Recensione Mortal Kombat Armageddon

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Recensione Mortal Kombat Armageddon
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Wii
  • Un abuso di K

    Se avete vissuto gli anni Novanta videoludici, allora Mortal Kombat è un picchiaduro che non ha bisogno di presentazioni.
    Nata nel 1992, la controversa serie Midway ha subito dovuto fare i conti con l'opinione pubblica a causa dell'incredibile violenza dei contenuti: proprio la cattiva pubblicità è stata una delle armi che hanno portato questo titolo a guadagnare una popolarità mostruosa in pochissimo tempo.
    Il connubio tra realismo e senso del macabro si rivelò una miscela vincente che, supportata dalle geniali trovate dei programmatori che inserirono easter eggs, personaggi segreti e altri piccoli improbabili dettagli, trasformarono Mortal Kombat in un vero e proprio fenomeno di culto, capace di spingere gli utenti a cimentarsi nel gioco alla ricerca di record impossibli, nella speranza di scoprire la verità dietro una monumentale quantità di voci che venivano diffuse da riviste specializzate o semplicemente da contorti passa parola.
    Malgrado estremamente più semplice dei titoli della concorrenza, per lungo tempo Mortal Kombat ha cavalcato un'onda travolgente di successo che si è però consumata all'improvviso dopo il terzo capitolo, fino a cadere nell'oblio in concomitanza con la sfortunata sequela di seguiti tridimensionali.
    Recentemente Midway è comunque riuscita a dare una certa dimensione alla serie, sistemando le meccaniche di gioco, introducendo nuovi personaggi (anche se molto, molto poco carismatici) e in generale creando picchiaduro tutto sommato soddisfacente.
    Sulla scia di Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi II, anche Mortal Kombat giunge sulla nuova console Nintendo con Armageddon, dopo essere comparso su PS2 e Xbox, determinato a dire la sua sull'utilizzo di Nunchuck e Wiimote nell'ambito dei giochi di lotta.

    Tanta Karne al fuoco

    La presenza di un numero troppo elevato di guerrieri nerboruti eccesivamente potenti sta portando l'universo di Mortal Kombat al disfacimento.
    Quale modo migliore per assottigliare le fila dei pericolosi combattenti, se non indire l'ennesimo torneo a base di truculenti omicidi?
    Questa poco interessante premessa è il motore narrativo che ci spingerà ad impersonare uno degli oltre sessanta personaggi giocabili in cerca di sangue e supremazia.
    Non manca nessuno all'appello: Scorpion, Sub-Zero, Shang Tsung, Liu Kang e tutta la vecchia guardia di anti-eroi sono rimasti quasi totalmente identici alle incarnazioni per i precedenti titoli tridimensionali.
    Le operazioni di riciclaggio sono molto comuni tra i picchiaduro, ma la mancanza quasi assoluta di mosse o funzioni inedite, unite ad un roster di combattenti che annovera veramente poche figure carismatiche creano da subito un'atmosfera stantia, noiosa.
    Le cose non migliorano una volta scoperto che non sono state introdotte novità di sorta nel sistema di gioco: i personaggi tendono a somigliarsi tutti, le mosse inedite sono ben poche.
    Per ovviare a questa evidente lacuna, Mortal Kombat tenta di distrarre l'utenza inserendo un gran numero di modalità decisamente poco classiche.
    In Konquest, uno story mode eccessivamente lungo strutturato come un picchiaduro a scorrimento, vestiremo i panni di Taven, un guerriero appena svegliatosi da un lungo sonno da cui dipende il verificarsi di un cataclisma di proporzioni bibliche.
    In modo simile a quanto visto in Shaolin Monks e Deception, dovremo attraversare lunghi livelli gremiti di nemici di tutti i tipi da eliminare affidandoci alla forza bruta o brandendo occasionalmente rozze armi. Sparsi per i livelli abbonderanno passaggi segreti ed oggetti da raccogliere per sbloccare personaggi, costumi e altri piccoli bonus nelle altre modalità.
    Malgrado l'interesse iniziale, anche Konquest viene presto a noia, a causa dei controlli poco precisi e della varietà di azione pressochè inesistente.
    A conti fatti, l'unica possibilità di divertirsi con Armageddon è fornita da Kombat Motori, un minigioco di corse in cui potremo metterci al volante di un Kart e sfidare gli altri pilotati da personaggi dell'universo di Mortal Kombat e gareggiare lungo 5 tracciati irti di trappole e disseminati di armi e pannelli per il turbo.

    Kontrolli poco Konvincenti

    Il sistema di controllo è ovviamente l'elemento da cui, più di tutti, dipende la valutazione di un picchiaduro.
    In Mortal Kombat potremo eseguire parate e schivate, brevi combo, un numero esiguo di mosse speciali ed infine utilizzare uno stile di combattimento alternativo impugnando un'arma che varia da personaggio a personaggio.
    Purtroppo con l'avvento del Wiimote tante serie abbandoneranno la via sicura del Pad in favore di intenti pioneristici, infrangendosi contro il muro del fallimento!
    Nel titolo Midway, com'era prevedibile, potremo quindi avvalerci del pad del Gamecube o del Classic Controller, ma anche tentare l'inedita interfaccia di comandi del Wiimote, con risultati decisamente insoddisfacenti.
    Se da un lato il sistema di movimento, affidato allo stick del Nunchuck, funziona molto bene, non convince affatto la mappatura dei tasti dedicati a calci e pugni (assegnati alle quattro frecce direzionali) e tantomeno il complicato sistema di esecuzione delle mosse speciali.
    Impugnando il Wiimote, ci si rende subito conto di come sia difficile raggiungere le freccie posizionate in cima al telecomando, specialmente in un titolo che prevede anche l'uso non solo dei tasti A e B, ma addirittura 1 e 2.
    Come se ciò non bastasse, per eseguire i diversi attacchi speciali occorre tener premuto il grilletto B e agitare il Wiimote riproducendo dei movimenti che tendono a somigliarsi molto e sono comunque spesso confusi dal gioco: il risultato è che una sola una volta su cinque il vostro combattente attaccherà come desiderate.
    Se pensate però che affidarvi ad un metodo di controllo tradizionale possa trasformare Armageddon in un titolo giocabile, vi sbagliate di grosso: malgrado la posizione dei tasti decisamente più convenzionale, infatti, il feeling di legnosità ed imprecisione non migliora affatto. Il vero problema è costituito dall'evidente rigidità dei personaggi, sottolineata da animazioni pigre e da una quasi totale incapacità di esprimere l'impatto dei colpi.

    Komparto Tecnico

    Graficamente il titolo Midway si assesta su buoni livelli. I modelli dei personaggi (per lo più riciclati dai vecchi episodi) sono puliti e piuttosto dettagliati, anche se mancano di carisma: sembra quasi che anche i protagonisti siano stati realizzati utilizzando gli elementi dell'editor.
    Durante i combattimenti ogni membro del roster esibisce un buon numero di animazioni, sovente sufficientemente fluide e in alcuni casi molto ben caratterizzate (si pensi a quando Sub-Zero si rialza dopo un round di sconfitta). Purtroppo però capita anche di assistere ad inesattezze che fanno storcere il naso: alcune mosse fanno letteralmente pattinare i personaggi, i quali piuttosto che muovere le gambe con naturalezza si spostano approssivamente come se scivolassero sul campo di battaglia.
    Si rivelano infine deludenti gli effetti speciali: esplosioni, raggi laser, pozze congelate sono realizzate in modo appena sufficiente. Non solo su Wii, ma anche su Xbox, PS2 e Cubo si è visto molto di meglio.
    Durante gli scontri alcuni effetti grossolani ma piacevoli donano al titolo quel feel di goffa violenza che ben si addice alla serie. Gli schizzi di sangue esagerati ad ogni colpo (divertente veder scorrere il sangue sui personaggi quando vengono feriti gravemente); le prese, che fratturano vistosamente gambe o braccia e infine le fatality. In Armageddon è stato introdotto un nuovo sistema che permette di "personalizzare" il proprio attacco finale, creando una catena di azioni premendo tasti in sequenza. Malgrado l'idea di eseguire lunghe combo con le fatality sia divertente, si sente la mancanza delle vecchie scenette a cui i giocatori più stagionati saranno abituati.
    Un lavoro di gran lunga migliore è stato fatto con le location. Ogni arena è ricca di piccoli ostacoli o trappole, come gigantesce ventole sul soffitto o rulli compressori posizionati di fianco alle pareti. Ovviamente sarà possibile sfruttare questi elementi sia per portarsi in vantaggio durante un match che per eseguire delle fatality "ambientali".
    Inoltre, vero trademark della serie, abbondano pareti, soffitti e pavimentazioni che potremo sfondare scaraventandoci contro un avversario, portandoci in locazioni inedite e solitamente ancor più ricche di elementi pericolosi.
    Le scelte cromatiche delle ambientazioni sono molto azzeccate, e le texture ben fatte. Anche in questo caso il livello di dettaglio lascia soddisfatti, mentre la telecamera riprende l'azione evitando di coprire la visuale con colonne, pareti irregolari o oggetti di vario tipo.
    I più nostalgici fan della serie si troveranno subito a loro agio grazie all'atmosfera creata dai menu, dalle schermate di caricamento e dal comparto sonoro. Le voci campionate di speaker e personaggi sono identiche a quelle dei primissimi episodi e le musiche che accompagnano gli scontri sono in perfetto stile "Mortal Kombat" (con tanto di piccole citazioni ai vecchi brani durante i combattimenti nelle vecchie arene dei capitoli bidimensionali, riadattate al 3D per l'occasione).
    La modalità Konquista inoltre è ricca di dialoghi completamente doppiati in inglese piuttosto godibili, degni dei migliori film di serie B.

    ManKanze

    Nemmeno la possibiltà di usufruire della Wi-Fi Connection avrebbe risollevato le sorti di MK Armageddon. Dopotutto un titolo che pecca sul versante della giocabilità non può che generare un'esperienza online deludente.
    Inutile quindi porsi domande circa la ragione per cui questa opzione presente su Xbox e PS2 manchi su Wii, che già ha dimostrato di saper gestire piuttosto bene il gioco in rete con Mario Strikers Charged Football.
    Per farsi perdonare, i programmatori hanno inserito un nuovo personaggio chiamato Khameleon, per la verità già apparso nella versione per N64 di Mortal Kombat Trilogy.
    Chiaramente, alla vista di una simile combattente, figlia di un character design di alta scuola (è quasi completamente trasparente) si può tranquillamente perdonare l'ingiustificata mancanza della modalità online. E' sopravvissuta invece la modalità per creare un personaggio da zero, utilizzando vari gadget e vestiti per personalizzarne l'aspetto estetico. Decideremo completamente anche lo stile di combattimento in corpo a corpo sia con che senza arma, settando mosse speciali ed attacchi base.
    Niente di originale (chi ha giocato Soul Calibur III se ne renderà conto immediatamente), eppure la presenza di un gran numero di piccoli omaggi a personaggi ad altre serie di giochi o anime (Tekken, Dragon Ball, addirittura Final Fantasy) da la possibilità di creare piccoli capolavori del trash videoludico.
    La longevità del titolo è insomma garantita, ammesso che si abbia la pazienza di dedicare tempo ad Armageddon.
    Giocando ognuna delle numerose modalità si accumuleranno crediti da spendere nella Kripta, un contenitore degli elementi segreti sbloccabili che includono personaggi bonus, costumi alternativi e tantissimi artwork.

    Mortal Kombat Armageddon Mortal Kombat ArmageddonVersione Analizzata Nintendo WiiMortal Kombat è stato una delle illustri vittime della corsa verso il 3D, ma questa non è certo una novità. Armageddon non è un cattivo porting, ma vista la mancanza della modalità online e l'inutilizzabile sistema di controllo alternativo , duole ammettere che questa versione per Wii non abbia particolare motivo di esistere. Midway non ha svolto un lavoro malvagio, ma la giocabilità insufficiente rende il titolo un acquisto da considerare soltanto per giocatori disperatamente assettati di picchiaduro sulla console Nintendo. Anche i fan più irriducibili della serie potrebbero restarne delusi.

    5.5

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