Recensione Forbidden Siren 2

La Sirena è affogata nella monotonia.

Recensione Forbidden Siren 2
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Disponibile per
  • PS2
  • Fin dalla notte dei tempi, cinematografici o lucidi che fossero, quello horror si è da sempre affermato come un genere di altissimo rilievo. Ai videogiocatori - e agli spettatori - piace provare paura almeno tanto quanto ai registi piace architettare dei geniali intrecci capaci di suscitarla. Si può dire che l'alba dell'horror su console si ebbe su PlayStation, con il primo ed indimenticato Resident Evil che, dopo qualche anno di stradominio, dovette vedersela faccia a faccia con il geniale Silent Hill targato Konami. La lotta proseguì anche su PlayStation 2 e, con l'ormai prossima uscita del film del secondo titolo citato, si estenderà anche sul grande schermo. Mentre tutto questo accadeva, però, anche altri videogame dello stesso genere riuscivano a conquistarsi una buona fama: è il caso di Project Zero - che ebbe un successo subito coronato da due seguiti - e dell'originale Forbidden Siren. Mentre il primo, targato Tecmo, si guadagnava il rispetto del pubblico grazie all'innovativo sistema di combattimento contro i fantasmi (che avviene mediante una macchina fotografica), il secondo, concepito direttamente da Sony, attirava su di sé l'attenzione per l'elevata difficoltà di gioco che, al prezzo di far risultare il titolo frustrante, costringeva il videogiocatore a ragionare su ogni singola azione da compiere perché, qualora fosse morto, nessun checkpoint lo avrebbe salvato dal perdere i progressi appena fatti...

    Pianificazione e ragionamento

    Dunque, come è facilmente deducibile, il primo Forbidden Siren puntava ampiamente - a livello d'innovazione - sull'imposizione al giocatore di un'azione ragionata e mai avventata, ben lontana dallo stile "sparatutto" che contraddistingue invece Resident Evil.
    Il fatto che una minima disattenzione costasse all'utente la perdita dei progressi - vista l'assoluta mancanza di checkpoint - creava sì un'atmosfera tesa degna di un grande horror ma, alla lunga, diveniva frustrante e per nulla stimolante. Conscia che la voce del pubblico è in questi casi la miglior maestra, Sony ha deciso di ovviare al problema inserendo, in Forbidden Siren 2, dei checkpoint che evitano, una volta sconfitti, di dover incominciare il livello daccapo. Essenzialmente, dunque, la differenza che intercorre tra l'originale Siren ed il suo seguito è proprio questa: il cambiamento del concetto che sta alla base dell'atmosfera di gioco. Ma è davvero utile rischiare una mossa simile per far apprezzare maggiormente il proprio operato o forse si rischia non solo di non attirare l'attenzione di chi non ha gradito il capostipite della saga, ma anche di perdere l'amore di chi con il primo Siren non si era affatto frustrato?

    Una trama confusa e spezzettata

    Forbidden Siren 2 si apre con un FMV che mostra un giovane padre dare la buonanotte a suo figlio. Dopo una serie di anomali e preoccupanti rumori, ci si ritrova a controllare il bimbo nella stanza buia, per raggiungere la porta e capire cosa possa essere accaduto al genitore appena uscito. In quella che dovrebbe essere una scena agghiacciante, assistiamo piuttosto indifferenti all'immagine del corpo del pover'uomo accasciato al suolo, martoriato e sanguinante.
    La regia cambia scena e ci mostra un gruppo di nipponici che, al buio, affronta un tranquillo viaggio in nave che viene però sconvolto dall'ingrossarsi del mare. Ben presto, un'onda anomala - color rosso sangue - travolge e rovescia la nave, ingoiando tutti i passeggeri.
    Dopo aver assistito a queste due introduzioni, il videogiocatore si ritrova a completare dei brevi livelli con un personaggio ogni volta differente: si va dal giornalista Itsuki al misterioso poliziotto Shigeru (che a dire il vero sembra sbucato dal nulla), fino all'utilizzo di una giovanissima recluta dell'esercito nipponico. Quella che Sony probabilmente ritiene un'interessante metodologia di esposizione per una trama che deve incutere paura al suo spettatore, si rivela in realtà troppo frammentaria ed avventata: il continuo scambio di personaggi e l'assoluta brevità delle missioni da completare fanno in modo non solo che il giocatore si senta protagonista di un platform degli anni ottanta, ma anche che perda facilmente il filo di un discorso che, a dir la verità, non appare mai intrigante ed avvincente. Mano a mano che si avanza ed i quesiti aumentano, il giocatore sente sempre meno il bisogno di trovargli una risposta, per il semplice fatto che una struttura narrativa così frammentaria e confusa non solo non intriga ma, per certi versi, annoia.

    Un inchino per la grafica degli FMV

    Se c'è qualcosa di questo Forbidden Siren 2 che va elogiato con enorme rispetto, quello è il comparto grafico che, seppur non nella sua interezza (tra poco spiegheremo il perché), è davvero capace di stupire. Ottima l'idea di applicare agli FMV un suggestivo effetto in bianco e nero che, oltre a sporcare le immagini, permette anche di risparmiare dei poligoni che possono così essere agevolmente utilizzati per la realizzazione dei protagonisti della sequenza. Ci si ritrova così ad ammirare dei modelli facciali assolutamente eccelsi, ai limiti del foto-realistico, che vantano dalla loro anche delle animazioni espressive e davvero credibili. È facile leggere la tensione nello sguardo di uno dei personaggi, così come non è difficile decifrare quando qualcosa suscita il loro interesse o la loro rabbia.
    Peccato solamente che l'amorevole cura dedicata dai grafici Sony ai modelli facciali dei personaggi non sia ugualmente riposta anche nella realizzazione delle ambientazioni di gioco, che potevano davvero essere curate meglio. L'effetto della pioggia, ad esempio, è davvero poco piacevole da vedere, e spesso le texture del pavimento o delle pareti risulteranno praticamente piatte. Senza dimenticare la cattiva realizzazione delle ombre sulle strutture, un difetto che davvero ci si poteva risparmiare realizzando un titolo che fa del binomio luce-ombra la sua chiave. Quindi elogi per la grafica, davvero ottima durante le sequenze video, ma nelle scene in-game si poteva davvero fare di più.

    Ma in cosa consiste Forbidden Siren 2?

    Come in ogni horror, il giocatore controlla un personaggio che, avanzando attraverso anguste ambientazioni, si ritroverà a dover affrontare delle ostili creature sovrannaturali: in questo caso, dei "demoni" antropomorfi chiamati Yamibito. Vi sono poi anche i nemici senza corpo, delle vere e proprie ombre che possono essere allontanate mediante l'ausilio della torcia. Immediato capire che, oltre che di armi come martelli, spranghe, pistole e fucili automatici, i protagonisti saranno forniti di una torcia (oppure dovranno recuperarla lungo l'ambientazione, come nel caso del poliziotto Shigeru) che, se accesa in prossimità dei nemici, permetterà a questi ultimi di individuarci più facilmente. Una volta che un nemico ci avrà raggiunto e sarà in grado di danneggiare la nostra salute, sullo schermo non comparirà alcun indicatore dell'energia vitale restante: è il giocatore a doversi sbarazzare degli avversari prima che il suo intuito gli suggerisca che è in punto di morte. In caso di una sorte tanto malaugurata, comunque, sarà possibile riavviare la missione dall'ultimo checkpoint, evitando di ripetere l'intero livello.
    Gli obiettivi delle numerose missioni sono piuttosto monotoni: si tratta sempre e comunque di raggiungere un determinato punto della mappa, visualizzabile in qualsiasi momento premendo SELECT.
    Inoltre va annotato il negativo fatto che, nonostante la varietà dei personaggi utilizzabili, essi hanno le stesse capacità e le stesse possibilità. Nessuna distinzione in particolare che possa farcene preferire o ammirare uno. Insomma, i personaggi hanno facce e nomi diversi, ma sono praticamente identici.

    L'esclusiva di Siren: il Sightjack

    Come nel primo episodio, Sony mette a disposizione dell'utente l'abilità chiamata Sightjack, ossia la possibilità di vedere attraverso gli occhi dei nemici o degli animali. Bisogna in effetti ammettere che si tratta di un'idea geniale che, oltre a creare una grande atmosfera, permette anche di scoprire nuove informazioni necessarie al proseguo della missione (scoprire della password, tanto per fare un esempio). Scrutare l'ambientazione mediante gli occhi di uno Yamibito è piuttosto straniante, soprattutto quando ci si accorge che quest'ultimo sta avanzando verso la nostra direzione. La cosa più logica da fare appare quindi spostarsi, no? No, per il semplice fatto che, usufruendo del Sightjack, non è possibile controllare il proprio personaggio, ma solamente la sua sovrannaturale visione mentale. Ottimo invece il fatto che, nel caso siano presenti più nemici, è possibile scegliere tramite quale dei due vedere mediante l'utilizzo dello stick sinistro. Per chi non vuol perdere tempo, invece, basterà premere i tasti dorsali (eccetto L2, che attiva il Sightjack) per vedere attraverso gli occhi del nemico più vicino, che sia allerta o che sia di pattuglia.
    Ci troviamo quindi innanzi ad un'idea davvero originale ed innovativa ma che, da sola, non può reggere in piedi un sistema di gioco che rimane ripetitivo ed oltremodo frustrante.

    Qual è il problema?

    Il problema di Forbidden Siren 2 è la sua assoluta ripetitività. Oltre a non essere divertente dal punto di vista ludico, il nuovo titolo Sony non è per nulla stimolante nemmeno per chi vuole lasciarsi catturare dalla trama. Come se non bastasse, oltre a non divertire e non coinvolgere, non fa nemmeno paura. Raramente ci si ritrova tesi o tremanti a colpire gli Yamibito con la propria spranga e quegli FMV che, sulla carta, avrebbero dovuto essere inquietanti, lasciano invece del tutto indifferenti. A ciò va aggiunta la totale mancanza di spessore da parte dei personaggi, uno più piatto e stereotipato dell'altro, fatta forse eccezione per il ventenne Itsuki, e l'assoluta scomodità d'utilizzo del menù azione, richiamabile con Δ, che permette di compiere le importantissime azioni secondarie, come la selezione di quale delle due armi utilizzare o la possibilità di interagire con un alleato o con un nemico, gridando di stare indietro o attirando l'attenzione di quest'ultimo per venire in soccorso al proprio compagno.

    Ulteriori aspetti

    Dal punto di vista del controllo, Forbidden Siren 2 non risulta essere particolarmente intuitivo ma, con un po' di pratica, non è difficile apprendere alla perfezione tutte le possibilità offerte dalle potenzialità del protagonista di turno e dal suo Sightjack. Stupisce anzi che i programmatori di Sony siano riusciti ad implementare tutte le possibilità offerte dal Sightjack nei non numerosissimi tasti del dual shock 2.
    Parlando del comparto audio, invece, quelli che dovrebbero essere degli effetti sonori capaci di mettere in tensione il giocatore risultano inconsistenti e praticamente ignorati: raramente gli presterete attenzione. Ottimo invece il doppiaggio, disponibile sia in versione originale - vale a dire in giapponese - che in inglese.

    Forbidden Siren 2 Forbidden Siren 2Versione Analizzata PlayStation 2Forbidden Siren 2 snatura la caratteristica che contraddistingueva il suo predecessore: la difficoltà. Apparendo più semplice ed intuitivo, il titolo Sony riesce solamente a peggiorare sé stesso, forgiandosi di una giocabilità monotona spinta da una trama troppo frammentaria per risultare anche solo minimamente stimolante. Innanzi anche a difetti come la mancata caratterizzazione dei personaggi e la mediocre qualità del sonoro (doppiaggio escluso) la geniale idea di poter vedere attraverso gli occhi dei nemici non è assolutamente sufficiente a fare di questo survival horror il capolavoro che in molti si aspettavano. Si tratta piuttosto di un titolo che viaggia sui livelli della sufficienza, consigliato esclusivamente ai fanatici del genere che, in quanto tali, non si annoieranno ad affrontare brevissime missioni ben poco differenti l’una dall’altra uccidendo con pochi colpi dei ridicoli nemici antropomorfi.

    6.5

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