Recensione March of the Eagles

Napoleone scende in campo in uno dei migliori strategici dell'anno.

Recensione March of the Eagles
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  • Il 18 giugno del 1815 i sogni di gloria, conquista e potere di una delle figure più importanti, controverse e famose della storia dell'uomo andarono definitivamente in frantumi, a circa cinque chilometri dalla piccola cittadina belga di Waterloo. Fu qui che Napoleone fu definitivamente sconfitto dall'armata della Settima Coalizione, guidata dalle truppe britanniche comandate a loro volta dal generale Wellington. Otto ore di feroci combattimenti che posero fine ad uno dei periodi storici più travagliati per l'Europa, quello delle guerre napoleoniche che perdurava ormai da oltre dieci anni. Da quando Napoleone, il 2 Dicembre del 1804, fu incoronato imperatore dei francesi. E' questo il periodo di storia scelto dai ragazzi di Paradox Interactive per il loro nuovo titolo, March of the Eagles, finora mai trattato estensivamente se non in un'espansione dedicata ad Europa Universalis III. Non contenti della già lunghissima serie di strategici che ha permesso di apprezzare ogni epoca storica, i Paradox hanno provato ad innalzare ulteriormente lo standard dei grandi strategici.

    UN UOMO CONTRO TUTTI

    "Oggi tutto l'universo è contro di noi". Questa frase sarebbe stata attribuita ad alcuni soldati francesi impegnati nella battaglia di Lipsia, o meglio conosciuta come "La battaglia delle nazioni", durante la quale la Sesta Coalizione guidata dallo Zar Alessandro inflisse la più dura sconfitta alle truppe napoleoniche, e che segnò di fatto l'abdicazione di lì a poco dell'Imperatore francese.
    Il concetto di coalizione e la sensazione di stare combattendo tutti contro un nemico comune è molto ben riproposto nel titolo Paradox: aspetto fondamentale visto il periodo storico preso in esame, e capace di rendere una partita a March of the Eagles diversa dagli titoli.
    Andando con ordine però dobbiamo prima concentrarci su quelle che sono le basi di un titolo del genere: come da "tradizione Paradox" il giocatore sarà libero di prendere le redini di uno qualsiasi degli Stati presenti, anche se in questo caso particolare -dato il contesto- sarà sicuramente più coinvolgente giocare con uno dei grandi protagonisti della storia mondiale piuttosto che con un piccolo staterello di provincia. L'obiettivo finale sarà quello di avere il dominio totale sull'Europa, rappresentata in 3D da una mappa che copre l'intero continente interessato dal conflitto, aggiungendovi parte del Nord Africa e del Medio Oriente. Nel caso non venisse raggiunto al termine del tempo utile (1805 - 1821), ad essere vittorioso sarà il giocatore con il maggior numero di punti Prestigio, derivanti dalla stipulazione di trattati di pace favorevoli al termine di una guerra e dalla virtuosità economica e scientifica della propria nazione. Detto questo, il giocatore navigato e con molta esperienza alle spalle nei titoli Paradox si sentirà immediatamente a proprio agio. La sostanza non cambia e l'impianto strategico e gestionale rimane fondamentalmente inalterato. Per i novizi non ci dovrebbero comunque essere grandi problemi, in quanto un comodo tutorial illustrerà con puntualità tutte le meccaniche di base. Poi ovviamente sarà la pratica a fare il resto.
    A disposizione delle nostre mire di conquista avremo l'intera mappa di gioco, composta da un nugolo di centinaia e centinaia di province conquistabili e potenziabili con strutture di vario tipo. Per quanto il periodo storico -e quindi anche il gioco stesso- sia fortemente incentrato sullo stato di guerra, sarà nostro compito occuparci anche degli aspetti economico-logistici, senza i quali le nostre truppe non saranno in grado di competere con gli avversari. In sostanza per avere un esercito competente sarà necessario avere le casse in piena salute, così come sarà necessario raggiungere di volta in volta nuove vette nel campo della ricerca, con l'acquisizione delle Idee, di cui parleremo in seguito.
    In un gioco così complesso molti saranno gli elementi da tenere sempre bene a mente: il flusso di denaro (controllabile tramite la comoda schermata del bilancio), la quantità di forza lavoro disponibile, il prestigio ottenuto (fondamentale durante alcune trattative diplomatiche), e lo stress dovuto allo stato di guerra, capace di provocare una pericolosa instabilità interna. Ma questa è solo la superficie, perché il gioco si sviluppa molto più in profondità.

    IDEE ED ECONOMIA DI STATO

    Per portare avanti una lunga e logorante guerra c'è necessariamente bisogno di un'economia forte e della fede incrollabile del proprio popolo. Elementi che in March of the Eagles sono ben presenti. Ogni provincia della nostra nazione, regno o impero sarà sviluppabile in più di una direzione. Da un lato avremo la facoltà di erigere difese più o meno resistenti, strutture necessarie per zone di confine o che consideriamo importanti per la nostra prosperità; dall'altro potremo sviluppare la provincia "internamente". Un miglioramento generale dell'economia offrirà benefici sia dal punto di vista del gettito fiscale che dal punto di vista della forza lavoro, a costo però di un maggior esborso di denaro e di tempo. In alternativa potremo semplicemente migliorare la capacità di accumulo degli approvvigionamenti tramite la costruzione di depositi sempre più capienti. Questo è un aspetto fondamentale del titolo, in quanto nessun esercito renderà mai al meglio se non sarà ben rifornito durante le campagne belliche. Inoltre non vanno dimenticate strade e porti. Soprattutto quest'ultimi per imperi marittimi come la Gran Bretagna saranno indispensabili, e garantiranno introiti di un certo rilievo oltre che la possibilità di far attraccare la proprio flotta, unico modo (inizialmente) per far riparare le proprie preziose e costose navi da guerra e per imbarcare uomini da portare sul fronte di guerra.
    Il titolo costringe quindi il giocatore a fare bene i suoi calcoli: un esercito sproporzionato rispetto alla capacità di rifornimenti garantita dallo stato sarà perlopiù inutilizzabile, con conseguente perdita di morale delle truppe e di efficacia in battaglia. Al contrario sarebbe invece inutile accumulare approvvigionamenti in misura esagerata rispetto alle reali necessità che la politica intrapresa impone. L'economia di March of the Eagles, quindi, si basa tutta sul rapporto che intercorre tra il numero di truppe e la quantità di rifornimenti disponibili, senza dimenticare mai le entrate generate dalla tassazione, necessarie per mettere in piedi strutture ed eserciti.
    Accanto all'aspetto economico viaggia l'impianto delle Idee, sostanzialmente un'insieme di "indirizzi" che sarà possibile dare alla politica del nostro stato. L'accumulo di punti Idea necessari per sbloccarle sarà però molto lento (oltre un minimo su base mensile se ne acquisiranno grazie ad eventi storici inseriti nel gioco e grazie agli eventuali successi in battaglia) e ciò determinerà l'impossibilità nel completare le ricerche in tutti i campi d'interesse presenti. Ognuno sarà quindi chiamato a fare delle scelte che nel prosieguo si faranno sentire sempre più, determinando spesso un vantaggio enorme oppure uno svantaggio. I campi entro cui agire saranno tanti e diversi: si andrà dalle Idee di carattere economico a quelle legate alle strategie di guerra terrestre e navale, per arrivare a quelle dedicate alle singole nazioni. Un impianto molto vario, completo, profondo e complesso che vi terrà incollati al monitor per ore studiando la strategia più efficace e mettendo assieme tutti i tasselli del "puzzle".

    TATTICHE DI GUERRA

    Tutto questo non basta però per avere il dominio dell'Europa. In March of the Eagle importanza massima rivestono il settore diplomatico e quello militare, l'unico in definitiva capace di determinare il vero vincitore delle partite. Innanzitutto, parlando di politica e diplomazia vediamo come le classiche alleanze siano state rimpiazzate dalla più consone coalizioni, ovvero aggregazioni di stati con intenti comuni, pronti a combattere il nemico di turno. Come la storia ci insegna numerose sono state le coalizioni nate nel tentativo ripetuto di sconfiggere Napoleone. La prima dura sconfitta, quella di Lipsia, avvenne proprio per mano di un di esse: la Sesta Coalizione, guidata dalla Russia della Zar Alessandro. Il sistema socio-politico-economico nel titolo Paradox è ben ricreato e complesso, reso quanto più possibile fedele alla realtà. Quando avremo il comando di una "nazione maggiore" potremo automaticamente creare una coalizione contro un nemico particolarmente pericoloso, sempre se troveremo abbastanza alleati ad appoggiarci. In caso di guerra poi, basterà una semplice chiamata alle armi per far entrare in guerra al nostro fianco i membri della coalizione. Facendo un esempio sarà molto facile che la Francia crei una coalizione contro la Gran Bretagna, così come sarà molto probabile il contrario.

    "Il concetto di coalizione e la sensazione di stare combattendo tutti contro un nemico comune è molto ben riproposto nel titolo Paradox: aspetto fondamentale visto il periodo storico preso in esame, e capace di rendere una partita a March of the Eagles diversa dagli titoli"

    Come creatori della coalizione avremo comunque non solo vantaggi in termini strategici, ma anche doveri nei confronti dei nostri alleati, riassunti dal pagamento di un certo ammontare di denaro per sostenere le spese di guerra dei vari stati. Sarà quindi necessario avere una salda economia per poter finanziare la guerra. Nel caso fossimo un semplice membro, viceversa, saremo noi stessi a ricevere il sussidio. Nel corso della partita le cose potrebbero poi cambiare e sarà allora possibile cedere, o magari ricevere, il comando della coalizione. Tra le varie opzioni diplomatiche abbiamo anche trovato interessante la possibilità di fornire agli alleati delle truppe di supporto, per aiutarli senza entrare direttamente in guerra.
    Terminate le azioni diplomatiche si passerà al combattimento vero e proprio, ed è qui che i ragazzi di Paradox si sono dati veramente da fare per ricreare le complesse tattiche che hanno contraddistinto le battaglie napoleniche. Il sistema di gestione automatica dei conflitti ovviamente rimane, dopotutto non ci troviamo di fronte ad un Total War. Ma al giocatore, stavolta, è stato demandato un ruolo molto più attivo che in passato. Innanzitutto le armate sono suddivise in quattro sezioni: fianco sinistro, centro, fianco destro e riserva. Per ognuna di esse avremo la facoltà di eleggere un leader -una sorta di comandante di reparto- tra i tanti che avremo a disposizione. Oltre a ciò ci sarà data la possibilità di scegliere per i fianchi una strategia da adottare in battaglia (contrattacco, ritardo nell'ingaggio, difesa a oltranza, assalto deliberato...), che si rivelerà fondamentale una volta presa dimestichezza con il sistema. All'inizio della battaglia saranno le batterie d'artiglieria a dare inizio alle danze e solo dopo ci sarà lo scontro tra gli uomini e le brigate avversarie, rendendo di fatto necessario controllare che la nostra armata sia ben fornita anche sotto questo punto di vista. Qui entra in gioco una nuova ed interessante novità: il concetto del fronte di battaglia. In campo aperto, in cui conta notevolmente il terreno sul quale si combatterà, un esercito numeroso potrà schierare in linea un maggior numero di fanti, avendo di conseguenza una gran potenza di fuoco (più fanti schierati in linea, più fucili puntati sul nemico), mentre al contrario in un passo montano il numero non farà la differenza in maniera così marcata mettendo in gioco altri fattori, come la composizione delle armate e l'abilità dei generali impegnati nello scontro. Il sistema di risoluzione automatica degli scontri non solo terrà conto di questi fattori, ma anche delle condizioni meteo, delle statistiche di unità e generali, del morale e della presenza o meno di approvvigionamenti.
    C'è quindi da affermare che i ragazzi di Paradox hanno fatto davvero un ottimo lavoro sotto questo punto di vista, rendendo March of the Eagles un titolo di assoluta eccellenza in questo campo. Siamo poi certi che il concetto di "fronte di battaglia" potrà essere inserito con successo nei loro titoli futuri, in quanto non trascurabile in nessuna epoca storica. A conti fatti, perciò, si può dire che a livello ludico quello Paradox è un successo pressoché totale. A fronte di una certa complessità presenta tantissime possibilità ed una varietà di condizioni e soluzioni da fare invidia a chiunque. Un titolo davvero immancabile per qualsiasi amante della strategia su PC.

    LO SPLENDORE DELLE ARMI

    Dal punto di vista grafico March of the Eagles rimane negli standard tracciati da Crusader Kings 2, con una mappa in tre dimensioni dal discreto dettaglio grafico. L'engine mostra poi modelli poligonali semplici ma al contempo chiari e riconoscibili, che nel complesso -visto l'enorme scacchiere su cui muovono- appaiono più che sufficienti per un titolo del genere. Stesso discorso per l'interfaccia, i cui punti in comune con il titolo sopracitato sono molti ma altrettanti risultano gli adattamenti. Il risultato complessivo è positivo, rivelando un layout pratico e fruibile, oltre che gradevole alla vista. Di sicura utilità poi la nuova finestra, disponibile a conflitto in corso e in grado di riassumere la composizione delle coalizioni, le loro rispettive forze e tutte le vittorie e le sconfitte conseguite.
    Di grande impatto la colonna sonora, che in piena tradizione Paradox -vista la qualità- può essere tranquillamente ascoltata anche al di fuori del contesto del gioco.

    March of the Eagles March of the EaglesVersione Analizzata PCMarch of the Eagles è senza ombra di dubbio l'ennesimo capolavoro dei Paradox Interactive che ormai in questo particolare campo non hanno davvero più rivali. Il titolo è profondo, curato sotto ogni aspetto e come se non bastasse riesce ad aggiungere ancora qualcosa alla già ricchissima e classica ricetta Paradox. Un must have per tutti i fan della grande strategia e della storia. Un titolo da provare anche per coloro che si affacciano al genere per la prima volta.

    8.5

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