Speciale Conferenza Konami Gamescom 2011

Il resoconto della Conferenza Konami alla GamesCom

Speciale Conferenza Konami Gamescom 2011
Articolo a cura di

Dopo le conferenze Microsoft, EA e Sony di martedi 17 è stato il turno di Konami, che nella giornata di mercoledi 18 ha presentato ai giornalisti i pezzi pregiati della propria line-up. Non c'erano voci riguardo annunci rilevanti, e di fatto sorprese non ce ne sono state: il focus della conferenza è stato mantenuto su PES 2012, in uscita a settembre, e titolo ammiraglio di una software house che con Doctor Lautrec and the Forgotten Knights, Neverdead e Silent Hill Downpour mira a conquistare dei posti di rilievo nella sfida per il mercato che inevitabilmente si scatenerà da settembre inoltrato in poi. Proviamo a capire insieme se ha le carte in regola per farlo.

I titoli della conferenza

Il primo titolo ad essere stato presentato è stato proprio Doctor Lautrec and the Forgotten Knights, sul quale evidentemente Konami punta molto, nella non troppo celata speranza di ripetere su 3DS quanto fatto da Level 5 con il Professor Layton su Nintendo DS. Nulla di male nel prendere ispirazione, ma forse qui si va troppo oltre. Le dinamiche di gioco appaiono immediatamente simili, così come lo svolgimento delle vicende tra enigmi da risolvere al volo e dialoghi con personaggi più o meno bizzarri. Lautrec e la sua assistente, Sophie, saranno quindi coinvolti nella risoluzione di numerosi puzzle, il cui superamento è necessario per trovare un fantomatico tesoro nascosto chissà dove.
Oltre le dichiarazioni degli sviluppatori, secondo le quali il 3D sarà molto importante per la risoluzione dei puzzle, risulta francamente difficile immaginare nel titolo una freschezza ed una varietà maggiore rispetto a quella presente (e che giocoforza è andata scemando) in Professor Layton. Inoltre, nessuna delle feature annunciate sembra poter far perno sulle funzionalità della console, che appare sottosfruttata anche per quello che riguarda il comparto grafico. Non è detto comunque che nella penuria di titoli per Nintendo 3DS (che fortunatamente durerà ancora per poco) il prodotto Konami non riesca a ritagliarsi il suo posto.
Successivamente è stato il turno di Nerverdead, e niente di più è stato detto o mostrato rispetto a quanto si sapeva precedentemente. Il protagonista del gioco, Bryce Boltzman, è un cacciatore di demoni, maledetto da un destino che lo vuole immortale ed incapace di trovar pace. Nella sua lotta eterna contro il male si trova, alla tenera età di 500 anni, a dover far fronte ad una nuova minaccia, ed è perfettamente in grado di farlo. I suoi poteri gli garantiscono infatti molteplici possibilità, che gli sviluppatori hanno indicato come fondamentali per lo sviluppo del gameplay: egli può smembrare il proprio corpo a suo piacimento, continuare a combattere anche orrendamente mutilato, in una classica progressione action. Da quanto abbiamo visto non paiono esserci peculiarità rilevanti, e come da tradizione degli ultimi anni il maggior sforzo sembra essere stato riposto nella direzione artistica, volutamente eccessiva e a tratti kitsch. Se questo possa piacere o meno, starà ai giocatori dirlo. Una piccola chicca c'è: il tema principale è stato realizzato dai Megadeth, storica band di Dave Mustane.
Dopo i brand nuovi, è stato il turno di quelli storici di Konami, ed il primo in tal senso è stato quello di Silent Hill. Arriviamo quindi alla prima incursione della serie su Playstation Vita, denominata Silent Hill - Book of Memories: in barba alla tradizione stabilita dagli episodi precedenti, ci troviamo di fronte non ad un survival horror ma ad uno shooter arcade con visuale dall'alto. Poco importa se gli sviluppatori hanno promesso di replicare le stesse atmosfere degli episodi per console da salotto, e se il bestiario é ovviamente quello classico: Book of Memories è tutt'altro rispetto a quello che i fan vogliono e si aspettano, e potrebbe bastare già questo a decretarne lo scarso successo. Oltre alle nostre deduzioni però, possiamo utilizzare argomenti ben più fondati per supporlo, come ad esempio un gameplay che da subito è apparso assolutamente banale e privo di ogni attrattiva; negativo anche il giudizio per quanto riguarda il comparto grafico, assai al di sotto della sufficienza, sebbene la versione mostrata fosse una build ancora ampiamente in fieri.
Qualcosa, probabilmente molto di più, potrebbe offrirlo il prossimo titolo "standard" della serie, ovvero quel Silent Hill Downpour che, lui sì, ha tutte le carte in regola per decretare il ritorno del terrore su console. Alla foschia della nebbia è stata aggiunta quella dell'acqua scrosciante, un diluvio interminabile che avvolge e accompagna le vicende in cui è protagonista un carcerato che improvvisamente si ritrova libero a seguito dell'incidente stradale del pulmino sul quale era trasportato. Oltre al gameplay, che divergerà poco da quello tradizionale, è la trama che dovrebbe rappresentare il punto forte della produzione: l'incipit è buono, ed alcuni personaggi particolari son già stati mostrati, quindi si può essere abbastanza fiduciosi in tal senso.
Chiudiamo con il pezzo forte della conferenza sebbene, possiamo dirlo, particolari novità non siano state mostrare. Ci riferiamo ovviamente a PES 2012, che ha l'arduo compito di rappresentare una degna sfida per un FIFA che ogni anno è più lanciato. Le aggiunte sulle quali vale la pena spendere alcune parole sono principalmente tre: il miglioramento negli inserimenti da parte dei giocatori controllati dall'IA, la possibilità di controllarne due contemporaneamente (in maniera simile a quanto avviene già nelle versioni Wii) e la modalità Football Life. Le prime due sono abbastanza esplicative, ed in particolare la prima potrà rappresentare un grande passo in avanti visto che nella versione 2011 la mancanza d'intraprendenza da parte dei giocatori è cronica; la seconda potrebbe essere apprezzata solo da pochi, dato che controllare più calciatori può risultare ostico, ma per i più scafati risulterà un'aggiunta graditissima. Passiamo ora a My Pes, ovvero all'estensione sui social network delle statistiche e delle partite giocate su console: avere un computo delle proprie prestazioni, da mostrare ai propri amici, sarà facilissimo, e secondo il motto "a che cosa serve vincere, se non puoi farlo sapere a nessuno?" tutti i progressi di gioco verranno portati su Facebook o Twitter. L'integrazione con i social network sembra essere il must per i prossimi anni, e Konami non vuol quindi essere da meno.

Konami Nell’ambito di una conferenza comunque ben condotta e mai noiosa, Konami ha provato a mettere in buona luce i suoi titoli di punta per il periodo dell’anno che s’appresta ad arrivare. Mentiremmo se dicessimo che ognuno di questi ci ha convinto, dato che il contrario è ciò che s’avvicina di più alla realtà: nessun titolo pare avere le carte necessarie per sfondare, salvo quel PES 2012 che quest’anno dovrà affrontare un’impresa difficile da portare a termine, contro un FIFA in formissima. Un altro segno della progressiva perdita d’identità da parte di quella che un tempo era una delle case giapponesi più rinomate? Il tempo avrà le risposte che cerchiamo.