Anteprima Red Orchestra

Nuovi FPS all'orizzonte

Anteprima Red Orchestra
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  • La storia moderna è in grado di affascinare, in un modo o nell’altro, anche grazie agli eventi storici che hanno cambiato le sorti del secondo conflitto mondiale. Non è un caso infatti che molti produttori di videogiochi, per sposare in pieno l’atmosfera tipica di quella maledetta guerra, si siano fiondati nel realizzare tanti titoli che riproducessero alcune di queste storie. Forse fin troppi, quasi a voler abusare del controverso fascino bellico. Siamo stati in grado comunque di ammirare delle produzioni degne di nota: le serie Medal of Honor e Call of Duty sono entrati nei cuori dei videogiocatori grazie alla loro incredibile capacità di saper ricreare in maniera terribilmente degna la sensazione di trovarsi nei campi di battaglia di quel conflitto. Abbiamo anche varianti ancora più profonde, come quella di Brothers in Arms, che ha invece analizzato l’aspetto più umano degli eventi narrando la storia vera di un plotone di marine americani sbarcati e poi paracadutati in quell’inferno che era la Normandia occupata dalle truppe tedesche.

    Red Orchestra nacque nel 2003 inizialmente come semplice mod di Unreal Tournament 2003, poi riadattato per il sequel. Tripware Interactive, il team sviluppatore, è stato immediatamente capace di guadagnarsi il favore di pubblico e critica e annunciò così nel 2005 “Ostfront 41-45”, di fatto il vero e unico prequel di Heroes of Stalingrado, di cui vi daremo una prima anteprima in questo articolo.

    Ambientazione e tipologia di gioco

    Red Orchestra 2: Heroes of Stalingrado è a tutti gli effetti uno sparatutto in prima persona con una forte componente tattica. Come ricorderanno i fan del primo capitolo, la struttura ludica si incentrava specialmente su scontri multiplayer, lasciando praticamente la sezione singolo giocatore un po’ da parte offrendo solo, a chi volesse giocare esclusivamente off-line, una modalità di pratica delle mappe multi giocatore.

    Ecco, partiamo da questo punto. Tripware Interactive ha ascoltato le richieste e i consigli dei videogiocatori ed ha deciso così di inserire una campagna singolo giocatore che, appoggiando dunque il titolo del progetto, narri le maggiori battaglie di Stalingrado tra il Luglio 1942 e il Febbraio del 1943. Innanzitutto è presente una cosa piuttosto rara per non dire unica nei titoli di questo tipo: la possibilità di giocare la campagna attraverso entrambe le fazioni, russa e tedesca. Il giocatore avrà dunque pieno potere di decidere se affrontare l’orrenda e drammatica battaglia di Stalingrado anche con gli occhi di chi ha perso, con una diversa prospettiva che offrirà senz’altro un quadro generale molto interessante.

    Con questo titolo, gli sviluppatori hanno anche voluto aumentare la componente realistica che già si poteva intravedere in “Ostfront 41-45” tramite una serie di caratteristiche inedite di indubbia curiosità e importanza. Prima di tutto, citiamo un sistema di puntamento libero per la vostra arma. Cosa vuol dire? Il mirino non seguirà sempre la visuale comandata con “gli occhi” dell’alter ego del giocatore ma è possibile liberarsi da questa catena e quindi, spostarla senza dover necessariamente cambiare anche il vostro punto di vista, donando dunque un senso di libertà unico. In termini di realismo, Tripware ha ben pensato naturalmente di migliorare anche il sistema di copertura, dato che parliamo pur sempre di uno sparatutto tattico. Il sistema di collisione con le mura o gli oggetti dove potremmo trovare riparo ha avuto un miglioramento fisico notevole ed appare meno confusionario e irrealistico rispetto al prequel. La visuale in prima persona non verrà abbandonata neanche durante la copertura: aspetto che aumenta il realismo cosi come il coefficiente di difficoltà, ma che può dare notevoli vantaggi quando si tratterà di scaricare l’arma impugnata. Per concludere il discorso, verranno mantenute ovviamente quelle chicche e scelte di game design che hanno fatto la fortuna del predecessore: il pieno realismo viene infatti confermato anche dall’HUD. Non è presente la classica barra vita ma un semplice omino che relaziona sui danni subiti dalle varie parti del corpo durante lo scontro. Potete morire con tre colpi ma anche con uno solo, se colpiti ad esempio, alla testa. Assente il contatore delle munizioni: vale a dire che dovrete capire voi quanti caricatori restino in vostro possesso prima di restare con un pugno di mosche in mano. La visuale fa inoltre gioco dei movimenti naturali del corpo umano, abbandonando così la staticità classica degli sparatutto classici in prima persona. 
La morte invece dipenderà, come detto, a seconda di quale punto del corpo sarà colpito e soprattutto come arriverà il colpo. Se la ferità è grave ma non mortale, il sanguinamento eccessivo potrebbe portarvi ad una lenta e dolorosa morte, che avvertirete in una visuale distorta e in capacità ridotte per il vostro soldato virtuale. Ritirarsi o utilizzare delle provvisorie bende potrebbe comunque salvarvi la vita. Se invece il sanguinamento è troppo rapido giocate un po’ sull’orgoglio, e provate ad uccidere quanti più nemici potete prima di veder apparire la classica schermata del “Game Over”.

    Ovviamente, nonostante l’indubbio merito nel tentativo di migliorare la parte single player del gioco, il punto forte di Heroes of Stalingrado risiederà senz’altro nelle sue modalità di gioco online. Parliamo dunque delle due novità assolute: Territorio e Schermaglia. La prima tipologia ludica consiste essenzialmente in modalità di attacco e difesa di vari punti strategici disseminati per la mappa di gioco. I giocatori vengono divisi, come sovente capita, in due squadre. Ognuna di esse avrà un obiettivo a tempo da conquistare per ottenere punteggio; il tempo può essere ridotto o addirittura accelerato fino al termine dalla squadra difensore per un certo periodo.
    La modalità Schermaglia invece è utilizzabile anche off-line tramite l’utilizzo di personaggi controllati dalla IA. Ci sono tre squadre da tre membri ciascuna e l’obiettivo è semplice: eliminare le altre senza pietà. Per ogni giocatore è previsto un sistema di crescita online, il quale assegnerà degli speciali riconoscimenti dopo un certo numero di uccisioni o altre caratteristiche determinate dagli sviluppatori.

    Informazioni sul comparto grafico

    Tripware Interactive ha deciso di affidare all’ormai stra-abusato Unreal Engine 3 il comparto tecnico della sua nuova produzione. In effetti, comunque, si tratta quasi di un revival dato che il prequel utilizzò proprio l’ultima versione dell’Engine di Epic prima della terza versione.
    E dalle prime immagini rilasciate sembra proprio che il lavoro dei grafici sia davvero encomiabile. L’aspetto delle ambientazioni è volutamente oscuro e in tema con ciò che fa sfondo alla vicenda storica presentata per il gioco. Nulla di eccessivamente straordinario, ma i modelli poligonali nella norma e comunque una sensazione più che gradevole ci permettono di promuovere con la piena sufficienza, al momento, il comparto grafico. Qualche textures sottotono, tipica un po’ di questo motore, è comunque evidente ma siamo sicuri che verranno sistemate poi con il passare dei mesi.

    Red Orchestra 2: Heroes of Stalingrad Se volete vivere l’aspetto più crudele e infame del secondo conflitto mondiale è evidente come Red Orchestra 2: Heroes of Stalingrado possa essere il gioco che fa per voi. Tripware Interactive non ha fatto altro che potenziare al massimo le indubbie capacità del precedente episodio, con un aspetto realistico che non ha quasi precedenti in produzioni dedicate alla guerra mondiale della metà del ‘900. La possibilità di vivere finalmente anche una campagna singolo giocatore da entrambe le fazioni dona sicuramente ulteriori punti alle premesse di questo titolo, previsto, al momento, per un non precisato periodo del 2010.

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