Kojima: Death Stranding sarà un nuovo genere di gioco sulla Guerra

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Parlando ai microfoni di Glixel, Hideo Kojima ha spiegato la sua visione alla base di Death Stranding. Il gioco mira a trattare il tema della guerra da una nuova prospettiva, ispirandosi a capolavori del cinema come Dunkirk e La Grande Fuga.

Rispetto ai tipici videogiochi di guerra incentrati sul conflitto e sulla competizione, del resto, lo stesso Metal Gear Solid era riuscito a proporre una formula diversa dal solito, trasmettendo un messaggio pacifista e di denuncia verso le armi di distruzione di massa.

Con Death Stranding, Kojima vuole fare un ulteriore passo avanti, spostando il focus dell'esperienza di gioco dalla competizione a un più intimo senso di "connessione". Per esprimere le sue idee, il game director ha citato il concetto di corda e bastone esposto nel racconto breve "The Rope" di Kobo Abe: "La corda e il bastone sono due degli strumenti più antichi usati dall'uomo. Il bastone per scacciare il male, la corda per avvicinare ciò che è buono, entrambi sono stati i primi amici concepiti dall'umanità. La corda e il bastone si trovavano ovunque fossero gli uomini"

Durante l'intervista, Kojima ha ragionato sulla storia dei videogiochi, osservando come alcune cose fatichino ancora a cambiare a distanza di oltre 50 anni: "Sono passati 55 anni dalla creazione di Spacewar, ma i videogiocatori continuano a utilizzare principalmente i bastoni tra di loro. Voglio cambiare questo aspetto. È giunto il momento per di prendere in mano la corda. Siamo pronti per un videogioco che non sia basato sulla competizione, ma sulla corda che avvicinerà il bene e creerà delle connessioni su più livelli. Non abbiamo bisogno di un gioco che divida le persone in vincitori e sconfitti, ma piuttosto di un'esperienza che riesca a creare connessioni. Death Stranding, il progetto a cui sto lavorando attualmente, punta a raggiungere questo obiettivo", spiega il game director giapponese.

Infine, Hideo Kojima fatto un paragone tra i giochi e i film di guerra, sottolineando l'importanza di alcuni capolavori del cinema: "I film esistono da oltre 120 anni e i videogiochi da 59. Siamo ancora sommersi da moltissimi giochi in cui sconfiggere i nemici è il focus principale. È tempo che i videogiochi abbiano il loro Dunkirk, il loro La Grande Fuga. Abbiamo bisogno di un gioco che sappia offrire un tipo di esperienza completamente nuova, pur mantenendo l'essenza e il divertimento del medium. Senza dimenticare che la natura interattiva dei videogiochi permette di raggiungere una profondità mai vista prima. In definitiva, queste sono le idee in cui credo e le sfide che voglio affrontare"

Cosa ne pensate delle parole espresse dal creatore di Metal Gear Solid? Sebbene Death Stranding rimanga ancora avvolto nel mistero, questa intervista apre a una serie di considerazioni molto interessanti sul gioco. Voi cosa vi aspettate?