Recensione Evertales

Un clone di Trine approda su AppStore

Recensione Evertales
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  • C'era una volta una storia di grandi eroi, protettori del reame e salvatori di molte donzelle in pericolo. Ecco, questa non è quella storia.
    È così che Evertales, ultima fatica di Crescent Moon Games, si presenta al pubblico e ammettiamo che un sorriso ci è sfuggito. Se poi i protagonisti del gioco sono Sir Jorgin, un cavaliere pingue, Arwick l'Elfo, un carismatico lady-uomo [sic] e Taragorn, un mago saggio, ma anche rimbambito, diventa subito chiaro il tono dissacrante che assumerà la nostra avventura.
    La software house che ha sviluppato questo titolo ha già all'attivo dei precedenti degni di nota, come Pocket RPG, Aralon e Siegecraft, e non si lancia quindi nel vuoto. Invero Evertales segue le orme dei suo predecessori, con una presentazione curata e d'impatto.

    SFOGLIAMO LE PAGINE

    Per iniziare la vostra avventura dovrete aprire il libro che vi si presenterà davanti e muovere quindi i vostri primi passi. C'è da dire che salta subito all'occhio una palese ispirazione a Trine, sia nelle meccaniche di gioco, sia nella caratterizzazione dei personaggi. Avrete infatti a disposizione i soliti 3 “eroi”, ognuno con le sue peculiarità. Il guerriero sarà quello più adatto ai combattimenti, ma scarso nei salti. L'elfo è abile dalla distanza grazie al suo arco ed è in grado di spiccare il volo con suoi (doppi) balzi. Il mago, beh, è rimbambito proprio come nella descrizione. La sua abilità è quella di poter levitare, ma vi servirà ben poche volte e il suo attacco principale, un incantesimo di fuoco, è poco efficace e di difficile utilizzo.
    L'interfaccia è semplice: con il solito stick virtuale per muovere il personaggio e due tasti a cui viene affidato rispettivamente il salto e l'attacco. Dalle opzioni potrete anche optare per un controllo di tipo “swipe” per queste due ultime azioni, ma generalmente è più inaccurato. In alto a sinistra potete premere sull'icona del vostro personaggio per scorrere al successivo, ma il posizionamento risulta infelice, dato che dovrete staccare il pollice dallo stick di movimento e quindi rimanere inermi per pochi, ma spesso fatali attimi.

    Salta, attacca e...

    Il comparto grafico di questo gioco è ben sopra la media e ogni schema ha il suo perché dal punto di vista stilistico. Se siete in possesso di un iPhone 4S o di un iPad 2, potrete addirittura godere di migliorie specifiche, come il bloom e il normal mapping, ma i vostri occhi non si lamenteranno anche senza questi ultimi due ritocchi. Gli effetti sonori sono gradevoli e anche la musica non è male, con classici temi da dungeon. Nessuna lode, nessuna infamia. Ciò che però non convince a fondo è la struttura di gioco, che risulta noiosa dopo breve tempo.
    I nemici non rappresentano una sfida degna e le vostre dipartite saranno pressoché sempre dovute all'imprecisione di qualche salto. Il sistema di controllo non è molto preciso e spesso vedrete i personaggi fare qualcosa di diverso dalle vostre intenzioni. E se escludiamo i boss finali, i 6 capitoli sono molto piatti e per niente stimolanti.
    Dopo poco vi ritroverete a vestire sempre i panni dell'elfo (il più riuscito dei tre), saltando e sparando qualche freccia. Il puzzle più difficile che dovrete affrontare sarà quello che vi chiederà di prendere una pietra e scaraventarla su un'altra. Elementare Watson.
    Quando termina l'effetto di estasi provocato dall'ottimo comparto tecnico del gioco, si rimane con molto poco in mano, e anche il tentativo di riscaldare la minestra con un sistema di upgrade delle armi ridicolo, risulta non riuscito.
    Anche i boss di fine livello non costituiscono una sfida avvincente: una volta capito il trucco (e ci vuole molto poco), sarà l'inerzia a farvi portare a termine l'incontro.

    EHY MAGO, FACCI UNA MAGIA!

    Cosa è andato storto allora? La totale mancanza di varietà. Una buona presentazione non può compensare l'assenza di stimoli, dovuti al continuo ripetersi delle stesse meccaniche. Il tentativo di interpretare Trine in chiave touch non può che fallire se i 3 personaggi principali sono mal equilibrati e non c'è nessun puzzle che richiede di sfruttare le loro specifiche abilità. La longevità risicata del gioco (potete terminarlo in un'ora senza difficoltà) appare dunque come una conseguenza inevitabile.
    Un altro grave difetto è il controllo spesso impreciso, croce di moltissimi titoli che si avvalgono del touchscreen tramite uno stick e dei pulsanti virtuali. Il feedback tattile è qualcosa che pare essere ignoto a molti sviluppatori, che continuano sorridenti a propinarci giochi in cui si richiede reattività, ma si viene dotati di strumenti che ci rendono goffi e inadatti all'ambiente che ci circonda. Un po' come giocare a Shangai con degli spaghetti semicotti. In Evertales questa inettitudine diventa palese e impercettibilmente ci picchietta ad ogni salto.

    Evertales EvertalesVersione Analizzata iPhoneCrescent Moon Games con questo titolo non riesce a portare a casa la sufficienza. Parte bene, benissimo, com'è suo solito, ma le falle che affliggono il gameplay e l'assoluta assenza di assortimento, spengono velocemente gli entusiasmi degli utenti. L'ottimo comparto grafico vi sorride malinconico, come a dirvi “non è colpa mia!”. Sviluppare titoli d'azione su questa piattaforma è qualcosa che richiede più di uno scopiazzamento dalle sorelle maggiori, dato che il touchscreen non può sostituire un joypad con il solo ausilio di tasti virtuali. Non ci sentiamo di consigliarvi questa spesa, se pur esigua, anche perché sull'App Store si trovano prodotti migliori allo stesso prezzo. C'era una volta, una storia di grandi eroi, protettori del reame e salvatori di molte donzelle in pericolo. Ecco, questa non è quella storia.

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