Recensione Overlord per PC

Essere cattivi col sorriso sulle labbra

Recensione Overlord per PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Il male ha sempre avuto un fascino particolare. Vi è mai capitato (videoludicamente parlando) di salvare l’ennesimo villaggio dal cattivo di turno, e provare una leggera sensazione di nausea a causa di tutta quella felicità; o l’irrefrenabile voglia di mettere a ferro e fuoco un paesaggio da cartolina. Overlord, il nuovo titolo sviluppato da Triumph Studios, mette a disposizione del giocatore un mondo intero da assoggettare all’insegna del terrore.
    Le sue fonti di ispirazione sono capolavori del passato come Dungeon Keeper e Fable; il primo per la forte vena umoristica e il secondo per lo stile grafico delle ambientazioni. Il protagonista è l’essere malvagio per eccellenza, il Signore del Male (Overlord, appunto), impegnato a riconquistare con la forza ciò che un manipolo di eroi gli aveva tolto. Il suo compito è quello di distruggere qualsiasi cosa dotata di una parvenza di felicità, uno sprizzo di allegria. Tutto è condito dalla succitata malvagia ironia in grado di rendere l’atmosfera quasi “goliardica”.

    La trama di Overlord, tutt'altro che ricca di spunti originali, appare volutamente modellata attorno ai clichè tipici della "malvagità fantasy", quasi votata alla metodica rivisitazione di tutti i luoghi comuni che la caratterizzano. Tutto ha inizio dal quartier generale, una torre ormai diroccata, dove il precedente Signore del male è stato sconfitto da un manipolo di eroi. Proprio quando la malvagità sembrava regnare sovrana, oltretutto. Questi fastidiosi paladini della giustizia sono diventati, negli ultimi tempi, un problema serio. Non è più possibile seminare morte e distruzione senza che qualche impavido avventuriero provi a mettere i bastoni fra le ruote. Ironia della sorte, i sette eroi responsabili della caduta dell’Overlord reincarnano ora i sette peccati capitali; complice la fama delle loro imprese che ne ha corrotto gli animi. E' tempo quindi ti tentare una rivoluzione...

    È tempo di spolverare la torre...

    Overlord è catalogabile come un titolo d’azione/avventura con alcune componenti RPG e, soprattutto, impianti (semi)strategici di gestione delle truppe. Il mix insolito si mostra capace di regalare ore di divertimento e un gameplay alquanto particolare, almeno nelle fasi iniziali.
    Come vedremo le meccaniche ricordano da vicino quel Pikmin che allietò le ore dei possessori di Gamecube (seppur in questo sia ravvisabile una propensione più marcata verso l'azione) e il potenziale ludico del prodotto è di prima categoria.
    Il titolo Codemasters mette l'utente nei panni dell'Overlord, permettendogli di scorrazzare liberamente lungo i territori che andranno inevitabilmente ad incrementare i possedimenti del regno, inquadrato da una visuale isometrica alle spalle del proprio Alter Ego. Il Signore del Male dovrà quindi muoversi di villaggio in villaggio, depredando e razziando, al fine di assoggettare la popolazione al suo volere ed eliminare progressivamente ogni possibile insidia al trono. Per far questo avrà a disposizione una buona dose di combinazioni d'attacco e qualche magia sufficientemente spettacolare, così da potersi dilettare nelle proprie nefandezze. Ma al di là delle fondamenta da Action Game (invero non molto nutrite), Overlord mette in mostra meccaniche ludiche più affini ad altri generi ludici (un insolito mix fra Puzzle Game e strategico).
    Come ogni sovrano che si rispetti, infatti, il protagonista avrà a disposizione l’aiuto prezioso di alcuni sudditi particolari. Si tratta in questo caso dei Serventi: piccole creature, afflitte da evidenti problemi mentali, che seguiranno il loro signore nelle sue opere di distruzione. Questi sono completamente sotto il controllo dell'utente e rappresentano, a conti fatti, lo strumento principale da adoperare per superare l'avventura e risolvere le situazioni più intricate.
    Le prime fasi di gioco consistono proprio in in un tutorial che permetta di padroneggiare queste “risorse (in)umane”: il fido Consigliere dell’Overlord spiega in dettaglio come acquisire e comandare i serventi, a spese di un giullare troppo invadente che farà da cavia per randellate e botte varie. Presto l'utilità dei fedeli servitori diventa chiara: essi sono in grado non solo di fungere da piccolo esercito personale, capaci di fronteggiare tempestivamente molti avversari, ma riescono persino a rivelarsi utili per l'esplorazione: spesso è necessario spedirli in zone irraggiungibili per l’Overlord, o semplicemente ordinargli di spostare un ostacolo e trasportare oggetti.
    Ricalcando da vicino la tradizione del succitato prodotto Nintendo, anche Overlord offre varie tipologie di servitori. All’inizio dell’avventura la vostra armata consiste in sole 5 unità di colore marrone, ma con l’avanzare del regno di terrore e la scoperta di nuovi nidi il loro numero aumenterà progressivamente, e si potranno trovare serventi di varia natura. Le categorie sono in tutto 4: i serventi rossi, immuni al fuoco e capaci di attaccare a distanza; quelli marroni, buoni combattenti nel corpo a corpo; i blu, resistenti all’acqua e in grado di curare i compagni; i verdi, infine, resistenti al veleno e dotati dell’abilità di rendersi invisibili per attaccare di sorpresa. Questa varietà di competenze ne permette un utilizzo strategico: per avere successo durante le missioni è necessario variare la composizione dell’armata in base alla tipologia di avversari e pericoli da affrontare, così come spesso è richiesto di utilizzare serventi di qualche tipologia particolare per risolvere non troppo intricati enigmi ambientali. Sono presenti nelle locazioni diverse sorgenti da cui richiamare questi piccoli (ma letali) “gremlins” in modo da comporre il proprio esercito. È anche possibile sacrificarli per ottenere vita o mana, operazione inevitabile in alcuni frangenti, durante i combattimenti più duri. A conti fatti i Serventi non sono solo il fulcro della giocabilità, ma contribuiscono attivamente a creare un'atmosfera particolare: controllare un piccolo esercito fuori di testa è un'idea divertente e le scene esilaranti non si contano: dalle frasi urlate dai serventi all’utilizzo che essi fanno degli oggetti sparsi per il mondo, con cui improvvisano armi ed armature. Per non parlare della loro eccitazione di fronte a un gregge di pecore da massacrare.
    Ovviamente tenere a bada tutti i serventi richiede un buon sistema di controllo: Overlord non pecca eccessivamente sotto questo aspetto, ma presenta qualche difetto, legato soprattutto ad una generale complessità delle impostazione. Il tasto destro e sinistro del mouse sono adibiti al controllo dei nostri seguaci (rispettivamente attacco e ritirata/raduno), mentre i classici WASD e controlli da tastiera sono utilizzati per il movimento dell’Overlord. E' possibile passare dinamicamente dall'impostazione atta a impartire comandi a quella di attacco diretto: agganciati i vari nemici con Shift i pulsanti del mouse permettono di attaccare e lanciare incantesimi. Sono presenti varie hotkeys per comandare una tipologia di serventi alla volta e, in modo piuttosto intuitivo, posizionarli strategicamente in qualche punto della mappa per sfruttare al meglio la situazione. Nella frenesia dell’azione può tuttavia capitare di fare confusione, complice la disposizione dei tasti che non sempre risulta confortevole.

    Oltre alle fasi di gioco in cui si mescola azione, strategia ed esplorazione, all'utente è data la possibilità di gestire un proprio Covo. Si tratta della torre a cui sopra si accennava: all’inizio del gioco si troverà in pessimo stato, ma con lo svolgimento delle missioni, e soprattutto la conquista di una “Signora della torre”, tutto tornerà allo splendore di un tempo. Con i soldi racimolati dalle varie razzie sarà possibile persino comprare statue, stendardi e altri oggetti in grado di abbellire le stanze di proprietà dell’Overlord. Ma quartier generale non è una semplice dimora. Possiede, infatti, diverse zone che permettono di divertirsi indipendentemente dall'avventura o controllare la propria influenza sul mondo di gioco. Ad esempio nei sotterranei è possibile combattere per allenarsi, con tanto di servanti nel ruolo di tifosi, scegliendo come sfidante uno tra gli avversari già sconfitti.
    Fra le altre zone della Torre, il Nucleo contiene le informazioni sui progressi nel gioco e la percentuale di corruzione. Quest’ultima varia in base alle malefatte compiute dall’Overlord: durante lo svolgimento di alcune missioni è possibile scegliere se smorzare lo stimolo sadico e distruttivo o essere cattivi fino in fondo, provocando malessere in chi sperava in un aiuto e una conseguente sadica felicità nei propri seguaci. Questa percentuale è in grado di modificare l’aspetto fisico del Signore del male (con un sistema simile a quello visto in Fable), oltre che influenzare il comportamento degli esseri viventi che gli si pareranno davanti. Non c’è, tuttavia, una completa libertà, auspicabile in un gioco di questo tipo per moltiplicare il divertimento: le scelte si riducono a dei semplici aut-aut per altro poco incisivi a livello narrativo.

    In generale l’impostazione di gioco risulta divertente, anche se a lungo andare Overlord perde parte del suo fascino rischiando di causare qualche sbadiglio: purtroppo per il prodotto Codemasters, alcuni difetti strutturali precludono una promozione piena. Nonostante la varietà di missioni e lo sviluppo dell’avventura, infatti, le operazioni da compiere sono spesso simili in ogni combattimento: l’utilizzo dei serventi risolve gran parte dei combattimenti, laddove il protagonista è chiamato a menar fendenti non troppo incisivi. A conti fatti nelle fasi avanzate dell’avventura il procedere rischia di diventare meccanico, se non addirittura ripetitivo.
    Il feeling che si prova a controllare i propri serventi, specialmente al principio dell’avventura, è però unico e la sensazione di novità (un panorama ludico come quello di Overlord non è fra i più sfruttati dall’industria) rende sicuramente l’approccio molto divertente. Una maggiore cura (o un maggior numero di serventi, con conseguente allargamento delle situazioni tattiche e strategiche) avrebbe sicuramente giovato e, forse, reso il titolo indimenticabile. Ad oggi, unita alla generale ripetitività dell’azione, si deve aggiunge la linearità delle terre da esplorare, attutita solo da bivi e portali, oltre che dalla possibilità di tornare sui propri passi per racimolare oro ed essenze. Sicuramente non è un difetto in grado di inficiare il gioco, ma una maggiore elasticità avrebbe giovato alla freschezza del tutto sulla lunga durata. Scorazzare per il mondo devastando case, villaggi e feste varie è comunque gradevole, grazie anche all'atmosfera del gioco, fatta di un’ironia macabra e malevola. Fortunatamente nell’adattamento in italiano la traduzione non rovina l’esperienza (e il passato ci insegna che un lavoro superficiale sotto questo aspetto può abbattere un intero titolo). La traduzione è realizzata bene a parte qualche ripetizione di troppo durante i dialoghi. Le battute sono divertenti e strappano un sincero sorriso, cosi come le urla di eccitazione dei serventi durante i loro atti di vandalismo.

    Riguardo la componente grafica, il titolo mostra ottimi risultati. Le atmosfere fiabesche, che ricordano fortemente il succitato Fable, sono riprodotte con maestria grazie agli innumerevoli dettagli sia a livello di textures che di modellazione. Effetti particellari e di luce adornano il gioco in modo impeccabile creando le basi necessarie ad un’avventura immersiva. Durante i vandalici viaggi dell’Overlord è possibile distruggere in modo realistico quasi tutto quello che si para davanti. Compresi piatti, tavole imbandite, raccolti dei campi e molto altro ancora. Un tocco di classe in grado di rendere ancor più soddisfacenti le malefatte compiute.
    Tutto questo richiede un buon PC per girare a dettagli alti; scendendo a compromessi, tuttavia, è possibile giocare in modo più che buono anche su macchine non proprio recenti. Requisiti accettabili; anche in virtù della quantità di elementi su schermo (numerosissimi ad esempio i serventi), che è sempre molto elevata.
    Come già accennato il comparto audio è ben realizzato e, per quanto riguarda la versione italiana, il doppiaggio è curato. Le voci riescono ad arricchire l’atmosfera generale, grazie a battute azzeccate e umorismo al posto giusto.



    È presente anche una sezione multiplayer, indipendente dall'avventura per giocatore singolo. Le modalità sono "sopravvivenza cooperativa" e "versus", entrambe pensate per due soli giocatori.
    Nella prima è possibile collaborare, cercando di far fronte ad un gran numero di avversari.
    Versus, invece, ha due diverse possibilità di sfida. "Carneficina", uno scontro diretto fra due Overlord, e "Saccheggio", una gara a chi racimola più oro nel tempo prestabilito. Ognuna di queste opzioni di gioco consente vari settaggi come la durata delle partite, il punteggio limite e la mappa in cui confrontarsi (un numero piuttosto esiguo). Data la scarsità d'opzioni, la latitanza di utenti nei server dedicati, e la natura stessa del prodotto, il multigiocatore di Overlord è da considerare soltanto un'aggiunta, dovuta più alla necessità dei titoli odierni di permettere il gioco online che da una reale necessità, e quasi ininfluente sulla longevità effettiva.

    Overlord OverlordVersione Analizzata PCVestire i panni dell’Overlord è un’esperienza decisamente divertente. Grazie all’ironia che permea il titolo le sessioni di gioco sono all’insegna del sorriso (o forse è meglio definirlo ghigno). Il titolo di Triumph Studios vanta palese ispirazione da capolavori del passato: gli ingredienti del cocktail firmato Codemasters sono Dungeon Keeper, Pikmin, Fable e una spruzzatina di Diablo. Ogni gioco, dopotutto, prende spunto dai suoi predecessori - solitamente però nel contesto del proprio genere, dove invece Overlord tenta con successo di fonderne molti. In ogni caso il mix appare riuscito, con meccahiche ben studiate che garantiscono freschezza soprattutto durante le prime ore di gioco. E se Overlord non riesce a raggiungere il livello dei titoli a cui si ispira è a causa di peccati veniali: a lungo andare il tutto può risultare ripetitivo, a causa di un ambientazione piuttosto lineare e di controlli non sempre impeccabili. Fortemente consigliato a chi è intrigato dall’idea alla base della struttura generale, o a chi è stanco di prodotti consueti che non sanno andare oltre il concetto di “genere” cercando un’esperienza diversa dal solito.

    7

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