Recensione Bioshock Infinite

Un viaggio indimenticabile, tra le nuvole di Columbia City. Irrational Games rilancia e ci consegna un Bisohock tutto nuovo, e ancora indimenticabile

Burial at the Sea: Episode Two
Recensione: Multi
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Lo shooter in prima persona è un genere piuttosto variegato, che vive di titoli dal gameplay piuttosto immediato e semplicistico, a giochi che ibridano con il role playing game o l'avventura grafica, ricercando un valore aggiunto sempre apprezzato dai gamer più esigenti. I titoli di Irrational Games calzano perfettamente con questa filosofia, promuovendo giochi maturi e di grande spessore. Bioshock Infinite - di cui abbiamo già recensito la versione console - è senza dubbio uno dei giochi più attesi di questa stagione videoludica: un titolo che promette una storyline epica e coinvolgente, condita ad un gameplay ricco di sfumature e variabili. La nuova creatura di Ken Levine si mostra finalmente in versione personal computer, con una veste grafica ancor più bella e rifinita.

    SULLE SKYLINE DI COLUMBIA CITY

    Il nuovo episodio del franchise Bioshock cambia aria, e ci porta dalle profondità marine della città fondata da Andrew Ryan - l'utopica Rapture - all'altrettanto idealizzata Columbia, già ammirata nei numerosi trailer e video d'anticipazione rilasciati i mesi scorsi. La nuova ambientazione è un vero e proprio paradiso, un'enorme città costruita su gigantesche piattaforme sospese tra le nuvole, un posto idilliaco dove tutto sembra perfetto e dove l'armonia regna sovrana, in quella che appare come una società fermamente basata sui solidi principi morali degli Stati Uniti d'America e sui dogmi di una fede religiosa incrollabile. Il gioco è ambientato a ridosso della Prima Guerra Mondiale, nel 1912 per l'esattezza, raccontando di un'America opulenta che ha appena conseguito una serie di successi bellici, politici ed economici, che l'hanno portata a diventare una delle più grandi potenze del pianeta. A dir la verità, Columbia non è proprio una città appartenente agli Stati Uniti, bensì una micro-società elitaria, guidata da un gruppo di visionari nazionalisti e capeggiata da un santone Profeta, una figura misteriosa acclamata e venerata quale salvatore del mondo. Quello che vediamo nei primi minuti di gioco è naturalmente la meravigliosa facciata di una città prossima al collasso, una società in cui scorre il seme del dissenso della "Vox Populi", movimento rivoluzionario formato da anarchici e vittime di una società xenofoba e priva di scrupoli.

    "Sotto il profilo concettuale, Bioshock Infinite non è molto diverso dal primo episodio del 2009."

    Sotto il profilo concettuale, Bioshock Infinite non è molto diverso dal primo episodio del 2009: racconta il triste fallimento di una realtà idealizzata e utopica che, nella sua folle ambizione, fallisce completamente il tiro. Le tematiche questa volta sono diverse, probabilmente più attuali e concrete; in particolar modo ritroviamo i temi dell'intolleranza razziale e religiosa, l'aspra critica ad una società nella quale si riflette una storia complessa e di difficile lettura. E' singolare come la città protagonista delle vicende di Bioshock Infinite, si chiami proprio come l'appellativo poetico dato al continente americano dalla scrittrice afroamericana Phillis Wheatley, forse un feroce riferimento al contraddittorio concetto di democrazia e uguaglianza degli Stati Uniti di inizio '900. Alla storia di Columbia, si intreccia una storyline ugualmente importante, quella del protagonista cui prendiamo il controllo, Booker DeWitt, alle prese con un debito da saldare e una missione da svolgere. La sua avventura nei cieli di Columbia lo porterà a incontrare sul suo cammino la bella e pericolosa Elizabeth, una ragazza dal passato misterioso, dotata di un incredibile e spaventoso potere. La storia che abbiamo modo di vivere con l'ultima fatica di Irrational Games, è raccontata con incredibile maestria, dipanandosi pian piano fino ad un gran finale, una conclusione ricca di colpi di scena, che saprà rispondere a tutti gli interrogativi di una storia perfettamente calibrata. Elizabeth si conferma essere uno dei personaggi migliori degli ultimi anni, dotata di grande personalità e carisma, senza alcun dubbio la miglior rappresentante di sempre dell'universo femminile nell'ambito videoludico, un personaggio comprimario che non è costruito sui soliti canoni sessisti tipici del settore.

    UN SORSO DI TONICO VIGOR

    Il gameplay di Bishock Infinite non è portatore di particolari innovazioni. Al classico lato shooter, tra pistole, fucili e mitragliatori, fanno capolino i poteri speciali che ci permettono di superare gli ostacoli più impegnativi e le sfide più difficili. Questa volta non ci sono i Plasmidi ma i tonici Vigor, identici sia nel concetto che nel funzionamento: sono otto in tutto e possono essere utilizzati per colpire direttamente il nemico, oppure in maniera alternativa e più tattica, creando delle trappole sul campo di battaglia in un tripudio di energia e distruzione. A questo proposito dovremo essere sempre riforniti di sali per poter utilizzare le nostre abilità speciali in combattimento, così come di energia per resistere ai colpi inferti dai nemici. L'interfaccia di Infinite è molto semplice e lascia libera la visuale al giocatore che non ama avere troppi indicatori o elementi di contorno a schermo. L'armamentario comprende un buon numero di bocche di fuoco, tutte personalizzabili con caricatori più capienti e incrementatori di danno, acquistabili dai distributori appositi. Il game design è ben calibrato, ma potrebbe risultare un po' ripetitivo agli utenti in cerca di qualcosa di un po' più variegato. Gli incontri si strutturano in quelle che potremmo definire delle piccole aree delimitate, a volte strutturate su più livelli, talvolta costellate da diversivi ludici, come le fratture temporali che richiamano torrette e rifornimenti, oppure la Sky-line, per spostarci rapidamente tra le varie piattaforme.

    "Dobbiamo ammettere che ci aspettavamo qualche miglioramento in più sul fronte tecnico, invece abbiamo per le mani un Unreal Engine 3.5 che sembra aver ormai giocato tutte le sue carte"

    Quest'ultima è probabilmente la più grossa novità introdotta nel nuovo gioco di Irrational Games, un sistema di trasporto automatizzato che ci permette di spostarci da una piattaforma galleggiante all'altra della città, con la possibilità di atterrare anche sopra o in prossimità dei nemici, per un attacco a sorpresa. Ai normali nemici si alternano mob di notevole potenza e resistenza, come gli Handymen o il Robotic Patriot, dei mostri meccanizzati che non vantano tuttavia il carisma del Big Daddy, il custode di Rapture.
    Il sistema di controllo non aggiunge particolari dinamiche rispetto a quanto giocato nei due precedenti episodi, con un sistema di controllo classico, dove il pulsante sinistro del mouse è adibito allo sparo con l'arma da fuoco, mentre il destro a lanciare i poteri speciali ottenuti tramite i tonici Vigor. L'unica eccezione è lo Sky-Hook, una sorta di rampino che ci permette di aggrapparci ai binari della Sky-line, così come di ingaggiare i nemici in sanguinosi combattimenti corpo a corpo. Abbiamo testato anche il joypad, ottenendo degli ottimi risultati. Mancano all'appello i mini-giochi presenti nei primi due capitoli di Bioshock: elemento che contraddistingueva fortemente il franchise di 2K Games ma è sempre risultato fortemente di contorno, tanto da non sentirne comunque la mancanza. Le lunghe esplorazioni sono costellate dagli immancabili nastri registrati, i Voxofoni, che ci raccontano nei dettagli la storia di Columbia e dei suoi abitanti. Abbiamo proseguito fino alle ultime aree di Columbia giocando al massimo livello di difficoltà, incontrando un eccezionale incremento del grado sfida negli incontri finali, eventi che potrebbero costringere anche i giocatori più in gamba a rivedere le impostazioni. Abbassando la difficoltà, il nostro scudo e la barra dell'energia diminuiranno con molta meno rapidità, i nemici si fanno più facili da abbattere, mentre Elizabeth ci aiuterà più spesso nel corso dei combattimenti, rifornendoci costantemente di munizioni e tonici.

    MECCANICA QUANTISTICA

    L'Unreal Engine di Bioshock Infinite si è comportato molto bene con la nostra configurazione di prova (Intel i7 3770K @3,9 Ghz, 16 GB RAM DDR3, NVIDIA GeForce GTX 680 2 GB DDR5), salvo per alcuni cali di framerate quando si passava da un'area di gioco all'altra, oppure mentre entravano dei nemici sul campo di battaglia, o ancora se un dirigibile esplodeva o un evento sconquassava gli edifici attorno ai quali ci trovavamo. Abbiamo eseguito il test utilizzando uno schermo televisivo con risoluzione di 1920x1080, tutte le impostazioni al massimo e filtri attivati, ottenendo un framerate che oscillava tra i 50 e 60 fps circa, con qualche piccola sbavatura come riportato poco sopra. Dobbiamo ammettere che ci aspettavamo qualche miglioramento in più sul fronte tecnico, invece abbiamo per le mani un Unreal Engine 3.5 che sembra aver ormai giocato tutte le sue carte, il tutto in vista di una nuova versione del motore grafico che potrà effettivamente aprire le porte ad una nuova generazione videoludica. Dobbiamo ammettere con un certo rammarico, di aver recentemente assistito ad un miglior utilizzo dell'UDK di Epic Games. Per spezzare una lancia a favore di Irrational Games, è doveroso aggiungere che il focus del team di sviluppo era l'aspetto artistico del prodotto piuttosto che quello meramente tecnico, un elemento di cui bisogna tener conto per la valutazione del progetto capitanato da Ken Levine. I modelli sono ben fatti in termini di design, ma mettono in mostra una costruzione poligonale relativamente semplice e ormai superata in molteplici ambiti videoludici. Eccezion fatta per Elizabeth, i visi dei personaggi non sono particolarmente espressivi: ogni tanto anche il lipsync manca il bersaglio. In alcuni frangenti le texture lasciano un po' a desiderare, mancando di pulizia e definizione, pur svolgendo bene il loro lavoro all'interno delle complesse e sempre ricche ambientazioni. Ottimo il comparto audio, con una colonna sonora azzeccata e un doppiaggio in italiano molto ben fatto. Notiamo però una gestione della spazialità non eccezionale, con un ottimo sonoro multicanale che diventa discreto su un più comune impianto stereo.
    Le piccole mancanze appena elencate vengono completamente messe in ombra da scelte artistiche di grande spessore e di indubbia qualità: la città di Columbia è raccontata con il classico stile visivo e modus operandi di Irrational Games, sfoggiando stile e modelli vagamente caricaturali, uniti ad una scelta cromatica tipicamente fumettosa: un mood davvero inconfondibile in grado di stregarci anche questa volta. In termini di level design è una prova superata a pieni voti, in grado di confermare l'eccellenza degli artisti al lavoro sull'ultima fatica dello studio capitanato da Ken Levine.

    Bioshock Infinite Bioshock InfiniteVersione Analizzata PCKen Levine sembra aderire pienamente ad un concetto tipicamente giapponese che sostiene come uno scrittore o un'artista abbia una sola cosa da raccontare, e nella propria vita si ripeta per cercare di perfezionarsi e migliorare la propria opera prima. Per quanto si sforzi di uscire dal precedente contesto infatti, quello di Rapture caro a tutti gli amanti del medium videoludico, Bioshock Infinite rimane a tutti gli effetti una versione 3.0 di quanto già visto nel 2009, una rivisitazione, una rilettura, un ready-made digitale dall'incredibile risultato. Con questo non stiamo affatto dicendo che Bioshock Infinite sia un fallimento, tutt'altro, ma semplicemente che non è la rivoluzione videoludica che molti videogiocatori stavano aspettando. Il gameplay è rimasto sostanzialmente invariato, così come le dinamiche esplorative e la gerarchia di mob e nemici. La struttura narrativa segue un iter molto simile a quello già visto nei precedenti episodi della saga, con una serie di intrecci difficili da decifrare, fino ad una sequela di colpi di scena finali, che porteranno il giocatore a scoprire il segreto dietro ad Elizabeth e al protagonista dell'avventura; uno dei migliori finali mai raccontati in un videogioco, per una storia egregiamente confezionata, seppur non sempre correttamente dosata nel ritmo di narrazione. Il nuovo prodotto di 2K Games è un gioco che tutti dovrebbero giocare almeno una volta, un grande esempio di maturità artistica in un medium in costante e rapida evoluzione.

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