Recensione Frontlines: Fuels of War

Un action game che non tralascia le questioni economiche e politiche legate all'oro nero

Recensione Frontlines: Fuels of War
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • E se avessero ragione loro?

    La crisi petrolifera del 1973, oltre che a mettere in seria difficoltà le economie di tutto il mondo (già ampliamente devastate dalla seconda guerra mondiale), portarono alla luce alcuni dettagli fondamentali soprattutto in merito alla scarsità di risorse ed alla loro difficile riproducibilità naturale (petrolio, carbone e gas sono infatti il risultato di millenari processi chimici derivanti dalla sedimentazione di materia organica nelle profondità della terra). Tralasciando per un attimo le varie teorie catastrofiste in merito al completo depauperamento delle riserve di tali composti organici ed alla conseguente distruzione del fragile ecosistema globale, vogliamo puntare l'attenzione sul lato più strettamente politico/economico della questione: come è ben noto la maggior parte dei pozzi petroliferi che riforniscono le industrie e le raffinerie di mezzo mondo sono situate nella regione del Medio Oriente, a cavallo fra Iraq e Kuwait. L'importanza strategica di questi siti è stata ampliamente conclamata dai vari e sempre attuali fatti di cronaca, dalla guerra del Golfo ai più recenti interventi per liberare dalla dittatura di Saddam Hussein il ricco emirato iracheno. Detto questo, cosa accadrebbe se, in un ipotetico futuro, la stragrande maggioranza dei pozzi petroliferi dovessero restare a secco? E cosa accadrebbe se gli unici impianti funzionanti dovessero venire presi d'assedio da una rediviva superpotenza che, in un accesso di megalomania, rivendicasse la supremazia su tutte le altre nazioni del globo? Per avere risposta a queste ed altre domande non dovrete fare altro che seguire le vicende narrate in Frontlines: Fuel of War, videogioco sviluppato dalla software house Kaos Studios e distribuito da THQ.
    L'anno del Signore è il 2024 e l'inarrestabile macchina del progresso ha messo in ginocchio i fragili equilibri del pianeta terra, privando il sottosuolo di quasi tutte le risorse; il petrolio, l'oro nero che per tanti anni ha tenuto banco nelle contrattazioni economiche di tutte le borse delle nazioni, è quasi del tutto scomparso, gli unici pozzi ancora in grado di produrre barili di greggio sono quelli della regione del Mar Caspio. L'importanza di questo porzione di terra è divenuta tanto cruciale da mettere uno contro l'altro i due blocchi della Coalizione Occidentale (naturale evoluzione della NATO) e quello della Stella Rossa, un gruppo di stati orientali con a capo le redivive dittature comuniste di Cina e Russia; quest'ultima, reclamando la naturale appartenenza della regione del Caspio all'interno dei suoi confini, ha deciso di mettere in scacco la Coalizione Occidentale occupando le raffinerie impedendo così l'esportazione degli ultimi barili di greggio. D'altro canto, i governi degli stati membri hanno deciso, in nome dei sentimenti di giustizia e libertà, di dichiarare guerra alla Stella Rossa attaccando l'immaginario fronte della fu cortina di ferro per poter avanzare in territorio nemico ed attaccare direttamente il cuore della fazione nemica, ossia Mosca. Una così delicata operazione non poteva essere affidata che alla squadra dei Randagi, un gruppo di soldati sceltissimi (fra le cui fila sarà ovviamente presente il nostro alter ego digitale, un soldato semplice dalle belle speranze e dalla tempra d'acciaio) in mano ai quali sono state consegnate le più avanzate tecnologie belliche con l'unico scopo di ridurre a malpartito l'alleanza della Stella Rossa e far tornare a splendere il sole della pace sulle desolate lande al di là degli Urali.

    Giocattoli pericolosi

    Detto della trama sicuramente non originale (fra l'altro è disponibile all'interno del gioco una corposa sezione extra nella quale poter leggere tutta la sequenza cronologica degli accadimenti che han portato allo scoppio della guerra), Frontlines: Fuel of War si presenta al pubblico come un classicissimo First Person Shooter: al comando di uno dei componenti del team dei Randagi dovremo avanzare attraverso sette campi di battaglia portando a compimento alcuni obiettivi mentre verremo assaliti da centinaia e centinaia di soldati nemici. Mano a mano che completeremo una di queste missioni (le quali non si discosteranno molto dal "vai al punto X, spazza via tutta la resistenza nemica e piazza la bomba per neutralizzare la postazione Y") verremo contattati tramite una canonica comunicazione via auricolare dal nostro capitano che ci darà ragguagli in merito alla nostra successiva azione bellica. Per poter adempiere al nostro compito ci verrà fornito un arsenale di primissimo ordine: fucili d'assalto, bazooka a puntamento automatico, fucili di precisione e granate a frammentazione saranno all'ordine del giorno negli scontri a fuoco, nei quali voleranno letteralmente quintali di piombo rovente. Le risorse a nostra disposizione tuttavia non sono finite qui: complice lo scenario futuristico nel quale è immerso il conflitto fra le fazioni di questo moderno bipolarismo potremo mettere le mani su alcuni gingilli che, se a prima vista potrebbero sembrare solo dei costosissimi giocattoli radiocomandati, si rivelano in realtà delle raffinate armi. Ecco dunque fare capolino carri armati ed elicotteri che non hanno nulla da invidiare alle loro controparti non in scala, obici in formato tascabile (o quasi) e persino dei letali mini quad imbottiti di esplosivo C4 ad altissimo potenziale esplosivo, in grado di ridurre un mezzo corazzato in un ammasso di rottami fumanti. Se però fate parte della schiera di persone che fanno del detto "più sono grossi, più fanno male" il proprio credo, ecco dunque fare capolino i fratelli maggiori dei testè citati mezzi: dall' LVS (autoblindo poco corazzato, ma agile e dotato di una torretta mitragliatrice dall'altissimo rateo di fuoco) fino ad arrivare all' elicottero d'assalto LHK 55 armato di letali missili aria-terra a ricerca calorica. Tutti i mezzi saranno messi a nostra disposizione con una frequenza mai vista sino ad ora negli altri esponenti del settore. Un vero peccato però che questa manna dal cielo sia stata dotata di un sistema di controllo alquanto legnoso e scomodo: i vari veicoli verranno pilotati tramite la sola levetta analogica sinistra (adibita quindi sia al movimento avanti-dietro che alla rotazione sinistra destra) mentre lo stick destro verrà utilizzato per il solo puntamento delle armi. Tale mappatura dei comandi, complice anche una calibrazione della sensibilità piuttosto bassa, renderà le manovre in più di un'occasione tediose e ad alto rischio di incastro con l'ambiente circostante compromettendo la nostra strategia. La situazione fortunatamente migliora passando sia ai miniveicoli (i quali, pur condividendo lo stesso sistema dei loro fratelli maggiori, risultano essere più agili e maggiormente precisi nelle manovre) sia procedendo sul campo di battaglia sulle nostre gambe virtuali: sotto questo punto di vista Frontlines adotta la canonica impostazione di tutti gli fps, serviranno quindi solo pochissimi minuti per poter avere tutto sotto il nostro controllo.

    Meglio soli o in compagnia?

    Frontlines: Fuel of War rientra in quel novero di First Person Shooter che tentano di farsi strada verso il cuore dei più incalliti videogiocatori facendo leva su di un massiccio supporto per le modalità multiplayer. Non c'è dunque molto da stupirsi in merito alla pochezza della campagna in single player, la quale si fregia di soli sette livelli intervallati fra di loro da alcune scialbe cutscene realizzate con lo stesso motore grafico del gioco che non riescono, complice un plot narrativo scontato e scevro di colpi di scena, a far scattare nel giocatore quella voglia di vedere cosa accadrà dopo aver portato a termine la missione. Aggiungiamo a questo un' intelligenza artificiale scialba e che nemmeno ai livelli più elevati di difficoltà riesce ad impegnare il giocatore (i soldati nemici si limiteranno ad attaccarci frontalmente, restando scoperti per la maggior parte del tempo e quindi facilmente esposti alle nostre fide pallottole), una durata complessiva che si attesta sulle cinque ore ed una rigiocabilità prossima allo zero data la mancanza di extra sbloccabili per poter liquidare questa modalità di gioco bollandola come una sorta di lungo tutorial per permetterci di fare le ossa non solo con il sistema di controllo, ma anche e soprattutto con gli armamenti ed i mezzi corazzati. Il Solo Mode garantisce così di trovare lo stile di gioco che più ci aggrada, per poterlo utilizzare con successo negli scontri online.
    E veniamo finalmente alla descrizione della modalità multiplayer del titolo THQ: una volta entrati nel menù apposito la prima cosa che ci ha stupito (in negativo) è stata la presenza di un'unica tipologia di scontro (denominata molto originalmente Frontlines, una sorta di deatmatch a squadre) tramite la quale cimentarsi su di una delle otto mappe messe a nostra disposizione. Nessun tutti contro tutti né cattura la bandiera dunque, in questa modalità di gioco, molto simile a quella di titoli quali Star Wars Battlefront o il più recente Battlefield, le due fazioni si scontrano all'interno di una delle otto gigantesche mappe messeci a disposizione con lo scopo di conquistare tutti i punti chiave (o di ridurre a zero il contatore posto in alto sullo schermo falciando quanti più avversari possibile). Data la vastità del campo di battaglia e l'alto numero di avversari con cui noi ed il nostro team avremo a che fare, sarà di vitale importanza coordinare una valida strategia di attacco-difesa, utilizzando sia la fanteria leggera per le incursioni e le schermaglie, sia soldati abili nel tiro di precisione che dotati di armi efficaci contro mezzi corazzati. A tal proposito ci sarà data la possibilità di scegliere, sia all'inizio del match che ad ogni rientro in partita, oltre che l'armamento più consono, anche una delle quattro classi messe a disposizione tramite le quali potremo utilizzare tutta una serie di bonus specifici: si passa dalle abilità meccaniche in grado di riparare i carri e le jeep alla possibilità di utilizzare i veicoli radiocomandati, il tutto passando per la richiesta di letali attacchi aerei. L'azione di gioco risulta dunque essere estremamente varia e compulsiva, in grado di regalare ore di sano divertimento (soprattutto se si fa parte di uno dei clan che proliferano nella rete). Tutto rose e fiori dunque? Non proprio: nonostante la presenza dei server dedicati (vero e proprio fiore all'occhiello di questo Frontlines) abbiamo notato alcuni sgradevoli problemi di lag che hanno inficiato in maniera piuttosto pesante l'esperienza di gioco (siamo passati dal classico avversario immortale a decessi prima ancora di essere scesi sul campo di battaglia).

    Non è tutto oro (nero) quel che luccica

    Spostando la nostra attenzione sul lato più squisitamente tecnico, il primo lavoro di Kaos Studios su Xbox 360 presenta tutta una serie di imprecisioni ed incertezze che purtroppo vanno ad inficiare non poco l'esperienza di gioco, nonostante l'utilizzo del classico e versatile Unreal Engine (vero e proprio tormentone da un anno a questa parte). Gli ambienti di gioco sui quali ci cimenteremo, pur presentando una buona quantità di dettagli (vedere per credere i vari scenari cittadini traboccanti di macerie fumanti, improvvisate barricate, cartelloni stradali e quant'altro) ed una certa profondità di visuale (anche se abbiamo notato alcuni fastidiosi effetti di pop-up) si presentano ai nostri occhi con delle texture di bassa qualità sia per definizione che per scelta cromatica, con una palette di colori piuttosto smorta e monotona. Situazione analoga per i modelli poligonali e la caratterizzazione dei vari soldati (sia amici che nemici) i quali, oltre a presentare un design poco ispirato e dalla sgradevole sensazione di già visto (le tenute dei Randagi ad esempio sono incredibilmente simili a quelle indossate dai ben più noti Fantasmi della serie Ghost Recon) presentano un parco animazioni ridotto all'osso ed un riciclo di texture decisamente più alto della norma. La non rosea situazione migliora tuttavia grazie alla buona realizzazione delle armi e dei mezzi bellici, da una buona interazione con gli elementi di contorno e da alcuni effetti particellari derivanti da esplosioni particolarmente fragorose. Di ben altra pasta risulta invece essere il comparto sonoro che, grazie ad una serie di effetti veramente ben realizzati ed una colonna sonora particolarmente azzeccata riesce ad immergere il giocatore sin dalle prime battute.

    Frontlines: Fuels of War Frontlines: Fuels of WarVersione Analizzata Xbox 360Tirando le somme dunque, Frontlines: Fuel of War non riesce a centrare in pieno l’obiettivo prefisso dai programmatori di Kaos Studios: nonostante la discreta modalità multiplayer (la quale abbisogna comunque di una patch per risolvere i problemi citati in sede di recensione, e certo non riesce a competere in pieno con l'offerta di altri MMOFPS), il titolo non è in grado ad appassionare più di tanto il giocatore medio, vuoi per un comparto tecnico non all’altezza dell’engine utilizzato, vuoi per un’impalpabile modalità single player, carente sia dal punto di vista della narrazione dei fatti che da quello del fattore sfida. Viceversa, coloro i quali vivono a pane ed Fps e per cui è imprescindibile la serata in compagnia dei membri di un clan farebbero bene a dare un’occhiata a questo prodotto di THQ: potrebbero trovare in esso un valido palliativo in attesa del prossimo Battlefield Bad Company.

    6

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