Recensione Infinity Blade 2

Il seguito del titolo Epic che ha fatto tremare il mondo del mobile gaming

Recensione Infinity Blade 2
Articolo a cura di
Disponibile per
  • iPhone
  • iPad
  • E’ passato un anno dall’uscita del primo Infinity Blade, titolo che nel bene e nel male ha rivoluzionato il panorama del gaming sui dispositivi mobile, intesi non strettamente come console portatili, dimostrando che i device Apple, oltre allo stile e alla user experience, nascondono anche una potenza di calcolo di tutto rispetto, sfruttata a dovere dal punto di vista grafico da una versione appositamente realizzata del celebre Unreal Engine.
    I ragazzi di ChAIR, spalleggiati da Epic, si sono quindi rimessi all’opera e con sei mesi di lavoro serrato, con punte estreme di crunch time, sono riusciti a portare una prima demo di Infinity Blade 2 sul palco della presentazione di iPhone 4S, pubblicando quindi il gioco pochi giorni prima dell’anniversario del lancio del primo capitolo.
    Il seguito riesce quindi a stupire come la prima volta?

    L'artigiano dei segreti

    Chi ha giocato a lungo a Infinity Blade proverà sensazioni contrastanti al primo avvio del seguito: la landa brulla, avente come vera protagonista la ben nota torre da affrontare più volte non apparirà, almeno all’inizio, lasciando spazio ad un ambiente differente, molto orientale e dominato da ciliegi in fiore che perdono i propri petali nel vento, giardini curati all’inverosimile con laghetti popolati da pesci e canneti attraverso i quali l’aria suona suadenti melodie.
    La nuova ambientazione, però, non deve trarre in inganno: Infinity Blade è ancora un titolo che prende grande ispirazione dal machismo che caratterizza gran parte della produzione curata da Epic, da Gears of War al recente Bulletstorm.
    Ambiente a parte, infatti, i veri protagonisti sono ancora i cavalieri, le loro armature, le armi e gli scudi, spesso estremizzati, e una trama che ripropone la sua struttura a spirale, sempre ai limiti della ripetitività ma in grado di infondere ad ogni tentativo la curiosità necessaria a continuare.
    Nel seguito Siris sarà riuscito ad impadronirsi della spada in grado di uccidere gli dei, attorno al quale ha ruotato tutta la trama del primo episodio.
    Il suo cammino, quindi, lo porterà verso una terra lontana, per cercare di trovare l’Artigiano dei Segreti; durate i primi minuti di gioco, però, non tutto andrà come previsto e in seguito i suoi discendenti dovranno nuovamente affrontare le prove di una torre, questa volta collocata su un costone di roccia diviso da una diga, seguendo una storia che offrirà qualche spunto in più rispetto al passato, con due piani temporali che tenderanno a sovrapporsi, svelando poco a poco una terribile verità.

    Unreal Engine iOS 2.0

    Il fattore principale che ha portato alla celebrazione e all’affermazione in un mercato difficile e competitivo come quello dell’App Store, è stato sicuramente quello tecnico: Epic ha fatto un gran lavoro per riuscire a spremere al massimo la potenza di calcolo dei device di Apple, cresciuta nell’ultimo anno in maniera esponenziale, con il lancio di iPhone 4 prima e iPad 2 poi, coronata infine poche settimane fa con l’ultimo nato, quell’iPhone 4S che è diventato subito il banco di prova prediletto per Infinity Blade 2.
    L’Unreal Engine si dimostra in forma smagliante, in grado di offrire una pulizia video migliorata, con shader ancora più complessi che permettono una cura dei dettagli maniacale: basta guardare la pelle degli avversari più mostruosi oppure le maglie che uniscono i pezzi di alcune corazze, rifinite fino all’eccesso.
    Anche gli ambienti hanno subito un netto redesign, risultando quindi ancora più realistici, soprattutto nelle vedute in cui la camera ha campo più lungo, con il solo difetto di un certo stacco tra gli oggetti più vicini e lo sfondo, ben realizzato ma ancora non perfettamente amalgamato alla resa generale delle costruzioni poligonali.
    Splendidi i modelli, sempre più particolari, elaborati ed esotici, con il ritorno degli elmi integrali che non mostrano nemmeno un millimetro di pelle del volto dei combattenti, tanto spettacolari quanto intelligenti, dal punto di vista dello sviluppo, in quanto sollevano il team dall’onere di dover implementare qualsiasi tipo di animazione facciale o di lip sync durante gli intermezzi in cui è presente del parlato.
    Lo stacco nell’utilizzo di Infinity Blade 2 su uno degli ultimi modelli di device Apple, rispetto a quelli della generazione immediatamente precedente, non è poi così marcato, anche se mettendo a confronto diretto due iPad, uno di prima generazione e l’altro di seconda, non si fa fatica a notare numerosi dettagli in più, con una fluidità maggiore a favore dell’hardware più recente.
    E’ però su iPhone 4 e 4S che il gioco stupisce maggiormente, grazie alla presenza del retina display che ne esalta i dettagli, con una densità di pixel ancora imbattuta che ha il pregio di ridurre, se non annullare, l’aliasing in quasi ogni frangente.
    Infinity Blade 2, quindi, si riconferma come un perfetto benchmark per l’hardware che pulsa nei case degli ultimi modelli di iPhone e iPad e difficilmente passerà inosservato se si deciderà di giocare su un treno o sull’autobus, durante un trasferimento.

    Gameplay rodato

    Se graficamente i passi avanti sono netti lo stesso non si può dire del gameplay.
    Da questo punto di vista, ad una prima occhiata, Infinity Blade 2 sembra una versione praticamente identica al predecessore.
    E’ necessario immergersi maggiormente nel mondo di gioco per iniziare a percepire i primi cambiamenti, più evidenti con il passare delle ore in quanto non così rivoluzionari.
    Il numero di mosse è aumentato, così come la varietà di attacchi degli avversari che non si limiteranno più a semplici fendenti provenienti dai lati o dal centro della schermata di gioco, facendo maggiormente leva su movimenti alternativi, che spesso comprendono l’uso dello scudo come strumento d’offesa, testate o mosse particolarmente elaborate, che includono spaccate o rotazioni quasi innaturali del torso, frequenti soprattutto in presenza di avversari femminili.
    Per quanto riguarda il giocatore, invece, sono state introdotte due nuove tipologie di armi che, di fatto, vanno a creare delle differenti classi: quella classica, con il guerriero dotato di spada e scudo, quella per le armi pesanti, da utilizzare per attacchi lenti ma di particolare forza, e quella che sfrutta due armi, una per mano, sacrificando lo scudo ma ottenendo in cambio un’agilità non comune, in grado di favorire la concatenazione di mosse di minore efficacia ma maggior rapidità.
    La scelta di quale arma impugnare, da cambiare in qualsiasi momento tranne quando è in corso uno scontro, va quindi a modificare l’approccio al combattimento, svelando anche un meccanismo di parata rivisto che si basa sia sullo scudo, se presente, che sul contrasto diretto tra lame, da ottenere mimando a tempo l’attacco dell’avversario, in modo che la propria arma riesca a deflettere quella nemica.
    Sono stati introdotti anche degli attacchi potenziati, che si caricano progressivamente infliggendo o subendo danni, e le magie, da lanciare disegnando le rune direttamente con il dito sullo schermo, così come le possibilità di stordire l’avversario pugnalandolo, agendo con rapidità su alcuni punti lasciati scoperti a seguito a una parata particolarmente efficace o a una schivata effettuata con tempismo perfetto.
    Grazie a questi accorgimenti, quindi, il gameplay si dimostra leggermente più vario e agli scontri, soprattutto se contro avversari di livello particolarmente alto, viene aggiunto uno strato di strategia, necessaria a sopravvivere, donando importanza al bilanciamento delle parate, all’uso dello scudo solo nei momenti di vero pericolo, andando a schivare quando serve e aspettando il momento giusto per passare al contrattacco.
    Al contrario l’esplorazione ha subito ben poche modifiche e il protagonista prosegue ancora in modo autonomo da un hotspot all’altro, camminando con un’andatura particolarmente lenta e zen che può quasi infastidire, andando completamente a spezzare l’azione.
    Tornano gli oggetti collezionabili da individuare e raccogliere all’interno dello scenario, con la possibilità di muovere la telecamera quando il protagonista è fermo tanto per godere degli scorci visivamente migliori quanto per andare a caccia di pozioni e chiavi, queste ultime necessarie ad aprire forzieri o porte che possono variare la strada da percorrere per giungere alla sommità della torre.
    Molto simile al passato, infine, il substrato ruolistico alla base del sistema di potenziamento, nuovamente basato su esperienza da accumulare per crescere di livello in livello, ottenendo punti da spendere per migliorare le proprie caratteristiche, investendo nel contempo l’oro raccolto o guadagnato in equipaggiamento sempre più performante, in grado di massimizzare le possibilità di vittoria negli scontri più duri.

    Difetti di gioventù

    Vanno però segnalati alcuni difetti, molto probabilmente dovuti al corsa finale per mantenere fede alla data di pubblicazione.
    Il gioco ha seri problemi di stabilità sul primo modello di iPad con installata l’ultima versione di iOS, al punto da renderlo completamente inutilizzabile.
    Sempre su iPad, poi, non sono stati ottimizzati i controlli, con i tasti laterali per schivare che sono ancora posizionati ai bordi dello schermo, fattore che, nuovamente, favorisce la fruizione del gioco su iPhone, a scapito dello schermo più ampio disponibile sul tablet.
    Dal punto di vista dell’usabilità, inoltre, si notano subito i sottotitoli bianchi, che risultano illeggibili in molti frangenti; fortunatamente, però, la localizzazione italiana è di buon livello, al contrario di quella presente nella prima versione del capitolo precedente che, come ricorderanno in molti, era a dir poco imbarazzante, con termini non corretti e frasi senza alcun senso.

    Infinity Blade 2 Infinity Blade 2Versione Analizzata iPhoneE’ difficile valutare un prodotto come Infinity Blade 2: verrà sicuramente elevato a nuovo simbolo per i sostenitori della tesi per la quale i device mobile, in questo caso di Apple, sono ormai riusciti ad insinuarsi prepotentemente anche nel marcato del gaming, al punto da non temere l’avvento di nuove console portatili, come Playstation Vita, o il tentativo di rilancio di quelle già disponibili, come il 3DS. Malgrado il grande impatto scenico, però, il gameplay non è evoluto di pari passo con la tecnica, né dal punto di vista attivo, con scontri sì più vari ma comunque molto simili a quelli già visti in precedenza, né da quello passivo, con uno stile narrativo ancora limitato, che preferisce favorire la spettacolarità a scapito di una trama affascinante ma non particolarmente brillante, che ripropone le intuizioni del primo Infinity Blade aggiungendo poche idee nuove. La sensazione di solidità rimane ma è la sostanza a non cambiare, andando quindi ad appagare l’occhio sul breve periodo ma non riuscendo più a far breccia nel cuore e nella mente sul lungo. Da questo punto di vista, quindi, Infinity Blade 2 è una battaglia vinta solo a metà, con l‘avversario tutt’altro che morto a terra e il protagonista che inizia a sentirsi esausto, sotto il peso della fatica e della mancanza di vere innovazioni.

    7

    Che voto dai a: Infinity Blade 2

    Media Voto Utenti
    Voti: 30
    7
    nd