Recensione Rumble Roses XX

Ovvero facciamolo strano...

Recensione Rumble Roses XX
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox 360
  • Da sempre diffidente nei confronti di Microsoft, Konami muove i primi passi nel mondo ad alta definizione di XBox360, pur con qualche perplessità: tenuti a riposo gli "atleti" migliori, gioca la carta "esordienti" presentando al pubblico bianco-verde uno dei suoi brand minori, e non certo molto popolare: tale Rumble Roses.
    Sebbene siano trascorsi solo pochi mesi dal lancio, la console di Redmond vanta già un ottimo picchiaduro tra le sue fila, Dead Or Alive 4, capolavoro del Team Ninja, anch'esso di gusto prettamente giapponese, con un occhio di riguardo per le belle figliole. Fortuna vuole che il titolo Konami sia incentrato esclusivamente sul Wrestling femminile, con una semplicità di controllo e di gioco che lo rendono un ottimo sparring-partner a DOA4, ma non certo un'alternativa esclusiva.
    In questa estate più afosa che mai, abbandonati in un periodo storicamente di magra videoludica, riusciranno le graziose e bollenti signorine digitali ad accendere il nostro svogliato interesse?

    Non temete: il suffisso XX al gioco non indica un'ipotetica ventesima edizione con rispettiva pochezza di novità, bensì introduce la possibilità di sfruttare una coppia di lottatrici, aggiunta alla componente ludica che caratterizzava la prima versione. Gli utenti con qualche conoscenza (anche marginale) del parco ludico dell'originale e superato X-Box certo riporteranno alla mente, considerato il Leit Motiv di Rumble Roses e l'ntroduzione appena citata (Se non l'assonanza con la duplice X), un altro titolo che al centro dell'azione poneva proprio una coppia di lottatrici: si tratta di Dead Or Alive Xtreme Beach Volleyball, da cui Rumble Roses attinge a piene mani. Come nel prodotto sviluppato dal Team Ninja, in Rumble Roses il giocatore sarà chiamato a selezionare ben due lottatrici, al fine di formare una squadra affiatata, e dovrà porre attenzione ai rapporti che intercorrono fra le pettorute altlete. Selezionando, in ogni sessione di gioco, lottatrice e relativa compagna, si dovranno considerare anzitutto i commenti delle due: è essenziale che siano, in partenza quantomeno, solidali tra loro. Durante la caccia al titolo di campionessa (quindici vittorie per il singolo e 10 per la coppia), sarà utile non scontrarsi mai con la propria partner in combattimenti diretti 1 contro1, mentre dovremo coinvolgerla nei combattimenti di coppia e non lasciarle il ruolo di spettatrice, chiedendole aiuto durante le "super mosse" e chiedendole spesso il cambio. Purtroppo a questo aspetto si limita l'interazione tra le due compagne: si dimentica, cioè, proprio quel carattere leggermente più approdondito che faceda da sfondo a Xtreme Beach Volleyball, che di certo godeva di una maggiore profondità: ricordandolo brevemente, era necessario comprare regali alla partner, impostare con attenzione il modulo di gioco adottato, ed in generale la sensazione di dovere alla compagna un marcato interesse era molto più presente rispetto a Rumble Roses. Non certo, sia chiaro, questo aspetto è necessario al fine di creare un(o) (pseudo)picchiaduro competitivo, ma è dovere del team di sviluppo, una volta presa la decisione di puntare i riflettori su tale feature, implementarla nel migliore dei modi e, sopratutto, tener conto dell'offerta precedente di altre produzioni.
    Del resto, la scarsa attenzione in fase di realizzazione, e comunque la totale mancanza di un rapporto fra "visione" (di provocanti fanciulle) ed "azione", si nota anche esaminando un altro aspetto "raccolto" dall'eredità di Beach Volleyball: I "momenti di Relax". Fra un incontro e l'altro potremo assistere (e vedrete che il termine è quantomai giustificato) alle scenette che vedono le lottatrici godere un po' del meritato riposo. In tali momenti viene tuttavia a mancare del tutto l'interattività: l'unica possibilità che è data al giocatore è quella di muovere la telecamera e gestire l'inquadratura sulle conturbanti forme delle protagoniste. Oltre, Rumble Roses enfatizza largamente le forme femminili delle lottatrici grazie a piacevoli "sfilate" che precedono i vari incontri; pur con alti e bassi offre siparietti molto godibili, alcuni persino capaci di dare la carica al videogiocatore.

    Il titolo, in ogni caso, non si limita ad essere una splendida vetrina per bambolotte svestite. In effetti il comparto ludico che al titolo soggiace è stato un poco affinato rispetto alla precedente edizione, ed allo stato attuale dei fatti si scopre sufficientemente divertente. Certo, XX strizza l'occhio al videogiocatore voyeur, ma sa nascondere al suo interno una meccanica di gioco che potrebbe risultare quantomeno intrigante: estremamente semplice da padroneggiare, garantisce un'ottima varietà di mosse, contromosse, parate e super attacchi alla portata di pochi click. Sottolineamo il fatto che Ruble Roses resta un gioco di Wrestling, e non un picchiaduro: dimenticatevi i lunghi tutorial per saper padroneggiare almeno un solo personaggio: qui le combinazioni di tasti restano le stesse per tutte le lottatrici. Ovviamente cambiano le animazioni e le movenze, in funzione anche delle abilità sviluppate in combattimento. Tale sistema di gioco, per mostrare una certa validità, non può prescindere da un'elaborata definizione delle routine degli avversari: l'unico impulso ad approfondire le proprie abilità, non derivando dalla varietà e pertinenza contestuale delle mosse, scaturisce dalla necessità di poter controllare ogni situazione e limitare le reazioni avversarie. Rumble Roses dice la sua in maniera piuttosto timidia: il primo impatto non è certo piacevole, e la vittoria sembrerà banale in molti casi: durante i primi scontri la parte più interessante del Match risulterà probabilmente l'esecuzione delle mosse speciali, subordinata ad inquadrature piuttosto piacevoli per il pubblico a cui il titolo è rivolto. Poco a poco si scopre fortunatamente la necessità di apprendere e metabolizzare più a fondo il sistema di gioco, e Rumble Roses guadagna punti. Certo, la profondità ludica del prodotto non è elevatissima, e avrebbe giovato una maggiore influenza del comparto Live (limitato a pochissime opzioni di gioco), ma nel complesso il titolo mostra una giocabilità pertinente, divertente e, considerando gli altri esponenti del genere (su altre piattaforme), buona. Restano, come limitazione, un sistema di controllo non troppo preciso e, sopratutto, l'assenza di un bilanciamento cosciente fra le mosse delle lottatrici: alcune di esse dispongono di prese e sequenze marcatamente più utili rispetto a quelle di tutte le altre atlete. Si conti tuttavia, per comprendere come Rumble Roses possa, tutto sommato, salvarsi dal punto di vista ludico, la volontà di offrire una sorta di procedere graduale: il gioco permette di potenziare le proprie lottatrici in funzione dei combattimenti portati a termine: a seconda delle mosse utilizzate miglioreremo i parametri e le tecniche di lotta ad esse legate, cresceremo in reputazione e potremo modificare non solo l'aspetto delle graziose fanciulle, ma anche accrescerne muscolatura e flessibilità (guadagnando qualche nuova animazione e maggior efficacia nell'esecuzione di alcune mosse). Superato l'80% di reputazione sbloccheremo un nuovo costume da SuperStar per la nostra eroina: selezionandolo non avremo più la possibilità di personalizzarne l'aspetto, ma trarremo comunque notevoli benefici nelle nostre tecniche di lotta: mossa assassina, umiliante, letale e XX (le prese speciali, insomma) risulteranno ben più consistenti.

    Entriamo adesso nello specifico per quanto riguarda le modalità disponibili: Rumble Roses non si limita al classico wrestling a due giocatori oppure in tag 2vs2, ma offre interessanti variazioni sul tema. Affronteremo così “Battle Royal” con 3 o 4 giocatori contemporaneamente sul ring - in cui vincitrice sarà proclamata la prima che schiena o sottomette un'avversaria -, oppure furiosi combattimenti da strada nei quali bisognerà sudare non poco il KO della contendente. Meritano di essere citate “Partita con Handicap”, che prevede uno scontro 2vs1, e “Partita della Regina” nella quale il trionfo permette di scegliere una punizione per la perdente (e voi cosa fareste fare a queste belle figliole?), che denuncia di nuovo quale debba essere, nelle intenzioni degli sviluppatori, uno dei tratti principali del gioco.
    Purtroppo Rumble Roses non dispone di modalità story come gli altri picchiaduro. Ancora è così sottolineata l'impostazione arcade del prodotto, ed il suo votarsi principalmente, oltre al mostrare rudi bellezze, al gioco di gruppo.
    Ma non finisce qui: potremo optare per lo “Spogliatoio” dove cambiare lottatrice, vestiti, selezionare potenziamenti, scattare foto alle nostre belle e -perchè no?- ascoltare un po' di musica. Occhio però che macchina fotografica e hi-fi vanno prima acquistati al “Negozio”, nel quale troverete anche nuovi costumi, artwork per il “Museo” (raggiungibile dal menù) nuove pose e azioni per le lottatrici. L'idea degli acquisti, mutuata da X-treme Beach Volley, è invero piuttosto interessante, e avrebbe potuto sopperire al carente comparto Live come efficace nutrimento per la longevità del prodotto. Peccato che come gran parte delle idee prese in prestito non venga minimamente approfondita, risultando a tutti gli effetti una "collezione progressiva", senza alcuna implicazione pratica.
    Alla voce “Online” (e già più volte abbiamo sottolineato quanto sia povera questa sezione), potremmo affrontare match per la scalata della classifica LIVE, sfide veloci, e condividere le foto delle nostre "bambolotte" (niente più, con buona pace dei giocatori e, sopratutto, di Microsoft stessa, che vede tradite le sue speranze su titoli strettamente e marcatamente votati al gioco in rete).

    Rumble Roses mostra, in definitiva, qualche idea brillante, sicuramente mutuata da altri titoli di successo, ma nessuna viene sfruttata a dovere. E sebbene inizialmente ben poco il giocatore venga distratto dalla dimostrata superficialità del prodotto, attratto piuttosto da una comunque piacevole tematica visiva, resta il fatto, in un giudizio oggettivo, che si poteva fare di più per rendere il titolo più corposo e significativo.
    Allo stato attuale dei fatti, piuttosto che la qualità, di Rumble Roses XX conta la quantità: un numero comunque buono di sfide, una presenza massiccia di extra da sbloccare, ma il comparto puramente ludico non può che scivolare via dopo qualche partita.

    Konami punta molto sulle figliole presenti nel gioco, e infatti sia i modelli poligonali sono mediamente realizzati molto bene. Restano piuttosto goffe le animazioni, e sopratutto risultano evidentissimi problemi relativi a fastidiose compenetrazioni. Quello che però fa storcere il naso sono le ambientazioni, troppo poche, poco varie e soprattutto povere di particolari: scordatevi le stupende ambientazioni di DOA4. Ma non si tratta solo di pochezza di stile, riscontrabile peraltro in alcuni stacchi pre-incontro: è evidente la poca confidenza nel programmare su XBox360: non è ammissibile il popup degli spettatori e tanto meno la presenza di aliasing alla risoluzione di 1360x768, per non parlare dell'effetto sfocatura spesso imbarazzante e dell'illuminazione a tratti fastidiosa. Purtroppo la realizzazione tecnica del gioco è appena sufficiente, si salva giusto per i modelli e le animazioni delle donzelle, pur con qualche riserva.


    La situazione sul versante audio non si discosta molto da quella video: sono poche le canzoni che meritano la nostra attenzione, mentre la stragrande maggioranza di esse diventa subito ripetitiva e vuota, risultando ben presto piuttosto noiosa. Degli effetti audio si salvano i "vocalizzi", non certo vitali per la tipologia del gioco in questione, ma di certo lodevoli: la speaker, invero assa carismatica, riesce a caricare ogni incontro di una sottile tensione, si deve dargliene atto. Se siete inspiegabilmente rimasti delusi del comparto grafico di DOA4, state alla larga da questo titolo, che seppure estremamente divertente, perderebbe il confronto stilistico anche con titoli della vecchia generazione.

    Rumble Roses Rumble RosesVersione Analizzata Xbox 360Rumble Roses è un titolo da prendere in considerazione solo se siete alla ricerca di un gioco non troppo profondo, e se in questa torrida estate volete godere anche fra le mura domestiche della visione di bellezze in Bikini (o alternative altrettanto succinte). Con Rumble Roses non potrete in alcun modo dedicarvi alla metodica "esplorazione" del comparto ludico, e dovrete piuttosto avere pazienza da collezionista e qualche istinto Voyeristico. La realizzazione grafica, nonostante una marcata attenzione per i modelli femminili, fa appena il suo dovere (stilisticamente e tecnicamente il titolo è insufficiente), e non bastano gli innumerevoli ammiccamenti all'universo DOA, per farvi innamorare, oltre che delle vostre lottatrici, più generalmente di tutto il videogioco.

    6.0

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