Recensione ACT OF WAR: High Treason

Tra guerra e pace... c'è di mezzo il mare!

Recensione ACT OF WAR: High Treason
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  • Quando nel giugno del 2003 iniziarono a filtrare le prime indiscrezioni su Act Of War: Direct Action, strategico della semisconosciuta Eugen Systems, furono in molti a pensare che il marketing pubblicitario la stesse facendo da padrona, poichè il titolo prometteva molto, troppo, per un team così giovane. Fortunatamente gran parte di loro dovette ricredersi. Act of War fu un prodotto molto buono: si distanziava dagli altri strategici in tempo reale per il taglio prettamente cinematografico della narrazione: non si trattava di svolgere missioni a sè stanti, raccordate da accattivanti, quanto fini a sè stessi, filmatini d’intermezzo, ma di essere parte di un progetto di piu’ ampio respiro in cui si incrociavano complotti, tradimenti, patti segreti, come nel più classico tecno-thriller alla Tom Clancy. L’accoglienza sul mercato, il numero di copie vendute e i giudizi positivi della stampa hanno spinto il publisher a commissionare l’espansione recensita in questa sede, di cui si è occupata lo stesso team parigino.

    Una guerra al giorno... e l’add-on è bello-che-pronto!

    In Direct Action eravamo chiamati in causa per porre un freno al dilagare del terrorismo internazionale, giocando con la Task Force Talon o per l’esercito degli Stati Uniti contro il gruppo sovversivo denominato il Consorzio, attraverso una campagna single player avvincente e ricca di colpi di scena. High Treason è ambientato qualche anno dopo le vicende del prequel, ma la minaccia, questa volta, è ben più tangibile: il Presidente degli Stati Uniti viene rapito da un gruppo di terroristi e la nostra task force prontamente schierata in campo, ma in meno di 5 minuti il simbolo della libertà, e della nazione più potente al mondo viene fatto passare a miglior vita e con lui gli aspiranti candidati alla presidenza. A chiudere il quadro, un’arma batteriologica dal potenziale offensivo incalcolabile che manca all'appello...
    La situazione è critica ed il clima di instabilità generato stende una cappa di terrore sull’intero pianeta, a cui solo il team Talon può rimediare. Per grosse linee è questo il plot in cui saremo chiamati ad agire, ma saranno talmente tanti, e inaspettati, i colpi di scena che le 35 missioni assumeranno più l’aspetto di un capitolo unico che le sembianze di interventi su richiesta. E’ opportuno sottolineare come High Treason non sia un gioco stand-alone, ma necessiti dell’episodio pilota per essere installato: le meccaniche di gioco e l’interfaccia utente attingono a piene mani da quanto felicemente tracciato con Direct Action, ma le novità ed i contenuti introdotti non hanno giustificato un titolo da prezzo pieno.

    Per le nuove reclute...

    Le modalità di gioco seguono il trend degli RTS classici: la single player può essere affrontata sia lasciandosi immergere nella storia, sia selezionando i singoli capitoli in modo arbitrario, consapevoli di rinunciare a quel fattore-thriller tanto apprezzato in Direct Action. La Skirmish, invece, prevede sfide multigiocatore su Internet, tramite GameSpy, o in Rete Locale (LAN). In AOW l’impostazione di gioco segue il filone alla C&C, per cui sarà necessario stabilire un campo base, espanderlo, fortificarlo ed in seguito dedicarsi alla creazione del proprio esercito, con unità di fanteria e unità meccanizzate, ben caratterizzate per ognuno dei tre schieramenti. Direct Action aggiungeva a questa componente la spettacolarità del taglio cinematografico, con attori in carne ed ossa e la trama, verosimile ed intrigante, che incollava davanti allo schermo per ore ed ore...
    Il primo episodio aveva tutti i requisiti per accaparrarsi il nostro tempo libero, e non solo quello, considerando il prezzo, ma con High Treason è opportuno frenare facili entusiasmi.

    Andando a sbrirciare nel pentolone...

    Le novità introdotte con questa espansione fondamentalmente sono tre: una nuova campagna di gioco singolo giocatore, l’introduzione della figura dei mercenari e le unità navali.
    Nel single player il gioco conferma la bontà del lavoro svolto fin da Direct Action: l’interfaccia chiara e immediata, la mancanza di tempi morti durante l’azione, una discreta intelligenza artificiale delle unità nemiche e dei nostri gregari, la mancanza di fastidiosi bug nel punta&clicca, da sempre terreno di coltura per critiche e polemiche. In generale si nota una maggiore flessibilità nella libertà di azione concessa alle unità gestite dalla CPU che tenteranno di vendere cara la pelle e di fornirvi un supporto effettivo in missione: il livello di difficoltà è ben calibrato e le missioni, anche le più difficili, tengono a debita distanza il senso di frustrazione post-insuccesso. Purtroppo se per la giocabilità sono stati compiuti passi avanti, esteticamente il gioco ha perso qualche punto poichè le scene cinematografiche sono state private degli attori in carne ed ossa e rimpiazzate da attori interamente in Computer Graphic che, per la vocazione di questo titolo, non sono propriamente secondari... Le unità e le strutture sono state ampliate, come del resto il campionario dei power-up, ma nulla che faccia gridare al miracolo nè che possa andare oltre quello che ci si aspetti da un’espansione.

    Modifiche più radicali sono state richieste per il varo delle unità navali, che in casa Eugen Systems non solo hanno determinato una rivisitazione del modello di gioco ma anche un vero e proprio rifacimento dell’engine dedicato alla fisica. Ogni fazione ha una propria flotta che, al di là della cosmesi grafica, risulta avere punti di forza e debolezza rispecchiando quelle che sono le caratteristiche dello schieramento: tecnologie stealth d’avanguardia per il Consorzio, potenza di fuoco devastante per l’esercito USA e un compromesso per la task force Talon. Nel complesso, però, le forze in campo risultano bilanciate quindi la scelta dell’una o dell’altra dipenderà esclusivamente dal proprio stile di gioco. Le uniche ombre vengono gettate dal sistema di routing, ovvero dalla possibilità di definire più punti-rotta per far raggiungere alle unità un determinato luogo o definire dei percorsi di pattugliamento: qui l’AI difetta di eccessiva leggerezza ma al momento in cui scriviamo è già uscita una patch che lima in parte il problema.


    Sbarcati sulla terraferma si potrebbero fare spiacevoli incontri durante un attacco: in aggiunta al benvenuto di mezzi aerei, artiglieria e truppe nemiche anche i mercenari, ora, si uniranno ai festeggiamenti. L’esercito dei “venduti per lavoro”, è la seconda, interessante, novità proposta in High Treason. C’è poco di lodevole nella loro dedizione alla nostra causa ma il loro apporto risulterà determinante nelle missioni più avanzate: costo, potenza di fuoco e rapidità ne delineano nettamente la tempra mentre l’abilità di poter essere catapultati dietro le linee nemiche li rendono perfetti per incursioni e blitz. La qualità, però, si paga e il loro costo è spropositato. Non certo un male assoluto, ma neanche qualcosa di cui rallegrarsi.

    Grafica e sonoro

    Il motore grafico si basa sull’engine che aveva mosso il primo Act of War, opportunamente rivisitato per la resa dei nuovi ambienti marini. Si tratta di un engine non di ultima generazione ma che convince per il dettaglio delle unità sia per la definizione degli scenari di gioco. Pur non raggiungendo prodotti del calibro di Rush For Berlin, l’appagamento visivo è garantito dalle ombre volumetriche, dagli effetti particellari (le esplosioni sono tra le più belle che abbiamo avuto modo di vedere), dai Pixel e Vertex Shader v2 e, più in generale, dalla cura riposta nelle animazioni, realistiche e naturali.
    Effetti sonori e musiche di accompagnamento assolvono egregiamente al proprio compito integrandosi alla perfezione nel gioco e fornendo da una parte campioni realistici per armi e mezzi, dall’altra temi particolarmente azzeccati. Dispiace che il doppiaggio, inglese, non sia sincronizzato con le labbra dei personaggi e che, lo ribadiamo, i personaggi in computer graphic non abbiano l’appeal degli attori reali. Evidentemente il budget avrà avuto il suo peso...

    Ultime dal fronte...

    La prima, corposa, patch da ben 175Mb apporta una nutrita serie di novità e migliore a cui è opportuno dedicare uno spazio separato. Tra i contenuti aggiuntivi spiccano: l’Editor di Mappa, con il quale è possibile creare le proprie mappe per gli scontri online o in LAN, compatibile con lo sterminato parco-mappe del primo Direct Action; il Modding Tool, strumento avanzato per modificare i modelli e le texture presenti nel gioco, contenuti che posso essere scambiati tra la community di AOW.
    Oltre alle citate novità, sono stati corretti anche una dozzina di bug più o meno rilevanti e calibrate le prestazioni grafiche anche per i sistemi meno performanti.
    L’unica nota dolente riguarda la documentazione, soltanto in minima parte localizzata nella nostra lingua.

    ACT OF WAR: High Treason ACT OF WAR: High TreasonVersione Analizzata PCEugen Systems, senza stravolgere un gameplay vincente, ha confezionato un’espansione appetibile che farà la gioia di tutti i fans della serie. Grazie al tempestivo rilascio di aggiornamenti, sono stati affinati, ed in parte risolti, gran parte dei problemi che affligevano la prima versione del gioco, uno fra tutti l’impossibilità di giocare con la flotta navale nella modalità Skirmish. Considerando il prezzo di vendita si sarebbe potuto chiedere di più al comparto multiplayer (sono soltanto due le modalità di sfida aggiunte) ed al periodo di beta testing. La votazione globale è tuttavia più che sufficiente.

    7

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