Recensione Moto Gp 07

Staccate l’antenna e accendete la console!

Recensione Moto Gp 07
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox 360
  • Siamo sempre di più.

    Negli ultimi anni il Motomondiale ha riscosso un successo di pubblico sempre maggiore. Con il passare del tempo un numero sempre più grande di persone si è avvicinato a questo sport; un incremento che, probabilmente non per caso, è avvenuto con la presenza in pista di campioni come Max Biaggi (e gli indimenticati duelli con Mick Doohan) e Valentino Rossi, senza dimenticare il “decadimento” di spettacolarità di cui è stata vittima la Formula 1 dal 1997 in poi (fenomeno che ha probabilmente fatto migrare molti spettatori occasionali verso le corse su due ruote).
    I videogiochi, per fortuna o purtroppo, sono sempre ben disposti a cavalcare la cresta dell’onda del momento e da alcuni anni a questa parte, così come avviene per i giochi di Formula 1 o di altre categorie, titoli incentrati sulle corse motociclistiche compaiono con una certa puntualità sugli scaffali dei negozi. Il fenomeno, ovviamente, non è limitato alle simulazioni di motomondiale, ma è chiaro che la presenza in un titolo videoludico di licenzè altisonanti sia fonte di interesse da parte dell’utenza. Eppure, MotoGP ’07 non merita, purtroppo, il nome del quale spavaldamente si fregia.

    Tutto e il contrario di tutto.

    Uno dei problemi principali di MotoGP ’07 è l’impossibilità di capire se si tratta di un gioco d’impostazione arcade o meno. Ovviamente molti titoli si pongono tra le due tipologie, con compromessi ben precisi; ma l’approccio di MotoGP 07 non è un compromesso, è un atteggiamento ambiguo del quale non si capiscono le cause ma è di cui è impossibile negare gli effetti. I programmatori hanno fatto in modo che il giocatore possa adattare ai suoi gusti e capacità la difficoltà del gioco e il livello di simulazione, ma questa modulabilità (presente in tantissimi titoli del genere) non è stata ben sviluppata e il prodotto finale risulta, sotto questo punto di vista, incompleto. Da una parte si ha un’impostazione tipicamente arcade: è difficile (se non impossibile) perdere completamente aderenza sull’asfalto (in accelerazione o in frenata), il livello di difficoltà è particolarmente basso, sono presenti tracciati di fantasia e il “settaggio” della moto è piuttosto approssimativo. D’altra parte, invece, il giocatore ha la possibilità di stabilire quale freno azionare e come spostare il peso del corpo; elementi che fanno pensare ad un gioco puramente simulativo, ma è qui che l’ambiguità di MotoGP 07 si mostra in tutto il suo paradosso: frenare al massimo con il freno anteriore in piena curva dovrebbe comportare una clamorosa scivolata, ma MogoGP 07 si mostra, tranne che in casi estremi, magnanimo e accondiscendete (proprio come in un gioco arcade). E’ quindi palese che è inutile dare la possibilità di frenare esclusivamente con un dei due freni se poi questa azione non ha nessun risvolto concreto. Chi cerca la simulazione sarà contento della libertà di scelta e deluso dagli (praticamente inesistenti) effetti della stessa, chi cerca un gioco arcade sarà contento della semplicità di guida ma non potrà che rimanere confuso dalla presenza di così tante opzioni (delle quali, per altro, è difficile capire gli effetti).
    Nel menù opzioni è possibile modificare, in tutta semplicità, la percentuale di simulazione del titolo, ma le differenze tra 0% e 100% sono difficilmente notabili.
    L’impressione è che gli sviluppatori avrebbero necessitato di più tempo per poter meglio mettere a punto queste caratteristiche (e altre, come vedremo in seguito) ma ferree logiche di mercato non lo abbiano permesso: il campionato è agli sgoccioli ed è facile immaginare che al suo termine l’interesse generale per la MotoGP diminuisca (e con esso le potenziali vendite del prodotto qui in esame).

    Un altro punto debole di MotoGP 07 è la discutibile giocabilità. Per quanto assurdo possa sembrare a leggersi, e figuriamo a vederlo su uno schermo, è difficile pennellare con una certa disinvoltura ed eleganza (tipica delle due ruote) anche le traiettorie più semplici. Il feeling trasmesso dal mezzo è assolutamente sterile e poco convincente; ogni qual volta ci si esibisce in una curva ben percorsa si ha la sensazione di averlo fatto più perché accompagnati da una buona dose di fortuna che per bravura. Più in generale, tutto il sistema di guida sembra essere clamorosamente vago ed impreciso: le staccate devo avvenire con una certa puntualità e anticipo rispetto ai classici giochi arcade, ma l’intensità della frenata (nella realtà un fattore fondamentale) sembra avere poca importanza, l’entrata in curva va fatta con estrema precisione e zelo, ma in uscita il sistema di guida poco preciso e confusionario fa si che il giocatore si affidi al caso più che ad altro.
    I controlli di default sono piuttosto ostici e poco intuitivi, soprattutto perché, come detto prima, ci sono alcune funzioni che non hanno una vera utilità. La possibilità di muovere il corpo del pilota, per esempio, e far si che lo stesso si alzi in staccata e si abbassi in accelerazione non è una brutta idea. Purtroppo si suppone che l’utente medio di MotoGP abbia solo due mani, per un totale di dieci dita, e in definitiva una funzione automatica sarebbe stata ben accolta, di certo preferita alle confusionarie impostazioni dei controlli.
    Le prelibatezze di namchiana (poco virtuoso neologismo che significa, pressappoco, “di Namco”) memoria, con le derapate al limite in uscita di curva sono, purtroppo, solo un ricordo relegato alla vecchia generazione. Climax (il team di sviluppo) ha dato un’altra impronta a MotoGP, introducendo novità trascurabili (come i filmati pre-gara, con la pit-lane o lo schieramento) e un bizzarro effetto (“fishtail”) che consiste in uno strano movimento (che richiama, appunto, lo sbattere della coda di un pesce) della coda della moto, per indicare al giocatore che l’aderenza è al limite durante la percorrenza delle curve. L’effetto grafico è di una inutilità la cui grandezza è difficilmente quantificabile a parole, ma per dimensione potrebbe essere affiancata al menù di personalizzazione della moto.
    Per meglio spiegare questo aspetto è, però, necessario fare un panoramica su quelle che sono le modalità di gioco. Al di là delle tipiche e consuete Gara Veloce, Campionato o “Extreme”, è presente anche una la Modalità Carriera.
    Gara Veloce e Campionato non necessitano di spiegazione alcuna, Extreme consiste nello sfidare gli avversari su tracciati immaginari, talvolta ambientati in città. Correndo in ognuna di queste modalità è possibile, raggiungendo alcuni obbiettivi, sbloccare nuove moto o piloti (così come avveniva nei precedenti MotoGP).
    Nella Modalità Carriera avremo l’opportunità di creare la nostra scuderia e il nostro pilota, dando loro un nome e, purtroppo, una livrea. L’editor grafico è povero, poco pratico, poco divertente, praticamente inutile e così via fino alla fine del vocabolario. E’ soprattutto paragonandolo al grandioso editor di Forza Motosport 2 che quello di MotoGP mostra tutta la sua pochezza.
    Battagliando tra gli angusti e poco amichevoli menù è anche possibile imbattersi nella modalità allenamento. Poco varia ed efficace, consiste semplicemente nel dover raggiungere punto B partendo da punto A senza che i programmatori (o chi per loro) si siano presi la briga di spiegare quali sono i modi migliori per farlo, ne dando consigli di sorta. In definitiva è un buon modo per aumentare la longevità del titolo, ma non aggiunge nulla di nuovo.
    Tutto ciò che riguarda l’aspetto on-line ricalca esattamente MotoGP 06, senza aggiungere o levare assolutamente nulla. Le modalità principali sono “Torneo” e “Pink Slip”, dove due contendenti gareggiano mettendo in gioco le loro moto customizzate.

    Tecnica e tecnicismi.

    Sul piano grafico MotoGP 07 migliora rispetto al predecessore ma non stupisce. Sebbene i modelli delle moto siano ben fatti e i piloti ben riprodotti, risulta tutto nella media. Alcuni piccoli elementi sembrano essere convincenti, come il fumo o gli spettatori sulle tribune, ma in altre occasioni il comparto grafico sembra fin troppo anonimo. Il framerate, però, è buono e stabile anche quando sullo schermo sono presenti decine di moto; in questo genere di momenti si può notare il funzionamento dell’IA: sebbene mostri difetti nelle fasi più concitate, è bello vedere che, a differenza di titoli più blasonati, gli avversari fanno tutto quanto è loro possibile per evitare collisioni.
    Le campionature dei rumori sono molto buone ma affiancate, purtroppo, da una colonna sonora scarna e poco convincente. Si è sentito decisamente di meglio, ma gli appassionati sapranno soprassedere.
    Sul piano della longevità MotoGP 07 ha tutte le caratteristiche necessarie per tenervi impegnati fino all’uscita del seguito. Con decine e decine di obbiettivi da raggiungere (per esempio: ottenere un determinato tempo su un circuito, effettuare un giro o una gara senza mai uscire di pista, raggiungere una determinata velocità - differente per ogni tracciato) e la possibilità di sbloccare piloti e moto del passato (le così dette Leggende) i fan del genere avranno a lungo di che gioire. Non si dimentichi poi che, come è facilmente intuibile, la licenza ufficiale comporta vantaggi come la presenza di tutti i tracciati e moto ufficiali.

    Moto Gp 07 Moto Gp 07Versione Analizzata Xbox 360Il passo in avanti rispetto al precedente capito c’è stato, ma non è un passo da gigante. Sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più in tutti i campi, ma è anche vero che non esistono difetti clamorosi. MotoGP 07 è un gioco classico, con le solite modalità poco originali ( dopotutto è un racing simil-simulativo, non c’è da aspettarsi molto in questo campo) e con una incombente sensazione di “già visto, già giocato”. Il problema principale di MotoGP 07 però è ben più profondo. La giocabilità, come detto in precedenza, non è al livello dei vecchi MotoGP prodotti da Namco. Chi cerca un gioco arcade perderà la pazienza prima che si possa raggiungere un buon livello di confidenza con il modello di guida, chi cerca un gioco simulativo perderà la pazienza di fronte a certi aspetti smaccatamente (e irreversibilmente) arcade. Tanti sviluppatori, specialmente su console, cercano un compromesso volto a coinvolgere quanti più utenti possibile. Basti pensare ai vecchi Colin McRae Rally o agli stessi MotoGP. Il gioco THQ, però, rischia di non accontentare nessuno tranne, ovviamente, chi vuole giocare ad un titolo di motociclismo a tutti i costi ed è disposto a chiudere un occhio su alcune pecche, per quanto gravi queste possano essere.

    6.5

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