Xbox One: Microsoft difende la sua politica sulle licenze (update 2)

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In un'intervista rilasciata al sito Ars Techinica, Yusuf Mehdi, presidente della divisione Marketing e Strategia di Microsoft Entertainment ha difeso le scelte della compagnia riguardanti la gestione delle licenze d'uso dei software Xbox One.
Come ormai saprete, la decisione di limitare la vendita e lo scambio dei giochi usati, e la necessità di avere la console connessa ad internet per poterla utilizzare, non sono state ben digerite dall'utenza core dei videogiocatori, ma Mehdi ha affermato che questa reazione era stata preventivata da Microsoft, ed è un compromesso accettabile per poter attuare una strategia di mercato volta verso il mercato digitale.

"Si tratta di un grande cambiamento, ed i consumatori non sempre amano i cambiamenti, e sicuramente dovremo fornire maggiori informazioni per essere sicuri che le persone possano capire. Stiamo provando a fare qualcosa di davvero grande in termini di avanzamento dell'industria videoludica in un mondo digitale. Crediamo che il digitale sia il futuro, che il digitale sia migliore."
Mehdi ha affermato che con Xbox One, tutti i giochi esisteranno come download tramite cloud, e questo permetterà di avere nuove feature, tra cui la possibilità di accedere alla vostra intera libreria dalla casa di un amico con un semplice log-in, e condividere i vostri giochi con una decina di membri della famiglia digitalmente ed in in remoto.
Questi benefici sono solo una parte delle possibilità offerte da Xbox One
"In un prossimo futuro, potete immaginare di avere diversi modelli di licenza, diversi modi con cui le persone potranno accedere ai giochi. Questo sarà reso possibile dalle scelte fatte verso una console digitale."
I dettagli sull'argomento sono ancora fumosi, ma ad esempio possiamo pensare a pacchetti "all-you-can-play", o la possibilità di affittare giochi via digital delivery.
Mehdi ha anche suggerito che il passaggio verso una console strettamente connessa alla rete e digitale permetterà di attuare nuovi modelli d'affari per i publisher, dai giochi free-to-play a i blockbuster tripla A. 
"Entrando in un mondo digitale, quello che accade è che i publisher possono scegliere tra diversi modelli di business, ed i consumatori diranno "Se non posso rivendere questo titolo, offrimi modi diversi di ottenere un valore acquistando il tuo gioco". Pensiamo che il mercato sarà efficiente nel trovare modelli positivi che possano andare incontro alle esigenze dei consumatori."
I publisher sono i primi a spingere per limitare il mercato dei giochi usati (ma ieri Peter Moore ha smentito nettamente questa affermazione, negando che EA abbia mai spinto in questa direzione ed asserendo di essere contrario: link alla notizia ) , ma Mehdi ha affermato che Microsoft ha cercato di andare incontro alle esigenze di tutti i soggetti in gioco, trovando un equilibro tra le quattro parti in causa: consumatori, publisher, rivenditori al dettaglio, e la stessa Microsoft.
"Crediamo di aver trovato il giusto equilibrio tra queste dimensioni. Ma ci sono dei compromessi. Vogliamo che tutti siano supportati nel nostro sistema, ad iniziare dai consumatori. Ma vogliamo anche che i publisher siano ripagati per la vendita delle loro IP. Vogliamo che i rivenditori siano in grado di vendere i loro prodotti e di ottenere un profitto. Quindi abbiamo cercato di bilanciare tutti questi fattori".
Implementare un sistema totalmente privo di un supporto fisico su Xbox One "potrebbe non essere stato il meglio per i consumatori, e potrebbe non essere la cosa che più avrebbero voluto", ha detto Mehdi, ed è per questo che Microsoft ha deciso di mantenere il supporto dei dischi come un'opzione. Tuttavia, la possibilità di giocare senza disco, ha permesso, secondo Mehdi, di rendere le norme che regolamentano le licenze d'uso "più semplici da comprendere".Le limitazioni nella vendita e scambio di giochi di seconda mano sono viste da Microsoft come una possibilità di implementare un mercato completamente digitale. Con Xbox One, spiega Mehdi, Microsoft ha provato a costruire un ponte tra mercato digitale e quello tradizionale su supporto fisico, in un modo che nessun altro ha provato a fare. Certamente nessuno l'ha spiegato in modo subito chiaro ed univoco ai consumatori.

Update: Mehdi ha fornito qualche spiegazione in più sul concetto di "family member", ovvero quel gruppo di 10 persone che Microsoft ha indicato come potenziale numero di persone a cui "prestare la licenza". Il "family member" non è inteso come un gruppo di persone appartenenti per davvero alla propria famiglia (siano essi legami di sangue o parentali come zii, cugini, sorellastre etc etc).Chiunque potrà essere inserito nel gruppo dei 10 utenti del "family member". Inoltre queste persone non devono vivere nella stessa casa del padrone del gioco o della console. "Tra i membri della "famiglia" sarà possibile indicare anche un amico che vive a 3000 miglia di distanza da me" ha dichiarato Mehdi.
L'unica limitazione sembrerebbe essere quella che solo una persona alla volta può giocare alla copia "condivisa" del gioco in un dato momento. In pratica non si può giocare contemporaneamente allo stesso gioco su due console diverse, e questo spiega anche la necessità che la console sia sempre online.Si tratterebbe dunque di una funzionalità assolutamente positiva, per una situazione non diversa da quanto accade ora, dove per ogni console, c'è bisogno di una copia del disco perchè si possa giocare contemporaneamente.Un sistema che se fosse confermato (ad oggi i dubbi permangono) oggettivamente sembra molto conveniente, addirittura meglio del prestarsi i dischi tra persone che vivono vicine.Ovviamente c'è il problema di dover avere almeno una connessione internet decente per scaricare gigabyte di dati di cui i giochi moderni sono composti. Ma questa sembra essere una possibilità in più offerta agli utenti Xbox One, e non una limitazione.Sarà davvero la parola definitiva sulla questione? Alcune delle dichiarazioni rilasciate da Medhi sono in contrasto con quelle rilasciate da precedentemente da altri alti dirigenti Microsoft.

Update2: Sebbene non ci siano nuove dichiarazioni, abbiamo pensato possa essere utile fornire un paio di spunti di riflessione su come questo sistema possa funzionare ed entro quali limiti. 

Ipotesi n.1 Se si vuole giocare ad un gioco condiviso, il padrone della licenza originale, deve essere online in quel momento in modo che la console comunichi alla rete che non ci sta giocando. Altrimenti come farebbe Microsoft a sapere che solo uno dei 10 appartenenti al gruppo familiare stia o meno giocando al gioco in quel momento ? Ricordiamo che la console non deve essere "sempre online" ma fare un check alla rete solo ogni 24 ore. Questo pone un altra ipotesi. Forse si potrà prestare la licenza del gioco ad ognuno dei proprio giocatori in lista, per non meno di 24 ore, ogni giorno. Cioè, se vi prestano la licenza, il padrone di quest'ultima dovrà aspettare almeno 24 ore prima di poterla richiedere indietro o prestarla ad un altro appartenente alla lista.

Ipotesi n.2 Se avete 10 amici in lista "famiglia", potrete prestare un solo gioco alla volta ad uno del gruppo, e finché la licenza/gioco è stata prestata, solo quel giocatore può far partire il gioco: potrà giocarci solo lui e nessun altro della lista, nemmeno il padrone originale della licenza che ha acquistato per primo il gioco.Questi ovviamente potrà ritirargli la licenza, e tornare a giocarci, in qualsiasi momento (entro le 24 ore nelle quali tutte le console Xbox One devono accedere e collegarsi ad Xbox Live). A quel punto il giocatore in possesso della licenza iniziale potrà decidere di passarla ad un altro giocatore della sua lista.Quindi non sarà possibile scambiarsi le licenze tra i giocatori del gruppo famiglia, ma questa dovrebbe essere sempre concessa dal "capo" della licenza in questione.Non abbiamo altre informazioni ma ci sembra realistico immaginare che Microsoft porrà limiti temporali entro i quali prestare, ritirare e poi prestare ancora le licenze. Ad esempio, se un amico vi prestasse la licenza di Halo 5, non potrà togliervela prima di 1 giorno, o magari 7 giorni o addirittura 30 giorni.Tutto per limitare un eccessiva proliferazioni delle condivisioni, che così come è stata spiegata al momento, sembra poco credibile.
Vi ricordiamo che le nostre ultime due ipotesi sono considerazioni personali, e non posizioni ufficiali di Microsoft.