Recensione Loco Roco

Il gioco più atteso è finalmente tra noi

Recensione Loco Roco
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  • Our Opinion - Gameplay

    Bajumbo moi, noi noi jecker
    Dabatto bunkergait jun jun
    Nora juerue-rotto, pura-pura petto
    Puraret dum dum.....


    Loco Roco è un gioco fuori contesto. Nasce da un particolarissimo senso del gusto, cresce ingurgitando fiori rossi e inattesi ribaltamenti di prospettiva, brilla su una macchina da gioco che non sembra il tramite adatto per diffondere il suo splendore. Eppure, considerata l'utenza, e preso atto dei cupi tempi ludici che corrono, un piccolo Blob Vegetale è quello che si presenta sullo schermo.
    E, insospettabilmente, si compie il miracolo. Un prodigio antico quanto il tempo, impolverato e statuario come vecchie generazioni, e come loro inusuale. Perchè non tutti, andando contro agli schemi riescono ad infrangerli e penetrare oltre, arrivando alla gloria dei memorabili. E Loco Roco è uno dei pochi che, spingendosi ancora più in profondità, giunge nel substrato instabile dell'intrattenimento, restaurando (forse rifondando) uno dei suoi pilastri portanti: il videogioco in due dimensioni.

    Papuranoi noi noi jecker
    Dabatto bumperget tum tum
    Ora poerketino bookeran tan-tan-so...


    In Loco Roco, molto (non tutto) è relativo. Posizione ed equilibrio sono concetti che perdono univocità e concretezza. Perchè inclinando, pur lievemente, il piano dell'esistenza, da provetti giocatori onniscenti determinerete il movimento e traccerete la via del piccolo, tondeggiante protagonista. Niente di più semplice che uno scacciapensieri moderno, una nuova chiave di lettura dei passatempi che furono.
    E' proprio la semplicità la chiave di volta che regge l'esile sistema di gioco: bastano pochi istanti di contatto per avere piena padronanza dell'esile schema ludico. Fin da subito Loco Roco mette in mano all'utente lo spettro completo delle sue possibilità, la cui inaspettata validità si mostra tuttavia con parsimonia.
    Loco Roco, in pratica, rotola a destra e sinistra, salta seguendo precisi schemi di reazione, si scompone di fronte alla minaccia di una tempesta e si ricompone quando la terra trema. Niente di più. E questo gli basta per poter esplorare ogni centimentro del pazzo pianeta su cui (e per cui) muove, cercando di scoprire fiori rossi per sedare i suoi appetiti e Mui Mui che possano organizzare passatempi alternativi nella Loco House.
    Proprio questo è, in fondo, il vero cuore di Loco Roco: la ricerca metodica e sistematica di tutti i piccoli angoli segreti che costellano ogni locazione. E' il colpo d'occhio che diventa protagonista e primo mezzo per la realizzazione del fine, l'intuizione immediata che deriva dal senso dei vuoti e delle parti: ogni linea degli stage di gioco rappresenta continuità o discontinuità con l'ambiente, e scivolando lungo quelle che sembrano fuori posto si scoprono i piccoli rifugi cavernosi di tutti i segreti del gioco. E, sia ben chiaro, non è certo cosa facile. Serve impegno, dedizione, pure esperienza e, appunto, molta perspicacia e altrettanta lena. Ma ci si innamora così facilmente di ogni piccolo dettaglio che compone la scena, pure visiva e musicale, ed è tanto semplice giocare utilizzando la pressione dei soli dorsali, che non certo mancheranno gli stimoli al completamento. Raramente un titolo guida ed invoglia ogni utente, anche il meno attivo e scarsamente convinto, all'esaurimento totale di tutte le proprie risorse ludiche, e Loco Roco è uno di quelli che lo fa senza pesare. Loco Roco fa dell'infatuazione verso un così essenziale uso della macchina da gioco il motivo principale della ricerca. Una ricerca assidua che così non pesa, non impegna l'animo e non richiede applicazione continua, bensì rallegra e gratifica sempre, quando si svela l'ultimo inganno del level designer e si penetra totalmente nella sua creatura: appunto, tutto il livello. Così, in Loco Roco, anche il risultato è relativo: certo è semplice giungere alla fine di ogni schema, ma è come ci si arriva quello che conta: ora in piena salute, forti dei venti piccoli Loco derivanti dalla digestione di altrettanti fiori, ora con tutti i Mui Mui canterini, ed infine con un tempo da record.

    Bokeretyo kyenturanai mimani unlalhood-cha-la
    Terra hooki-ra pishi-to diki-ra poody-to
    Seni-kidi koseibo....


    Quello che di relativo ha ben poco, in Loco Roco, è la Meraviglia. Vivo e vegeto appare non solo il rampante protagonista, ma tutto l'ambiente. Nelle lunge peregrinazioni attraverso quaranta livelli ed otto mondi, il giocatore avrà modo di visitare le locazioni più disparate: distese innevate e valichi ghiacciati, cupe roccaforti dei Moja invasori, desertiche rovine e giungle rigogliose. Pure, gli organi interni di gargantuesche creature che popolano il pianeta. Comunque, un ecosistema stilizzato e non complesso, che è reso su schermo nella sua pacata perfezione e circolarità. Il nemico dei Loco è l'ambiente, atroce genitore di una fauna aggressiva e di una flora cannibale. E pure, l'ambiente è anche l'unica via di salvezza, un declivio leggero lungo il quale scivolare, un perfetto ricettacolo di meccanismi naturali e non, da utilizzare per muoversi e raggiungere le tane. Una via disegnata appositamente per condurre alla sua fine, un percorso dalla funzione precisa e perfetta, uno scivolo naturale che si muove solo per i Loco ed in loro funzione, e lungo il quale i Loco devono imparare a muoversi. Perchè anche il terreno, oltre che la dimensione, influenza il movimento, o il salto. Riducendo l'attrito, ondeggiando dolcemente o cedendo di poco sotto il peso della creatura, sarà la superficie a chiedere al giocatore un approccio continuamente in evoluzione, un'attenzione sempre presente e viva, una calibrazione mutevole dei salti e delle corse.
    Scoprire una tale necessità, vivere il mutamento della reattività e delle leggi che regolano rimbalzi e rotolamenti, è un'esperienza non facilmente avvertibile, ma fortissimamente correlata con l'idea di poco sopra, di un organismo pulsante, che va oltre il mero Design ambientale. E, di conseguenza, con l'amoroso colpo di fulmine che difficilmente si spiega ma fortemente si avverte.

    Kokorenkyo kyenturanai mimani unlalhood-cha-la
    Terra hooki-ra shinshi-sho tusura haijiki yo
    Bajumbo moi, noi noi jecker
    Dabatto bumperget jun jun
    Nora juerue-rotto, rokorolo-petto
    Pura-purarun dum dum...




    Loco Roco va oltre il suo stesso concetto. Oltre i suoi livelli, e grazie al completamento di questi, trasporta il giocatore verso il puro "divertissment". Perchè Loco Roco è, anche, ed in fondo, un passatempo. Sono due gli spazi che fungono da principale contingente. Il primo, consiste nella Loco House. Ovvero, un arbusto di considerevoli dimensioni da "arredare" con le strutture recuperate grazie alle performance di gioco: circa duecento elementi, retaggio diretto di quei meccanismi a cui sopra si accennava: ora formazioni naturali lungo le quali scivolare, ora meccanismi rotanti e semoventi, ora correnti d'aria dalle quali i Loco si lasciano trasportare. Così, è possibile disegnare un percorso intricato e complesso quanto si desidera, una struttura caotica o lineare, al solo fine di scoprire come, al suo interno, i Loco si comportano. E per aumentare numero di creature e di elementi, si dovrà ricorrere a due piccoli minigiochi piuttosto semplici, anch'essi modellati sui tratti di anticaglie ormai in disuso, e come tutto il resto in loco Roco tremendamente attraenti.
    Arriva poi il secondo spazio: ovvero, una distesa totalmente vuota in cui costruire il proprio livello di gioco, da poter testare attivamente, oppure da scambiare con altri fautori del capolavoro.

    Papuramoi noi noi jecker
    Dapatto bumperget tum tum
    Ora poerketino bookeran tan-tan-so...

    Francesco "Link-F" Fossetti
    Seguono Second e Third Opinion.....

    Second Opinion - Graphics



    Se Loco Roco è il capolavoro di cui ormai siamo abbiamo coscenza, è indubbio che buona parte del merito derivi anche dalla semplicità e dall'innocenza dei tondi protagonisti del gioco, creature assolutamente indifese ed in balia dei nemici, capaci però di sprigionare una carica di simpatia incontenibile, con il loro sguardo un po' spaesato, il continuo canticchiare la colonna sonora e l'amichevole comportamento che li porta a chiacchierare, giocherellare e rotolare allegramente anche nelle situazioni più rischiose.
    Giocare a Loco Roco è come aprire una pagina di un libro di fiabe per bambini, con colori pastello luminosi ed omogenei pennellati gentilmente sul vasto schermo di Playstation Portable. Tutto d'un tratto, però, questo libro si anima al ritmo di quella straordinaria ed irriverente colonna sonora, che funge da cardine del gioco quanto cosmesi e gameplay; le piante, gli animali, il sole e la luna... tutte le creature vivono un'esistenza mite, scandita dalle voci dei piccoli esseri gelatinosi, e danzano con movimenti percettibili ma non evidenti, come un leggero ondeggiare, che rilassa il giocatore e strappa il primo di mille sorrisi.
    Non lasciatevi però ingannare: l'innocenza che traspira da ogni minimo aspetto della grafica di Locoroco non è sinonimo di semplicità o di poca cura, tutt''altro! I mondi in cui si svolgono le avventure dei nostri amici sono tanti, vasti, eterogenei e stracolmi di pericoli da affrontare senza contare che, per coloro che vogliono godersi appieno questo titolo, molte delle piante, in grado di far crescere il nostro balzellante alter ego, sono nascoste con cura maniacale e richiedono al giocatore spirito di osservazione e tanto allenamento per essere raggiunte.
    Se non siete ancora convinti della cura dedicata nel realizzare Locoroco provate ad analizzare i movimenti della telecamera, che inquadra, con la massima precisione, la porzione di schermo che il giocatore ha bisogno di conoscere, effettuando delle potenti zoomate automatiche che intervengono sempre senza incertezze e con una velocità tale da non essere invasive, quasi come se fossero studiate per non affaticare la vista. Se vogliamo proseguire ad elencare i pregi tecnici di questo videogame non possiamo esimerci dal citare lo splendido vento che, colmo di foglie multicolori, conduce i locoroco nei punti più inaccessibili del loro mondo, facendoli roteare e sobbalzare con movenze complesse ma aggraziate. E che dire dei Locoroco stessi, del modo in cui aderiscono sempre alle superfici, adattando la loro forma ad ogni minima asperità, o del modo in cui, per superare un ostacolo "assopito" si smembrano e intonano un coro capace di risvegliare e allietare il nostro "problema"? Così come i nostri amici anche gli altri abitanti sono bizzarri ma sempre graziosi, come i "mojya", creature nere che volteggiano affamate sopra i nostri impauriti amici, o gli amichevoli muimui, buffi e nevrotici aborigeni sempre pronti a regalare un nuovo pezzo della Loco House.
    Locoroco è una piacevole pausa, il classico videogame capace di regalare un sorriso ed un momento di puro distacco, grazie al suo aspetto audiovisivo e all'immediatezza dei contenuti, senza però lasciare il giocatore privo della componente di sfida, che al contrario abbonda sia nella prima avventura che in eventuali "replay", per merito dei mille segreti custoditi nelle enormi locazioni di gioco.
    Locoroco è anche un titolo "virtualmente privo di difetti tecnici", candidato anche al trono di migliore comparto video. Soltanto la particolarità dello stile dei personaggi e delle ambientazioni può non trovare il comune consenso, ma è un fattore assolutamente soggettivo; inolte siamo ben fiduciosi che le simpatiche "pallette" ed i loro buffi amici sapranno strappare qualche bel sorriso anche al più rude e coriaceo dei videogiocatori.

    Michele "TheFont73 Fontana

    Third Opinion - Sound

    Sin dall’alba dei tempi videoludici, accompagnamenti musicali ed effetti sonori si sono prodigati allo scopo di allietare e rendere più immersive le esperienze virtuali dei giocatori.
    Pian piano, con il progredire della tecnica e della rivoluzione dei metodi di produzione, l’aspetto “sonoro” di un gioco ha iniziato ad assumere sempre più spesso ruoli di primo piano, talvolta surclassandone l’aspetto cosmetico.
    In tempi in cui si discute animatamente circa la veridicità dell’affermazione “anche un gioco può essere arte”, pionieri della programmazione hanno cercato di raggiungere un’utopia che potremmo affiancare a quel sogno chiamato Opera d’Arte Totale. Non ne vogliano gli storici dell’arte e non, ma difronte ad un prodotto come LocoRoco non ci si può esimere dal far uso di un simile, azzardato paragone.
    Non esiste infatti un elemento più importante dell’altro in questa stupefacente fatica Sony.
    C’è un’equilibrio perfetto tra grafica, sonoro, giocabilità raramente raggiunto da qual si voglia altra produzione, passata o recente. Ma la preziosità di questo titolo non si manifesta solo nella semplice, superlativa, equità delle parti.
    In LocoRoco giocabilità, cosmesi e audio sono elementi in continua interazione, mediatori del rapporto tra giocatore e macchina. In un’ideale dramma Wagneriano composto di byte, zero, uno e sprite, la musica si fa tramite e guida.
    L’accompagnamento che allieta il viaggio dei simpatici blob colorati è un’insieme di influenze musicali moderne e passate, filtrate attraverso la lingua franca del pop.
    Difficilmente la qualità di una colonna sonora originale ha sfiorato in ambito videoludico quella dell’orecchiabile freschezza di cui avrete la possibilità di fare esperienza in LocoRoco.
    I numerosi brani presenti nel titolo Sony sono arrangiati in maniera sopraffina, e composti in modo da risultare perfetti per evocare ed esaltare l’atmosfera dei vari livelli. A stringere il rapporto tra musica e giocabilità però, c’è un lavoro che va ben oltre quello di saper creare un’atmosfera!



    Per spiegare cos’ha di così originale la colonna sonora del gioco, basta impugnare la propria PSP e fare una partita. Balza subito all’occhio il primo dei numerosi colpi di genio avuti dai programmatori: sono gli stessi Loco (insieme ai fidati amici MuiMui) a canticchiare le canzoncine che accompagnano i loro spensierati viaggi! Mangiando frutti rossi, e mano a mano che il vostro alter ego rotondeggiante crescerà, si aggiungeranno strumenti all’accompagnamento musicale, e se dividerete il Loco in tanti piccoli blob, questi inizieranno a destreggiarsi in coretti, canto e contro canto dall’impatto stupefacente! Inoltre ogni singolo Loco esguirà la propra parte nell’insieme musicale in perfetto lip synch, e potrete quindi distinquere chi starà cantando cosa anche solo seguendone il semplice ma efficace movimento labiale.
    Proseguendo attraverso i vari livelli di gioco, incontrerete altri tipi di blob che si uniranno a voi nella lotta contro i Moja Corps, e potrete selezionare quale usare prima di ciascuno stage. Ognuno di questi simpatici personaggi possiede una voce e un modo di cantare differente, e ben presto vi troverete a rigiocare gli stessi livelli anche solo per la curiosità di vedere in quale modo i temi musicali vengono interpretati dai sei tipi di Loco.
    Ma la musica, in questo coloratissimo mondo, si mescola come già accennato anche al game play!
    Molto spesso è possibile inbattersi in vari ostacoli rappresentati da creaturine addormentate. Possedendo il giusto numero di blob, però, questi si esibiranno in un breve coretto, che sveglierà le placide creature. Queste, felici della generosa performance, libereranno passaggi o si trasformeranno in piattaforme per raggiungere aree altrimenti inaccessibili. O semplicemente doneranno oggetti con cui abbellire la propria Loco House al giocatore.
    Saltando e rotolando per prati, montagne innevate e spiagge i piccoli blob emetteranno un gran numero di paroline nella loro lingua, la stessa in cui sono cantate le canzoni. Prununcieranno timorosi il nome di un mostro appena avvistato, o avviseranno il giocatore di stare attento alle spine, o ancora attireranno l’attenzione di altre creature amichevoli nelle vicinanze. Questa varietà aumenta la sensazione che il mondo in cui il giocatore è immerso sia vivo, coadiuvata dalla presenza di effetti sonori di vario tipo e di prim’ordine, sapientemente riprodotti in surround dalla Playstation Portable.

    Capolavoro è un termine di cui si abusa moltissimo di questi tempi, e definire LocoRoco tale vorrebbe dire probabilmente svilirlo.
    Nonostante ciò, tengano ben presente i possessori di PSP che, malgrado sia un gioco molto “diverso” da quello a cui la console portatile Sony ha abituato la sua utenza, questo piccolo gioiello è l’erede di una stirpe di giochi ormai quasi del tutto estinta, e al tempo stesso è un titolo che guarda al futuro, innovando ed introducendo elementi di interazione capaci di abbattere regole e barriere come nessun’altro era mai riuscito a fare prima.
    Ed infine si, LocoRoco è un capolavoro.


    Francesco "Gazpacho" Dagostino

    Loco Roco Loco RocoVersione Analizzata PSPQuesto platform è indispensabile per tutti i possessori di Playstation Portable, un ottimo motivo per valutare l'acquisto della potente console nonchè un punto di riferimento per la creatività videludica. Buon divertimento a tutti!

    9

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