Recensione Duck Tales Remastered

Zio Paperone vent'anni dopo! La sua fame di ricchezza è proporzionata alla qualità della sua avventura?

Recensione Duck Tales Remastered
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Wii U
  • Pc
  • Il logo originale Capcom (jingle incluso) e poi la sigla strumentale della serie televisiva Ducktales sono un tuffo al cuore per chi è stato bambino vent'anni fa. E la casa di Osaka lo sa benissimo, specie perché con un sol colpo vuole catturare i nostalgici del cartoon e anche quelli dello squisito platform per NES. Due piccioni con una fava è l'apice della furbizia commerciale!
    Mente e braccio di Duck Tales Remastered è Wayforward, software house ben nota per i suoi platform bidimensionali, da Mighty Switch Force ad Epic Mickey: Il potere dell'Illusione. Il team americano ha così interpretato l'ansia da reboot di Capcom, andando a ripescare il gameplay originario e dipingendo su schermo coloratissimi sprite che strizzano l'occhio alle puntate della serie animata.
    La qualità generale, sulle prime veramente promettente, è scaduta non poco in sede di recensione, nonostante alcune trovate interessanti ed una squisita realizzazione tecnica abbiano saputo risollevare le sorti di Duck Tales Remastered e la sua valutazione finale.
    Il platform Capcom/Wayforward è disponibile su Steam, Playstation 3 e Wii U, mentre approderà solo tra qualche settimane su Xbox 360.

    Un Sabato pomeriggio di vent'anni fa

    Duck Tales Remastered si articola lungo 5 livelli di gioco più un epilogo veramente tosto. Per nomi e nemici le ambientazioni si rifanno a quelle del videogioco originale, anche se ovviamente il level design è differente, gli obiettivi più vari ed i boss al termine di ciascuno maggiormente temibili.
    Wayforward ha voluto dare al titolo un'impronta narrativa abbastanza marcata. Ciascuno stage può essere visto come una puntata della serie TV: si comincia sempre al Deposito dove Zio Paperone sprona i nipotini ad imbarcarsi in una nuova avventura alla ricerca di qualche strambo tesoro; quindi il gruppetto giunge in un remoto angolo del pianeta Terra a bordo di un velivolo di "recente invenzione" di Archimede e guidato dal pasticcione Jet McQuack.
    I numerosi siparietti di dialogo aiutano sicuramente a dare un forte tono narrativo al gioco, ricongiungendosi con il tono ironico della serie tv. Tuttavia la loro eccessiva lunghezza, resa ancora meno sopportabile dal carattere statico dei personaggi, eppoi l'elevata frequenza con cui tali siparietti si presentano, giocano contro le mire della sceneggiatura di Wayforward. Perché diciamocelo chiaramente, sorbirsi fino a 3 cut scene prima di eseguire un saltino è davvero agli antipodi rispetto alla frenesia dei platform.

    Ciascun livello è diviso in due fasi: la prima, di esplorazione e ricerca, richiede al giocatore di trovare alcuni oggetti sulla mappa. Le 8 monete d'oro inca, i pezzi della tuta di Robopap, i nipotini rapiti dai Bassotti sotto fantasmatiche spoglie, ecc...
    L'estensione di ciascun livello è discreta, ma sopratutto la progressione durante la prima fase non è quasi mai lineare. Ecco perché vi tornerà utile la minimappa sulla quale sono indicate le posizioni degli oggetti da raccogliere.
    La seconda fase, di contro, è un lento avvicinamento verso il boss. Dalla testa di pietra pre-colombiana al topo geneticamente modificato, passando per Amelia  e Cuor di Pietra Famedoro, i boss di fine livello richiedono enorme tenacia e talvolta pazienza, in attesa del giusto istante in cui sono vulnerabili. E' qui che maledirete divinità e lavoratrici da strada, sopratutto a livello di difficoltà Normale o superiore.

    Il tasso di sfida è un argomento particolarmente spinoso per Duck Tales Remastered. Cominciamo col dire che esso è al pari del videogioco originario, quindi veramente elevato e capace di mettere a dura prova anche il giocatore più navigato. Ritornare per un istante ad un'epoca in cui ogni cartuccia richiedeva riflessi sempre pronti e reclamava interi pomeriggi per completare una manciata di stage è una autentica doccia gelata nei confronti degli standard odierni, tra difficoltà modulabili a piacimento e checkpoint ad ogni passo.
    Tuttavia c'è una certa differenza tra livello di difficoltà impegnativo e frustrante. A difficoltà Normale Duck Tales Remastered offre appena due vite, nessun checkpoint intermedio ed obbliga così il giocatore a rifare daccapo il livello, poco importante che si è morti ad un passo dallo sconfiggere il boss. Vi tocca rifare tutta la trafila! Raccogliere i diamanti torna utile solo per sbloccare alcuni bozzetti nella Galleria, non elargisce alcuna vita extra né possibilità di respawn.
    Di contro il livello di difficoltà Facile è veramente troppo facile. La sola presenza di vite e continue infiniti tarpa le ali al gameplay, eliminando così qualsiasi tensione legata alle morti improvvise e al tedio di dover ricominciare da zero.
    Su questo aspetto becchettiamo Wayforward, la quale ha bilanciato veramente male i diversi livelli di difficoltà senza venire incontro praticamente a nessuna tipologia di giocatore. Eccezion fatta per quello veramente sadico!

    Poghiamo?

    Duck Tales Remastered, così come l'avventura su NES, non è un platform dalle meccaniche qualunquiste. Tutto ruota attorno al Pogo, il balzo più alto dell'ordinario che Zio Paperone effettua dandosi slancio con l'estremità inferiore del suo bastone da passeggio. Un'idea veramente stramba dal punto di vista della fisica, ma indispensabile per carambolare con successo sulle teste nemiche, sopravvivere a spuntoni dal terreno e distruggere blocchi di roccia.
    L'originalità della meccanica, oggi come vent'anni fa, aiuta a rimarcare le differenze tra il platform Wayforward e tutti gli altri esponenti del genere, anche se un paio di difetti inficiano la qualità del gameplay.
    Primo fra tutti un level design insipido, dalla personalità poco definita, indeciso tra la linearità dei percorsi marieschi ed un convincente backtracking come i Klonoa. Dei 6 livelli di gioco i migliori sono Miniere Africane ed Himalaya, grazie a riuscite reinterpretazioni del Pogo.
    Punto due: gli hitbox poco definit. Nel caso di alcuni nemici od ostacoli naturali non si capisce mai quali punti sono sensibili e capaci di produrre danno. Ad esempio alcuni rampicanti con le spine decurtano un punto ferita anche se gli si atterra di fianco, mentre nel caso di qualche tipologia di nemico è sufficiente avvicinarsi per annientarli. Si ottiene così un calcolo approssimativo delle collisioni, ulteriore motivo di frustrazione ai livelli di difficoltà più elevati.

    Alle luci ed ombra del gameplay Duck Tales Remastered contrappone un comparto grafico da applausi. Il curioso mix tra fondali tridimensionali e personaggi bidimensionali genera la suggestione di trovarsi all'interno di una puntata della serie animata. Posture, animazioni (poche ma buone) e tonalità cromatiche sono tutte studiate ad arte per ricordare il cartoon di fine anni '80, ad oggi l'unica convincente divagazione alla scuola Disney italiana, con un Paperone insospettabilmente paternalista ed un cast di comprimari e nemici inusuale per i lettori di Topolino.
    Convincono anche le musiche di sottofondo ai livelli, mai banali nelle campionature tanto da non accorgersi del loro procedere in loop, avvolti dalla frenesia del gameplay.

    Duck Tales Remastered Duck Tales RemasteredVersione Analizzata PCDuck Tales Remastered è un piccolo gioiellino sfornato da Capcom e Wayforward. Le premesse lasciavano intendere un livello qualitativo ancora maggiore, eppure l'operazione nostalgia può dirsi portata a termine con successo. Grazie ad un comparto grafico praticamente identico alla serie animata, musiche coinvolgenti e ritmate, meccaniche ludiche azzeccate e discretamente implementate, Duck Tales Remastered riporta in auge il platform per NES indimenticabile per molti bambini di fine anni '80. Peccato solo che i toni entusiastici sono frenati da difetti tutt'altro che marginali come una difficoltà mal bilanciata, un level design quasi mai al top, una gestione delle collisioni pressapochista e dialoghi alquanto noiosi. Dedicato perlopiù a quei giocatori svezzati nel secolo passato a pane, cartoni del sabato pomeriggio (lo trasmettevano in questa fascia oraria, ricordo bene?) e cartucce 8 bit. Per tutti gli altri in effetti c'è di meglio, platformicamente parlando!

    7

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