Football Manager 2017 Recensione

Come ogni anno, Football Manager 2017 è pronto a scendere in campo con la sua nuova simulazione manageriale. Sports Interactive avrà fatto centro?

Football Manager 2017 Recensione
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  • Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo improvvisati allenatori. Lo abbiamo fatto nella bolgia di uno stadio al seguito della nostra squadra del cuore, oppure durante le più occasionali e patriottiche partite della nazionale, dove abbiamo sommato la nostra euforia tecnico-tattica a quella dei nostri amici e parenti. Fatto sta che, indipendentemente dalla situazione, quando le cose non andavano per il verso giusto il nostro impulso agonistico ci ha spesso portato a criticare (e persino a ingiuriare!) il tecnico della squadra, spingendoci a credere fervidamente in un'utopica dimensione in cui le nostre scelte, la nostra sacrosanta verità, avrebbe senza ombra di dubbio potuto trascinare la squadra verso la vittoria. D'altronde, dobbiamo per forza essere degli allenatori migliori di chi l'allenatore lo fa da una vita intera, no? Ecco: è proprio da questa falsa credenza, da questa sorta di "filosofia da bar", che i ragazzi di Sports Interactive hanno plasmato una delle migliori simulazioni manageriali esistenti. Fin dai tempi in cui si chiamava ancora Championship Manager (in Italia conosciuto come Scudetto), infatti, Footbal Manager ha sfidato il mercato con il vivo desiderio di assottigliare sempre più il confine esistente tra il virtuale e il reale, facendoci vestire i panni dell'allenatore attraverso un'esperienza videoludica capace di trascendere il calcio giocato e toccare le vette di quella che si potrebbe tranquillamente definire come una vera e propria "scienza". È ormai da qualche anno, comunque, che la serie ha raggiunto l'eccellenza, tanto che le ultime edizioni non sono state altro che delle corpose rifiniture nella grafica, nel roster dei giocatori e nelle statistiche. A Footbal Manager 2017, quindi, non restava che proseguire in questa opera di perfezionamento, cercando magari di risolvere i difetti storici che ancora affliggevano la passata edizione. Ce l'avrà fatta?

    Perfezionamento tecnico e tattico

    Il ruolo dell'allenatore di calcio è mutato drasticamente col passare degli anni: se una volta, infatti, si trattava semplicemente di scegliere la formazione, disporre in campo i migliori elementi della rosa e usare il celeberrimo bastone e la carota per tenere in riga lo spogliatoio, ora il tecnico, soprattutto nei campionati esteri, è assurto a vera e propria figura dirigenziale, valutata sia per come guida la squadra in campo sia per come gestisce l'organigramma del club, la sua programmazione a lungo termine e i suoi bilanci finanziari. Football Manager si è dovuto naturalmente adeguare a questa evoluzione, lavorando sulle diverse dinamiche che ogni giorno stimolano (e affliggono!) un manager di calcio. Uno specchio così fedele, così maniacale, che ha permesso al titolo di ritagliarsi una notevole - seppur di nicchia - cerchia di appassionati, risultando però sempre abbastanza ostico per chi non fosse abituato a navigare tra migliaia di pagine tappezzate di statistiche e valori da considerare. È da qui che Sports Interactive ha provato a ripartire con Football Manager 2017: non solo presentando una versione ancora più snella del client "Touch" (versione più rapida e condensata di quella base, da quest'anno venduta separatamente), ma andando anche a rinnovare gran parte dei menù e delle interfacce presenti nella versione tradizionale, così da rendere l'intera esperienza più immediata e stuzzicante anche per i neofiti. È così che ci siamo trovati di fronte ad un Football Manager che, pur conservando sottopelle la sua rinomata profondità, cerca di parlare ad un pubblico sempre più ampio, fornendogli tutti gli strumenti per riuscire a dominare quel mostro imbizzarrito che è il ruolo del manager di calcio.
    Come sempre, cardine dell'esperienza offerta dal gioco è la modalità Carriera, dove avremo modo di prendere le redini di un qualsiasi club mondiale e portarlo al successo, o quantomeno provarci. Anche quest'anno, prima di gettarci a capofitto nella gestione della squadra, potremo creare il nostro mister tramite un editor integrato che è stato perfezionato e reso ancora più funzionale rispetto alla passata edizione. Potremo plasmarne il volto tramite l'uso di comode slide, oppure incaricare direttamente il software di creare un modello 3D partendo da una foto presente sul nostro computer, per poi modificarne la capigliatura e altri piccoli dettagli estetici. Pur non sfiorando la complessità di certi RPG, l'editor svolge con efficacia il suo lavoro, grazie ad un buon numero di opzioni di personalizzazione e anche alla possibilità di cambiare l'outfit indossato.

    Determinata la fisionomia del mister, si può finalmente deciderne il profilo tecnico, scegliendo se renderlo un allenatore più esperto a livello tattico o a livello mentale, oppure tutte e due. Il tutto avverrà tramite la distribuzione di un determinato numero di punti tra le circa venti statistiche principali che caratterizzano ogni allenatore (attacco, difesa, tattica, tecnica, determinazione, gestione dello spogliatoio, lavoro con i giovani, livello di disciplina, motivazione e così via). È chiaro che plasmare un allenatore tatticamente esperto e con una reputazione da ex-calciatore molto elevata permetterà al giocatore di avere più punti da distribuire, risultando quindi più efficace durante la sua carriera (ad esempio con la gestione dello spogliatoio o con l'assunzione a minor prezzo del personale), soprattutto in quei club minori dove lo staff di preparatori e osservatori è così risicato che quasi tutti i compiti gravano sulle spalle dell'allenatore capo. Resta comunque una scelta che permette al giocatore di selezionarsi in autonomia una prima "soglia d'accesso" al titolo, senza togliere nulla ai puristi e a chi apprezza il massimo livello di sfida, che potranno tranquillamente partire con un allenatore inesperto e farsi le ossa da zero nel corso della loro lunga carriera (guadagnando patentini e raggiungendo nuovi traguardi sportivi). Scelta la squadra e i diversi campionati da seguire (ce ne sono davvero un folle quantitativo, da ogni angolo del globo), si approda finalmente nella schermata principale, vera e propria console di comando da cui accedere ad ogni singolo compartimento gestionale del club.

    È qui che saltano subito all'occhio le prime novità di questa edizione. A cominciare dalla celeberrima casella postale, centro nevralgico della comunicazione con lo staff e i giocatori, che è stata ridisegnata: se prima, infatti, per raggiungere il cuore di un problema eravamo spesso costretti a spostarci attraverso una lunga serie di menù disposti a mo' di "matriosca", ora tutte le informazioni essenziali saranno sempre presenti direttamente all'interno del messaggio, da dove, grazie ad interfacce più pulite e dettagliate, potremo prendere quasi tutte le decisioni gestionali con qualche semplice click, anche per quanto riguarda le interazioni con la dirigenza, lo staff e i giocatori. Per approfondire, ovviamente, potremo sempre servirci dei collegamenti ipertestuali o del comodo menù laterale per raggiungere le più importanti macro-aree della società (rosa, tattiche, giovanili, osservatori, allenamento, dirigenza, finanze), anch'esse ben ordinate e con l'aggiunta di un maggior numero di grafici informativi e statistiche. Altra novità di quest'anno è la sezione "social network", che simulerà di fatto le interazioni tra la società e i tifosi che avvengono oggigiorno su social come Twitter o Facebook. Potremo scegliere di mettere il "follow" a qualsiasi società, competizione e giocatore, così da poterne leggere i post più importanti (con tanto di hashtag) durante gli avvenimenti più eclatanti della stagione. Quando una squadra acquisterà un giocatore o ne rinnoverà il contratto, ad esempio, subito sotto al post dedicato troveremo i commenti a caldo della tifoseria e della stampa, utile a fornirci un feedback immediato (supportato anche da qualche sondaggio) sulla validità delle mosse effettuate. Purtroppo, per quanto il sistema svolga con efficacia il suo compito informativo, dandoci modo di avere sempre sott'occhio le informazioni che più ci interessano, non si può fare a meno di notare che i commenti ai vari post, oltre ad essere molto pochi, sono bene o male sempre gli stessi, a rotazione, contraddistinti inoltre da una profonda incoerenza rispetto a quanto accadrebbe nella realtà. Gestendo il Milan, ad esempio, ci è capitato di leggere dei commenti abbondantemente negativi perchè abbiamo deciso di rinnovare a circa 2,5 milioni di euro a stagione Gianluigi Donnarumma, riconosciuto da tutti come uno dei migliori prospetti a livello mondiale; insomma, un predestinato su cui chiunque scommetterebbe, eppure questi tifosi hanno sempre qualcosa da ridire, indipendentemente dalla bontà della nostra gestione. Anche il team report è stato migliorato, con una serie di infografiche ancora più chiare nell'elencarci i migliori giocatori a disposizione per i diversi ruoli della formazione scelta. A tal proposito, in Football Manager 2017 è stata introdotta la figura del "match analyst", ovvero un membro dello staff che si occuperà di filtrare e sviscerare tutti i dati delle varie squadre che affronteremo (ma anche della nostra), così da fornirci dei report dettagliati (persino per quanto riguarda le "zone calde" o le serie migliori di passaggi) che ci permetteranno di imbastire la migliore tattica possibile per poter controbattere durante lo scontro diretto. Per il resto, dalla fruibilità dei menù alla velocità dei caricamenti, Football Manager 2017 ci è sicuramente sembrato più snello e scattante (tranne qualche grossa esitazione -sicuramente migliorabile con una patch- nella fruizione della lista dei giocatori osservati con gli scout), capace di mantenere il massimo dettaglio pur presentando una pulizia d'interfaccia davvero invidiabile.

    Partite 3D: si può ancora migliorare

    Zoccolo duro di ogni Football Manager partorito da cinque anni a questa parte è certamente la partita in 3D, dove tutte le nostre scelte, tutte le ore spese a perfezionare nei minimi dettagli le nostre tattiche di gioco, possono finalmente esprimersi sul campo. Anche quest'anno i ragazzi di Sports Interactive hanno lavorato sodo per migliorare la qualità del rendering e la sua fluidità, perfezionando il motore grafico e aggiungendo circa 1000 nuove animazioni e motion capture per i giocatori (ma anche per gli allenatori, che ora si muoveranno e gesticolano in maniera verosimile nella loro area tecnica), cosi da rendere la simulazione ancora più realistica e d'intrattenimento. Certamente non siamo ai livelli di FIFA (ma nemmeno a quelli dell'ormai defunto FIFA Manager), anche perchè il team non è per nulla intenzionato (né possiede i mezzi) a rincorrere quel tipo di espressione grafica. Ma dobbiamo dire che l'impatto visivo dei match di Football Manager 2017 è piacevole, con tanti piccoli dettagli che cercano di differenziare ogni giocato da un'altra e di rendere più bello e incisivo l'evento sportivo inscenato (come con le routine prepartita e di riscaldamento dei giocatori, le reazioni del pubblico e le linee spray disegnate sul campo per le punizioni). Dribbling, lanci lunghi, passaggi filtranti, tiri e tuffi dei portieri: tutto, o quasi, lavora in armonia per non farci provare alcuna nostalgia della vecchia, celebre rappresentazione 2D con i pallini colorati al posto dei giocatori (che comunque è presente, sia nella versione classica che in quella ammodernata). Bisogna comunque ricordarsi che Football Manager non vuole essere un simulatore di calcio giocato, e che a volte ci sarà necessario chiudere un occhio su alcuni evidenti impacci tecnici durante le partite 3D. Capiterà infatti di assistere a goffissime parate (o papere) dei portieri, a errori al tiro assolutamente raccapriccianti e a momentanee amnesie nelle routine dell'intelligenza artificiale che guida i giocatori e i suoi spostamenti sul campo (comunque nettamente migliorate rispetto al passato); insomma, c'è ancora molto da fare, ma siamo comunque sulla buona strada, soprattutto in quel feeling che ora ci fa avvertire con chiarezza i differenti approcci tattici dei giocatori in campo. Delle passate edizioni, poi, è stato quasi del tutto eliminato il cosiddetto fenomeno del gol "ritardatario", ovvero quando la squadra avversaria, indipendentemente dalle nostre tattiche difensive, riusciva troppo spesso a beffarci negli ultimi minuti di una partita. Questo non accade tendenzialmente più, e l'efficacia delle nostre tattiche e delle nostre modifiche in corsa si riflettono abbastanza verosimilmente sullo sviluppo di un match.

    A tal proposito, se proprio dobbiamo trovare un difetto, anche se onestamente non ci sentiamo di stigmatizzarlo, anzi, preferiamo considerarla una sorta di "ricompensa" per le buone scelte operate dal giocatore, è che una volta trovata la quadra nella tattica (o dopo aver scaricato una di quelle più quotate sul web) la squadra comincerà a migliorare drasticamente le sue performance, sfiorando vette evidenti di superiorità in buona parte delle partite affrontate. Questo non significa che vinceremo tutte le partite (si può infatti tranquillamente pareggiare o inanellare una brutta serie di sconfitte, anche tirando molto di più dell'avversario), ma certamente i risultati stagionali cresceranno oltre le aspettative, non rispecchiando in maniera del tutto verosimile i valori reali della squadra. Nelle nostre due carriere, una con il Milan e l'altra con il Watford, sfruttando la migliore tattica in nostro possesso siamo riusciti ad arrivare secondi al primo anno con i Rossoneri e a vincere la Premier League già al secondo anno con "I Calabroni"; risultati letteralmente incredibili e non in linea con la realtà, dove il Milan non può certo sperare di arrivare al secondo posto in Serie A (sebbene all'undicesima giornata stazioni in terza posizione) e ancor meno il Watford (attualmente al settimo posto in Premiership) può sognarsi di agguantare il trofeo inglese. Dobbiamo dire, tuttavia, che dal secondo anno le cose cominciano a farsi più complicate: forse per via della maturazione dei talenti nelle altre squadre, o anche perchè alcune di esse, come ad esempio il Manchester United, hanno così tanti fondi che alla prima finestra di mercato possono comprarsi i più forti giocatori in circolazione, in barba a noi poveri allenatori con appena 30 milioncini. Bisogna insomma scendere a patti con una simulazione che, per sua natura, poggia su una serie innumerevole di algoritmi incapaci di replicare con assoluta credibilità e precisione le dinamiche della realtà. È pur sempre un videogioco, e la soddisfazione nel giocarlo non può che scaturire dall'imposizione del proprio dominio tattico sugli avversari. E in questo Football Manager fa davvero scuola, portando avanti una tradizione ormai ventennale in cui ogni piccolo step in avanti, ogni piccolo miglioramento, si riflette sul campo per regalare al giocatore genuine soddisfazioni.

    Superiori a ieri, inferiori a domani.

    All'inizio della review, vi abbiamo parlato di alcuni difetti storici che affliggono ormai da qualche anno la serie. Del golletto maledetto negli ultimi istanti di un match vi abbiamo già parlato, ma ce ne sono altri che hanno fatto impazzire allo stesso modo gli allenatori di tutto il mondo. Partiamo dai trasferimenti: quando volevamo acquistare un giovane talento o comunque un giocatore non world-class ci venivano chieste cifre assolutamente improponibili (anche oltre la soglia dei 100 milioni di Euro). Ebbene, questo problema è ancora presente, sebbene capiti con molta meno regolarità. I ragazzi di Sports Interactive hanno cercato infatti di perfezionare e rendere ancora più dinamiche le interazioni con gli agenti e i giocatori, offrendoci comunque trasferimenti coerenti con i prezzi pazzi che circolano oggigiorno nel calcio moderno (pensiamo agli oltre 105 milioni spesi per Pogba), ma anche degli strumenti per riuscire ad agevolarci nelle trattative. Potremo corteggiare i nostri obiettivi di mercato, osservandoli più volte (ottenendo anche dei pacchetti di highlight dai nostri scout) e dimostrandogli -anche a mezzo stampa- il nostro interessamento, ma anche trattare con le squadre e gli agenti dei giocatori per le cessioni e i rinnovi contrattuali, lavorando di lima e a livello psicologico per cercare di togliere qualche scomodo milioncino dal saldo finale, oppure per convincere un nostro giocatore a licenziare il suo procuratore. Vanno poi considerate tutte le piccole clausole, i diritti di "recompra" e persino la Brexit (capace di influenzare in maniera incisiva il mercato dei giocatori extracomunitari).

    Oltre la Carriera.

    Football Manager 2017, oltre alla Carriera, offre altre modalità interessanti. In "Crea una squadra", potremo modificare (nel nome e nella divisa) una squadra realmente esistente per dare vita ad un team di fantasia, ereditandone la rosa (che potremo comunque azzerare) e, soprattutto, il budget trasferimenti, da reinvestire immediatamente per acquistare i giocatori più forti o che non ci faranno sforare (occhio agli stipendi!), oppure quelli da noi creati. In "Carriera Online", invece, potremo rendere il nostro PC l'host di una partita online, invitando gli amici o lasciando la porta aperta al pubblico. In "Fantasy Draft" potremo creare una partita online (o con squadre controllate dall'IA) in cui setteremo un determinato budget trasferimenti e -tramite appunto un draft (sul modello NBA)- tutte le squadre selezioneranno a turno i giocatori pescando dall'intero database offerto dal gioco.

    Purtroppo, come detto, capiterà ancora di trovarsi una richiesta di 130 milioni per accaparrarci Rugani, oppure di vedere un giocatore per cui ci sono stati chiesti 20 milioni finire in un'altra squadra per la metà. Come per la questione relativa all'efficacia delle tattiche, insomma, bisogna cercare di essere un po' più flessibili, riconoscendo comunque gli evidenti passi avanti che sono stati fatti sotto diversi punti di vista. Altro difetto storico della serie sono state le interviste e le reazioni dei giocatori. Per le prime, per quanto il team di sviluppo si sia impegnato ad introdurre delle risposte più numerose e varie, dopo appena una stagione avvertiremo un profondo senso di déjà vu, con domande ripetitive e insistenti, le quali, lo ricordiamo, influiranno sostanzialmente solo i rapporti con gli altri allenatori e raramente con i giocatori; insomma, se non siete maniaci dei rapporti interpersonali, alle interviste potrete tranquillamente mandare il vostro vice oppure rispondere costantemente con un bel "no comment". Nelle interazioni con i giocatori qualche timido passo avanti è stato fatto, soprattutto per quanto riguarda le reazioni dello spogliatoio alle nostre accese discussioni con alcuni di essi. Tuttavia, come nel caso dei giornalisti, i giocatori diventeranno spesso insistenti e presuntuosi, anche quando avranno il morale alto o la squadra si comporterà molto bene in campionato, e sbatteranno i piedi per essere trasferiti (persino a metà stagione) o vorranno ritocchi astronomici nello stipendio. Spesso, insomma, ci sembrerà di trovarci alla guida di una scolaresca di bambini viziati piuttosto che di professionisti col sale in zucca.

    Ultimo, ma comunque meno importante, visto il supporto massiccio delle mod, è l'assenza di alcune licenze ufficiali per le maglie e gli stemmi di alcune squadre, come quelle della Liga spagnola e parte di quelle della Premiership (anche se ci sono quelle della Sky Bet Championship, dell'Eredivisie, della Ligue 1 francese, di buona parte delle squadre della Serie A e di altri campionati esteri). Va segnalato anche qualche piccolo difetto di localizzazione, con alcune schermate in inglese pur avendo impostato la lingua italiana (va comunque considerato che abbiamo effettuato la review su una versione Beta e non su quella definitiva, dove gran parte di questi difetti verrà certamente risolta).

    Football Manager 2017 Football Manager 2017Versione Analizzata PC"Squadra che vince non si cambia": motto che per Football Manager 2017 va certamente preso alla lettera. I ragazzi di Sports Interactive, infatti, sono diversi anni che lavorano attivamente al perfezionamento di una formula ormai assodata, cercando al contempo di attirare un numero sempre più grande di utenti, anche tra i neofiti del genere. La modalità Carriera resta una delle più profonde e complesse simulazioni manageriali presenti nel panorama PC, capace di regalare davvero grandissime soddisfazioni, anche grazie al supporto di interfacce più snelle e di una casella postale finalmente potenziata. Sono migliorate anche le partite 3D, con tante nuove animazioni che rendono il match più fluido e avvincente. Dispiace invece per alcune sporcature collaterali: come la nuova sezione "social network", poco incisiva e ancora molto grezza, o le diverse interazioni con la stampa e i giocatori, assolutamente posticce e ripetitive. Football Manager 2017 è insomma un prodotto migliorato ma non ancora perfetto. C'è quindi bisogno di una rivoluzione? Assolutamente no. La serie ha sempre saputo rimanere al passo con l'evoluzione del calcio e della figura dell'allenatore-manager. Tuttavia, è indubbio che le tante feature "ruolistiche" aggiunte negli anni (come l'interazione con lo staff e i giocatori, le interviste e la sopracitata sezione social) hanno bisogno di una svecchiata, così da far brillare finalmente la simulazione offerta a più livelli, e non solo a quello prettamente sportivo.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel I5-3570K
    • RAM: 8 GB
    • GPU: AMD R9 280X 3GB
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