Xbox One: scandalo Machinima, Microsoft si difende

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Da qualche giorno tiene banco sul web lo "YouTube Gate", uno scandalo con due protagonisti d'eccezione: Microsoft e il sito web Machinima. Secondo quanto trapelato da un documento interno, la casa di Redmond avrebbe promesso facili guadagni agli youtuber affiliati a Machinima disposti a promuovere Xbox One. Per rientrare nel programma, gli utenti dovevano pubblicare un video con almeno 30 secondi di gameplay di un gioco qualsiasi e nominare la console, utilizzando infine il tag "XB1M13" come segno di riconoscimento. In questo modo, per ogni 1.000 visualizzazioni l'autore avrebbe guadagnato tre dollari.

Lo scandalo è venuto alla luce tramite un messaggio su Twitter (poi cancellato) pubblicato dal community manager di Machinima per il mercato britannico. Addirittura una copia del contratto tra le due parti sarebbe stata diffusa sul web, proprio grazie a questo documento si scopre una piccola postilla che intima di mantenere segreto l'accordo e vieta di parlare male di Xbox One e dei suoi giochi. La campagna avrebbe dovuto fruttare 1.25 milioni di visualizzazioni complessive, costate 3.750 dollari. Secondo Ars Techica, questo comportamento violerebbe le regole della Federal Trade Commission, ogni annuncio pubblicitario infatti dovrebbe essere ben evidenziato e il consumatore deve essere consapevole dei rapporti commerciali tra le parti. Machinima ha rilasciato una nota in cui dichiara l'esistenza di una partnership per la promozione di Xbox One nel mese di dicembre, ma nega qualsiasi accordo segreto: la documentazione esistente è frutto di un contratto standard per tutelare entrambe le parti. Anche Microsoft ha subito pubblicato una nota in cui chiarisce la sua posizione: la società non era a conoscenza degli accordi presi dal sito con i suoi fornitori di contenuti, l'azienda inoltre ha chiesto al portale di segnalare chiaramente i video realizzati per la campagna pubblicitaria. Di fatto, il colosso americano scarica interamente la responsabilità sul noto sito web. Anche Electronic Arts è stata accusata di aver usato le stesse tecniche di marketing, con compensi ben più alti: 10 dollari per ogni 1.000 visualizzazioni su video relativi a titoli di punta come Need for Speed e Battlefield 4 e addirittura un premio di 200.000 dollari per video con 20 milioni di views.

Xbox One: scandalo Machinima, Microsoft si difende