Recensione Desperados 2: Cooper's Revenge

I magnifici 6 cavalcano ancora

Recensione Desperados 2: Cooper's Revenge
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  • Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?!


    Proprio 2 settimane fa il sottoscritto terminava un articolo ritenendosi pieno di speranze sugli sviluppi di Desperados 2, ultimo nato della Software House tedesca Spellbound. La versione del titolo provata in sede di preview aveva però lasciato dei dubbi a proposito dell’IA nemica e dell’aspetto grafico del titolo, e, purtroppo, tali difetti si sono ripresentati anche nella release finale del prodotto, minandone fortemente la qualità finale. Ma andiamo con ordine: per chi non lo ricordasse Cooper’s Revenge è il seguito di un titolo strategico/tattico alla commandos, ambientato però nel selvaggio west. Si tratta appunto di Desperados, classe 2001, che all’epoca si fece apprezzare per la varietà delle missioni, il carisma dei protagonisti e, non ultima, L’IA dei vari nemici. Come anticipato nell’anteprima, Desperados 2 vede gli eroi del primo capitolo, a cui si aggiunge l’indiano Hawkeye, impegnati nella ricerca di un criminale noto come Angel Face per vendicare il fratello del protagonista John Cooper. Come nel primo capitolo, quindi, la trama si basa su tutti i classici stereotipi dello spaghetti western, e guai a chi dice che sia un male.

    Per un pungo di dollari

    Similmente al predecessore, Cooper’s Revenge guida i giocatori attraverso numerosi livelli fino all’inevitabile duello finale. Le innovazioni principali di questo seguito sono essenzialmente 2: la possibilità di passare tramite la pressione di un tasto dalla visuale a volo d’uccello ad una in terza persona, e l’incremento delle capacità dei personaggi, in modo da renderli più indipendenti. Sicuramente Cooper’s Revenge presenta un’atmosfera più rilassata e maggior immediatezza rispetto al passato, grazie a personaggi più versatili, cosicchè venga utilizzato ogni membro del party (quando in Desperados si finiva sempre con l’utilizzare massimo 3 eroi su 6 disponibili). I livelli sono ampi, spaziano da città di frontiera a pueblos occupati da banditi, canyon, fortini e altri emblemi del panorama western, presentano una struttura leggermente lineare per quanto concerne le strade da prendere, mentre lasciano al giocatore totale libertà di scegliere il tipo di approccio e i personaggi giusti per sbarazzarsi dei nemici: siete amanti della tattica? Tramite la modalità isometrica potete coordinare i movimenti dei membri del party registrando le azioni per farle poi eseguire in contemporanea, colpendo più avversari nello stesso momento con diversi personaggi (la famosa quick action) e avere sempre un’ampia vista della mappa di gioco, dei percorsi delle sentinelle e del loro cono visivo... Preferite di contro un approccio più diretto? Tramite la pressione del tasto tab la visuale calerà in terza persona, e sarete liberi di controllare i singoli eroi come se fosse un gioco d’azione, trasformando Desperados in un emulo western di Hidden & Dangerous, e sbarazzandovi a colpi di colt di fuorilegge e feccia assortita. Come al solito la verità sta nel mezzo, e il modo migliore di superare le missioni sentendosi parte di un qualsiasi numero di Tex Willer è sicuramente quello di intervallare i momenti di azione a quelli di riflessione (anche per evitare di venire sorpresi da qualche pattuglia mentre si è in visuale in terza persona, o, viceversa, dover affrontare una sparatoria mentre si coordina una quick action).

    Tuttavia tutti gli aspetti positivi, dai divertenti approcci multipli all’attenzione per la caratterizzazione dei protagonisti, crollano inesorabilmente davanti a una delle peggiori IA che si sia mai vista. Ben di rado tale aspetto è capace di decidere la sorte di un prodotto, rivelandosi quasi sempre poco più di un fastidio di poco conto (Max Payne resta un capolavoro nonostante i nemici tremendamente impediti), questa volta, invece, non solo l’IA si rivela un punto fondamentale del titolo, ma ne mina fortemente la qualità e di conseguenza il giudizio finale: nemici che restano fermi sotto il fuoco, sentinelle che non si accorgono di sparatorie a pochi metri da loro, pattuglie che non notano la sparizione dei compagni, cono visivo limitato a 45° e vista che non supera i 20 metri sono problemi che rendono gli scontri estremamente semplici (spesso basta fare lo slalom tra i coni visivi dei nemici per entrare inosservati anche nelle più protette fortezze), e, allo stesso tempo, noiosi e poco incisivi (oltreciò siamo stufi dei soliti nemici che sentendo uno sparo dietro un angolo ci si affacciano pronti ad essere falciati: era brutto ai tempi di commandos, ora è ancora peggio). Tuttavia la dabbenaggine degli avversari è equilibrata dagli evidenti problemi di coordinamento motorio cui sono soggetti tutti i membri del party, almeno a giudicare dalla tendenza a scegliere percorsi complicati per raggiungere anche posti distanti pochi metri, e spesso pure passando sotto il naso delle guardie (che il delle volte comunque non li notano). Allo stesso modo la carente proprietà articolatorie è sottolineata dal tempo che impiegano a compiere anche le azioni più semplici, come estrarre una pistola o accucciarsi (non sono certo i più veloci del west). Pochi altri piccoli difetti come l’impossibilità di sparare muovendosi o la complicata gestione dei comandi passano praticamente inosservati di fronte ad un simile problema, senza minare a loro volta la qualità del prodotto e rendendosi fastidiosi solo in sporadici casi (anche se farebbe comodo poter uccidere nemici stando in movimento).

    “A me piace che la gente mi veda.”-“Ma la gente potrebbe non condividere il piacere.”

    Per quanto concerne la parte tecnica, Cooper’s Revenge è un susseguirsi di alti e bassi: scenari dettagliati ed evocativi e modelli 3d gradevoli contrastano con mediocri texture e animazioni poco convincenti (soprattutto nella corsa tornano i problemi di artrite di cui sopra, almeno a giudicare dalla legnosità dei personaggi). Ovviamente i problemi di questo genere si riscontrano sopratutto in visuale "Third Person", laddove quella isometrica propone movimenti più precisi e meglio definiti: non si dimentichi che il "corpus" primordiale dovrebbe essere costituito proprio dalle sezioni strategiche. Spiccano poi per varietà le skin dei nemici (soldati, vari tipi di messicani e cow-boys, indiani e altri simboli del west). Parlando del sonoro, gli ottimi effetti ambientali e le belle musiche si contrappongono alle ripetitive e immaginabili risposte dei personaggi agli ordini (mentre si rivelano divertenti e perfettamente in tema le esclamazioni dei personaggi di contorno).

    Desperados 2: Cooper's Revenge Desperados 2: Cooper's RevengeVersione Analizzata PCCooper’s Revenge delude, lasciando l’amaro in bocca per l’occasione sprecata. Gli aspetti positivi, sulla carta, sono vincenti: ambientazione epica, personaggi ben caratterizzati e mai banali, missioni variegate e dagli svariati approcci strategici (o d'azione, a seconda dei gusti dei giocatori) ed una bella colonna sonora. Bastano una grafica imperfetta e soprattutto una IA indegna di tale nome a renderlo un prodotto di nicchia che raggiunge a malapena la sufficienza tonda. Consigliato solo agli appassionati del genere e a chi vive di pane e Tex Willer. Attenzione però: quando e se uscirà una corposa patch o un buon add-on che ne migliorino l’IA e aggiungano qualche aspetto grafico moderno, Desperados 2 potrebbe diventare l'ottimo titolo che, allo stato attuale, purtroppo, non è.

    6.0

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