Recensione Metal Slug 7

Una saga fantastica per una console fantastica: cosa potrebbe andare storto?

Recensione Metal Slug 7
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  • DS
  • E’ di nuovo il momento di spolverare le nostre Heavy Machine Gun

    La saga di Metal Slug è sicuramente qualcosa che trascende il concetto di prodotto videoludico. Senza scomodare a tutti i costi termini quali arte, capolavoro e mille altri attributi veri e falsi, giusti e non, SNK ha creato un fenomeno culturale, in quel lontano 1996, anno in cui vennero commercializzati i cabinati di Metal Slug: Super Vehicle-001.
    Del resto lo sapete anche voi. Grazie a questo videogioco avete conosciuto quel tizio che sapeva finirlo con un solo continue e avete scoperto che era pure simpatico e che aveva una sorella molto, molto carina. Siete persino diventati amici del barista che a furia di vedervi comparire al solito orario ha preso la bella abitudine di offrirvi una coca cola di tanto in tanto. E che dire della dieta che vi ha privato di quella pancetta che al mare vi faceva vergognare tanto? Invece di spendere i soldi che vi dava vostra mamma nel classico gelato iper-calorico, vi mettevate alla prova decisi a salvare il mondo dal solito esercito pseudo-nazista. Questo anche per dire che Wii Fit renderà tonici i vostri muscoli, ma a farvi perdere peso ci aveva già pensato Metal Slug e i digiuni forzati fatti per avere le monete per giocarci.
    Insomma, per moltissimi il titolo SNK è stato molto più che un semplice videogioco e fortuna (o impegno e dedizione da parte degli sviluppatori) ha voluto che negli anni la saga mantenesse sempre un buon livello qualitativo.
    Cosa possiamo dire allora di quest’ennesimo capitolo, pubblicato sulla la console più in forma di tutte? Successo annunciato? Ennesimo must buy? Distruttore di vite sociali?
    Purtroppo, questa volta, la realtà è in parte diversa.

    Quando anche i soldati hanno bisogno di un diploma...

    E’ impossibile non pronunciare quella parola. E’ sufficiente una veloce navigazione tra il menù principale per farla emergere, un’intensa sessione di gioco per urlarla fuori dalla finestra a squarcia gola nella speranza che qualcuno della SNK passi, per puro caso, sotto casa vostra e si vergogni almeno un po’. Del resto che altro dire, dopo aver finito più e più volte la modalità principale di Metal Slug 7, se non: delusione?
    Il menù principale, per cominciare, ci avverte subito che non sono poi così tante le modalità di gioco disponibili. Le opzioni vi permettono di modificare i comandi, di impostare l’autosparo e di settare i livelli audio di musica ed effetti speciali. Classifica ed elenco dei prigionieri di guerra salvati durante le missioni, invece, rendono l’anima arcade del titolo, mostrandoci i punteggi ottenuti nei vari livelli, nel tentativo di spingerci a liberare dalle grinfie del nemico i nostri alleati e a migliorare di volta in volta il nostro score. Escluse queste tre opzioni rimangono le uniche due che vi permetteranno di entrare nel vivo del gioco: la missione principale e la scuola di combattimento.
    Per chi non avesse mai avuto il piacere di provare un capitolo precedente della saga di Metal Slug, basti sapere che ci troviamo di fronte a un classicissimo shot ‘em up a scrolling per lo più orizzontale in due dimensioni. Controllando il protagonista, un soldato a metà strada tra Rambo e 007, ci si deve far strada a suon di piombo e bombe a mano tra le fila nemiche, uccidendo e distruggendo tutto ciò che si pone tra voi e il bordo destro dello schermo. Livello dopo livello, tra l’altro, dovrete anche pensare a liberare alcuni prigionieri che vi ringrazieranno ora con oggetti che incrementeranno il vostro punteggio, ora con differenti tipi di armi.
    Nulla di tutto questo è cambiato su DS. La formula è rimasta identica, compresa la sottile ironia che permea la produzione e un livello di difficoltà leggermente settato verso l’alto. Ancora una volta vi sarà richiesto di vomitare montagne di piombo sui nemici senza troppi perché o percome.
    Sulla missione principale, a questo punto, c’è poco da spiegare: partendo dal primo stage, dovrete raggiungere l’ultimo, salvando la pelle e pensando a fare più punti possibili.
    Una bella novità, ma in parte rovinata come vedremo in seguito, è invece la scuola di combattimento. Qui vi verranno fornite delle piccole missioni da portare a termine soddisfacendo alcune condizioni. Ad esempio dovrete completarle senza perdere più di tre vite, oppure senza l’ausilio di altre armi se non la pistola d’ordinanza.

    Soldato che vince la guerra, non si cambia.

    Se nella scuola di combattimento l'azione inizierà senza alcun preambolo, selezionando la missione principale vi verrà chiesto immediatamente se affrontarla al livello di difficoltà principiante, dove al posto della classica pistola sarete equipaggiati con una mitragliatrice, normale o difficile. Seguirà così la scelta del personaggio da utilizzare: si va dall’indimenticabile Marco Rossi, all’italianissima Fio Germi, dagli eterni secondi Tarma Roving e Eri Kasamoto, alle new entry Clark Still e Ralf Jones, importati direttamente da King Of Fighters, noto picchiaduro sviluppato sempre dalla SNK Playmore. Nonostante ogni guerriero sia accompagnato da una breve descrizione del suo stile di combattimento, di fatto la preferenza sarà condizionata esclusivamente da motivazioni estetiche, visto che le differenze tra sono troppo poco accentuate per poter creare delle specifiche strategie di battaglia.
    Fatte le dovute scelte, in pieno stile Metal Slug, verrete catapultati nel vivo della “mission one”. Anche nel sistema di input nulla è cambiato: con la croce direzionale si muove il vostro personaggio, con la Y si fa fuoco, con la B si salta, con la X si lanciano le granate e con la R si cambiano le armi. In questa edizione per DS potrete portare con voi, oltre a quella standard, altre due bocche da fuoco. In questo caso la selezione dei fucili disponibili rappresenta una delle migliori introduzioni nella formula di gioco, permettendovi di utilizzare nel momento giusto l’arma più indicata: sostituire lo shotgun, efficace ma dalla gittata molto limitata, con il potentissimo laser, per colpire i nemici in lontananza, può essere un vantaggio mica da poco.

    Player one: mission complete. Player two... player two? Chi ha nascosto il player two?

    Fino a qui tutto apparirebbe normale, con in più la splendida novità portata dalla scuola di combattimento che promette di aumentare ulteriormente la longevità del titolo.
    In verità i difetti di Metal Slug 7, sono diversi e assolutamente non trascurabili. Per fare un tragico esempio: rileggete la recensione da capo. Il pi tragico è senza dubbio l'assenza del multiplayer. In questo capitolo della saga è impossibile affrontare l'avventura in più giocatori, sia on-line che in locale. Se per i neofiti questa potrebbe apparire come una mancanza da poco, i veterani ben sanno quanto il divertimento aumenti se si affrontano le orde di soldati nemici aiutati da un amico.
    A peggiorare la situazione ci pensa poi un level design semplicemente pessimo. Ci rendiamo ben conto che dopo così tanti capitoli l’ispirazione potrebbe venire anche meno, ma perché allora non riguardare al passato per riproporci il meglio del meglio? Invece, gli sviluppatori hanno ben pensato di riempire i sette livelli di questa edizione sopratutto con sotterranei e miniere, dimenticandosi degli splendidi scenari offertici nei passati capitoli. Anche i nemici e i veicoli da loro utilizzati denotano un’assoluta mancanza di fantasia, facendoci rimpiangere gli zombie ammirati nel terzo capitolo o gli alieni dell’X. Insomma, se avete amato Metal Slug per l’inventiva dei suoi livelli, per l’assurdità delle situazioni che creava, per il modo con cui metteva a dura prova la nostra abilità proponendoci avversari sempre diversi e vari, dimenticatevi tutto. Metal Slug 7, in questo senso, non solo non pare far alcun sforzo nel tentativo di proporre qualcosa di nuovo al veterano, ma riesce anche a selezionare con poca cura i pezzi da riproporre.

    Un soldato ha sempre poco tatto.

    Ma le brutte notizie non sono certo finite qui sebbene, almeno da un punto di vista prettamente grafico e sonoro, non ci si possa proprio lamentare. Le animazioni dei personaggi e veicoli sono sempre splendide e gli scenari, per quanto abbiano una palette di colori limitata e dominata dal marrone e dal grigio, denotano un ottimo livello di dettaglio. I rallentamenti, da sempre presenti in ogni capitolo della saga, compaiono fieri anche in questa edizione portatile, ma come al solito più che essere un fastidio, rappresentano un aiuto per il giocatore, che avrà così più tempo per decidere che direzione prendere per evitare i letali colpi esplosi dei nemici. A livello sonoro non si puossono che applaudire i soliti ottimi effetti sonori che, pur essendo sempre gli stessi da ormai più di dieci anni, caratterizzano perfettamente ogni arma, esplosione, uccisione. Le musiche non sono particolarmente incisive, ma sono gradevoli e sottolineano con sufficiente forza la frenesia dello scontro.
    Eppure non possiamo dire che le potenzialità del DS siano state sfruttate a dovere. Nessuno avrebbe mai voluto un Metal Slug snaturato solo per sfruttare maggiormente il microfono o il touch-screen, ma che senso ha porre una mappa del livello sullo schermo inferiore in un gioco dove da sinistra si va unicamente a destra? Sarebbe stato più intelligente semplicemente spostare ogni indicatore presente nel display superiore. Abbandonato a una funzione così marginale il touch-screen finisce per essere semplicemente ignorato, denotando ulteriormente l’impreparazione da parte di SNK Playmore nel fronteggiarsi con la piattaforma sulla quale ha deciso di pubblicare il suo prodotto.
    Per finire, un altro tasto dolente riguarda la longevità. La saga di Metal Slug nasce nei bar e nelle sale giochi, dove sarebbe stato scomodo dover passare diversi giorni per poter portare a termine il titolo. Passando però a un diverso sistema, gli sviluppatori dovrebbero riuscire ad adattarsi alle diverse condizioni nella quale viene utilizzata la piattaforma. Sette livelli diventano allora un numero esiguo. Mezzo pomeriggio per vedere i titoli di coda è davvero troppo poco e a nulla serve l’impossibilità di continuare il gioco dopo tre game over, se poi potrete tranquillamente riprendere dall’ultimo livello completato. La scuola di combattimento, in questo senso, si rivela poco efficace: è vero le missioni sono tante alcune molto, molto difficili, ma sono tutte ambientate nei medesimi livelli già affrontati nella missione principale e nulla, nemmeno la posizione dei nemici, sarà diverso.

    Metal Slug 7 Metal Slug 7Versione Analizzata Nintendo DSMetal Slug 7 è, senza mezzi termini, una delusione. Certo, tanto i neofiti quanto i veterani troveranno una motivazione per farci una partita, ma il prezzo da pagare può valere il mezzo pomeriggio di tempo che ci vuole per finirlo? La scuola di combattimento poi, per quanto gradita novità, non esprime assolutamente il suo potenziale, rivelandosi più che altro un infelice espediente per aumentare di qualche ora la longevità di un titolo minato da serie lacune soprattutto inerenti al level design. Il solito ottimo lavoro a livello grafico e sonoro, non può salvare un prodotto evidentemente creato senza aver in mente il pubblico con il quale si sarebbe dovuto confrontare, un pubblico che, nel 2008, stringe tra le mani una delle console più affollate di capolavori di tutti i tempi (e lo stesso Contra è un esempio di imperdibile Shoot'em Up). Consigliato solo ai neofiti in cerca di uno sparatutto con poche pretese e ai maniaci di Metal Slug, quelli che trovano divertente già solo impersonare Marco Rossi. Ma anche per loro il suggerimento è quello di aspettare il titolo in offerta, e di prepararsi a scoprire quanto i fasti di Metal Slug 3 siano lontani.

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