Recensione Prison Break: The Conspiracy

Andata e ritorno nel carcere di Fox River

Recensione Prison Break: The Conspiracy
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • L'anima del commercio

    Lanciato sul mercato con notevole ed inspiegabile ritardo rispetto alla serie televisiva da cui è tratto,
    Prison Break : The Conspiracy rappresenta il classico tien-in basato su una licenza di successo, un connubio che troppo spesso nel mercato videoludico sta a significare flop clamoroso, almeno dal punto di vista qualitativo e non commerciale.
    Sviluppato dai ragazzi di Zootfly, il titolo distribuito da Koch Media permette di vivere nei panni dell'agente Tom Baxton - di una non meglio precisata agenzia del governo - una vicenda alternativa (ma intimamente intersecata) a quella raccontata nella prima stagione della serie, naturalmente ambientata nel famigerato carcere di Fox River, vero fulcro e protagonista dell'intera vicenda.
    Il nostro eroe di turno rappresenta il classico poliziotto infiltrato come detenuto, il cui scopo è assicurarsi nientemeno che la giustizia faccia il suo completo corso; nel caso specifico, fare in modo che l'assassino del fratello del vicepresidente (un certo Lincoln Burrows) non fugga dal penitenziario e finisca direttamente sulla sedia elettrica, come da copione: a complicare il quadro l'inaspettato arrivo a Fox River di Michael Scofield, un ingegnere edile fratello dell'omicida.
    Realizzato sulle linee guida di un action-game con abbondanti componenti stealth (alla stregua della famosissima serie Splinter Cell) ed una spruzzata di quick time event, Prison Break non aggiunge sicuramente nulla di nuovo nel panorama videoludico attuale, ma punta decisamente sul fascino ed il carisma della serie da cui è tratto: mera operazione commerciale o prodotto curato con perizia e passione? Scopritelo leggendo i prossimi paragrafi.

    Infiltrato non troppo speciale

    Dopo una lunga e non troppo appassionante sequenza introduttiva - ricca di cliché e stereotipi tipici dei film/serie sul genere - verremo introdotti nel carcere di Fox River, dove potremo fare la conoscenza dei primi protagonisti della storia ed assaporare un'atmosfera del tutto analoga a quella vissuta nella serie televisiva, un aspetto ricreato fedelmente dai programmatori e che merita senza dubbio un plauso.
    Il nerboruto protagonista viene subito impegnato in un inaspettato e violento quick time event con uno degli altri prigionieri, il primo di una lunga serie di contrasti che si protrarranno per l'intera storia e che occuperanno una buona fetta sia del plot narrativo che del gameplay.
    Dopo aver abilmente sopraffatto la morsa del sopracitato attaccabrighe ed essersi accomodato nella propria cella, il giocatore nei panni di Tom Baxton potrà muovere i primi passi all'interno del carcere e prendere confidenza con le meccaniche del gioco, che appariranno ben presto estremamente lineari così come il design dei livelli e delle missioni, mostrando una piattezza di fondo a volte disarmante.
    L'intera esperienza di gioco consiste principalmente nello stringere rapporti con gli altri detenuti (più o meno bellicosi) e svolgere semplici missioni di recupero oggetti et similia in ambienti circoscritti, seguendo percorsi lineari - non si può assolutamente uscire dal percorso prestabilito dai programmatori - ed evitando di essere scoperti nella maggior parte dei casi, il tutto condito da sequenze di quick time event che aggiungono poco o nulla al divertimento complessivo offerto.
    Le uniche “missioni secondarie” sono rappresentate dai combattimenti con gli altri detenuti e da sessioni di potenziamento muscolare (pesi e sacco da boxe) il cui unico scopo è rendere ancora più semplici le sequenze fighting, già minate dall'onnipotenza della famigerata contromossa in grado di sovvertire gli esiti di qualunque scontro: il denaro guadagnato durante i combattimenti nel carcere di Fox River può essere speso nell'apposito “negozio di tatuaggi”, dov'è possibile sceglierne diversi da un discreto lotto.
    Le sessioni stealth sono talmente guidate e scriptate nelle possibili soluzioni che qualora si venisse scoperti l'unica alternativa possibile è il game over, con conseguente ed obbligatorio caricamento dell'ultimo checkpoint raggiunto; stessa malaugurata sorte spetta ai quick time event, la cui riuscita o meno non offre variazioni sulla trama o percorsi alternativi, ma costringe il giocatore ad un'intensa sessione di prove fino al completamento della sequenza predeterminata.
    Il problema principale di tale impostazione, oltre alla linearità di fondo ed all'intelligenza artificiale
    praticamente assente e costretta su binari d'altri tempi, risiede nei salvataggi prestabiliti, che costringono il giocatore a ripercorrere intere sequenze di gioco per raggiungere nuovamente quella incriminata.
    Nella versione PC da noi testata si incontrano inoltre ulteriori difficoltà nella riuscita dei cosidetti qte, poiché l'utilizzo mnemonico e repentino di alcuni tasti della tastiera è sicuramente meno intuitivo rispetto alla pressione di un tasto del classico joypad (fortunatamente nella maggior parte dei casi è sufficiente l'utilizzo del mouse).
    A caratterizzare un quadro piuttosto mediocre, fatto di linearità e frustrazione, si aggiunge anche la longevità piuttosto scarsa, che si attesta intorno alle 8 ore di gioco senza procedere spediti.

    Vita dietro le sbarre

    Dal punto di vista tecnico Prison Break : The Conspiracy presenta alti e bassi, tuttavia la fedele ricostruzione del penitenziario di Fox River e soprattutto l'atmosfera che si respira, del tutto analoga a quella della serie televisiva, non sono aspetti da sottovalutare per i fan più appassionati, che troveranno pane per i propri denti.
    Anche i volti dei vari protagonisti sono stati ricreati generalmente con cura (sebbene manchi qualche licenza), nonostante il parco delle animazioni facciali sia abbastanza piatto e spesso inespressivo ed è presente una marcata asincronia labiale.
    Quasi ridicola la camminata del protagonista (da energumeno patentato), dignitose invece le animazioni dei combattimenti, pur offrendo il fianco alla critica per problemi di compenetrazione poligonale e a volte per una certa legnosità, anch'essa figlia di un retaggio tutt'altro che “next-generation”.
    L'impatto grafico generale è sufficientemente positivo ma non impressiona per la mole poligonale, per la qualità delle textures (da medie a scarse, ripetute più volte) e per gli effetti speciali, quasi del tutto assenti: come già sottolineato in precedenza l'unico aspetto a salvarsi è la certosina ricostruzione del carcere, dove è possibile muoversi con familiarità conoscendo bene la serie televisiva.
    Chiude il reparto tecnico una componente audio del tutto analoga a quella video, con alti e bassi piuttosto marcati: buona la colonna sonora (presa a piè pari dall'opera originale) ed il doppiaggio di alcuni personaggi - gli stessi della serie televisiva americana -, decisamente meno le campionature per quanto concerne gli effetti sonori, di qualità altalenante e generalmente sottotono: manca la localizzazione italiana, presente solo nei sottotitoli.
    Naturalmente per far girare più che dignitosamente il titolo ZootFly non è necessario disporre di un Pc particolarmente performante, tuttavia per “godere”dei migliori risultati sono raccomandate caratteristiche generali discrete.

    Prison Break: The Conspiracy Prison Break: The ConspiracyVersione Analizzata PCCome spesso, purtroppo, accade per i tie-in videoludici ci troviamo di fronte ad una grossa occasione mancata che sprizza di “operazione commerciale” sotto molteplici aspetti, soprattutto considerando le premesse e la bontà della licenza da cui è tratto il prodotto ZooFly: lineare all'inverosmile con componenti stealth e quick time event in grado solo di regalare frustrazione, dotato di un level design piatto che glorifica solo le fattezze del famigerato carcere di Fox River (senza assecondarle al servizio del gameplay) e tecnicamente poco più che mediocre, Prison Break : The Conspiracy è un titolo consigliabile esclusivamente ai fan sfegatati della serie televisiva, che potranno vivere una storia alternativa ma intimamente connessa a quella della prima stagione, senza però pretendere troppo dal punto di vista ludico: per tutti gli altri ci sono titoli action di tutt'altro spessore, come ad esempio l'ultima sortita di Sam Fisher, già sbarcata su Xbox 360 e di prossima uscita su personal computer.

    5

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