Recensione V per Vendetta

Una nuova rivoluzione firmata Wachowski Bros.

Recensione V per Vendetta
Articolo a cura di

Il Guru di Northampton

Alan Moore è un individuo di cinquattaquattro anni, autoproclamatosi mago nel 1993. La sua figura è quantomeno inusuale: ha una massa abnorme di capelli, una barba ispida e mediamente lunga, indossa sempre un quantitativo d’anelli ben superiore al numero complessivo delle dita delle sue due mani e ai piedi porta spesso un paio di anfibi neri Walls decisamente poco rassicuranti. Nato e cresciuto nella cittadina di Northampton, nelle East Midlands inglesi a circa 108 chilometri a Nord di Londra, per campare scrive fumetti. Per la precisione, Alan Moore sta al mondo dei comics come Kubrick e Mozart stanno al cinema e alla musica classica: i suoi lavori sono delle opere d’arte capaci di spingere il "graphic storytelling", per usare le parole del Maestro Will Eisner, verso dei limiti espressivi e contenutistici difficilmente raggiungibili da altri autori. Si deve all’artista inglese il cosiddetto "revisionismo supereroistico" degli anni ottanta, grazie al quale il tipico candore monodimensionale dei supereroi di stampo americano, divenuto ormai trito e ritrito, è stato spazzato via grazie alle riletture cupe, mature e profonde fatte con opere come Batman: The Killing Joke, vera fonte d’ispirazione per il Batman Burtoniano, Superman: Whatever Happened to the Man of Tomorrow e, soprattutto, con Watchman, autentico pilastro della letteratura tout court inserito dal New York Times tanto nella classifica dei 100 libri più importanti del ‘900 quanto in quella dei 10 più importanti fumetti. D’altronde, fuori dei confini italiani, i fumetti sono considerati già da tempo per quello che sono: una forma d’arte con incarnazioni più o meno riuscite.
Il cinema, oltre all’ispirazione "indiretta" tratta dai lavori di Moore, ha partorito anche delle pellicole direttamente modellate sulle graphic novel di Moore.
L’ultima in ordine di tempo è V for Vendetta, uscita al cinema nel 2006. Diretto da James McTeigue, già assistente alla regia nella trilogia di The Matrix, prodotto e sceneggiato, appunto, dai Wachowski Bros è disponibile in dvd in edizione a disco singolo e doppio e in hddvd edito da Warner Home Video.

Good evening, London. Allow me first to apologize for this interruption.

Londra, 4 novembre di un futuro forse più vicino di quelli che si pensi. Nella notte dei falò in cui si rimembra il fallito attentato di Guy Fawkes ai danni del parlamento inglese, una ragazza, Evey Hammond (Natalie Portman), si sta preparando ad uscire, mentre dagli altoparlanti del televisore del suo piccolo monolocale escono i deliri nazionalisti di Lewis Protero, la voce ufficiale del dispotico governo totalitario retto dal governatore Adam Sutler (John Hurt). Dopo aver messo piede fuori di casa, l’annuncio del coprifuoco fa capire alla giovane di aver commesso un grave errore: dopo poco si trova infatti accerchiata da alcuni agenti della polizia di stato che, approfittando della sua resistenza, l’avrebbero violentata e, probabilmente, uccisa, se non fosse intervenuto un misterioso vigilante con indosso una maschera da Guy Fawkes. “V” (Hugo Weaving), questo il "nome" dell’uomo, porta poi Evey sulla cima di un tetto per mostrarle l’inizio della sua opera: la distruzione dell’Old Bailey sottolineata dalle note dell’ouverture 1812 di Tchaikovsky. Il giorno seguente, i giornalisti del British Network diffondono servizi in cui si afferma che in realtà l’esplosione del Palazzo di Giustizia altro non era se non una demolizione controllata; ma proprio durante la giornata "V" irrompe nel palazzo della Tv di regime e diffonde un annuncio in cui esorta la popolazione a non essere spaventata dai propri governanti e che il prossimo 5 novembre avrebbe fatto saltare in aria il Parlamento. Evey, che lavora presso la stazione televisiva, aiuta "V" a scappare durante l’attacco degli agenti governativi diventando sua complice. Svenuta durante l’incursione, si risveglierà nella "Galleria delle Ombre", il luogo segreto in cui vive "V" circondato da migliaia di libri, quadri, film e sculture sottratte alle strette maglie della censura di Sutler, che ha bandito qualsiasi manifestazione artistica non conforme alle rigide normative imposte dalla sua delirante dittatura in cui ogni libertà di espressione è strangolata. Evey comincia lentamente ad abbracciare la filosofia rivoluzionaria di "V", subendone tutto il fascino fino ad innamorarsene. Nel frattempo, l’ispettore Finch (Stephen Rea) indaga sugli omicidi commessi da "V" ai danni di persone apparentemente senza alcun legame; le sue ricerche lo porteranno a svelare il filo comune che legava tutte le vittime: ognuna di loro aveva prestato servizio nel Campo di Concentramento governativo di Larkhill dove lo stesso "V" era stato rinchiuso. "V" intanto continua a tessere la sua tela, in attesa del gran finale dell’Opera.

No more tricks. No more lies. Only truth.

V for Vendetta è un film dalla duplice anima: da una parte c’è la visione distopica dei cyberbrothers Wachowski, dall’altra c’è una pellicola che deve fare necessariamente i conti con la pesante ombra della novel da cui trae ispirazione.
Analizzato nell’ottica della poetica filmica che traspare dai precedenti exploit dei geniali fratelli che hanno dato i natali a Neo & Co., questo lavoro s’inserisce a pieno titolo in un estetica cinematografica che unisce sapientemente azione (non molta a dire il vero in questo V) e teorie sociopolitiche eversive, magari edulcorate, ma comunque atipiche per una produzione cinematografica mainstream di una grande major come Warner Bros. I continui riferimenti al tracollo economico e politico statunitense e la gigantesca allegoria del governo Sutler, che fa appunto le veci dell’amministrazione Bush, rendono piuttosto palese l’intento polemico del film, rivolto tanto all’ottusità dei politici oggetto di tali provocazioni, quanto alla pigra accondiscendenza di chi non fa nulla per cambiare lo status quo. La soluzione che nella trilogia di Matrix veniva distribuita per ragioni economico/spettacolari nell’arco di tre film (premessa/presa di coscienza/rivoluzione) viene qui risolta in due ore di film, risultando comunque agevole e non affastellata.
Tuttavia, nell’analizzare il film, non possiamo esimerci dall’effettuare un paragone diretto con la graphic novel omonima; in questo caso la portata del film viene considerevolmente ridimensionata. Alan Moore, dopo i fallimentari exploit cionematografici di From Hell (La Vera Storia di Jack lo Squartatore) e The League of Extraordinary Gentlemen (La Leggenda degli Uomini Straordinari) ha deciso di tagliare tutti i ponti col cinema e di non vendere più i diritti di sfruttamento delle sue opere. D’ora in avanti, i film ispirati ai suoi lavori, come il prossimo Watchman di Zack Snyder, saranno tratti da opere di cui non possiede direttamente il copyright, ma solo i diritti delle royalties che verranno in ogni caso rigirate all’illustratore. Ha addiruttura imposto la rimozione del suo nome dai cartelloni e dai crediti di V per Vendetta.
Aneddotica a parte, le ragioni dell’entertainment, unite forse a una carenza endemica al mezzo cinematografico nel trasporre appieno le creazioni Mooreiane, hanno forzatamente costretto ad operare alcune doverose (?) differenziazioni. Quella più evidente è di certo il rapporto fra V e Evey. Nel libro, la ragazza è ingenua, sprovveduta e il rapporto che la lega al terrorista mascherato è simile a quello che s’instaura fra mentore e discepolo. Nel film, invece, questa relazione di insegnamento e crescita viene banalizzata in favore di una più digeribile liaison a "la bella e la bestia" nella quale Evey, bella ed emancipata, finisce inevitabilmente e banalmente per invaghirsi di V. La stessa empatia che s’instaura fra spettatore e terrorista è molto meno problematica. Nel fumetto il lettore è portato ad interrogarsi ad ogni pagina se sia davvero così giusto e condivisibile il modus operandi, fatto di omicidi e torture tanto teatrali quanto efferate, dell’anarchico mascherato, mentre, nel film, questo non avviene poiché V, più che un anarchico interessato a demolire lo stato attuale delle cose, lasciando ad altri il compito di far risorgere la società dalle proprie macerie, diviene un freedom fighter a tutti gli effetti, un paladino della giustizia che lotta contro le iniquità.
In ultima istanza, è triste constatare come per criticare i propri politici, i registi americani rivolgano spesso l’attenzione alla Vecchia Europa trasformandola in un surrogato metanarrativo dell’amministrazione Bush.
Ovviamente, queste sono considerazioni che non toccheranno minimamente tutti coloro che non hanno mai letto il capolavoro di Alan Moore e che quindi si troveranno innanzi un film decisamente più sovversivo della media, recitato in modo professionale dall’equipe di attori british coinvolti. Stephen Rea e John Hurt non hanno certo bisogno di presentazioni, mentre anche Natalie Portman, normalmente tanto bella quanto anonima, riesce a regalare una prestazione davvero convincente. Su tutti però, spicca la fisicità di Hugo Weaving che, nonostante la maschera indossata per tutto il film, riesce ad essere più espressivo di tanti attori che di solito calcano le scene con le loro nude e vacue espressioni. Per una volta poi, il doppiaggio in italiano è un fio sopportabile, dato che a donare la voce a V è l’attore e regista Gabriele Lavia, il cui timbro ed eleganza vocali non hanno nulla da invidiare a quelli dell’attore australiano che ha vestito i panni del Re Elrond e dell’Agente Smith.

A revolution without dancing is a revolution not worth having.

Warner Home Video non tradisce quasi mai le attese legate alla commercializzazione in dvd dei suoi top title e questo V per Vendetta non fa eccezione. Presentato con l’aspect ratio 2.40:1, ha una qualità video che si mantiene sempre su livelli più che discreti, considerato poi il gran numero di scene dai toni scuri in cui le gradazioni di nero vengono comunque ben mantenute. L’audio è in dolby digital 5.1 tanto in inglese quanto in italiano e, come consuetudine con W.B., manca il supporto del DTS, anche se la buona qualità del comparto sonoro rende la sua assenza un difetto trascurabile.
Entrambe le edizioni del film, disco singolo e doppio, si trovano ora nella collana a prezzo budget di Warner Mordi il Dvd con un prezzo suggerito al pubblico di euro 9,90 per la confezione a un dvd e di euro 12,90 per quella a due dvd.
Gli extra sono presenti solo nella versione a due dischi e, pur non abbondando in quantità, sono comunque in numero decisamente sufficiente:
- La Creazione del Prossimo Futuro (documentario sulla realizzazione delle scenografie)
- La Storia Dietro la Storia di Guy Fawkes (approfondimento sulla figura del rivoluzionario e sulla notte delle polveri)
- Dalla Striscia al Film (un vero atto d’amore alla graphic novel da cui è stato tratto il film sulla quale aleggia prepotente l’ombra del grande assente Alan Moore)
- making of
- trailer
- informazioni sulla colonna sonora di Dario Marianelli
- video “i found a reason” di Cat Power.

V per Vendetta Nonostante l’appiattimento di vari aspetti che per ragioni differenti e più o meno discutibili sono andati smarriti durante l’adattamento per il grande schermo di V for Vendetta, il film diretto da James McTeigue con la, presumibilmente, strettissima supervisione dei fratelli Wachowski, è riuscito a far breccia nel cuore degli spettatori grazie alla sua carica eversiva e a una sceneggiatura stranamente priva di un abnorme numero di scene action, nonostante la produzione grandeur garantita da Joel Silver, la mente commerciale dietro blockbuster del calibro di Die Hard e Lethal Weapon. Per tutti quelli che se lo sono perso al cinema, l’acquisto del dvd è caldamente consigliato da una parte per il valore del film in sé, dall’altra per il più che discreto comparto tecnico e contenutistico (caratteristico, però, solo dell’edizione in doppio dvd e di quella in hd dvd). Anche i fan del guru di Northampton, superati gli scetticismi e digeriti gli aggiustamenti della sceneggiatura, riusciranno probabilmente ad apprezzare un film che ha almeno il pregio di non toccare gli abissi dello squallore e del kitsch raggiunti da Stephen Norrington e il suo La Leggenda degli Uomini Straordinari: più che un adattamento da Alan Moore, uno vero stupro di celluloide. Ma questa è un’altra storia.

7

Quanto attendi: V per Vendetta

Hype
Hype totali: 7
76%
nd