Recensione Metal Gear Solid 3: Snake Eater

La recensione del nuovo capolavoro firmato dal genio di Hideo Kojima! Snake Eater è un gioco irrinunciabile, per chiunque. Un vero capolavoro!

Recensione Metal Gear Solid 3: Snake Eater
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Disponibile per
  • PS2
  • Life is but a Dream.


    Esistono sogni lunghi una vita, e sogni che - la vita - la cambiano in un momento. Altri che cambiano il modo d'intenderla, o di trascorrerla. Esistono poi sogni ludici, che cambiano il modo di giocare. Alcuni commuovono di fronte all'Ending Theme, altri lasciano senza parole. A volte spaventano, altre glorificano. In pochi distruggono. Con la forza del genio ineguagliabile, la maestria della costruzione perfetta, scompongono le certezze su cui la cultura del gioco aveva osato basarsi fino a quel momento, e la rinnovano. Di fronte alla grandezza di tali fantasie è spesso poco piacevole, per un giocatore, venire a patti con la materialità e descrivere il mezzo piuttosto che il fine.

    E' difficile, quindi, spiegare perché alcuni abbandoneranno Snake Eater con "qualcosa nella gola", con la sensazione di essere più pesanti, meno liberi, e di avere scoperto emozioni dove non speravano o non sapevano di poterne trovare. O raccontare il come ed il perché del ricordo eterno, senza lacrime e senza cuore, che avranno nel formulare ogni loro futuro giudizio ludico. Tuttavia, coloro che reagiranno al sogno con altri sogni, che si sentiranno soli e sofferenti come nella loro infanzia di giochi perduti ed incompresi dal mondo intero, che continueranno a sentire la tensione della sfida più misera e bruceranno di rabbia di fronte ad un qualsiasi game over, non avranno bisogno di spiegazioni. Gli altri, che cercheranno il motivo del silenzio in quello che leggeranno, fra gli elogi del concetto e della struttura, fra la meraviglia delle descrizioni sensoriali e tecniche, dovranno rassegnarsi a non poterlo vedere e sentire mai. Per loro Snake Eater sarà solo un gioco. Uno dei più belli mai creati, con tutta probabilità.


    Only for Metal Gear Lovers.


    Snake Eater è un titolo concreto nello stile e nel messaggio, ben lontano dall'impenitente concettosità propria di Sons of Liberty. Se Twin Snakes (titolazione posticcia) rappresentò - col senno di poi - l'apertura di una trilogia antologica, ed il suo seguito costituì il passaggio intermedio, in cui si ribaltano i concetti chiave del primo episodio e si gioca su di essi facendone perdere serietà e consistenza, Snake Eater è la degna conclusione del tris, in cui le glorie indimenticabili di Metal Gear vengono riaffermate, e l'utente si trova di nuovo a percorre un sentiero noto, con uno stile rinnovato, ampliato, vasto all'inverosimile. Il padre genetico di Dave - Big Boss, generazioni dopo ed anni prima, cammina sulle impronte del figlio. Sotto gli occhi e per mano del giocatore cadono gli ideali, ed il soldato fragile viene sovrastato dal luogo e dalla struttura prima, dalle sue stesse azioni poi, doverose per cieca obbedienza militare, dottrina flebile dell'addestramento, caduca e cadente, prima ancora che nel personaggio, nel giocatore stesso. L'uomo diventa leggenda, trascinato dagli eventi ineluttabili e reso invincibile dai paradossi temporali, ed il giocatore comincia a capire, approvare, il bisogno di un Outer Heaven, la volontà della diserzione, con la forza di un proiettile al cuore. Non tutti, in fondo, "possono scegliere la vita che vogliono vivere", come sosteneva Natasha di fronte alla bellezza dell'Alaska. Alcuni "devono" vivere la vita che gli altri hanno deciso per loro. Il lancio finale di una medaglietta ed un nome (il vostro) non sempre serve a guadagnare la libertà, e le cicatrici invisibili del cuore sono quelle più difficili da dimenticare.


    Only for Playstation 2.


    Snake Eater colpisce il centro nevralgico pulsante dello Stealth Game. Il soldato invisibile si muove attraverso un ambiente tanto ricco di possibilità da rinverdire i fasti di un genere fin troppo svalutato. L'interazione ambientale è continua e costante, cromatica e sonora innanzitutto. Snake ha in dotazione una serie di mimetiche e pitture facciali che, se usate con sufficiente abilità, permettono una perfetta fusione con l'ambiente, maestoso ed infinitamente dettagliato. Lontano dalle indispensabili percentuali del Camouflage Index, lo spettacolo visivo e di concetto è assicurato. Muoversi nel rispetto della natura, non solo senza rompere l'armonia vocale della popolosa foresta, ma cercando di non nichilire le poesie cromatiche del luogo non è solo indispensabile necessità ludica, ma anche una pacata dose di genialità tecnica, immensamente gradevole. Sentirsi, dopo ore di pratica, perfettamente integrati nell'ipotetica giungla russa, aver prova del nostro essere vivi nelle necessità di alimentazione variata e cure specifiche, regala all'esperienza di gioco una concretezza senza precedenti. Certo, ci viene richiesto esplicitamente nelle lunghe conversazioni via Codec al momento di ogni salvataggio, di investire una buona dose di fantasia, e di sospendere l'incredulità. Sta al giocatore completare con la fantasia i dettagli di una struttura che si basa non più soltanto sull'ambiente (come quella di ICO), ma sull'azione. All'utente il compito di estendere alla consuetudine i piccoli filmati monocromatici che raramente vi mostreranno, all'interno del Survival Viewer, Snake intento ad eseguire piccoli interventi chirurgici per suturare tagli profondi o trattare ustioni e colpi d'arma da fuoco, o mangiare con inevitabile gusto un serpente appena catturato o ucciso. Certo, anche senza la forza dell'immaginazione ammirare le potenzialità di tanta varietà d'azione è inevitabile: mantenere costantemente alto il vigore e sperimentare nuove fonti di cibo, catturare volatili sospettosi o prede più facilmente avvicinabili, improvvisarsi esperti di taumaturgia ricavando da determinate piante l'occorrente indispensabile per trattenere emorragie e steccare ossa incrinate. Snake Eater riesce alla perfezione a farvi sentire competenti e pronti a lottare per sopravvivere, completamente soli in ambiente ostile. Del resto, è facile notare l'ostinazione avversaria nel crearvi impedimento, nella meticolosità con cui vengono pattugliate le zone e nella facilità con cui viene richiesto supporto delle squadre d'assalto. Le installazioni nemiche all'interno della giungla sono ben sorvegliate e difficilmente penetrabili, considerata soprattutto la rinnovata competenza dei soldati, attenti ad ogni minimo movimento e rumore. Capaci adesso di organizzare un'offensiva sensata e militarmente impeccabile, e di operare scelte tattiche di posizione e tipologia di attacco. Opporsi con la forza a tanta capacità bellica è spesso inutile e rovinoso, sebbene le meraviglie del Close Quarter Combat siano piuttosto utili. Certo, la filosofia del combattimento ravvicinato permea i filmati più che le sezioni di gioco, ma la caratterizzazione da Real Time Video aiuta senza dubbio a concretare i movimenti d'attacco, che sostituiscono mirabilmente la misera combinazione a tre colpi dei precedenti episodi. Un set di leve e prese articolari permetterà a Snake di immobilizzare gli avversari o scaraventarli a terra con impatti - visivi e sonori - particolarmente credibili. Dalla posizione centrale del combattimento, minacciando cioè l'avversario immobile con un coltello alla gola, sarà possibile eseguire una vasta serie di azioni. Dal farsi scudo col corpo del soldato e puntare la pistola verso gli altri aggressori (giustamente titubanti nel far fuoco), fino a richiedere preziose informazioni al malcapitato, riguardanti ad esempio le frequenze radio a cui trasmettere per ritirare l'allerta. Impeccabile. Più d'altro, tuttavia, stupiscono le routine comportamentali per cui, distrutti con l'irruenza dell'esplosivo depositi di armi o cibo, i soldati stanziati nei paraggi modificano le loro priorità. Eliminate le forniture alimentari anch'essi cacceranno per procurarsi il cibo, o correranno, inesperti, verso le razioni avariate e velenose che Snake potrà lanciare. D'altro canto, interrotti i rifornimenti bellici, avranno a disposizione pochi caricatori e si vedranno costretti a fronteggiare il nemico con limitata (assente addirittura) potenza di fuoco. Ma l'uniformità e - finalmente - la completezza del sistema di gioco deriva probabilmente dall'assenza definitiva del radar segnalante le linee di vista nemiche, sostituito da più verosimili alternative. Diventa necessità l'osservare in prima persona la situazione, lo studio ragionato e paziente dei percorsi ciclici degli avversari, la calma nell'atto. Si logora inesorabilmente la componente di pura azione e mera prontezza di riflessi, e ne guadagna la strategia, nell'estenuante attesa del momento corretto per agire.Snake Eater è esattezza concettuale, per l'evoluzione definitiva di uno stile ludico ormai uniformato e levigato in ogni sua parte. Inciampa, probabilmente, nella semplicità e scarsa profondità di alcuni combattimenti con i Cobra (leggendaria squadra al pari di FoxHound), poco caratterizzati e futili nell'economia del gioco. Ma sa riprendersi proponendo la battaglia tattica e logorante più bella ed emozionante degli ultimi anni, o le sorprese della morte apparente ed onirica vissuta lungo un fiume leggendario e pienamente alienante.L'emozione che Snake Eater trasmette si evolve attivamente con gli eventi, assume sostanza assieme alle linee caratteriali di un personaggio concreto e non statico, con spiccati problemi di socialità, dubbi cancellati dall'obbedienza, impenetrabile durezza di fronte alla perdita delle certezze. Un uomo improbabile, solo. Un eroe, forse, incompreso.


    Perfect enough.


    Parlare di poligoni, costruzioni ambientali e fluidità di movenze è, nel caso, limitante. Discernere poi comparto grafico e sonoro è impossibile. Snake Eater offre uno spettacolo audiovisivo senza pari, in cui i due aspetti sensoriali si compenetrano e completano. La caratterizzazione del luogo è forte di gamme cromatiche e varietà ambientali di raro splendore. Locazioni vibranti e vive si apriranno di fronte ai vostri occhi, nello strisciare silenzioso di rettili, nello sbattere d'ali spaventato di sfuggenti volatili, nei suoni del vostro passaggio. Il riverbero della luce solare vi sorprenderà nei momenti più inopportuni, come la pioggia breve ed improvvisa che coprirà il terreno di un manto fangoso. Lo splendore dell'acqua corrente, e l'idillio di ipotetiche farfalle colorate, o il delirio di sabbie mobili e gaviali. E' certo nelle strutture esterne che Snake Eater trova gloria grafica, sebbene la cura attenta e pulita si riversi persino nelle scarse installazioni in muratura che incontrerete. Il carattere degli interventi sonori è indubbiamente d'alta scuola. La gamma di brani strumentali che sottolinea i pericoli, la "sigla" cantata che risveglia emozioni all'interno dell'avventura, il vecchio tema musicale ascoltato da nostalgici personaggi secondari, e persino il silenzio che lascia spazio allo spettacolo minuto degli effetti campionati, trovano il loro spazio nel momento più opportuno e stupefacente. E la valenza indiscutibile dei dialoghi, caratterizzati da impostazioni vocali perfette e da buona recitazione, supera quella di molti, se non tutti.La complessa meticolosità del Motion Capture completa, a monte, l'opera, e risulta nel prodotto finito, oltre che nella verosimiglianza dei movimenti di gioco, di spettacolari sequenze filmate che rafforzano e completano il procedere diretto del giocatore. Fantasie di combattimento, salde evoluzioni da mortale giocoliere di revolver, impregnate di competenza bellica senza pari. Snake Eater è un gioco curato in ogni dettaglio grafico e sonoro, grazie ai lunghi anni di inattività della serie che non tutti possono permettersi. Il paradosso del rinnovamento in un mercato stereotipato. L'ultima meraviglia di questa generazione in decadenza.



    Way to Fall.


    Snake Eater è un gioco irrinunciabile, per chiunque. Dovesse esso essere una delle esperienze ludiche più profonde e segnanti, o meritare soltanto ammirazione per la bellezza visiva e strutturale.Il genio indiscusso, costruttore delle fondamenta e innalzatore della gloria, si manifesta in una strana dicotomia, a seconda delle generazioni ludiche e degli affetti attraverso cui il giocatore analizza il prodotto. Il risultato, emotivo o analitico, è il medesimo, e Snake Eater abbandona lo schermo in nero con le note più toccanti che siano state suonate sull'ultima console. Impone così di essere ricordato per sempre da ogni giocatore, e si eleva ad identificare l'intera storia, fin troppo travagliata, di una macchina da gioco.E' un nuovo traguardo, il limite imposto dal figlio superato solo dal padre. Probabilmente l'ultima rinascita di un genere. Un titolo completo, che arricchirà animi e collezioni, mostrando la bellezza di quello cha calma e perseveranza, e maestria lucubrativa, possono produrre, in fase di programmazione o di gioco che sia. Costituito da solidi equilibri narrativi, perfette caratterizzazioni caratteriali e grafiche, saldi interventi sonori. Vorticoso e trascinante, ed una delle più incredibili fantasie della nostra era.
    Alcuni giochi, si deve ammetterlo, racchiudono il senso di epoche ludiche.

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