Speciale Elite: Dangerous

La prima parte di un lungo coverage che ci porterà alla recensione della space sim di Frontier

Speciale Elite: Dangerous
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • "Sono nessuno nello spazio infinito. Chi voglio diventare?" Questo mi stavo domandando mentre attraccavo allo spazioporto, sulla rotta interminabile in quella che è stata la mia prima vera missione nello spazio. Non sto parlando di una roba che esce tutti i giorni, di un qualche shooter con parvenze social, del trecentesimo DLC dell'ennesimo proto-RPG in terza persona; e nemmeno di un sequel-prequel-post-quelchevolete sempre uguale, con le stesse texture riciclate da quattro anni prima; no. Stiamo parlando dell'erede di Frontier, del possibile nuovo termine di paragone per i titoli tripla A online e di quello che potrebbe, dopo anni, essere l'inizio di un grosso cambiamento. Affermazioni pesanti, che corroboreremo lungo il corso di questo articolo introduttivo e in quelli successivi, sempre e comunque pesate dall'uso del condizionale.
    E' praticamente un obbligo usare il periodo ipotetico quando si comincia a scrivere di un MMO. Anche se il primo impatto col titolo è di quelli che te lo ricorderai negli anni a venire, come in questo caso, la community che si creerà e le mosse degli sviluppatori nel periodo appena successivo all'uscita conteranno troppo per poterle mettere da parte, e lasciarsi andare alla pura esaltazione da fan esaltato con gli indici appiccicosi. Tutto questo per una space sim che in realtà è molto di più. Elite: Dangerous è il nuovo capitolo della storica saga, una ventata di aria fresca e una promessa talmente grande che nonostante la pura esaltazione non possiamo dire che sia stata ancora mantenuta. Nel frattempo, loggato all'unico grande server insieme a migliaia di giocatori, forse stavo iniziando a maturare una risposta a quella difficile domanda.

    Neonati stellari

    Tornando a quel porto remoto e nascosto tra due cinture di asteroidi, il carburante stava finendo ed ero ai ferri corti con le pattuglie imperiali; la mia incursione sulla rotta commerciale tra Gamma Austrinae e Lidals non gli era andata a genio. Quattro bei commercianti freschi di stazione, con le pance dei loro cargo pregne di carburante biologico da filtrare. Oro liquido. Il mio oro liquido, ora. La loro disfatta contro la coppia di Burst Laser a tracciamento automatico che avevo appena montato era stata una gran soddisfazione. Ma dovevo telare; via alla svelta, prima che le navi corazzate dell'Impero uscissero dal Supercruise e mi bruciassero in due secondi coi loro torpedo contro cui puoi solo pregare. La stazione in cui ero arrivato dopo un salto iperluce e copiosi sudori freddi, faceva schifo. Non uno straccio di servizio, non la possibilità di riempire i caricatori della torretta rotante con nuovi proiettili, la mestizia dei bollettini e delle news ("Nuova nave avvistata vicino al nostro sole! Se ne è subito andata..."): un buco sporco e sconosciuto. Era la Mecca, la Terra Promessa: era la salvezza. Sullo schermo della mia Eagle mi era comparso un bel "Ricercato per 20.000 CR", rosso acceso e lampeggiante. Dopo lo scherzetto che gli avevo tirato non erano molto contenti gli imperiali e dovevo cambiare aria, andando verso quelli della Federazione o dell'Alleanza a 200 anni luce di distanza. Comunque gli imperiali non mi sono mai andati a genio, coi loro schiavi, l'unico vero imperatore da venerare e altre cavolate simili. Tuttavia non era per questo che avevo infranto la legge, anche se era stato un bell'incentivo. Quando ho creato il mio avatar nell'universo di Elite: Dangerous non l'ho mica fatto da solo. Due miei amici, ai quali presto se ne aggiungeranno altri, l'avevano fatto insieme a me e in questo universo procedurale con già più di 400 mila (si, avete letto bene) sistemi da esplorare, incontrarsi non è proprio facile. La prima missione che ci siamo posti una volta connessi ai server di Elite è stata semplicemente quella di incontrarci tutti e tre. Un compito di una semplicità disarmante che in realtà si è rivelato una fatica di Ercole, quasi insormontabile. Siamo stati svezzati percorrendo la distanza siderale che ci separava in circa cinque ore di gioco effettive per ciascuno, un viaggio tra le stelle denso di imprevisti e con il quale abbiamo imparato come usare i vari moduli per i viaggi lunghi, a navigare l'immensa mappa galattica (essenziale un sito d'appoggio per pianificare la rotta, come questo), a scegliere quando è il caso di entrare in modalità di navigazione silenziosa, togliendo gli scudi per far scendere la traccia termica della nostra nave e passare inosservati alla maggior parte dei sensori. Ci siamo trovati a metà strada sotto l'egida dei sistemi della Federazione, tutti basati sul commercio e sulle grosse corporazioni minerarie. Un bel cambiamento rispetto alla macchina imperiale, dove tutto è molto più costoso e le leggi sono molto più restrittive per commercianti e cacciatori di taglie. Ora l'obbiettivo ci era chiaro: racimolare i crediti necessari per equipaggiare le nostre navi con moduli e armi di Classe 2-A e 3-A per poi prendere una posizione decisa negli eventi in corso scatenati dalla community. Le cosiddette War Zone che cambiano in maniera radicale i governi di interi sistemi.

    Ognuno di noi tre ha avuto una storia diversa lunga la rotta per incontrarci. Per finanziarmi il viaggio ho scelto di fare un colpo bello sostanzioso e poi dimenticarmi delle multe e taglie che avrei accumulato: tanto a 200 anni luce gli imperiali potevano anche andare a quel paese. Col bottino ho acquistato un Fuel Scoop, un modulo per i viaggi lunghi che permette di recuperare un po' di carburante sostando vicino alle stelle, e racimolato crediti sufficienti per i rifornimenti più grossi e le emergenze e via. Un mio compagno è stato invece costretto a vendere parti della sua nave per poter saltare a distanze sufficienti per poterci raggiungere, cercando di non esplodere a causa della mancanza di scudi. Dopo un paio di autodistruzioni causa assenza di autogrill nei pressi di qualche sole sconosciuto da cui doveva per forza di cose passare, è riuscito a farcela. L'ultimo di noi invece si è dedicato un po' al commercio: piccole missioni per racimolare un po' di soldi, proprio come avevamo fatto noi, ma senza puntare al "colpo grosso" e mettendo da parte credito su credito in più tempo. Quel che ci ha stupito e che da subito ha reso grande Elite: Dangerous ai nostri occhi è che ognuno è veramente libero di fare ciò che vuole, come vuole, e che le sue decisioni determinano la sua storia, sempre diversa. Scoprire le meccaniche di Elite non è facile, perché oltre a pochi tutorial di guida il resto è lasciato tutto nelle mani di chi gioca. Non è bellissimo non avere a disposizione il consueto quest-log iperdettagliato e doversi inventare un modo per completare gli obbiettivi che da soli ci si pone? La potenza del sandbox è più forte che mai in Elite: Dangerous.

    Lancio perfettoDopo una serie di delusioni in ambito MMO, serviva un bel lancio di quelli senza intoppi. Con l'arrivo della patch 1.0 di due giorni fa, Elite: Dangerous è andato online a piena potenza senza alcun intoppo. Prima della patch i crash erano frequenti, ma in seguito abbiamo passato ore ed ore senza problemi di lag o crash del server. Due piccole patch son state aggiunte successivamente per ribilanciare alcuni eventi (gli unidentified sostanzialmente) e mettere a posto il netcode. Un lavoro egregio, tanto che Chris Roberts si è congratulato di persona. Star Citizen deve rimboccarsi le maniche. Sarebbe anche ora.

    Le gioie della relatività ristretta

    Dopo le prime ore estatiche e sofferte, tra autodistruzioni obbligate e taglie sulla testa, si comincia a capire come sfruttare a proprio vantaggio i sistemi di Elite. In fondo stiamo parlando di un vero e proprio RPG galattico, senza alcuna statistica o punto esperienza, ma con una incredibile varietà di situazioni in cui ritrovarsi e un'unica meravigliosa progressione possibile: migliorarsi la nave. La propria vettura spaziale è in sostanza il personaggio da "tirare su" e il miglior modo per farlo consiste, all'inizio, nel bilanciare i compiti possibili senza veramente specializzarsi in qualcosa di preciso. Attraccando a una delle molteplici stazioni con un hangar adibito alla modifica delle navicelle, vediamo come ogni nave acquistabile (in tutto 9 modelli differenti) presenti essenzialmente quattro caratteristiche di base: hardpoint, manovrabilità, velocità e massa. Quest'ultima è il cuore pulsante dell'intero Elite e forse la caratteristica determinante per capire quale stile di guida si vuole adottare. La Eagle ad esempio è tutta velocità e manovre al limite di angoli retti e torsioni impossibili in presenza di un'atmosfera, mentre quella iniziale (concessa gratuitamente a tutti), la Sidewinder, è più bilanciata. Un'ottima alternativa alla Eagle e alla nave di base è la Adder, con una massa superiore, ma anche una corazza ben più spessa e un buon quantitativo di hardpoint per affrontare un vasto ventaglio di compiti. Gli hardpoint sono in sostanza i punti fissi delle navi su cui montare armi e moduli attivi, come gli scanner. Insieme alle parti interne della nave (come i sensori e gli scudi), sono il cuore dei velivoli e ciò che veramente vorremo migliorare. Si dividono in un numero imprecisato di Classi (sembrano tre, ma probabilmente diventeranno di più andando avanti) e hanno un Rating per valutarne la qualità di costruzione e quindi l'efficacia. Un modulo Classe 3, rispetto a una Classe 1, significa generalmente più potenza, ma anche più peso e un consumo di energia più elevato, con tutte le implicazioni connesse alla navigazione. D'altra parte un Rating A implica un'efficienza di quell'arma o modulo molto più alta, dunque un consumo di energia minore e un peso inferiore rispetto a uno stesso modulo della stessa Classe ma con Rating F. Questo sistema così dettagliato rispecchia la qualità sopraffina della simulazione spaziale in Elite. Senza mezzi termini, questa è la space sim dal modello simulativo più complesso, realistico e divertente da giocare mai creato. Il motore di gioco tiene conto di tutta la fisica classica (meccanica e dinamica), applicata ovviamente a un ambiente privo di gravità, e corretta dalle componenti gravitazionali. Le approssimazioni del sistema fisico creato dai Frontier sono talmente convincenti che all'inizio spiazzano. Non si capisce come mai se non si rallenta con un elevato anticipo mentre ci si avvicina a una stazione orbitante intorno a un astro (stella o pianeta), si finirà col non riuscire a fermarsi in tempo, costringendoci a fare una bella inversione a U cosmica. Sembra quasi un'accelerazione forzata! Il trucco è che la massa di entità molto grosse come un pianeta interferisce col moto degli oggetti circostanti nei cosiddetti pozzi gravitazionali. Da una parte se si arriverà troppo veloci nei loro pressi non si riuscirà a decelerare oltre una certa soglia (costringendoci all'inversione), dall'altra se da fermi cercheremo invece di accelerare, finché rimarremo nel pozzo, sarà altrettanto difficile perché i motori dovranno compensare l'attrazione di cui sopra. Converrà in questo caso puntare prima dalla parte opposta del pianeta/stella per uscire dal pozzo e accelerare in tranquillità una volta fuori, verso la destinazione prefissata. Esistono dunque tre modalità di navigazione in Elite: Dangerous: quella normale, con motori a propulsione per velocità intorno ai 0.01c (essendo c la velocità della luce, dunque circa 300.000 metri al secondo), e due per i viaggi iperluce usando i motori Frame Shift, ovvero la Supercruise e il viaggio interstellare. Se nella prima è tutta questione di dogfight a gravità zero, tipico di molte space sim che già conosciamo, la seconda è la vera novità in cui vedremo quanto spiegato poco sopra applicato con rigorosa perizia matematica (in realtà i gravity well sono sempre tenuti in considerazione, ma per velocità piccole contano molto meno). Imparare a viaggiare in maniera efficace in Supercruise è fondamentale all'inizio, dato che non vorremo (e non potremo, dati i moduli scarsi), lanciarci epicamente contro pirati o autorità per guadagnare i primi crediti, ma piuttosto è consigliato puntare sull'esplorazione di sistemi sconosciuti per rivendere le loro coordinate al migliore offerente, oppure, ancora meglio, commerciare tra i vari sistemi seguendo le rotte commerciali tra le diverse stazioni. Ottimizzare i tempi morti è essenziale per racimolare il mezzo milione di crediti circa necessario ad equipaggiare la propria nave con moduli-chiave (come sensori, propulsori, scudi e armi) della giusta Classe con Rating A o B. Ed è qui che entrano in scena le quest procedurali.

    Unidentified Signal Sbatti

    Le riserve di cui abbiamo parlato nell'introduzione di questo primo articolo, riguardano sostanzialmente tutto il comparto social e dei compiti che dovremo svolgere. Per una galassia così enorme innanzitutto bisogna capire come tecnicamente funziona il server di gioco per poter sfruttarlo al massimo e avere degli introiti costanti e sempre più alti. Un giocatore quando entra in un sistema, entra in un'istanza di quel sistema in cui possono trovarsi al massimo altri 32 giocatori. Oltre ad altri player (identificabili dal prefisso Commander, una volta che effettueremo uno scan sulla nave), ci sono una miriade di NPC (altre navi) che scorrazzano liberamente. L'IA di gioco è molto solida e vedremo spesso contrabbandieri fuggire, autorità inseguirli e commercianti navigare. In pratica però, per poter interagire con essi (player o NPC che siano) abbiamo due modi: comprarci un modulo di Interdizione oppure affidarsi al caso e rivelare le cosiddette Unidentified Signal Sources (segnali non identificati). Il primo modo è utile solo in alcuni casi e riguarda sostanzialmente più il PvP in senso stretto. Installando il modulo appropriato potremo attivarlo per forzare una nave in Supercruise ad entrare in un'istanza separata per poterci interagire, farla fuori o derubarla. Più comune all'inizio sarà affidarsi ai sensori ed entrare in istanze già create (gli unidentified, appunto. Consigliamo come primo acquisto per questo motivo, proprio dei sensori con Rating A o B), anche perché tute le quest procedurali che prenderemo in carico dalle diverse stazioni possono essere completate solo entrando in contatto con gli NPC in questo modo. Il sistema è davvero frustrante e ricalca le meccaniche di grinding e farming tipiche di ogni MMO della galassia conosciuta. Inoltre, il numero di 32 giocatori implica che non incontreremo spesso altre navi giocanti, anche se questa potrebbe essere una scelta di game-design, data una galassia così enorme. Il problema quindi, oltre a trovare gli Unidentified giusti, è che non esiste al momento alcun tipo di party o formazione (flotta, gilda, chiamatelo come volete) per svolgere questi compiti insieme ad amici. Saremo soli quindi mentre racimoleremo crediti su crediti per migliorarci la nave in un lungo e tedioso andirivieni tra le diverse stazioni e i vari Unidentified. Sembra grigia la situazione, nonostante il fenomenale sistema di comunicazione vocale per contattare le altre navi (vi serviranno cuffie e microfono).

    Per fortuna entra in scena la reputazione. Ogni missione che completeremo infatti farà salire o scendere un certo quantitativo di influenza -piccolo o meno, a seconda della difficoltà- della fazione che ci assegnato il compito all'interno di un sistema. Se quella fazione è affiliata a una delle tre principali (Alleanza, Impero e Federazione) aumenterà anche l'influenza di una delle tre sulle altre due. Proprio oggi un gruppo di giocatori è riuscito a portare a un livello di influenza molto alto una fazione di ribelli nel sistema di Lugh, controllato dalla Federazione. Nonostante gli sforzi, questo gruppo non è riuscito con le sole quest a ribaltare la situazione. Non si capiva come mai: nonostante fosse stata dichiarata la guerra civile nel sistema, sembrava che nulla fosse successo. Proprio questa notte uno sviluppatore ha risposto ai loro dubbi in un thread sul forum ufficiale, dichiarando che erano sulla strada giusta e che la guerra civile era davvero vicina, ma non avevano considerato, nella loro azione corale, una variabile importantissima che ha impedito ai ribelli di sovvertire l'ordine prestabilito. Il commercio è il cuore di Elite: svolgendo solo le quest come perfetti automi, avevano in pratica dato il potere militare ed economico alla fazione, senza considerare che, dovendo scontrarsi con la Federazione, una delle tre superpotenze nella galassia, il governo centrale di questa porzione di universo aveva mandato dei convogli per risollevare quel settore. Nonostante l'influenza dei ribelli fosse vicina a far collassare la postazione della Federazione in quel sistema, la potenza economica ha vinto. La soluzione, immaginiamo dal suggerimento dello sviluppatore, sarebbe stata quella di attaccare i convogli federali provenienti da altri settori, innescando così definitivamente lo stato di guerra civile a Lugh. In teoria, una volta scatenata la rivoluzione dovrebbero comparire nel settore diverse War Zone dove ce le si deve dare di santa ragione per affermare il cambiamento di autorità.
    Questo è solo un esempio in piccolo, su un settore solo comprendente una decina di pianeti sui 400 mila totali. E' la conferma che sotto il sistema poco raffinato e abbastanza noioso delle quest di Elite c'è qualcosa di più, c'è una simulazione politica a tutti gli effetti, moderata dal server stesso, ma anche dagli sviluppatori che, come nuovi dungeon master dell'era digitale, monitorano le statistiche dai loro uffici per vedere che contenuti sviluppare a seconda delle azioni dei giocatori! Prima o poi scopriremo come funzionerà il tutto. Attualmente un altro gruppo di ribelli-giocatori sta aiutando una fazione minore del sistema di Tiethay a liberarsi dalle grinfie dell'Alleanza. La popolazione totale di Tiethay è di molto inferiore a quella di Lugh (e il settore molto meno ricco di risorse) e si presume che sovvertire l'ordine debba essere più facile. In sostanza, quel che interessa a noi, è che l'universo di Elite pulsa di vita. Siamo partecipi di quello che non stentiamo a definire come il primo vero titolo di una nuova generazione di MMO.

    Controlli da top gun

    Il sistema di controllo in Elite è cruciale. Per pilotare la propria nave scordatevi il joypad, nonostante il supporto, perché le funzionalità e i tasti richiesti sono troppi. Anche considerando un'accoppiata strana joypad + tastiera la precisione necessaria a fare molte manovre non è sufficiente se non volete venire blastati senza pietà al primo combattimento. Molto meglio invece la classica accoppiata mouse + tastiera, con cui il gioco è felicemente abbordabile. Tuttavia dopo un po' di ore vi accorgerete come quel che vi serve è un bel joystick che ci ricorda così tanto l'Amiga. Adottarlo vi garantirà un notevole salto di qualità nei controlli (nella precisione soprattutto) e nell'immersione. Il meglio lo raggiungerete acquistando invece un HOTAS (Hands-On Throttle and Stick), che accoppia al joystick anche una manetta usata per i propulsori. Vi consigliamo quindi, avendoli provati personalmente proprio in Elite, due modelli ottimi, uno entry-level e un altro di fascia medio-alta. Per circa 40€ potete trovare il Logitech Extreme 3D Pro, ottimo prodotto facilissimo da installare e implementato egregiamente in gioco, anche grazie a volenterosi utenti di cui potete adottare i file config da caricare. Per invece circa 100€ un HOTAS davvero meritevole è il Saitek X52, controller "ufficiale" di Elite, nel senso che gli sviluppatori han sempre presentato il gioco con questo device, tanto che esiste un profilo specifico direttamente in-game. Segnaliamo in questo caso che comunque l'X52 richiede un po' di pratica e esperienza e che se siete novizi e non volete troppi problemi di driver e config da aggiustare, forse è meglio che scegliate il semplice stick singolo per muovere i primi passi.

    Elite: Dangerous Questi primi giorni di Elite: Dangerous ci stanno esaltando. Lo spiazzamento iniziale viene brillantemente superato una volta che capirete come girano le cose nell'immensa galassia creata dai Frontier. Serve dedizione certo, ma soprattutto uno spirito d'iniziativa che è ormai raro da trovare in qualsiasi videogioco e che rende questo titolo imperdibile per chiunque sia affascinato dalle immensità della galassia. La sfida è tuttavia ancora aperta perché per valutarlo ci servono altre ore ed ore di gioco che siamo ansiosi di affrontare in compagnia nell'immensità delle stelle. La grossa incognita riguarda soprattutto le azioni di Frontier nei confronti della community: come si svilupperà la storia di Elite? Quanto le azioni di gruppo come sovvertire l'ordine di gioco influenzeranno il gameplay di quell'aerea della galassia? Le premesse sono ottime e la risposta da parte degli sviluppatori è stata immediata, con piccoli suggerimenti su come proseguire nell'impresa di farsi sentire davvero e scrivere un pezzetto di storia in questa nuova epopea. E' chiaro che lo scopo per ora è quello di crescere e ottenere la propria nave per attrezzarsi alle sorprese che ci riservano i dungeon master che monitorano i server. L'imperatore sembra molto malato (alcuni dicono che sia morto molto tempo fa) e un'altra casata con pretese imperiali vuole prenderne il posto. Nel frattempo la Federazione sta a guardare e deve risolvere le innumerevoli ribellioni per la pressione fiscale che esercitano le corporazioni nei suoi sistemi. L'Alleanza invece sembra ben solida, ma forse sta tenendo nascosto qualcosa che nessuno ancora sospetta: i primi segni di una civiltà aliena molto aggressiva sono stati già intravisti in uno dei settori limitrofi e gli sgherri alleati sparano a vista su chiunque si avvicini ai settori coinvolti, alieno o semplice esploratore, per insabbiare il tutto. Insomma è solo l'inizio e di carne al fuoco ce n'è davvero tanta. Scriveremo un secondo articolo che arriverà tra qualche tempo, scendendo più nel dettaglio del combat system, del commercio e di attività come l'estrazione di minerali dagli asteroidi. Nel frattempo, posso solo tornare con la mente alla mia necessità di scudi più spessi e di armi migliori per dare una mano ai ribelli. Se solo un altro pirata non mi avesse fatto saltare insieme al carico di Palladio che stavo contrabbandando tra due sistemi. Per fortuna avevo l'assicurazione.

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