Recensione Armored Core 4

Metallo pesante

Recensione Armored Core 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Dieci anni di AC

    Quando si parla di Mech-Game su console, uno dei primi nomi che balza alla memoria è proprio Armored Core, sicuramente una delle serie più conosciute ed apprezzate dagli appassionati del genere fin dal suo esordio (datato 1997) su Playstation. From Software, la casa che ha dato i natali alla serie, giunge con questo nuovo episodio al decimo capitolo della saga confrontandosi per la prima volta con le possibilità offerte dai sistemi di nuova generazione rappresentati da Ps3 e 360.

    Lo Smantellamento Delle Nazioni

    In un futuro non poi così lontano la nostra società sta attraversando un periodo di crisi senza eguali: la crescita demografica è ai suoi massimi storici ed il fenomeno si ripercuote in un rapido esaurirsi delle poche risorse energetiche rimaste e nella mancanza dei generi di prima necessità. In questo contesto di degrado, carestie e malattie imperversano sulla gran parte della popolazione, la quale in preda al malcontento non passa giorno senza che esprima il suo disappunto in maniera sempre più violenta: rivolte, saccheggi, azioni terroristiche si susseguono a ritmo incessante e le istituzioni impreparate ad affrontare il caos risultano impotenti. Ed in questa caotica situazione che le genti della Terra prive di guida si riunisco in sei grandi corporazioni ognuna delle quali risulta capeggiata da un sedicente leader, apparso dal nulla come un novello messia. Costoro altro non sono che signori della guerra, multimiliardari che traggono le loro enormi ricchezze proprio dal promuovere la folle corsa agli armamenti che si sta verificando. Sfruttando la potenza degli Armored Core - potenti mezzi corazzati antropomorfi in grado si spostarsi su ogni tipo di terreno - i sei capi si fanno promotori di una guerra su scala planetaria contro le Nazioni del Mondo. Il conflitto conosciuto come Lo Smantellamento Delle Nazioni si risolve con l'annientamento del vecchio ordine mondiale; la nuova era la Pax Economica è una realtà in cui schiavitù, corruzione e prevaricazioni sono la norma Tuttavia un gruppo di ribelli anarchici tenta ancora di opporsi. Sono i Ravens fuorilegge, mercenari e idealisti disposti a rischiare la vita in nome della Libertà. Questa è la premessa che farà da sfondo alle vicende narrate nella modalità campagna; purtroppo nonostante la trama presenti spunti d'interesse notevoli il tutto è realizzato in maniera assai mediocre: all'atto pratico non si riduce ad altro che ad un semplice contesto atto a fornire una motivazione alle varie missioni. Il problema principale è che il canovaccio narrativo risulta essere del tutto slegato dal gameplay; storia e gioco procedono in maniera parallela senza mai intersecarsi. Quel che abbiamo è una vicenda narrata di cui non vi è traccia nel gioco, secondo un modo di "raccontare" il videogame ormai del tutto anacronistico e desueto.

    From Software e la Next-Gen

    Anche questo episodio della saga From Software è incentrato su una modalità campagna (strutturata in 37 missioni) che costituiranno in cuore dell'esperienza in single player. Questo story mode è preceduto da un lungo ed esaustivo tutorial, organizzato in sezioni, ognuna delle quali vertente su un particolare aspetto dell'AC. Superata questa fase verremo catapultati sul campo di battaglia. E qui dobbiamo segnalare i primi problemi in quanto From Software fedele alle proprie idee si è limitata a riciclare in maniera pressoché completa la struttura dei precedenti episodi. Il risultato è che questo Armored Core 4 - pur con tutte le differenze del caso - è il medesimo titolo proposto nelle precedenti edizioni, con tutti i suoi limiti e difetti. Il gameplay è stato parzialmente rivisto, rivedendo i controlli degli AC rendendoli più semplici ed intuitivi in modo da aumentare la frenesia degli scontri; più in generale è l'intera azione di gioco ad essere stata velocizzata. Anche l'HUD è stato ridisegnato in funzione di una maggiore "leggibilità" adesso troviamo in alto a sinistra e a destra gli indicatori di carica delle armi equipaggiate, e al centro ben visibili le informazioni relative ad energia, boost a cui si aggiunge l'immancabile radar. Anche il sistema di puntamento risulta più funzionale; dotato di lock on automatico è, tra le altre cose, in grado di mostrarci la distanza dal nemico agganciato permettendoci di zoomare sullo stesso. Altre migliorie riguardano le capacità motorie degli AC, ora dotati di ben tre tipi di boost, e la funzione di selezione automatica dell'arma più adatta al contesto di battaglia. Il risultato finale è un maggior livello di manovrabilità ed agilità dei mezzi rispetto ai predecessori, nonché - come già detto - un azione di gioco decisamente più fluida e dinamica. Da segnalare anche fra gli aspetti positivi le possibilità offerte dal sistema di customizzazione, da sempre fiore all'occhiello della saga. In questo nuovo capitolo, la sezione dedicata alle modifiche, è stata ulteriormente migliorata ed ampliata a tal punto da permettere combinazioni quasi infinite. Entrando nella sezione apposita, oltre a poter acquistare nuovi pezzi di ricambio e potenziamenti di ogni genere per i nostri mezzi corazzati, avremo la possibilità di assemblare da zero l'AC ideale, con la facoltà di poter decidere anche il colore di ogni singolo pezzo. Tuttavia questi piccoli passi avanti non riescono a coprire le numerose lacune di un gameplay che avrebbe necessitato di ben altre revisioni sia concettuali che sostanziali per rimanere al passo con i tempi. L'interazione con gli scenari di gioco è davvero minima e pare seguire regole tutte sue: location urbane, che facilmente si presterebbero ad una massiccia opera di demolizione, non offrono nulla da abbattere tranne qualche vetrata lasciando interi edifici intonsi anche dopo un attacco missilistico diretto; anche la morfologia degli stessi scenari risulta rozza ed estremamente banale con ambienti dalle dimensioni assai contenute dal design fin troppo semplicistico. E' questo forse l'aspetto che più colpisce (in negativo) di Armored Core, che per il resto risulta inframmezzato da tutta una serie di disfunzioni più o meno gravi, molte delle quali ereditate dagli episodi precedenti. Ecco dunque far capolino un'Ia nemica fortemente deficitaria, poco avanzata, che si esprime in combattimenti privi di spessore tattico in cui la componente strategica risulta fortemente penalizzata e spesso assente per gran parte del gioco. Difetto a cui si assomma la durata esigua di buona parte delle missioni, alcune delle quali - soprattutto nella fase iniziale - possono essere risolte nell'arco di una manciata di minuti. Il risultato non è certo esaltante, sicuramente al di sotto delle aspettative che il passaggio del brand su sistemi così avanzati avrebbe permesso. In un quadro non certo roseo giunge come un balsamo benefico la modalità online, che ci permetterà di sfidare altri avversari attraverso un Deathmatch da disputarsi in singolo oppure a squadre, dove potremo utilizzare i nostri AC personalizzati e scambiare con gli altri utenti le parti ottenute attraverso la campagna. La bellezza delle sfide online risolleva parzialmente una situazione alquanto negativa, anche se pure in questo caso sarebbe stata assai gradita la possibilità di poter partecipare a missioni appositamente studiate per l'occasione. In definitiva il solito Armored Core, gravato da un impianto di gioco ormai stantio a cui gioverebbe una rivisitazione profonda e completa.

    Limiti di progettazione

    Tecnicamente Armored Core 4 non stupisce minimamente mostrando in maniera palese le sue origini old gen. La parte più riuscita riguarda, ovviamente, i modelli tridimensionali degli AC disegnati e progettati in modo realistico e convincente. Anche le texture che li ricoprono brillano per cura e definizione tuttavia non si può fare a meno di notare l'estrema povertà poligonale degli scenari in cui si svolge l'azione. Enormi "stadi" vuoti caratterizzati da costruzioni architettoniche ridicole nella loro semplicità e avare di dettagli degni di nota, a cui si aggiunge un orizzonte visivo estremamente limitato. Da segnalare, inoltre (come summenzionato), la pressoché totale mancanza di interattività con l'ambiente esterno: sfiorando il pelo dell'acqua, ad esempio, non accade nulla e, i pochi elementi modificabili non si distruggono sotto i colpi del nostro arsenale, bensì si ammaccano e si deformano in punti sempre prestabiliti. Si avverte da subito, oltretutto, la mancanza di effetti luce curati, alcuni scenari sembrano immersi nel buio e le fonti di luce non producono effetti di rifrazione convincenti su nessuna delle superfici: ne quelle ambientali, ne quelle rappresentate dalle corazze dagli AC. Discreti e di buona fattura invece gli effetti particellari usati per rappresentare le esplosioni, alcune delle quali molto coreografiche. Fortunatamente, nel mondo di Armored Core 4, dove, graficamente, oltre ai mezzi corazzati non sembra davvero esserci altro degno di menzione, c'è spazio per un reparto sonoro di buon livello che, sempre grazie all'ottimo supporto digitale fornito, restituisce degnamente l'illusione delle battaglie. Troppo poco davvero per macchine come Ps3 e 360.

    Armored Core 4 Armored Core 4Versione Analizzata Xbox 360Stantio nelle meccaniche di gioco, poco divertente e per nulla ispirato, Armored Core 4 è quasi un ultimatum per From Software: o lo sviluppatore nipponico con il prossimo capitolo della saga cambia qualcosa di una struttura di gioco vecchia e logora, oppure è meglio che la serie si appresti lungo il viale del tramonto e che gli AC facciano una triste marcia verso l'hangar. Armored Core 4 non offre molto al videogiocatore odierno ad esclusione di una più che discreta modalità online, il resto è decisamente sottotono.

    6

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