Recensione Jack Keane 2: The Fire Within

Torna il capitano Keane in un'avventura un po' sottotono

Recensione Jack Keane 2: The Fire Within
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  • Un inestimabile manufatto da scoprire, un capitano britannico incurante del pericolo, pronto ad imbattersi in mille peripezie pur di trovarlo, alcuni compagni d'avventura decisi a sostenerlo ed un nemico che presto si metterà sulla sua strada. Queste sono le premesse, pur classiche, alla base del nuovo lavoro dei ragazzi di Deck13 Interactive, che danno alla luce il nuovo episodio della loro serie di avventure grafiche. Jack Keane 2: The Fire Within è un'avventura punta e clicca che ci porterà indietro nel tempo fino ai primi albori del ventesimo secolo, periodo storico non molto sfruttato e che ben si presta per far da sfondo ad un titolo del genere. Riuscirà il team a distinguersi in un panorama ultimamente sempre più affollato?

    Sulle tracce di un antico tesoro...

    In The Fire Within torniamo a vestire i panni del capitano di vascello Jack Keane, in un'avventura che inizia nel più difficile dei modi. Saremo infatti prigionieri ed è proprio nella nostra cella che verrà fatta un'interessante conoscenza, quella di un anziano sciamano che custodisce il segreto di un tesoro di inestimabile valore, chiamato Ukumba. La faccenda suscita subito l'interesse del protagonista, pronto a tutto pur di trovarlo, spinto da una sincera voglia di avventure che dalla brama di ricchezze. Sulle sue tracce anche l'antagonista di turno, tale Umbatu, dai modi scaltri ma decisi e circondato da una serie di tirapiedi che sembrano usciti da una commedia delle beffe.

    L'incipit non è per nulla originale e del resto tutto il comparto narrativo è semplicemente un motore abbastanza stanco. La scusa del ritrovamento dei frammenti di un amuleto capace di svelarci l'ubicazione del tesoro, non è altro che un semplice pretesto per farci viaggiare attraverso i cinque continenti mettendoci davanti ai più svariati enigmi. I ragazzi di Deck13 Interactive hanno cercato, forse per sopperire alla carenza di un plot solido, di caratterizzare il più possibile i protagonisti dell'avventura, senza però centrare in pieno l'obiettivo, alternando quindi personaggi dai toni fortemente ridicoli, con assurdi dialoghi annessi, a momenti leggermente più seriosi, specialmente nel rapporto fra i vari compagni d'avventura. Una novità viene introdotta proprio in questo episodio: dei compagni originali della prima avventura rimane solo Amanda, la bionda texana, mentre il resto è stato eliminato e sostituito da due nuovi personaggi, Carl ed Eve. Quest'ultima apparirà relativamente tardi, forse troppo per dare quel tocco in più alla trama ed alla caratterizzazione di Jack. Tutto sommato tiepidi, insomma, i riscontri sul fronte narrativo.

    ...con qualche variazione sul tema.

    Il gioco in sé mantiene le caratteristiche da punta e clicca del predecessore. In sostanza il titolo è forse più simile, concettualmente, ad un Broken Sword che non ad un Monkey Island, le cui citazioni però non mancheranno durante il corso dell'avventura (del resto l'ambientazione pseudopiratesca ben si presta). Strutturalmente siamo sempre all'interno del filone più classico che ci sia: nei vari ambienti avremo la possibilità di analizzare ed esaminare oggetti. Spostando il cursore del mouse sul rilevatore di hotspot (una lamapdina all'interno della snella interfaccia di gioco) sapremo subito quali saranno gli elementi da raccogliere, ma non verremo avvertiti della presenza di oggetti con cui interagire, ad esempio porte o finestre. I vari enigmi che ci si pareranno davanti, a bloccarci la strada, andranno risolti nel più comune dei modi: utilizzando gli item nell'inventario, combinandoli tra loro per poi trovare la soluzione adatta a proseguire. In realtà non avremo mai un numero elevatissimo di oggetti, e questo in alcuni casi renderà la prosecuzione nel gioco leggermente troppo facile, sebbene il numero stesso di enigmi sia comunque elevato.
    Qualche nuovo elemento al fine di spezzare la continuità dell'azione è stato inserito: sovente ci saranno da risolvere enigmi verbali che avrebbero lo scopo di variare il gameplay, ma che in effetti sono i più frustranti in quanto ci verrà richiesto di mettere in fila una serie di risposte in modo quasi illogico. L'unica possibilità di risolverli sarà con un buon grado di fortuna, infilando le risposte giuste una dietro l'altra, o per via empirica, imparando man mano che si sbaglierà. Non il massimo del divertimento, quindi.

    Altro diversivo all'interno dell'avventura è costituito dalle strane sezioni all'interno del subconscio di Jack. Lo sciamano di cui si diceva morirà nei primi momenti di gioco, ma non prima di aver lasciato all'interno della mente del protagonista degli indizi per portarlo sulle tracce di Ukumba. In queste sezioni andremo quindi a fondo nel cervello di Jack, in un mondo strano completamente irreale e pervaso di elementi provenienti dalle sue esperienze di vita ma rielaborati dalla sua stessa mente. Come dice lo sciamano, Jack dovrà riuscire prima a conoscere e comprendere se stesso per trovare la soluzione finale, consistente in una porzione di mappa svelata ogni volta che si sveglierà dal suo stato di incoscenza.
    Un'ulteriore aggiunta viene dalle timide sezioni action, specialmente quelle relative ai combattimenti che di tanto in tanto dovremo affrontare. Questi si presenteranno come degli scontri corpo a corpo dove per avere successo dovremo attingere da un set di mosse da imparare lungo la strada. In realtà queste fasi serviranno solamente ad allungare il brodo, divenendo alla lunga poco interessanti. Ci basterà infatti superare un singolo enigma per imparare una nuova mossa capace di mandare al tappeto l'avversario di turno: i combattimenti non aumentano insomma il senso di sfida, ed anzi sembrano quasi d'intralcio al ritmo narrativo. Più interessanti invece le sezioni, specialmente quella iniziale, dove sarà necessario utilizzare il fucile di Amanda.
    In definitiva, da lodare la volontà del team di andare oltre la formula classica, che sfocia tuttavia solo raramente in soluzioni interessanti e veramente ben integrate. Si poteva far meglio.

    Jack in bella mostra?

    Sotto l'aspetto tecnico Jack Keane 2 si presenta bene, perlomeno ad un primo impatto. I Deck13 hanno utilizzato per l'occasione un motore proprietario, il Fledge. La grafica è Full3D con effetti luce molto gradevoli, sempre che il vostro PC riesca a gestirli correttamente. Infatti il lato negativo dell'utilizzo di questo motore è la sua relativa giovinezza che porta con sé alcuni bug, specialmente dal punto di vista delle prestazioni, con frame rate a tratti inspiegabilmente basso anche al livello minimo di dettaglio (il tutto su un Q6600, 4gb di RAM e GeForce 550Ti). Nel complesso comunque va lodata l'impostazione artistica generale, molto fumettosa a partire dai modelli dei personaggi, e che ben si sposa col carattere principalmente umoristico e avventuroso del titolo. Qualche problema in più viene invece dal sistema di controllo e dalla gestione dell'inquadratura. Per controllare i personaggi potremo affidarci all'immortale WASD per il movimento del PG, con il mouse utilizzato esclusivamente per gestire l'interfaccia e per interagire con gli oggetti, oppure optare per il solo puntatore. In quest'ultimo caso sarà decisamente più difficile far fare a Jack quello che vogliamo, complice anche una certa approssimazione del sistema di pathfinding. Come se non bastasse, con un semplice click della rotellina del mouse si potrà switchare tra i due sistemi di controllo: basta una disattenzione per creare qualche secondo di confusione.
    Nota dolente anche per la gestione delle inquadrature. Non capita di rado che il personaggio principale scompaia ai margini dello schermo, o che venga occultato dalla telecamera l'angolo di un'ambientazione dove magari è nascosto qualche oggetto utile. Un difetto a tratti inaccettabile, dato che avremo sempre la sensazione di perderci qualcosa dei vari ambienti che andremo ad esplorare.
    Nota di merito invece per il sonoro, che vanta un buon doppiaggio (in lingua inglese), caratterizzato e divertente, specialmente quando ci saranno da ascoltare i vari accenti dei personaggi che ricalcheranno la loro origine geografica.

    Jack Keane 2: The Fire Within Jack Keane 2: The Fire WithinVersione Analizzata PCJack Keane 2: The Fire Within è un titolo che vive di alti e bassi. Da un lato abbiamo un valido seguito di quelle che sono state le prime avventura di Jack, con un personaggio caratterizzato e interessante, un'ambientazione storica piacevole ed enigmi mai frustranti, seppur in alcuni casi troppo semplici, ed in altri momenti eccessivamente fumosi e poco logici. Dall'altro siamo di fronte ad un titolo a cui manca quel qualcosa in più capace di renderlo un esponente di rilievo del genere di appatenenza. Alcune scelte poi, come le sezioni action, sono opinabili, principalmente per la realizzazione. A ciò si unisce anche una componente tecnica a tratti insufficiente, con problemi quali la gestione dell'inquadratura che in un punta e clicca non dovrebbero esistere. Insomma, buoni propositi ma risultati solo parzialmente concreti.

    6.5

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