Recensione Ninety-Nine Nights

Luce ed oscurità, gemelle dall'infausto destino

Recensione Ninety-Nine Nights
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Luce ed oscurità, gemelle dall'infausto destino

    Un tempio in rovina fra i fulmini in una notte calante. Le dita ferme di un sacerdote scorrono veloci una lapide scolpita da parole presaghe di sventura. Mentre la pietra dell'unione rispecchia la sanguinosa guerra che sta devastando le terre di Vannvargenn, un cavaliere del tempio alza il suo sguardo riluttante al cielo per poi lanciarsi in una furiosa battaglia. Nei suoi alloggi un angelo dall'armatura cremisi prende atto del proprio destino, e con il cuore carico di vendetta affronta un temibile guerriero goblin, la cui morte presto temprerà nell'odio un combattente ancora più spietato. Con la spavalderia di una bambina, una giovane maga scaglia il potere dell'acqua sua protettrice contro un'orda di bellicosi goblin, sommergendoli con un maremoto in pieno deserto. Poco distante un barbaro dalle nobili origini si fa strada nello schieramento avverso scatenando l'inferno, un terremoto implacabile dall'inaudita devastazione.
    Sette eroici combattenti lottano per un ideale e credono di essere nel giusto, ma altro non sono che semplici marionette nel teatrino di un perfido osservatore. Ancora una volta umani ed elfi hanno unito le forze nell'esercito della luce per contrastare nuovamente goblin e orchi, ora forze dell'oscurità, con le quali un tempo coesistevano pacificamente. La pietra dell'unione ormai spezzata segna il ritorno del Re delle Novantanove Notti che, dopo un sonno millenario, reclama il suo antico potere.
    Dicono che chiunque ripristini la pietra divenga il padrone della prossima era, così la redazione di everyeye ha raccolto la sfida, e alabardati del nostro indomito coraggio, ci siamo gettati nella mischia furibonda.

    Facciamo chiarezza

    Fughiamo ogni dubbio al riguardo: Ninety-Nine Nights è un hack&slash puro, nonostante alle sue spalle possa contare sui programmatori di Phantagram, già noti all'esclusivo popolo XBox con l'apprezzata ed innovativa serie di Kindom Under Fire, con cui il prodotto in esame condivide la ricca ambientazione fantasy. Per la meccanica di gioco il titolo in analisi è più simile all'ancora insuperato capolavoro di Otogi, ovvero una sorta di action3D dai comandi intuitivi ed immediati, privo di ragionamenti, dove i nostri eroi devono farsi strada sgominando interi eserciti nemici affidandosi alle immancabili combo (successioni di colpi consecutivi), necessarie per accrescere le "quotazioni" dei nostri beniamini. Con il progredire delle missioni, i personaggi avranno modo di livellare autonomamente, crescendo in abilità, offrendoci la possibilità di impiegare nuove e devastanti armi, e di indossare oggetti incantati particolarmente utili, stipati in preziosi forzieri, dispersi per le relativamente vaste mappe di gioco da esplorare. Oltre agli oggetti incantati, da riporre negli appositi slot del personaggio (a disposizione man mano che si aumenta di livello), abbattendo gli schieramenti avversi entreremo in possesso di ulteriori potenziamenti, peccato siano solo temporanei, come è breve il tempo di impiego di super-attacchi magici. Sotto l'indicatore dell'energia vitale, anch'esso potenziabile con gli appositi oggetti magici, saranno presenti ben due barre ricaricabili: la prima, rossa, raccoglie la vitalità dei nostri sfortunati avversari, ed una volta completata libera il potere distruttivo del nostro eroe, permettendoci così di caricare la seconda barra, azzurra, per una sorta di super-mossa definitiva. Portando a compimento la missione comparirà una tabella riassuntiva delle nostre mirabolanti gesta, e in funzione delle nostre prestazioni verremo valutati ed eventualmente premiati con oggetti se il verdetto toccherà la quota massima di A o addirittura S. Non temete: rigiocando le missioni con un personaggio "livellato" sarà una bazzecola ottenere i massimi voti.
    Anche se finora abbiamo parlato al plurale -e sono infatti ben sette i "protagonisti" del gioco (sbloccabili uno ad uno)- il titolo si basa quasi esclusivamente sull'utilizzo di un singolo personaggio per volta: avremo però in dotazione delle truppe scelte mediante entrambi i dorsali del gamepad, alle quali potremmo comandare l'attacco o la difesa agendo sui tasti direzionali. Le truppe si diversificano in fanteria, fanteria pesante, arcieri e lancieri, ma all'atto pratico non presentano particolari peculiarità e imparerete presto farne a meno del loro supporto, dal momento che potrebbero "rubarvi" preziose uccisioni. Va anche detto che non tutti i protagonisti hanno sempre a propria disposizione un esercito così ben dotato. Inoltre in nostro aiuto accorreranno spesso gli altri sei protagonisti, più diverse altre figure di spicco ma non-giocanti, pur sempre indispensabili a tener a bada il nemico mentre lo attaccheremo sul fronte opposto, almeno fino a quando non saremmo cresciuti di livello a sufficienza per poterlo affrontare direttamente.

    Su il sipario, che i protagonisti entrino in scena

    Parliamo dei nostri eroi, così minuziosamente curati tanto dall'obbligarci a finire più e più volte il titolo anche solo per poterne sbloccare tutti gli artwork di pregevolissima fattura. All'inizio sarà disponibile un solo personaggio col quale portare al termine l'avventura, sbloccando in tal modo un nuovo guerriero a campagna finita, e così fino all'attivazione del settimo combattente, che con le sue due sole missioni appare più una forzatura, anche se ottimamente caratterizzato.
    Con Inphyy inizia e si conclude la storia principale del gioco. Fin da piccola è stata addestrata per diventare cavaliere; è giovane e trasmette la sensazione di essere destinata a grandi imprese. La sua spavalderia è un mezzo per nascondere l'ammirazione per il fratello maggiore Aspharr. Crede nei valori del codice cavalleresco: giustizia e fedeltà. Si tratta di un guerriero munito di spada, protetto dall'elemento della luce, estremamente rapido e facile da padroneggiare, utile soprattutto per veloci attacchi aerei.
    A seguire Aspharr, suo fratello; ama la sorella Inphyy, ma nutre sentimenti contrastanti, poiché sa che non hanno legami di sangue. Inoltre ha dei cattivi presentimenti sulla causa della "giustizia per soli umani" che anima la guerra. Aumenta la difesa a discapito della velocità, ma si mantiene un guerriero forte ed efficace, armato di lancia e anch'esso protetto dall'elemento della luce, combatte in prima linea con rapidi spostamenti.
    Terminati i cavalieri del tempio compare Myifee, dall'aspetto barbarico ingentilito dalla cura per il proprio corpo. Cresciuto tra politici e avvocati, ha acquistato una profonda comprensione della natura umana e nasconde il suo disincanto dietro un atteggiamento frivolo. Agendo d'impulso, si è unito ai mercenari nella speranza di farsi notare dalla bella Epharr. Finalmente un "animale da mischia", fatto per radere al suolo eserciti di goblin senza dover fare la fatica di spostarsi; tanto pesante quanto muscoloso, è protetto dall'elemento del fuoco e imbraccia una spada a doppia lama che può far roteare sulla distanza per aprirsi un varco tra i nemici.
    Tradisce le aspettative Klarrann, il "santone" del gruppo: protetto dall'elemento dello spirito, adopera uno scettro divino per menare fendenti più che lanciare incantesimi. Gigantesco ed eccessivamente lento, nasconde una forza spaventosa, capace di superare il colosso più coriaceo. Spinto dalla povertà, da ragazzo commise dei crimini e un giorno fece irruzione in una chiesa con l'intento di derubare e uccidere il sacerdote. Ma costui lo riportò sulla retta via. Considerando la propria vita come una prova del cielo, combatte contro i propri istinti e la guerra, in cerca della verità.
    Ecco il primo personaggio "cattivo", un goblin di nome Dwingvatt il quale maledice la sua apparenza simile agli Umani. Protetto dal fratello maggiore nei periodi più duri, era intelligente e socievole. Ma quando l'amato fratello Dwinga fu ucciso da un cavaliere umano, fu assalito dall'irrefrenabile desiderio di annientare chi aveva causato la morte di Dwinga. Con lui mettiamo mano al guerriero più veloce, protetto dall'elemento del vento: spade doppie assettate di attacchi fulminei, ma in grado di divincolarsi anche dagli accerchiamenti più affollati con la minima difficoltà.
    Finalmente un mago. O, meglio, una strega: la giovanissima Tyurru, protetta dall'elemento dell'acqua, ci permette di ricorrere esclusivamente alla magia per sgominare l'avversario. Se il suo punto di forza sono gli attacchi sulla distanza con la sua grande bacchetta. Una volta accerchiata sarebbe spacciata, vista difesa e velocità pressoché inesistenti. E' bene utilizzarla stando nelle retrovie. Allevata dal vecchio Mylarrvaryss e dotata di un grande talento per la magia, mostra una inaspettata maturità per la sua età. Eppure, nel profondo, non è che una ragazzina normale. Cresciuta isolata dal resto del mondo, desidera visitare le terre lontane.
    Infine VigkVagk, un troll gigante e gentile che viveva con gli animali nelle foreste. Gli Orchi lo catturarono, ma il goblin Dwinkle gli diede un nome e conquistò la sua fiducia. Sebbene il suo cuore puro ne soffra, spera che seminando devastazione ovunque potrà metter fine alla guerra e salvare il suo amico. Non possiede un'arma perché è devastazione allo stato brado.

    Una luce accomodante...

    99N è un titolo godibilissimo per i patiti del genere: molto divertente, ricco di combo devastanti e diversificate, con un numero impressionante di "cavie" su schermo, inermi al nostro potere divino, qualora venga raggiunto il nono ed ultimo livello di potenziamento per ciascun personaggio. Le animazioni sono spettacolari, e ogni scontro risulta furibondo ed appagante. Fortunatamente ciascun protagonista ha il proprio "modus operandi" con una precisa tipologia di combattimento, il che rende il titolo molto vario: sarà poi compito del giocatore padroneggiare con efficacia ciascun personaggio sin dalle prime battute di gioco. Risultano ben costruite anche le ambientazioni di missione in missione, relativamente vaste e ricche di segreti, peccato che a lungo andare risultino un tantino monotone: avremmo gradito maggiore cura e più ricchezza di dettagli. Certo, considerata la tipologia di gioco che l'utente ha di fronte, non si perderà di sicuro ad ammirare il paesaggio (comunque il cielo merita almeno uno sguardo per gli scorci che sa regalare come pura poesia).
    Merita una menzione d'obbligo la stupefacente colonna sonora del gioco, da avere a tutti i costi; mai sino ad ora la redazione era rimasta rapita difronte a tanta musica così emozionante, perfetta in ogni momento e sfumatura: dai menù ai momenti di scontro, intervallati da pause ben poco incoraggianti. Purtroppo il suono surround non è abbastanza immersivo e realistico, anche se curato nei minimi particolari: camminando per la foresta si può sentire il canto dei grilli pian piano zittito dall'avvicinarsi delle grida nemiche in lontananza. Ma anche il solo incrociare la spada avversaria, col fragore che ne deriva, riempe il cuore di spavalderia.

    ...affievolita dalle ombre

    Vista la completa assenza del genere in questione su xbox360, non può che far piacere avere N3 nella propria collezione, eppure si poteva fare molto di più. Sia chiaro, fosse uscito in contemporanea mondiale, a pochi mesi dal lancio della console, il titolo si sarebbe fatto perdonare le molte lacune che si porta dietro, ma così non è stato e il possessore di una 360 vuole trovare giustificato il proprio acquisto. A parte l'esorbitante numero di personaggi su schermo, non c'è alcun elemento che segni con una demarcazione evidente il distacco dalla passata generazione. Non solo i programmatori non si sono prodigati per rinnovare il genere, ma hanno anche confezionato il gioco piuttosto frettolosamente. Graficamente non è più che una leggera tech-demo da presentare agli amici, che soffre di molti rallentamenti (nelle zone di nebbia o in fasi particolarmente concitate). La fluidità interrotta rende N3 a tratti ingiocabile, inoltre le vistose compenetrazioni (sia dei particolari del personaggio, di più corpi o addirittura dei modelli con l'ambiente circostante), e la telecamera fissa (che non segue assolutamente l'azione ma deve ogni volta essere accompagnata da stick destro e grilletto sinistro) sono altri difetti che minano fortemente la giocbilità.
    L'impressione generale è che il titolo avesse bisogno di maggiori attenzioni nella fase finale di realizzazione, perché di stile ne "trasuda" parecchio: la cura riposta nella creazione dei personaggi è ammirevole, come l'incontro di ricchi background, però durante il gioco tutto questo "lavoro" viene rovinato da errori banali e ingenuità da principianti.

    Con 99N siamo difronte ad un fitto intreccio di eventi che all'inizio può lasciare abbastanza dubbiosi sull'effettiva capacità narrativa del regista. Purtroppo non c'è infatti un vero filo conduttore tra i fatti; almeno non salterà agli occhi prima delle fasi finali, quando avremo assistito all'epica battaglia con lo sguardo di ciascun protagonista. L'eccessiva caratterizzazione dei personaggi ha portato a focalizzare troppa attenzione sulle singole vicende, per altro inspiegabilmente sconclusionate, riducendo all'osso la storia principale del gioco. Diversi dialoghi importanti sono scritti in maniera striminzita e vengono affrontati durante le fasi concitate di gioco, spesso e volentieri arrivano addirittura a spezzare la frenesia interrompendo l'azione: può capitare che combo o super-attachi allestiti con tanta fatica non vadano a segno a causa di stupide interruzioni narrative. Se la narrazione dei fatti già risulta poco chiara di suo su schermo, bisogna ricorrere al manuale per comprendere a fondo il titolo in esame, per chi non fosse avvezzo all'inglese parlato è da segnalare l'inspiegabile mancanza dei sottotitoli in italiano in alcuni filmati. Se l'utilizzo della computer grafica risulta sublime e maestoso, la regia delle sequenze in tempo reale è anonima e approssimativa, quasi si tratti di due giochi ben distinti.

    L'obiettivo finale di chi gioca è raggiungere il massimo voto per ciascuna missione, e sarebbe stato corretto fornire tutti gli estremi per il conseguimento di tale risultato; purtroppo né il tutorial e tanto meno il manuale spiegano i parametri per la valutazione e così spetterà al giocatore scoprirli per tentativi. In alcune missioni infatti ci sono addirittura delle subquest "segrete" da portare a termine, peccato che non vengano presentate in maniera esplicativa, e spesso si fraintendano le condizioni per portarle a termine.
    Altro elemento che fa storcere il naso è l'impossibilità di poter salvare durante una missione, contando che si possono impiegare anche più di 40 minuti per concluderne una: almeno un check-point avrebbe invitato il giocatore a ripetere solo parte dell'avventura. Non che sia comunque brillante il sistema di salvataggio ideato: una volta superata la missione potremmo salvare in un apposito slot, e terminata la campagna si sbloccherà un nuovo guerriero per il quale sarà bene utilizzare un nuovo slot, onde evitare di perdere i progressi conseguiti (livello e oggetti) col precedente.

    Se non fosse per gli obiettivi da sbloccare che obbligano a livellare al massimo i personaggi e terminare con la massima valutazione le missioni, il gioco godrebbe di una longevità piuttosto scarna. Alcuni protagonisti hanno poche missioni da affrontare e l'aggiunta di una sola missione bonus per Inphyy al termine di tutte le brevi campagne non è certo il massimo della gratificazione. Forse il titolo ne avrebbe giovato in longevità rendendo pubbliche le proprie performance tramite le classifiche LIVE, così il giocatore volenteroso si sarebbe prodigato per raggiungere la vetta.

    Ninety-NineNights Ninety-NineNightsVersione Analizzata Xbox 36099N è un titolo discreto, senza infamia e senza lode, che a ridosso di uscite pesanti come Gears Of War passa sicuramente in secondo piano. Se fosse uscito in contemporanea mondiale col Giappone, ovvero ben 7 mesi fa, in un periodo relativamente tranquillo, avrebbe obbiettivamente colpito per il divertimento e la spensieratezza che sa regalare al giocatore. Purtroppo per noi Microsoft si ostina a privilegiare gli utenti giapponesi, minando di conseguenza il titolo sul lato tecnico: l'alto numero di poligoni in movimento su schermo non giustifica le troppe le incertezze grafiche, a volte banali (come la mancata sincronia del labiale). Insomma N3 prometteva di essere il nuovo Otogi, ed invece è proprio nello “stile” che è venuto meno: un'ottima cura in fase di progettazione è resa in maniera altalenante nella sua trasposizione finale. Prima dell'acquisto vi consigliamo una prova: la versione finale infatti non si discosta molto dalla demo offerta nel marketplace, anche se la rigiocabilità dei livelli con nuove combinazioni di oggetti aumenta notevolmente longevità e profondità nell'esperienza del gioco. Se siete alla ricerca di un titolo non troppo impegnativo, per ammazzare il tempo, 99N può fare al caso vostro, purché siate appassionati del genere, tuttora latitante nel catalogo xbox360.

    6.5

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