Speciale The Black List: dalla realtà alla fiction

Partendo dal serial con protagonista James Spader, alla scoperta delle serie crime ispirate alla cronaca

Speciale The Black List: dalla realtà alla fiction
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Quale miglior storia dalla quale attingere per una serie tv se non da una vera? Capita spesso, infatti, che i prodotti televisivi -così come quelli cinematografici- siano ispirati o basati su storie davvero accadute. In particolar modo ciò avviene in ambito criminal, dove le storie da trasporre in contenuto televisivo certo non mancano. È il caso di The Blacklist, la serie con protagonisti James Spader e Megan Boone la cui prima stagione è già disponibile nei negozi in Home Video, in versione DVD e Blu-Ray, distribuita da Universal Pictures in un bel cofanetto da sei dischi. La serie, ispirandosi alla vita di un criminale realmente esistito e immaginando “cosa sarebbe potuto succedere se...”, si è dimostrata essere una delle serie rivelazioni dell’anno. Ma di serial ispirati a storie di criminali reali ne esistono molti: abbiamo quindi deciso di elencarvene tre tra le più recenti e famose, sia statunitensi che nostrane, a maggior riprova che il genere è davvero un terreno fertile attualmente.

The Blacklist

Durante il Comic-Con dello scorso anno i produttori Jon Bokenkamp e John Fox hanno rivelato di essere stati ispirati dalla cattura di Whitey Bulger, uno dei più pericolosi criminali degli Stati Uniti (il secondo più ricercato dall’FBI) catturato nel 2011 dopo 17 anni di latitanza. L’uomo, durante i suoi 60 anni di attività criminale (già nel 1952 fu coinvolto in una rapina), ha sviluppato una rete immensa di conoscenze nel mondo criminale ed è stato proprio questo a ispirare The Blacklist: se Whitey Bulger avesse parlato con i federali, sarebbe stata la Stele di Rosetta della Criminalità. Nella serie tv, infatti, James Spader interpreta Red, uno dei criminali più ricercati dall’FBI che decide improvvisamente di consegnarsi e collaborare, ma solo con l’agente Elizabeth (Megan Boone) alla cattura degli uomini con cui ha lavorato nel corso degli anni.

Boardwalk empire

La serie di Martin Scorsese si scosta poco dagli avvenimenti davvero accaduti tra gli anni '20 e '30 del ‘900 sulla East Coast americana: da un lato, infatti, attinge molto dai fatti storici dell’era proibizionistica, ma dall’altro si lascia comunque uno spazio di manovra per romanzare le storie dei criminali.
In Boardwalk Empire troviamo tantissimi gangster davvero esistiti: a partire dal protagonista, Enoch Thompson, interpretato da uno straordinario Steve Buscemi e basato sulla figura di Enoch Johnson, politico corrotto che si arricchì grazie al proibizionismo; il famoso Al Capone, di cui nella serie vediamo gli inizi della grande ascesa che lo porterà ad essere uno dei più temibili gangster di tutti gli Stati Uniti; Charles “Lucky” Luciano, di origine siciliana e considerato il padre del moderno crimine organizzato, che nella serie come nella realtà gioca un ruolo fondamentale nella “Guerra Castellammarese” tra i boss Joe Masseria e Salvatore Maranzano; Arnold Rothstein, soprannominato “la mente”, è presentato nella serie come una persona sempre calma e composta, somigliante più ad un uomo d’affari che un criminale, ed è famoso nella realtà - così come riportato all’inizio della prima stagione - per essere il responsabile dello scandalo scommesse nelle finali del campionato di baseball del 1919.

Gomorra

Anche l’Italia, purtroppo, non è certo da meno in quanto a storie vere di criminali. Storie che, tuttavia, hanno ispirato le due serie tv nostrane più belle: Gomorra e Romanzo Criminale.
Nella prima, basata sul romanzo di Roberto Saviano, i nomi utilizzati sono di fantasia ma i rimandi storici alla Faida di Scampia sono evidenti. Quello che nella serie è il boss, Pietro Savastano, nella realtà è un palese riferimento a Paolo Di Lauro, soprannominato “Ciruzzo ‘o milionario”, capo dell’omonimo clan. Sebbene il ruolo storico sia lo stesso, i due differiscono nel carattere: quello della serie è spesso in prima linea e dal carcere detta la linea al clan con un telefono; Paolo Di Lauro, invece, al telefono non parlava mai, era un uomo riservato (oggi ancora in carcere) e accorto, tant’è che il suo volto e la sua voce sono stati per anni ignoti alla forze dell’ordine.
Ma il vero protagonista della serie non è Pietro, ma sua figlio Genny: nella realtà ricorda Cosimo Di Lauro, il figlio di Paolo, che eredita l’impero del padre quando questi diventa latitante, prima di finire, lui stesso, in manette, nel gennaio 2005. Nella serie inizialmente vediamo un Genny che sembra non essere in grado di raccogliere l’eredità del padre; ma dopo un’evoluzione costellata di esperienze traumatiche, Genny diventa il nuovo leader del Clan ma ne segna anche la disgregazione tra i “vecchi” e i “giovani”.
Salvatore Conte, straordinario personaggio della serie, con il suo trasferimento in Spagna evoca proprio la disgregazione del clan: nella realtà ricorda Raffaele Amato, che si rifugia all’estero alla guida dei cosiddetti ‘scissionisti’ o ‘spagnoli' nella faida contro i Di Lauro. Anche Amato è finito in cella, arrestato proprio in Spagna nel 2009.

Romanzo criminale

Anche Romanzo Criminale usa nomi di fantasia per personaggi dei quali, tuttavia, trovare la corrispondenza nella realtà è molto semplice. A partire dal capo, il Libanese, nella realtà Franco Giuseppucci, uno dei boss principali della Banda della Magliana e soprannominato Er Negro; passando per il Freddo, altro personaggio di spicco della Banda nella serie, corrispondente a Maurizio Abbatino, attualmente collaboratore di giustizia; il Dandi, poi, dipinto nella serie come il più ambizioso, nella realtà è Enrico De Pedis, tornato alla ribalta mediatica di recente - nonostante sia morto nel 1990 - per il suo presunto coinvolgimento nella scomparsa di Emanuela Orlandi che ha portato all’apertura del suo sarcofago nella Basilica Sant’Apollinare di Roma.
Anche tutti gli altri membri della Magliana e gli altri criminali con cui avevano a che fare sono tutti ispirati a personaggi veri, come il Bufalo a Marcello Colafigli, i fratelli Buffoni ai fratelli Carnovale, Il Terribile a Franco Nicolini ecc; tuttavia, le loro provenienze sono state invertite nella serie: ad esempio Maurizio Abbatino proveniva dalla batteria della Magliana e Franco Giuseppucci da quella di Testaccio/Trastevere, e non il contrario come narrato nella serie.
Ma nonostante le piccole alterazioni dei fatti storici e qualche licenza romanzesca, Romanzo Criminale risulta essere un dipinto accurato di uno dei più terribili e sanguinari periodi della storia italiana.

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