Recensione Heroes of Normandie

I ragazzi del team Cat Rabbit sono riusciti a traslare in formato digitale, con uno stile minimal ma davvero funzionale, lo spirito del peculiare wargame da tavolo creato da Devil Pig Games.

Recensione Heroes of Normandie
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  • Pc
  • Il secondo conflitto mondiale, periodo tra i più oscuri e deplorevoli per l'umanità, ha costituito da sempre una inesauribile fonte d'ispirazione per l'industria dell'intrattenimento, sia esso cinematografico, letterario o ludico. Sin dagli anni immediatamente successivi la sua conclusione, ogni singolo istante della guerra è stato passato al setaccio, analizzato, romanzato e rielaborato in tutte le salse. Persino nel 2015 (pensate all'ottimo Fury, di David Ayer) questo conflitto continua ancora ad esser fonte di grande ispirazione. Limitandoci al medium videoludico, la Seconda Guerra Mondiale e, soprattutto l'iconica campagna di Normandia, sono un momento storico sempreverde utilizzato generalmente, ma non solo, come set per evocative declinazioni strategiche, siano esse in tempo reale oppure a turni. Ebbene, Heroes of Normandie, recentemente giunto su PC (e prossimamente su iPad), appartiene a tale ultima categoria, ma ha alle spalle una curiosa evoluzione. Il titolo, infatti, nasce come un wargame fisico (privo di miniature ingombranti) per approdare, solo successivamente, in formato digitale grazie alla collaborazione tra la prolifica Slitherine Soft, che sforna e pubblica a ritmo costante strategici a sfondo storico, e Cat Rabbit, un team, udite udite, tutto italiano.

    The butterfly effect

    Il gioco da tavolo, messo in piedi da alcuni talentuosi ragazzi francesi, vede la luce nel 2013 grazie ad una campagna di crowdfunding conclusasi con buoni risultati sull'ormai consueta piattaforma Kickstarter. Non avendo grandi barriere all'entrata, Heroes of Normandie è diventato, in breve tempo, un wargame apprezzato non solo per l'appeal scanzonato, ma anche per meccaniche di gioco varie, abbastanza profonde e ricche di sfaccettature strategiche, ora traslate - non completamente - in formato digitale dai ragazzi di Cat Rabbit. Nonostante il titolo rimandi ad un preciso momento del conflitto, la "narrazione" può essere considerata, in realtà, un aspetto del tutto superficiale, dato che gli scenari vengono intervallati solo da scarne linee di testo, legate unicamente da un sottile fil rouge sbrogliato da quegli improbabili "eroi" a cui il titolo fa riferimento. Sono loro, ognuno con le proprie abilità speciali, tratti distintivi e strambe azioni eroiche, a dominare la scena attraverso il peculiare stile cartoonesco prescelto, il quale scimmiotta con toni ironici e caricaturali, i personaggi di alcune produzioni holliwoodiane più o meno recenti dedicate, appunto, alla cinematografia bellica d'autore come "Il giorno più lungo", "Inglorious Basterds" e "Quella sporca dozzina". Dietro ad una scelta stilistica così leggera ed accattivante si cela la vera anima di Heroes of Normandie, quella di un wargame governato (con precario equilibrio) da una sorta di Yin e Yang che vede contrapporsi, da un lato, la razionalità tattica e dall'altro un'infausta alea che, da sempre, domina il lancio dei dadi. Riguardo a questo profilo, infatti, la casualità beffarda ha giocato un ruolo significativo durante le molte sessioni di gioco. Non importa quanta pazienza e quanto impegno avessimo riversato alla ricerca della vittoria: più volte diverse, sfortunate, serie di lanci (unite alla scelta tecnica di velocizzare le sessioni riducendo la durata di ogni scenario ad una manciata di turni) hanno avuto effetti devastanti, stroncando miseramente qualsiasi nostra velleità strategica. Dobbiamo ammettere che durante le prime partite, di fronte alla sovrannaturale ingiustizia dei dadi, il nervosismo e l'impazienza avevano preso il sopravvento. Non ci siamo dati per vinti e, armati di una buona dose di filosofica pazienza riesumata dagli anni trascorsi in compagnia di ben altri wargame e GDR cartacei, abbiamo perseverato, iniziando ad apprezzare anche il valore dell'imprevedibile casualità.

    Fino all'ultimo dado

    Come abbiamo anticipato, la versione digitale di Heroes of Normandie si presenta esattamente come la propria controparte fisica. All'appello, però, manca ancora - forse per poco - il mazzo delle "Carte Azione" (circa 76 per ogni esercito). Una caratteristicadi rilievo che, almeno in teoria, dovrebbe donare ancora più varietà agli scontri, grazie all'introduzione di eventi ed altri imprevisti tesi a modificare i parametri degli scenari. Non ci resta che procedere con ordine, tentando di semplificare per quanto possibile il concept di gioco e lasciare la scoperta di ogni segreto ai più curiosi. L'impostazione iniziale del titolo è alquanto semplice: Heroes of Normandie propone classiche scacchiere bidimensionali "top down", che rappresentano il campo di battaglia su cui si fronteggiano, in uno scontro a turni, due armate.

    Il titolo ci introduce, dopo un breve tutorial, a tre macro-campagne single player, suddivise a loro volta a seconda del livello di difficoltà e delle fazioni (americani, inglesi, le forze del Reich, più un piccolo bonus per gli Alleati, derivante da qualche innesto della Resistenza francese). Oltre a queste vi è una modalità Schermaglia, l'immancabile multiplayer PVP (al momento poco popolato) e due ulteriori campagne roguelike, appannaggio dei veterani. Nella modalità Rogue, infatti, si riceve solo un piccolo quantitativo di punti da gestire per reclutare le unità iniziali che scenderanno sul campo di battaglia. Progredendo, per ogni azione e vittoria si guadagna ulteriore denaro da spendere all'inizio di ogni scenario successivo e così via, sino al sopraggiungere della sconfitta che pone termine alla campagna. In tutte le modalità gli scenari sono solitamente pre-costruiti, salvo nel caso della Schermaglia, la quale permette di creare rapidamente una mappa e spendere un dato quantitativo di punti per formare la propria squadra; peraltro, con i prossimi aggiornamenti, dovrebbe giungere anche un editor più completo, del quale siamo curiosi di scoprire le ambizioni.

    Salvate il soldato Fritz

    Il gameplay, come spesso avviene per titoli di questo genere, è facile da comprendere ma difficile da padroneggiare in tutte le sue forme. A seconda degli obiettivi, ogni scenario prevede un limitatissimo numero di turni entro i quali soddisfare le condizioni di vittoria, allo scadere dei quali la partita ha comunque termine. Lo scontro vero e proprio si sviluppa attraverso una filosofia turn based ad iniziativa alternata (ad esempio, se durante il primo turno il giocatore agisce per primo, nel secondo lo farà l'avversario, e così via) composta da tre momenti fondamentali: "order", "action" e "supply". Durante la prima fase si determina, appunto, l'ordine d'iniziativa delle diverse unità, ad una delle quali è possibile anche impartire un "bluff", al fine di confondere l'avversario. Questo, in buona sostanza, figura in tutto e per tutto come un segnalino "azione" ma l'unità che ha ricevuto l'ordine, in realtà, non farà assolutamente nulla. Con la fase action, invece, si muovono le pedine secondo gli ordini dati in precedenza e, ovviamente, è possibile attaccare l'avversario, il quale muove a sua volta seguendo l'ordine alternato. In questo caso, tuttavia, entrano in gioco tutti i modificatori legati alla tipologia di terreno e alle caratteristiche specifiche delle molte, diverse, unità presenti sul campo. Malus al movimento (pensate ai veicoli corazzati) e alla linea di tiro possono scaturire da macerie, terreni accidentati o boschi, mentre bonus alla difesa e all'hit rate derivano da caselle fortificate come edifici, nidi di mitragliatrice o bunker. Ogni modificatore va poi studiato con cura per cercare di porre un disperato argine alla vera eminenza grigia che governa le sorti di ogni partita: il lancio dei dadi, dove il tiro per colpire deve esser confrontato con la difesa dell'unità sommata alla protezione offerta dal terreno.

    Come già accennato nel paragrafo precedente, una serie sfortunata di tiri - unita a qualche modificatore non adeguatamente considerato - può decretare senza mezze misure il fallimento dell'intero scenario. Dopo svariati tentativi infruttuosi, la strategia secondo noi più efficace per aumentare la percentuale di successo si è rivelata proprio quella utilizzata durante la guerra, ovvero un pesante ricorso al fuoco di soppressione (opzione baciata spesso dalla buona sorte, portatrice di una buona penalità al tiro dell'avversario) e successivo aggiramento del nemico. Conclusa la fase d'azione, si passa al terzo ed ultimo step, che consente solo di muovere quelle unità che non hanno agito nelle due fasi precedenti. Il ritmo di gioco, sia che si parli della versione da tavolo, sia che si consideri questa versione digitale, può dirsi tutt'altro che frenetico ma, nel complesso, Heroes of Normandie riesce a discostarsi dalla pesantezza di molti wargame da tavolo odierni non prendendosi troppo sul serio, complice anche un design caricaturale leggero e scanzonato, condito da una tavolozza di colori caldi e pieni che vivacizzano l'aspetto delle pedine (altrimenti troppo stilizzate, rispetto ai ritratti degli eroi), del tabellone di gioco e di una interfaccia davvero minimalista, ma assolutamente funzionale allo scopo che si prefigge. Rispetto la controparte fisica, vi sono alcune decise semplificazioni del gameplay che lo rendono meno pesante ed immediato, forse per non porre troppe barriere a chi si volesse avvicinare per la prima volta a questo particolare genere. Certo, la casualità e la fortuna giocano il loro bel ruolo grazie ai continui lanci di dado ma, d'altronde, in quanti wargame da tavolo tale componente può dirsi assente?

    Heroes of Normandie Heroes of NormandieVersione Analizzata PCI ragazzi di Cat Rabbit riescono a traslare in formato digitale, con uno stile minimal ma davvero funzionale, lo spirito del peculiare wargame da tavolo creato da Devil Pig Games. Gli appassionati di questo hobby probabilmente lo conosceranno già da un po’, mentre tutti coloro che sentono per la prima volta Heroes of Normandie e sono incuriositi dall’appeal accattivante e da alcune meccaniche di gioco che si discostano dalla “pesantezza” (in senso buono) tipica di molti wargame in circolazione, si troveranno di fronte ad un progetto all’apparenza leggero e privo di grandi velleità ma, in realtà, rivelatosi abbastanza profondo, impegnativo e latore di buoni contenuti. Rispetto ad altri titoli, le barriere all’entrata di questa versione videoludica possono, nonostante l’imprescindibile e a volte punitiva alea dei dadi, dirsi comunque “basse” grazie all’assenza di alcune feature - su tutte, le Carte Azione - che, in ogni caso, avrebbero complicato non poco la vita ai nuovi giocatori.

    7.5

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