Recensione Everybody's Golf Portable 2

Il golf per tutti, capitolo secondo

Recensione Everybody's Golf Portable 2
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  • Il golf per tutti - Parte II

    Pochi titoli di lunga data sono riusciti a rimanere sulla cresta dell’onda abbastanza a lungo da arrivare ad essere sviluppati su una console di nuova generazione e tra questi, la serie di Everybody’s Golf, è da considerarsi una tra le più fortunate della sua categoria. Sarà perché la sua formula di gioco, intuitiva e divertente, ben si addice all'appassionato così come al novizio o più probabilmente perché, nonostante il peso degli anni, la sua atmosfera leggera e spensierata riesce ancora a tenere testa alle migliori simulazioni golfistiche, per quanto “serie” e realistiche esse siano. Andiamo dunque a sviscerare i segreti di questo secondo adattamento portatile che, nonostante non stravolga la struttura di gioco originaria, ha saputo aggiungere quel poco che mancava al suo predecessore.

    Questione di Birdie...

    Dimenticate le innovazioni introdotte nella versione Ps3 poiché, ad eccezione della comparsa di un bersaglio attorno alla buca, il sistema di tiro e di controllo non ha subito modifiche sostanziali.

    A meno che non siate principianti e scegliate di giocare in modalità facile (servendosi della comoda calibrazione automatica), dovrete agire con tempestività e prontezza di riflessi sull’indicatore che appare al centro dello schermo: una volta scelta la potenza desiderata, la precisione del tiro dipenderà da quanto vicini arriverete all’indicatore dello 0 mentre l’impatto della mazza sulla pallina sarà regolato tramite le frecce direzionali al momento del lancio. Nonostante si tratti di un’azione apparentemente semplice e senza troppe complicazioni, raggiungere la piena consapevolezza degli effetti di un tiro richiede una buona dose di allenamento soprattutto a causa dell’infinità di variabili, ambientali, meteorologiche e geografiche, di cui tenere conto ogni volta che ci si appresta ad effettuare il tiro. La direzione e la forza con cui soffia il vento, la pendenza e le caratteristiche strutturali del terreno di gioco, la presenza di possibili ostacoli che intralciano la traiettoria della palla diventano così elementi irrinunciabili del gameplay, regalando quel tocco di realismo che non viene pienamente soddisfatto dalla veste grafica del gioco.

    Ciò che difetta in estetica è tuttavia abbondantemente compensato da una struttura di gioco particolarmente stimolante che parte innanzitutto dalla customizzazione del proprio personaggio (10 disponibili più altrettanti da sbloccare nel corso del gioco) che può essere operata intervenendo sulle tre parti del personaggio, ovvero testa, corpo e accessorio.

    Si tratta di un aspetto tutt’altro che superficiale poiché se è vero che la creazione di un alter ego che si avvicini il più possibile ai gusti dell’utente assume una certa rilevanza, è anche vero che ognuno degli elementi appena citati influenza positivamente le prestazioni del character: potenza, controllo e spin possono infatti dipendere dal tipo di accessorio che si sta indossando in quel momento migliorando il relativo parametro. Il sistema di level up si dimostra ancora una volta ben costruito e bilanciato prevedendo sia un avanzamento in termini di lealtà (un indicatore che aumenta sia in caso di vittoria che di sconfitta, ovviamente nella giusta proporzione) sia in termini di abilità le quali possono essere sbloccate in maniera del tutto particolare: gareggiando in modalità Sfida, come vedremo tra poco, il giocatore riceverà in premio una carta corrispondente ad uno dei tre elementi di vestiario sopra menzionati e sarà in grado di ampliare la gamma di skills a disposizione. Va da sé che la disponibilità di nuovi abiti e oggetti vari, via via sempre maggiore, dipende dalla quantità di vittorie che riuscirete a conseguire in modalità singola, la quale conta quattro opzioni: Sfida, Gara Stroke, Allenamento e Minigioco.

    Nel primo caso, il giocatore partecipa ad un gara che si disputa tra una pluralità di contendenti virtuali e che ha come fine ultimo quello di totalizzare il maggior numero di punti e classificarsi al primo posto: un’impresa che diventa sempre più ardua man mano che ci si inoltra nel gioco poiché la complessità dei circuiti e la crescente bravura degli avversari costringeranno l’utente ad affinare le tecniche golfistiche in modo da concludere ogni torneo con il maggior numero di birdie (termite tecnico che indica la conclusione del percorso con meno colpi di quelli richiesti). D’altro canto, realizzare un elevato numero di par (ovvero quando il giocatore impiega esattamente il numero di colpi previsto) non sarà sufficiente nemmeno in modalità Stroke, la quale vede lo svolgimento di una gara uno contro uno “all’ultima buca”, solo che in questo caso il vincitore sarà colui che riuscirà a mettere la palla in buca con meno colpi.

    Se la modalità allenamento sembra quasi d’obbligo in un titolo di questo genere, al contrario l’opzione Minigioco non solo si rivela un intermezzo piuttosto gradevole ma riesce addirittura ad offrire un ulteriore stimolo a giocare in solitudine nonostante si tratti di una mera evoluzione presa in prestito dalla precedente versione; idea particolarmente azzeccata che dimostra quanto sia facile valorizzare una struttura di gioco attraverso una chiave di lettura diversa dello stesso tema.

    Alla buona longevità della modalità singola si affianca inoltre l’enorme godibilità del multiplayer, finalmente comprensivo di connessione ad Infrastruttura. Gareggiare in quattro servendosi del collegamento Ad Hoc è già di per sé alquanto piacevole ma la possibilità di ingaggiare sfide fino a 16 giocatori tramite server PSN è di gran lunga più esaltante e costituisce l’unica vera innovazione degna di nota introdotta in questo capitolo: nonostante le opzioni di gioco siano ben poche, Torneo e Gara, ciò che le rende apprezzabili è la loro ottima strutturazione (è addirittura presente una sorta di chat rudimentale con diverse frasi reimpostate) grazie alla quale l’interesse del giocatore riesce a rimanere altissimo anche dopo svariate ore di gioco tanto più che, a lungo andare, non si fa più nemmeno caso ai cali di framerate che di tanto in tanto minano la fluidità dell’azione di gioco.

    Nice Shot!

    La continuità di fondo impressa a questo secondo capitolo si riscontra altresì nella realizzazione tecnica. L’utilizzo del medesimo motore grafico del suo predecessore rende ugualmente fluide le numerose animazioni dei personaggi, ancora una volta sproporzionati e ridicolizzati sia nelle fattezze che nei modelli comportamentali. La scelta di una palette di colori brillanti, dettata dall’impostazione cartoonesca del titolo (condizione irrinunciabile di ogni singolo episodio della serie), ben si addice ai fondali di gioco, di gran lunga più realistici dei characters ma altrettanto ricchi di particolari; non va inoltre dimenticato che l’offerta di ambientazioni è stata letteralmente duplicata dall’inclusione di 6 nuovi tracciati alcuni dei quali veramente ardui e spettacolari.

    La colonna sonora non può dirsi altrettanto amabile poiché se da un lato il doppiaggio in inglese e gli effetti audio si adattano perfettamente al contesto, le melodie associate ad ogni campo, per quanto simpatiche ed orecchiabili, tendono un po’ troppo spesso alla ripetitività e stancano presto, soprattutto se l’utente è costretto a ripetere lo stesso circuito più e più volte. L’unico difetto veramente significativo consiste nella durata dei caricamenti, oltremodo eccessiva soprattutto nel passaggio tra una schermata e l’altra del menu.

    Everybody's Golf Portable 2 Everybody's Golf Portable 2Versione Analizzata PSPEverybody’s Golf Portable 2 rimane a pieno titolo nell’olimpo delle simulazioni sportive apparse finora su Playstation Portable e, considerate le caratteristiche di gioco, vi rimarrà per un bel po’ di tempo. Se dal punto di vista tecnico questo titolo non aggiunge nulla in più rispetto al primo episodio, se non una maggiore varietà in termini di personaggi e circuiti, dal punto di vista ludico non fa che confermare la straordinaria giocabilità della serie aggiungendo l’unico dettaglio che mancava alla vecchia struttura di gioco, ovvero il multiplayer online. L'acquisto, viste le similitudini col capitolo precedente, non si può considerare del tutto obbligato; ciò nonostante, il titolo Sony rappresenta attualmente la scelta ideale per tutti coloro che amano il golf o, semplicemente, ricercano un passatempo leggero ma dal gameplay raffinato.

    7.5

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