Provato Hotline Miami 2: Wrong Number

Ancora più violento e crudo del predecessore: basta digitare il numero sbagliato

Provato Hotline Miami 2: Wrong Number
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  • PS3
  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • Un telefono. Una linea diretta con la violenza. Non sapevamo perchè ma dovevamo rispondere; sentivamo l'urgenza di sfogarci per sopportare una situazione impossibile che non sapevamo quale fosse. Una maschera. Molte maschere. Identità schizoidi da assumere per far scorrere fiumi di sangue nella follia della nostra mente. Mazze, pugni, pistole, cacciaviti, trapani. Tutto può sfondare un cranio: basta farlo col giusto tempismo.
    Hotline Miami 2: Wrong Number è il seguito di quello che abbiamo eletto indie game del 2012 su queste pagine. Un gameplay unico e una trama tutt'altro che scontata lungo livelli che strizzano l'occhio ai primi GTA, ma iperaccelerati e più claustrofobici, sotto droghe acide, senza macchine e con molto molto più sangue. Son passati gli anni a Miami. Hanno provato a chiamare ancora su quella linea per scatenare l'impulso atavico di uccidere. Ma hanno sbagliato numero.

    Cut, cut, cut!!!

    In realtà più che un seguito sembra di trovarsi di fronte a uno di quei vecchi mission pack che furoreggiavano negli anni novanta aggiungendo missioni, nuove armi e nuovi scenari ad un gioco di successo. Ed è proprio in quegli anni che è ambientato Hotline Miami 2, quando giocavamo tutti allo SNES, al Megadrive e a Duke Nukem 3D. Il gameplay frenetico, semplice ma al contempo strategico nella serie perfetta di colpi da sferrare per uccidere le orde di nemici che corrono verso di noi è rimasto immutato. Ma non è affatto un male in questo caso. Il blocco WASD per muoversi e il mouse per mirare e cliccare al momento giusto per sferrare il colpo o sparare. Punto. Non serve altro al protagonista per dare sfogo alle sue voglie più oscure.
    Il primo titolo, come questo seguito, teneva attanagliati i giocatori grazie a un mix unico tra shooting velocissimo e pause di riflessione in cui dovevamo trattenere i nostri impulsi omicidi per non morire. Bastava un solo colpo ed eravamo carne morta, esattamente come gli scagnozzi che maciullavamo senza sosta. Torna quindi quell'imperfetta sequenzialità tra scontri serratissimi al limite dell'adrenalina che può sopportare il nostro cervello e l'improvviso bisogno di tirare il fiato e riflettere sul momento e sull'arma giusta da brandire per affrontare la stanza seguente. Qualche piccola introduzione e la sensazione che i due programmatori responsabili dello sviluppo vogliano esagerare ancora di più nei contenuti sembrano le uniche novità, ma chi ha giocato al primo Hotline Miami (se non l'avete fatto correte ai ripari) sa che anche la schizzata trama giocava un ruolo centrale, così come l'incredibile colonna sonora che anche in questo seguito promette scintille.

    Abbiamo avuto modo di giocare i primi due livelli e l'introduzione di Wrong Number. Tra le scenette testuali con orribili facce che parlano di argomenti apparentemente senza senso e le crudissime uccisioni istantanee abbiamo assistito nuovamente al vero pulp fatto videogame. Il tutto inizia con Pig (l'identità del protagonista quando indossa la maschera da maiale) che entra in un appartamento e, grazie al tutorial, ci spiega come far fuori la famigliola al suo interno. I genitori stanno consumando selvaggiamente il loro amore quando sfondiamo la porta mandando a terra marito e moglie. Due calci in faccia e sono da seppellire: ma perchè negarsi un bell'amplesso? Tutto scorre a schermo con una brutale eloquenza, grazie alla particolare sensazione di chiarezza derivata dal pixel, a metà tra il descrittivo e l'immaginario. A tutto c'è un limite: "Taglia, taglia, taglia!!!". La scena necrofila viene per fortuna interrotta quasi subito da una voce fuori campo: è un regista. Siamo su un set cinematografico?
    Oltre a Pig, nei due livelli successivi potevamo selezionare Zebra e Tiger, due maschere che hanno cambiato funzione dal primo Hotline: la prima rende velocissimi e la seconda garantisce pugni che sfondano porte, muri e corpi, ma non permette l'uso di alcuna arma. I due stage della demo erano le primissime scene di gioco e dunque ci abbiamo messo molto poco a completarle, ma già così non vediamo l'ora di tornare a scorrazzare per Miami con i ritmi questa volta trip-hop nelle orecchie, come si addice all'ambientazione early nineties. Wrong Number ci è sembrato meno paranoide e schizzato del predecessore, ma decisamente più violento e crudo già dalle primissime battute. Ma conoscendo i Dennaton possiamo aspettarci molte gradite (o sgradite?) sorprese.

    Hotline Miami 2: Wrong Number Quando siamo entrati al Rezzed siamo subito incappati nello stand di Hotline Miami 2: Wrong Number e ci siamo immediatamente catapultati a provarlo. Meno flashato forse, ma ancora iperfrenetico e più raffinato del primo titolo. Sembrano infatti aver eliminato quella fastidiosa input-lag che a volte ci faceva dannare quando il colpo non partiva al momento giusto, magari di fronte all'ultimo nemico che ci riduceva a una massa informe sul tappetino di linoleum di una sala da biliardo. Se avete amato il primo titolo, come abbiamo fatto noi, possiamo già dire con sicurezza che non potrete fare a meno di giocare questo seguito. Per tutti gli altri forse potrebbe non fare al caso vostro data l'elevata dose di violenza (ma dove manca ormai?) e la disturbante sensazione di star facendo qualcosa di sbagliato e perverso mentre giocate. Quel che è certo è che entro quest'anno a Miami tornerà la follia.

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