Donne e videogiochi: ci sono ancora barriere da superare, secondo alcune scrittrici

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Intervistate da Polygon, alcune tra le più apprezzate scrittrici di videogiochi rivelano che dietro le quinte degli studi di produzione si celano tutt'oggi dei pregiudizi nei confronti delle donne che si accostano a questo campo.

Dichiarazioni che possono giungere non del tutto inaspettate, quelle rilasciate da Anne Toole (parte del team di The Witcher), Rhianna Pratchett (Lead Writer di Rise of the Tomb Raider), e Susan O'Connor (che ha curato la scrittura di titoli come Far Cry 2 e BioShock).
"La cosa peggiore è quando non danno spiegazioni chiare." racconta la Toole, "Non sai mai se non hai ottenuto quel lavoro perché non ne eri all'altezza, oppure se non sei neanche stata presa in considerazione perché, infondo, pensano che un uomo scriverebbe di meglio, o che riuscirebbe a integrarsi maggiormente con il resto del team."
Con toni più positivi, la scrittrice di Tomb Raider, Rhianna Pratchett, afferma: "La scrittura narrativa è un campo in cui molte donne sono interessate a cimentarsi. Se sei in grado di svolgere questo lavoro, allora vale la pena provare!" Aggiunge però alcune esperienze personali riguardo ai pregiudizi sessisti presenti nel mondo dei videogiochi, e ammette che la sua reputazione di giornalista le ha reso le cose un po' più semplici.
Infine, con un tocco di amarezza, Susan O' Connor conclude: "Per me è stata un'esperienza positiva, ma mi capita ancora di leggere in giro notizie sul sessismo nell'ambito dei videogame, e ne sono dispiaciuta. Quelle storie sono vere, ed io lo so bene."