio allo specchio e Assassinio sotto il sole.

Agatha Christie ci ha lasciato una ricca eredità e al tempo stesso ha influito in maniera decisa sul genere di riferimento, ovvero il giallo deduttivo. Una categoria che comprende, tra gli altri, i romanzi di Georges Simenon, con protagonista il Commissario Maigret, e Arthur Conan Doyle con il suo Sherlock Holmes. Eppure le catene di genere in questo caso non sono poi così serrate e riferendoci alla letteratura gialla dobbiamo comprendere anche i polizieschi e Hard-Boiled, i noir e i thriller. Uno dei grandi autori di questo genere “allargato” è Raymond Chandler che nel suo primo romanzo, Il grande sonno, ci presentò Philip Marlowe, un solitario ed affascinante investigatore privato. Elegante e malinconico, Marlowe fu interpretato per la prima volta sul grande schermo da Humphrey Bogart proprio nell’adattamento de Il grande sonno diretto da Howard Hawks, dove l’investigatore è ingaggiato da un miliardario per fare luce sulla scomparsa della figlia. Un caso tremendamente complicato tra misteriose scomparse, omicidi, ricatti, bische clandestine, debiti di gioco e agguerriti criminali.

Ancora Marlowe è il protagonista della trasposizione cinematografica de Il lungo addio, di Raymond Chandler. La pellicola venne diretta da Robert Altman nel 1973 e subì diverse critiche. Il film non rimase fedele al romanzo originale e Altman alterò la figura di Marlowe per ricontestualizzarla in un periodo storico diverso, dove le azioni dell’investigatore sembrano spesso dettate dalla incapacità di muoversi in un’epoca che non sente sua. Il film è ambientato in California, dove Marlowe dovrà prima difendersi da una accusa per favoreggiamento e in seguito dalle minacce di un gangster. Un noir classico che ha fatto scuola è Il postino suona sempre due volte di James M. Cain. Il libro fu adattato diverse volte per il grande schermo: una prima volta da Luchino Visconti, che si ispirò liberamente alla trama dell’opera di Cain per il suo Ossessione, e in seguito da Tay Garnett nel 1946 e Bob Rafelson nel 1981. Quest’ultima è la versione più recente e anche la più conosciuta. Nel cast del film troviamo Jack Nicholson, nei panni dell’avventore di una tavola calda e Jessica Lange in quelli della co-proprietaria, insieme al vecchio marito. Tra i due nascerà una storia d’amore clandestina dal tragico epilogo. Anche in questo caso, però, tra romanzo e film ci sono delle sostanziali differenze, soprattutto nel finale.

Chandler e Cain vengono ancora considerati tra i massimi esponenti dell’Hard -Boiled, che si distanzia dal giallo per una descrizione più realistica del crimine e della violenza. Padre di questo sottogenere è ritenuto Dashiell Hammett, scrittore statunitense molto amato dai lettori e autore di romanzi indimenticabili come L’uomo ombra e Il falcone maltese, quest’ultimo tradotto in film due volte: la prima nel 1931 per la regia di Roy Del Ruth e la seconda, ben più importante, nel 1941 da John Huston, con Humphrey Bogart nel ruolo del detective Sam Spade.
Anche un romanzo, o un breve racconto sconosciuto, può, però, diventare un grande film e Orson Welles lo ha dimostrato con L’infernale Quinlan, un film da lui diretto nel 1958 e ispirato al racconto Badge of Evil (Contro tutti), scritto da Whit Masterson (pseudonimo dei due scrittori Robert Wade e William Miller) nel 1956 e apparso nella collana Il Giallo Mondadori. Il film ruota intorno ai personaggi di Quinlan, un capitano di polizia dai metodi ben poco ortodossi, interpretato da Orson Welles e Vargas, un poliziotto messicano portato sul grande schermo da Charlton Heston. Inizialmente alleati, in una indagine per omicidio, finiranno presto l’uno contro l’altro a causa di un’ideale di giustizia agli antipodi.

Torniamo al giallo deduttivo per raccontare della trasposizione cinematografica di Assassino sull’Orient Express, il capolavoro giallo scritto da Agatha Christie durante un soggiorno in Turchia. In questo caso sia il libro che il film tengono fede alle promesse e ancora oggi rimane uno degli esempi più riusciti di adattamento per il grande schermo. La storia è ambientata sul celebre treno passeggeri Orient Express dove si trova casualmente anche l’investigatore belga Hercule Poirot, sulle tracce dell’omicida di un uomo d’affari americano. La pellicola venne premiata con 6 nomination agli Oscar e Ingrid Bergman conquistò l’ambita statuetta nella categoria Miglior Attrice non Protagonista. Come abbiamo detto, il genere di riferimento è davvero ampio ma non possiamo dimenticare James Ellroy e la sua Los Angeles teatro di crimini e corruzione. Diverse opere di Ellroy sono state portate sul grande schermo ma la più significativa è L.A. Confidential, un film che ottenne 9 nomination agli Oscar e uno degli ultimi esempi di noir classico hollywoodiano. Protagonisti del film sono Guy Pearce, Russell Crowe e Kevin Spacey nei panni di tre agenti della polizia totalmente eterogenei e con un discutibile senso della giustizia, impegnati in una convulsa indagine sullo sfondo della Città degli Angeli dove regnano corruzione, inganni, tradimenti e violenza.

Negli ultimi anni, infine, il regno del noir sembra essere la Scandinavia. Pensiamo a Jo Nesbø o Peter Høeg ma soprattutto a Stieg Larsson, lo scrittore svedese deceduto nel 2004 e autore della trilogia Millenium. I romanzi, tutti pubblicati postumi, hanno ottenuto un successo strepitoso e nel 2009 sono stati portati sul grande schermo da Niels Arden Oplev, regista del primo episodio, e Daniel Alfredson, dietro la macchina presa negli altri due capitoli della saga. Nel 2011 David Fincher ha invece riportato l’attenzione sul primo libro di Larsson, Uomini che odiano le donne, e ha realizzato un film con protagonisti Rooney Mara, nel ruolo che fu di Noomi Rapace, e Daniel Craig.
Non importa se sarete deduttivi ed attenti osservatori come Maigret o Sherlock Holmes o il belga Poirot, oppure solitari e un po’ malinconici come Marlowe o, ancora, risoluti ed aggressivi come Bud, protagonista di L.A. Confidential: l’importante, alla fine, è che il crimine non paghi.

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