Recensione Aarklash Legacy

Cyanide insegue l'eredità di Baldur's Gate in un GDR interessante anche se un po' troppo lineare

Recensione Aarklash Legacy
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  • Potremmo dibattere sulla qualità delle passate produzioni Cyanide Studio anche per giorni, ma un merito che si può universalmente riconoscere agli sviluppatori francesi è la scelta degli universi nei quali ambientare i loro titoli, specialmente se basati su licenze fantasy o tratti da board games. Già nel lontano 2009, infatti, il team parigino stuzzicò i palati di tutti i fan dello splendido gioco da tavolo Blood Bowl, lasciandoli però con l'amaro in bocca di una trasposizione digitale che non riuscì a soddisfare nemmeno gli appassionati più fedeli. Qualche anno più tardi, la stessa sorte toccò ai ben più numerosi fan dell'universo fantasy (attualmente) più famoso al mondo, quel Game of Thrones al quale nemmeno la supervisione di George R. R. Martin in persona riuscì a far spiccare il volo. Oggi, Cyanide, torna ad ispirarsi al più confortevole mondo dei giochi da tavolo con Aarklash Legacy, RPG strategico ambientato nel mondo del wargame fantasy Confrontation, utilizzando la sua fertile ambientazione e riuscendo a costruire una storia convincente come sfondo agli innumerevoli combattimenti che saremo chiamati ad affrontare.

    WHO YOU GONNA CALL? GOLDMONGERS!

    Aarklash, come scopriamo immediatamente nel prologo del gioco, è proprio il nome del mondo nel quale le battaglie di Confrontation hanno luogo, ed è una terra di popoli e razze in perenne conflitto per una supremazia sempre in bilico: in questo scenario saremo chiamati a vestire i panni di un gruppo di avventurieri appartenenti alla Gilda dei Goldmongers, finanziatrice di molti dei nobili impegnati nella grande guerra per il dominio di Aarklash. Proprio in seguito ad un debito non pagato, la Gilda decide di inviare il nostro gruppo di simpatiche canaglie ad impossessarsi di un magico manufatto come pegno, scatenando l'ira della nobile casata dei Lion, legittima proprietaria dell'oggetto in questione. La messa al bando improvvisa di tutti i membri dei Goldmongers ed una successione di intrighi, tradimenti e rivelazioni porterà quindi il nostro gruppo a viaggiare e combattere per le terre di Aarklash, in cerca della verità e di una discreta dose di vendetta.

    Proprio l'originalità e l'ottimo design delle creature che andranno a comporre il nostro party è uno dei punti di forza dell'intero comparto narrativo: pur rimanendo all'interno di canoni fantasy classici e ben delineati, la realizzazione degli otto personaggi giocabili che incontreremo lungo il cammino non è mai banale, ne stereotipata. Pur rispondendo ciascuno ai tradizionali compiti di tank, healer, damage dealer e supporto, troveremo personalità spesso in diretto contrasto con le mansioni ludiche che queste saranno chiamate ad offrire: ci sarà, ad esempio, una healer dall'indole tutt'altro che pacifica e per nulladisposta a stare nelle retrovie, ma invece aggressiva (tanto fisicamente quanto verbalmente). Da citare anche lo spaventoso spirito secolare di un potentissimo mago, in cerca solo di un modo per continuare a seguire fedelmente la sua causa, come un qualsiasi stregone in età pensionabile che cerca ancora di rendersi utile, più per se stesso che per gli altri. La caratterizzazione di ognuno dei nostri anti-eroi sarà arricchita anche di una breve biografia, che farà luce sul loro passato e sul motivo che ha portato ognuno di essi ad entrare a far parte del braccio armato dei Goldmongers: pur senza approfondire troppo la storia dei personaggi, questa aggiunta è tanto piccola quanto gradita, in quanto aiuta ad immedesimarsi maggiormente nei panni dei propri PG e ad arricchire una ben curata componente narrativa.

    PER AARKLASH!

    Il viaggio dei nostri eroi avverrà attraverso un susseguirsi di mappe dalla diversa ambientazione, nelle quali la classica fog of war coprirà le zone ancora da esplorare e relativi nemici e tesori presenti in esse. Il primo impatto con l'ambiente di gioco riporta alla mente uno dei grandissimi classici del genere RPG come Baldur's Gate, con aree esplorabili realizzate con grande cura e ricchezza di dettagli. E' il caso, per esempio, della primissima location, nella quale accompagnati dal tutorial di turno muoveremo i primi passi: il laboratorio dove viene tenuto il manufatto che dovremo confiscare è infatti ricco di arredi, statue, ampolle (contenenti ognuna un diverso e misterioso esperimento), candele e libri che forniscono un impatto visivo di ottimo livello, confermato anche nelle seguenti foreste, caverne e castelli che incontreremo sul nostro cammino. Tale colpo d'occhio, purtroppo, è però accompagnato da una ridottissima possibilità di interazione con la miriade di elementi che il team di sviluppo ha sparpagliato per le ambientazioni: esclusi pochissimi oggetti appositamente posizionati dagli sviluppatori, la cui interazione sarà spesso obbligatoria per proseguire nell'avventura, gli unici altri elementi con i quali potremo avere a che fare durante le nostre nostre scorribande saranno i forzieri del tesoro sparsi nelle mappe. Trovare tutti i tesori all'interno di un'area non sarà, tra l'altro, un'impresa particolarmente titanica, vista l'altra caratteristica di rilievo della geografia degli ambienti: questi, infatti, pur presentando una discreta grandezza ed estensione, risultano fin troppo lineari, con poche biforcazioni che, pur guidandoci verso combattimenti extra e forzieri lontani da occhi indiscreti, porteranno sempre al ricongiungimento con il percorso prestabilito già dopo brevissimi tratti. Se questo, da un lato, incentiva e sprona il giocatore ad esplorare le mappe nella loro totalità, è innegabile come l'aggiunta di qualche via alternativa più consistente o di qualche semplice enigma ambientale avrebbe favorito la diversificazione dell'esperienza intera. Da questo punto di vista, neanche la presenza di sporadiche 'aree segrete' aggiunge sinceramente granché, in quanto spesso semplici deviazioni in stanze contenenti l'ennesimo forziere.

    Aprire questi preziosi scrigni ci permetterà di raccogliere buonissima parte del loot che incontreremo durante le sessioni di gioco, con il resto del bottino dispensato da boss e particolari nemici. I tesori che raccoglieremo faranno tutti parte di quattro tipologie di oggetti equipaggiabili: amuleti, anelli, orecchini e reliquie. Ognuno di essi andrà a modificare una serie di parametri tra i venti che caratterizzano ogni personaggio, ampliandone capacità magiche o fisiche a seconda delle proprie scelte: la varietà di effetti e bonus elargiti dall'equipaggiamento permette una buona personalizzazione, con la possibilità di favorire i personaggi nei parametri più adatti alla classe di appartenenza, o creare combattenti più equilibrati compensandone eventuali debolezze. Questa discreta libertà permette, almeno in parte, di compensare la mancanza di armi ed armature tra l'equipaggiamento customizzabile, ma nulla può verso il senso di poca soddisfazione che poco a poco si insinua nel giocatore, che sarà sicuramente esausto al centesimo anello o paio di orecchini raccolto. Pur trovandoci su altri lidi rispetto ai classici dungeon crawler nei quali la conquista di loot sempre più potente e raro è uno dei motivi che spinge a spendere ore ed ore all'interno degli scenari, da appassionati di RPG avremmo gradito un pizzico in più di varietà anche in questo settore.
    E' in ogni cas il combattimento strategico il vero fulcro di Aarklash Legacy e, fortunatamente, è proprio questo il campo nel quale Cyanide sembra aver concentrato i suoi sforzi. Come in un continuo susseguirsi di analogie, anche nella struttura dei suoi combattimenti il titolo ricorda il capolavoro fantasy di Bioware: il nostro party affronterà infatti i propri nemici in battaglie scandite da pause attivabili premendo la barra spaziatrice, e necessarie a pianificare ed impartire i giusti ordini ai propri personaggi. L'attenta analisi delle unità nemiche, delle loro difese e soprattutto delle loro capacità (magiche e non) si rivela fondamentale all'inizio di ogni battaglia, in quanto un livello di difficoltà decisamente sopra la media non perdonerà alcun errore, sia esso di distrazione o meno. La lettura del campo di battaglia dovrà essere infatti costante e reattiva, con la necessità, spesso e volentieri, di anticipare le mosse dei propri avversari per non ritrovarsi in situazioni spiacevoli. Già nei primi livelli di gioco, la potenza di alcuni incantesimi nemici ed il numero di avversari in campo costringerà il giocatore ad ordinare repentini movimenti ai propri personaggi che, tra slalom per evitare proiettili (alcuni capaci di attraversare più bersagli o di seguire un obiettivo in stile missile teleguidato) e fughe dalla zona d'effetto di una determinata magia, faranno ben presto cadere in disuso il comando 'Attesa'. Ben più utili, si riveleranno i quattro comandi abbinati ad ognuna delle skill disponibili per ciascun personaggio: diverse per ognuno di essi, queste abilità si rivelano sicuramente il fiore all'occhiello ed il vero fulcro del sistema di combattimento.
    Divise nelle classiche categorie di attacco, cura e supporto (atte tanto a garantire bonus alle proprie unità quanto a svantaggiare quelle avversarie), queste abilità, uniche per ogni personaggio, garantiscono un buon range di approcci al combattimento e, soprattutto, la costruzione di una propria strategia prediletta: la possibilità di cambiare in ogni momento i membri all'interno del party (scegliendo tra un roster totale di otto elementi), fornisce infatti l'opportunità di combinare i set di abilità più utili al nostro stile di gioco o all'abbattimento di un determinato avversario. La progressione ed il potenziamento di queste abilità passa per la spesa degli skill points guadagnati ad ogni passaggio di livello, e la loro distribuzione è modificabile in ogni momento tramite l'apposito menù: sebbene i più puristi vedranno alla presenza di sole quattro abilità, tra l'altro predefinite, come un limite rilevante rispetto a sistemi di crescita che permettono una personalizzazione delle skill ben maggiore, l'impianto studiato da Cyanide è una piacevole via di mezzo tra accessibilità, flessibilità e complessità che si lascia apprezzare.

    Nel rendere più ostici gli scontri, concorrerà anche il fatto che le unità nemiche saranno sempre suddivise in gruppi sempre ben equilibrati, con elementi votati al combattimento corpo a corpo o a distanza, maghi e healer nemici, a rendere indispensabile la scelta delle proprie priorità e la sequenza con la quale sbarazzarsi dei propri avversari. Un buon tasso di sfida è dato anche dagli scontri con i boss che, pur non presentando pattern d'attacco molto diversi dalle unità standard, possono utilizzare abilità ed incantesimi unici di straordinaria potenza, in grado di ribaltare le sorti di uno scontro in pochi secondi se non affrontati con le giuste contromisure.

    VISIONI E SUONI

    Aarklash Legacy ed il suo mondo prendono vita grazie ad un comparto tecnico che, come tutto il resto della produzione alterna luci ed ombre in ognuno dei suoi settori. La componente grafica si presenta infatti ben realizzata, con un plauso particolare alla realizzazione dei modelli dei personaggi giocabili, discretamente animati ma soprattutto ricchi di particolari: dalle finezze 'razziali' specifiche per ognuno dei personaggi, alle diverse armi ed armature realizzate ad hoc per ciascuno di essi, tutto denota una cura del dettaglio decisamente buona e ben studiata. Tale discorso non può essere fatto per i modelli nemici, spesso riciclati con il cambio di qualche dettaglio a giustificarne una tipologia piuttosto che un'altra. Tutto ciò va purtroppo a braccetto con un motore di gioco non sempre convincente, con fasi estremamente concitate o ricche di personaggi su schermo testimoni di evidenti rallentamenti: la struttura di gioco basata su continue e ripetute pause aiuta ad assimilare meglio tale difetto, ma non ne nasconde assolutamente la presenza.
    L'accompagnamento sonoro ci propone la classica scelta di brani fantasy orchestrali, dalla qualità altalenante tra il realmente epico e l'insipido, ma svolge il suo lavoro in background sempre con onesta perizia. Alti e bassi anche nel doppiaggio (completamente in inglese come il resto della produzione), con voci decisamente più azzeccate e meglio recitate di altre, ma la presenza di dialoghi sempre in linea con le varie caratterizzazioni dei personaggi permette comunque di apprezzarne la presenza. Ottima la longevità, con una campagna in grado di impegnare il giocatore per qualche decina di ore prima che questi riesca ad assistere all'epilogo della vicenda.

    Aarklash: Legacy Aarklash: LegacyVersione Analizzata PCCyanide Studio si conferma maestra nella scelta delle licenze da utilizzare per i propri titoli, ambientando Aarklash Legacy in un mondo fantasy come quello del wargame Confrontation, ricco di idee da sfruttare ma allo stesso tempo estremamente malleabile. Quello che ne esce è un RPG strategico dall'affascinante componente narrativa, ma dalla struttura non sempre convincente. La necessaria pianificazione delle proprie mosse e priorità sul campo di battaglia ed un ottimo studio delle skill dei personaggi, sono purtroppo accompagnate da una mancanza di varietà nell'esplorazione degli scenari, che ben presto diventeranno una sequenza lineare di combattimenti senza soluzione di continuità. Accettato questo, ed un sistema di crescita dei personaggi e di gestione dell'equipaggiamento che potrebbe non essere affine ai palati di tutti gli appassionati del genere, la difficoltà degli scontri e la durata della campagna riusciranno comunque a regalare buone soddisfazioni a chi deciderà di impegnarsi nel suo completamento, dimostrandosi come un valido complemento ai capisaldi del genere.

    7.5

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