Recensione Chronicles Of Mystery

Una nuova avventura dai creatori di Art of Murder!

Recensione Chronicles Of Mystery
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • iPhone
  • Pc
  • Archeologia e persone scomparse: non mi giunge nuova...

    Dopo Art of Murder, City Interactive ci riprova con un'altra avventura grafica punta e clicca vecchio stampo. Questa volta la nostra nuova eroina è un'archeologa che precipitosamente si reca a Malta, da suo zio, per conclamare la sua recente scoperta agli scavi di Gozo. Prese le poche cose per soddisfare le sue archeologiche necessità, Sylvie -questo il nome della protagonista- viene subito proiettata nella tranquilla e maltese La Vallette, sua cittadina natale e detentrice di un oscuro mistero...

    La difficile arte del creatore di avventure grafiche

    Iniziando da una semplice installazione lanciamo il gioco ed entriamo direttamente nelle opzioni principali. La desolazione del menu relativo ad ogni elemento tecnico ci coglie un pò alla sprovvista, tuttavia senza timore ci catapultiamo in una nuova partita. Un breve filmato ci accompagna durante i primi secondi di gioco, mostrandoci alcuni cavalieri dell'ordine degli Ospedalieri (l'ordine di Malta per l'appunto) che trasportano una cassa e, inciampando su un sasso, muoiono in una vampata di luce soprannaturale scatenatasi dalla stessa. Prendiamo quindi direttamente controllo della nostra Sylvie che, dopo un breve dialogo con lo zio, parte per Malta e si ritrova nientemeno che a casa dello stesso. Da qui inizierà la sua breve avventura verso la risoluzione di questo centenario mistero. Da subito però rimaniamo delusi dalla povertà della caratterizzazione degli elementi del gameplay e della trama. Vent'anni di avventure grafiche dovrebbero aver insegnato qualcosa agli sviluppatori che pubblicano un prodotto così classico nella sua interfaccia e nel suo svolgimento. Pare invece che alla City Interactive basti ricalcare la formula di un decennio fa, dando degli spunti interessanti e una grafica pulita a noi esigenti videogiocatori. I primi minuti di gioco ci pongono infatti davanti ad un paio di enigmi in parte di esplorazione e in parte di logica (se vogliamo chiamarla tale) che lasciano veramente insoddisfatti.

    Punto e clicco, clicco e punto, ma perchè lo faccio?

    L'interfaccia è quanto di più classico si possa immaginare per un gioco appartenente al genere delle avventure grafiche. Una barra in basso ci mette a disposizione gli oggetti dell'inventario, mentre un'altra in alto porta alla luce un menu a scomprsa con le esigue opzioni di gioco ed uno striminzito quanto inutile Diario contenente gli appunti che redarrete durante il corso dell'avventura. Il puntatore del mouse è contestuale e, grazie all'introduzione di un nuovo pulsante a punto interrogativo posto in basso a destra, potrete portare alla luce tutti gli elementi interessanti in ogni locazione che visiterete. Questo nuovo pulsante "svelatore" da una parte è una gradita novità che elimina del tutto il "pixel hunting", ovvero la fastidiosa ricerca degli oggetti necessari al prosieguo dell'avventura tra ogni singolo pixel del fondale. Dall'altra una così pesante facilitazione deve per forza di cose essere accompagnata da una quantità e qualità degli enigmi sufficiente a non ridurre il tutto ad una sequenza insensata di azioni ridondanti (raccogli, usa, raccogli, usa, raccogli,...). Purtroppo Chronicles of Mysteries non ce la fa a combinare questi elementi nella giusta maniera. Andando avanti nel gioco tutto si riduce a raccogliere quanti più oggetti possibili, neanche fossimo dei netturbini, e ad usarli nella maniera più sensata; non in relazione al dipanarsi della trama (inesistente), bensì nella sola ipotesi che due di essi abbiano qualche intuitiva associazione in comune come il pesce con il gatto. La trama, infine, non rivelerà alcuna sorpresa e la sua arrendevole linearità non farà altro che irritare ancora di più il giocatore, sempre pronto ad usare la sua sagacia, ma mai messo alla prova dai banalissimi "enigmi" presenti nel prodotto e torturato infine da un impianto narrativo spezzato, incongruo e che non svela nulla più di quanto non riveli il filmato iniziale di dieci secondi.

    Una tecnica da archeologi

    Implementato di peso il motore di gioco di Art of Murder, l'azione si svolge su fondali prerenderizzati con protagonisti poligonali. Il primo impatto è piuttosto gradevole e la buona palette cromatica definisce in modo efficace le molte animazioni precalcolate di contorno presenti sullo schermo (dalle caduche foglie in caduta libera, alle increspature del mare, ai gabbiani che volano in lontananza). Anche i personaggi sono piuttosto gradevoli nella loro cosmesi, anche se qualche poligono in più ed una risoluzione maggiore delle texture avrebbero di certo fatto bene. Una nota di merito va alle ombre ed all'illuminazione, che cambieranno realisticamente a seconda della posizione dei personaggi. L'effetto generale è dunque gradevole e ben fatto anche se non strappa di certo una lode, soprattutto a fronte di un aliasing sui fondali e sui poligoni che poteva di certo essere evitato data la mostruosa potenza dei calcolatori odierni. Passiamo a parlare delle animazioni anche se sarebbe meglio per City Interactive che non lo facessimo: era dai tempi di Fade to Black (il videogame) che non vedevamo tanta legnosità sullo schermo, ed allora eravamo ben felici nel vederla (era il lontanissimo 1994). Ogni singola animazione è precalcolata e più che in un'avventura moderna piena di mistero, sembra di vivere in un mondo fatto di robot goffi e impacciati. A tutto questo si aggiungono anche dei piccoli bug che non fanno altro che peggiorare la situazione: durante il caricamento della locazione successiva, spesso, attenderemo anche 4-5 secondi per entrarvi, mentre una musica di sottofondo ci accompagnerà solennemente come un disco rotto. Il comparto sonoro è senza infamia e senza lode mentre le traduzioni italiane (vocali e testuali) sono ben interpretate seppur ripetitive. L'ultimo scempio è stato compiuto nel doppiaggio, poichè è quanto mai evidente che sono solo 2 le persone che danno la voce alla dozzina di personaggi presenti nell'avventura. L'interpretazione non è comunque del tutto malvagia, ma giocando senza sottotitoli si perderà addirittura il filo del discorso ove saranno due donne a parlare, portando Chronicles of Mysteries verso una totale bocciatura.

    Chronicles Of Mistery Chronicles Of MisteryVersione Analizzata PCQuesto titolo, seppur proposto ad un prezzo invitante, va evitato senza mezzi termini. Abbiamo conservato per il commento finale la definitiva mazzata che suggella questo clamoroso fiasco di City Interactive: il gioco in tutto dura 1 ora e mezza effettiva, longevità che sale a poco più di due ore di tempo necessario a completarlo per la prima volta. Per un'avventura grafica tutto questo è inaccettabile nonostante i minimi sforzi di dargli delle buoni basi storiche e narrative grazie all'evocativa ambientazione maltese. Una grafica claudicante, un gameplay vetusto, la totale e sconvolgente banalità degli enigmi, unita a una trama che definire tale è un'esagerazione, ci porta a sconsigliarvi nel modo più totale questa debacle del genere punta e clicca. Forse veramente qualcuno è inciampato su un sasso in questa avventura, ma di certo non solo quel povero cavaliere dell'introduzione.

    3

    Che voto dai a: Chronicles Of Mistery

    Media Voto Utenti
    Voti: 19
    5.1
    nd

    Altri contenuti per Chronicles Of Mistery