Recensione Neverending Nightmares

Un racconto traumatico e destabilizzante, nella forma di uno strano Horror indipendente.

Recensione Neverending Nightmares
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  • Pc
  • Ouya
  • Neverending Nightmares si pone come obiettivo principale quello di onorare il suo titolo, fornendo al giocatore un horror psicologico estremamente introspettivo e terrificante, figlio delle drammatiche esperienze di vita del creatore Matt Gilgenbach, reduce da una storia di depressione causatagli dall'insuccesso della sua precedente produzione videoludica: un rhythm game chiamato Retro/Grade, di cui sicuramente pochi avranno sentito parlare. Neverending Nightmares sbatte in faccia al giocatore una storia da incubo, un concentrato di angoscia allo stato puro, in cui il gameplay passa in secondo piano per lasciare spazio alla storia del protagonista Thomas, narrata attraverso i suoi spaventosi incubi. Un'esperienza di gioco diversa e difficilmente etichettabile, la cui moderata componente gore appare nettamente in secondo piano rispetto a quella psicologica, vero elemento trainante del gioco.

    INCUBI SENZA FINE

    Il titolo di Infinitap Games porta con sé un impianto narrativo atipico, la cui trama - pur avendo i riflettori puntati addosso per tutta la durata della breve avventura - cerca di nascondersi quanto più possibile al giocatore: la storia che fa da sfondo al titolo è potente, angosciante e disturbante al punto giusto; starà però a noi cercarla e rimetterne insieme i pezzi, nascosti in un insieme di incubi apparentemente scollegati fra loro, che si susseguono senza sosta, vissuti dal protagonista nell'incertezza più assoluta sul suo attuale stato di coscienza. Questa struttura irregolare e confusionaria ha come scopo secondario anche quello di veicolare un messaggio ben preciso, carico di sensazioni che raramente, prima d'ora, avevano trovato spazio in una produzione videoludica di questo tipo: Neverending Nightmares, nella mente del suo creatore, vuole rappresentare un'esperienza profonda, una finestra sul periodo più nero della sua vita, quello in cui ha vissuto sull'orlo del baratro della depressione. Il risultato finale è una produzione visionaria permeata di follia, la cui carica horror è accentuata dall'inquietante atmosfera che si respira in ognuna delle - poche, a dire il vero - ambientazioni del gioco. Il tutto, però, risulta fin troppo diluito da sezioni esplorative lente e spesso poco ispirate, in cui la linearità e la scarsa differenziazione delle ambientazioni vanno ad annullare quasi completamente le sensazioni positive che la trascinante emotività del gioco avrebbe potuto regalare all'utente finale.

    Il gameplay del titolo è decisamente scarno, limitato ad una basilare interazione con un numero limitatissimo di elementi dello scenario che - nella maggior parte dei casi - non andrà oltre la semplice osservazione passiva degli stessi. Nonostante la presenza di alcune rudimentali fasi "stealth", in cui dovremo sgattaiolare silenziosamente alle spalle del mostro di turno o nasconderci in un armadio in attesa che quest'ultimo sia passato, il focus principale del gioco è chiaramente la libera esplorazione degli ambienti di gioco: Neverending Nightmares è un prodotto che - da un punto di vista strettamente ludico - cerca di non impegnare troppo il giocatore, finendo per fare affidamento quasi esclusivamente sul dirompente condensato di tensione con cui accompagna ogni passo del protagonista. Nella stessa direzione si muove anche la scelta degli sviluppatori di dotare il nostro protagonista di una resistenza fisica limitata, che andrà gestita con parsimonia per evitare di ritrovarci in una situazione di pericolo senza la possibilità di correre o, peggio ancora, impossibilitati a muoverci a causa del nostro fiato corto. Interessante anche la scelta di non inserire nessun elemento invasivo a schermo: non è presente alcun tipo di interfaccia o indicazione sulla direzione da prendere, tutto è affidato all'esplorazione e all'utilizzo dei rumori ambientali, un plus non indifferente che favorisce l'immedesimazione; per quanto riguarda la resistenza fisica, ad esempio, dovremo semplicemente regolarci "a orecchio" basandoci sulla respirazione di Thomas, una delle trovate più riuscite del gioco.

    PAURA IN SCALA DI GRIGI

    Una grigia illustrazione a matita, in cui la modulazione dell'intensità di luci ed ombre è affidata ad un poco rassicurante chiaroscuro. Neverending Nightmares sembra un disegno fatto da un bambino, di quelli che potrebbero convincere ogni bravo genitore a consultare uno specialista; un cartone animato (poco) interattivo e perlopiù monocromatico, in cui gli unici elementi di colore sono il vividissimo colore rosso del sangue, che aumenterà in modo esponenziale con il progredire del gioco, e quello dei pochi oggetti con cui possiamo interagire, sempre evidenti e ben visibili. Le animazioni sono appena abbozzate ed imprecise, ma nella loro palese imperfezione riescono ad accompagnare in modo efficace un comparto tecnico che, in linea con il resto della produzione, preferisce stupire grazie al suo stile peculiare ed inquietante, piuttosto che per merito dell'effettiva bontà della sua realizzazione.

    Tuttavia, al titolo di Inifinitap Games sembra mancare qualcosa: le ambientazioni si somigliano fin troppo e lo stile grafico utilizzato, una volta superate le prime fasi di gioco, inizia ad annoiare rapidamente. Uno dei difetti peggiori di Neverending Nightmares è rappresentato poi dal design piuttosto approssimativo delle ambientazioni: gli interni sono troppo labirintici e poco vari, mentre quando ci capiterà di uscire all'aperto ci ritroveremo ad avanzare su sentieri tanto lunghi quanto noiosi da percorrere, che smorzano inevitabilmente la tensione. Discorso ben diverso invece per l'ottimo comparto audio del gioco, che vede il suo apice massimo raggiunto da una modalità appositamente studiata per essere utilizzata con le cuffie, in grado di creare un'atmosfera ancor più angosciante e tesa di quanto non lo fosse già quella originale, con buona pace dei deboli di cuore.

    Neverending Nightmares Neverending NightmaresVersione Analizzata PCL'opera di Infinitap Games è estremamente grezza, ma tutto sommato interessante. Una drammatica escalation di follia che culmina con un finale tutt'altro che scontato, a cui il gioco ci conduce attraverso una spirale di incubi sempre più terrificanti. Un titolo dallo stile particolare, tanto angosciante nella forma quanto nei contenuti, che a detta del suo creatore vuole essere anche una finestra sull'orrore della depressione e dell'insanità mentale, un lasciapassare per un'esperienza ludica limitata dal punto di vista del gameplay ma estremamente carica di pathos e tensione. Nonostante le ottime premesse, però, l'offerta dal gioco ci è parsa comunque troppo blanda, caratterizzata da un'interazione con l'ambiente estremamente rarefatta e molte fasi di stanca che smorzano in modo quasi irreparabile la superlativa atmosfera che permea buona parte del gioco. Ci troviamo insomma di fronte all'ennesimo titolo che cerca invano di emergere dal sempre più affollato mercato dei titoli indipendenti. Peccato, perché l'atmosfera del gioco di Matt Gilgenbach, a tratti, per intensità e carica emotiva potrebbe - e forse dovrebbe - suscitare l'invidia di molti congeneri, che in questo campo avrebbero solo da imparare.

    7

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