Warriors Orochi Recensione: riunione di famiglia in casa Koei

Riunione di famiglia in casa Koei

Warriors Orochi Recensione: riunione di famiglia in casa Koei
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Xbox 360
  • Psp
  • Le strade si incontrano

    Il termine “beat ‘em all” è un neologismo creato dagli esperti del settore videoludico per definire quei particolari action game tridimensionali in cui il giocatore veste i panni di un potente guerriero in grado di affrontare in solitaria orde di nemici, facendo vere e proprie carneficine. Tra i brand di maggiore successo, inevitabile citare le due punte di diamante made in Koei: Dynasty Warriors e Samurai Warriors. La prima saga è ambientata nell’antica Cina e racconta le gesta di alcune “leggendarie” dinastie in un arco temporale lungo diversi secoli; la seconda, invece, come si evince dal titolo ha come protagonisti i samurai e, più in generale, il Giappone feudale.
    Con Warriors Orochi, l’ardita Koei punta ad un obiettivo preciso: raggruppare nello stesso videogioco i protagonisti di una e dell’altra serie, senza per questo risultare blasfemi o anacronistici. Missione impossibile? La storia di Warriors Orochi vi stupirà...

    La storia

    Nel creare un valido intreccio narrativo alla base del titolo, gli sviluppatori di Keoi hanno dovuto trovare una soluzione valida a giustificare l’incontro di personaggi non solo lontani nello spazio, ma anche nel tempo. La soluzione prende il nome di “Re serpente Orochi”, una sorta di creatura metà demone e metà dio in grado di manipolare le più elementari leggi fisiche. Per provare la sua forza e godere delle sofferenze altrui Orochi genera un varco spazio-temporale, trasportando così i protagonisti di Dynasty Warriors e Samurai Warriors al suo cospetto in una dimensione parallela. Le reazioni dei guerrieri, trovatisi improvvisamente di fronte ad uno sterminato esercito di demoni, non sono per nulla unanimi: alcuni si alleano con Orochi, altri si arrendono e vengono catturati, altri ancora cedono ai ricatti e infine, i più valorosi, decidono di resistere all’oscura minaccia.
    Nonostante questa scelta irrealistica (che disgusterà i fan delle serie fortemente attaccati ai connotati storici delle vicende presentate nei precedenti titoli), il filo narrativo di Warriors Orochi offre numerosi spunti, talvolta sorprendenti. Ovviamente l’incontro tra i 77 personaggi delle due saghe (ai quali si aggiungono due inediti, ovvero Orochi e la stratega Da Ji) piacerà soprattutto ai conoscitori di lunga data dei titoli made in Koei: i neofiti, al contrario, faticheranno un po’ di più a seguire con precisione le intricate vicende (passate e presenti) alla base di certi comportamenti.

    Aria di novità?

    La principale novità di Warriors Orochi il sistema di combattimento: avremo per la prima volta a disposizione una squadra composta da tre guerrieri, anziché il classico generale solitario pronto ad affettare qualunque cosa si muovi. Tramite i dorsali R2 e L2, quindi, potremo cambiare agevolmente il combattente utilizzato sul campo di battaglia, Questo cambiamento ha costretto gli sviluppatori a rivedere alcune caratteristiche ormai radicate in una o l’altra saga: la barra speciale Musou ad esempio, indispensabile per tutte le super-mosse, non si ricaricherà più tramite l’uccisione del maggior numero di nemici possibile, bensì con il semplice riposo. In questo modo potremo utilizzare l’energia conquistata in due maniere diverse: sferrando un colpo speciale (R1) da intercalare negli attacchi semplici (tasti “quadrato” e “triangolo”) oppure una combo speciale al costo dell’intera barra (tasto “O”). L’uso dell’arco (tratto tipico di Dynasty Warriors) è sparito, mentre analogamente i personaggi della saga di Samurai Warriors hanno dovuto rinunciare ad una delle due combo speciali.
    Questa tripartizione delle forze ci costringerà a decidere con cautela quale guerriero schierare, tenendo sempre d’occhio le icone poste in basso a sinistra con le informazioni relative al nostro team. Far riposare un dato membro del nostro gruppo prima di una battaglia, infatti, potrebbe rivelarsi indispensabile per la vittoria.
    Un’ulteriore novità è data dall’attribuzione di un preciso carattere (tra i tre disponibili) ad ogni personaggio videoludico presente nel gioco: power (potenza, guerrieri dotati di mosse speciali particolarmente devastanti), technical (tecnica, più versatili e funzionali) e speed (velocità, abili nello schivare attacchi ed elaborare mosse evasive). Comporre un team con tre personaggi “power”, ad esempio, si rivelerà utile nei combattimenti ma non negli spostamenti, costringendoci a lunghe sessioni a piedi a causa della loro lentezza. Il consiglio è quello di equilibrare i vari caratteri, in modo da avere una soluzione valida per ogni situazione.
    Le modalità di gioco disponibili inizialmente sono solamente due: Free Mode e Story Mode. Nella prima potremo giocare liberamente qualsiasi livello di gioco sbloccato con una qualunque combinazione di combattenti. Nella seconda, invece, saremo vincolati dalla scelta di un clan appartenente a Dynasty Warriors (i primi tre) o Samurai Warriors (l’ultimo): Wu (simboleggiato da una tigre), Wei (pavone), Shu (dragone) e SW (leone).

    La solita solfa

    I 79 personaggi disponibili in Warriors Orochi sono ben caratterizzati, ognuno dotato del proprio personale parco mosse. Il difetto principale del titolo, pertanto, risiede in una giocabilità ripetitiva e monotona, uguale in tutto e per tutto ai suoi predecessori. Nonostante la grandissima varietà di scelta e di gioco Warriors Orochi annoia inevitabilmente dopo poche ore. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: sconfiggere un dato generale nemico o conquistare una roccaforte dispersa in uno dei livelli di gioco ripresi da una delle due saghe (nessuno stage inedito). Dall’inizio alla fine del livello quindi, centinaia e centinaia di nemici (contraddistinti da un’Intelligenza Artificiale pietosa) in attesa di una nostra reazione e pronti a farsi uccidere. Le uniche eccezioni provengono da ufficiali e generali, abili a parare e a schivare i nostri colpi, ma ben presto (dopo l’ennesima ripetizione di una combo) ci si rende conto che neanche loro possono fornire sufficienti motivazioni al giocatore.
    L’esiguità di modelli poligonali (i soldati nemici sono tutti uguali tra di loro) e la ripetitività delle animazioni non possono che accentuare, anche sotto un profilo tecnico, il senso di monotonia. Le uniche note positive sono i modelli dei personaggi principali (ben caratterizzati e ricchi di particolari) e i loro attacchi speciali, che fanno largo uso di effetti di luce ottimamente realizzati. Non mancano però i difetti: spesso elementi svolazzanti quali mantelli collidono con il corpo dei nemici o il terreno. Quest’ultimo è pessimamente realizzato, perennemente ricoperto da textures slavate e assolutamente poco realistiche. I livelli, inoltre, sono spiacevolmente spogli e afflitti da una fastidiosa nebbia che purtroppo privilegia l’improvvisa comparsa di strutture architettoniche (case, palazzi,...) o nemici.
    Migliori notizie dal comparto sonoro: le battaglie di Warriors Orochi vengono accompagnate da brani quasi sperimentali, fusioni di diversi generi all’apparenza lontani tra di loro come techno, rock e musica orientale. Il risultato è un mix piuttosto orecchiabile in grado di accompagnare con il giusto ritmo le nostre peripezie. Il doppiaggio, in inglese, è abbastanza buono; le voci di contorno che riempiono i livelli, invece, sono semplicemente insopportabili per la loro ripetitività e la loro inutilità ai fini della narrazione.
    Dal punto di vista della longevità, Warriors Orochi è praticamente infinito per chiunque abbia la tenacia di resistere ai problemi citati sopra. Le numerose armi e i diversi artworks sparpagliati per i livelli sono solo la punta dell’iceberg: con quasi 80 personaggi giocabili e quattro differenti sviluppi narrativi (per 60 missioni complessive) il titolo sviluppato da Koei può tranquillamente appassionare un appassionato di una delle due saghe per settimane intere. La modalità multiplayer in split-screen, inoltre, è un ulteriore stimolo a rigiocare la modalità storia con un amico in cooperativa.

    Warriors Orochi Warriors OrochiVersione Analizzata PlayStation 2Warriors Orochi riunisce su Playstation 2 i “beat ‘em all” più famosi di Koei: Dynasty Warriors e Samurai Warriors. I numeri sono impressionanti: quasi 80 personaggio giocabili, quattro modalità storia differenti e centinaia di armi e personaggi secondari sparpagliati nei livelli. L’introduzione di una storia originale e di un innovativo sistema di combattimento tripartito, purtroppo, non bastano a risollevare una giocabilità spenta e monotona, vera e propria stigmate del titolo e dei suoi predecessori. Solo i fan più accaniti, infatti, potrebbero resistere alle eterne e ripetitive sequenze di tasti contro orde e orde di nemici che non finiscono mai.

    5

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