Recensione Sacred 3

La saga riparte da Keen Games, con uno stile completamente rinnovato

Sacred 3
Recensione: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • In un settore di mercato quasi monopolizzato da Diablo e Torchlight, proporre una propria visione dell'action RPG con derive hack'n'slash non è sicuramente facile. Keen Games, sotto etichetta Deep Silver, ci prova con Sacred 3, ereditando un brand piuttosto noto nell'ambiente e spogliandolo di qualunque identità pregressa. Dove il predecessore si proponeva come un GDR d'azione quasi open world, questo seguito punta tutto sulla cooperativa online fino a quattro giocatori, restringendo moltissimo gli orizzonti delle mappe lineari e, in maniera molto coraggiosa, rinunciando quasi del tutto al loot come motivazione principale all'incedere. Cercando di rimanere in equilibrio tra il discreto Sacred Citadel e la tradizione del genere, Sacred 3 propone alcune idee interessanti, ma nessuna davvero in grado di lasciare il segno.

    Guerra ad Ancaria

    Per quanto Sacred 3 abbandoni completamente la tradizione della saga, le terre interessate dal conflitto sono ancora una volta quelle di Ancaria, e alcuni luoghi noti agli appassionati faranno capolino nel corso dello svolgimento. La trama, come spesso accade con le produzioni appartenenti al genere, non occupa certo un ruolo di primaria importanza. Narrata attraverso brevi cut-scene doppiate in inglese, racconta in maniera trascurabile l'ascesa del despota Zane Ashen, intenzionato a sottrarre il Cuore di Ancaria grazie ad un'alleanza con i demoni. Il tono scanzonato e l'utilizzo di un registro linguistico non certo affine al fantasy medievale si ricollegano piacevolmente ai capitoli precedenti, ma non sono sufficienti a mantenere alto l'interesse nei confronti della narrazione. Saltare le sequenze d'intermezzo, in altre parole, non porterà a gravi perdite, e permetterà semplicemente di arrivare più velocemente a ciò che davvero conta, ossia il combattimento.

    Come da tradizione per il genere, si comincia con la scelta di una classe tra le quattro disponibili. Il focus è decisamente sul corpo a corpo, con ben tre archetipi dedicati a questa specialità, con differenze semmai evidenti nelle abilità speciali, e solo uno adatto invece al DPS dalla distanza. Al di là dell'arma imbracciata e degli attacchi unici, le quattro classi sono sostanzialmente molto simili, con la chiara intenzione da parte degli sviluppatori di semplificare il più possibile la formula di gioco. Anche per questo, i controlli sono ridotti all'osso, e si sistemano perfettamente su un qualunque pad, adattandosi molto meno volentieri all'accoppiata mouse/tastiera, quasi del tutto da dimenticare. Del resto, il gioco è stato sviluppato scegliendo Playstation 3 come piattaforma principe, e si nota un'attenzione quasi totale al pubblico console. All'attacco base si affiancano una schivata, una mossa di disabilitazione, poco dannosa ma utilissima per togliere temporaneamente di mezzo gli scudi e disattivare eventuali marchingegni offensivi, e due attacchi speciali, differenti per ogni classe. Procedendo nell'avventura sarà possibile sia sbloccarne di nuovi, sia potenziarli, compiendo alcune semplici scelte all'interno di una classica struttura ad albero. Al di là della semplicità del controlli, di per sé non disprezzabile, la varietà offerta dagli attacchi speciali è in ogni caso piuttosto limitata, anche a causa dei loro effetti, scontati tanto graficamente quanto dal punto di vista del game design. Il combattimento riesce a mantenersi in ogni caso frenetico, anche grazie alla grandissima quantità media di avversari a schermo, ma l'utilizzo tattico delle abilità speciali risulta nel complesso limitato, anche quando si cercasse di coordinarsi in gruppo. Qualche possibilità interessante c'è, ma nulla che non si sia già ampiamente visto in altri esponenti del genere.

    No loot, no party

    Se è vero dunque che il combat system proposto da Keen Games funziona mediamente bene nonostante la scarsa varietà, una volta affrontata qualche ora di gioco emergono i tratti caratteristici di un level design molto classico, e decisamente propenso alla ripetizione. Gli incontri con le diverse tipologie di nemici, peraltro ben differenziate, riescono a impegnare non poco, anche a causa dell'intervento di avversari dotati di abilità magiche particolarmente dannose, il cui casting va fermato entro tempi brevi con la mossa di disabilitazione. Se sotto questo profilo tutto funziona come da tradizione, dopo qualche ora di gioco ci si renderà conto di come il level design tenda invece a ripetere ossessivamente le medesime situazioni e soluzioni, con un senso di scoperta e novità che andrà ad affievolirsi molto velocemente.
    Non aiuta la strutturazione del mondo a compartimenti stagni, con una serie di livelli autoconclusivi legati solamente dalle sequenze d'intermezzo. Il tutto è stato probabilmente studiato per favorire la rigiocabilità dei medesimi livelli più volte al fine di accumulare esperienza, purtroppo frenata dall'assenza del fattore loot. La decisione degli sviluppatori di eliminare completamente quest'ultimo rappresenta una scelta coraggiosa, ma anche molto compromettente dal punto di vista della longevità complessiva. I nemici lasceranno cadere solamente globi curativi, d'energia e denaro, utile ad acquistare i potenziamenti alle varie abilità una volta raggiunto il livello necessario. I personaggi otterranno occasionalmente nuove armi, ma in numero molto limitato, e solamente progredendo nella storia. Inutile dire come questo comprometta in maniera quasi totale qualsiasi spinta a rigiocare l'avventura, di per sé in grado di impegnare per un tempo non superiore alle 8/9 ore. Senza la promessa di nuovo equipaggiamento a trascinare il giocatore, l'interesse nei confronti dell'intrattenimento offerto, già di per sé non troppo vario, è destinato a crollare quasi del tutto una volta completate le missioni.

    Se non altro, l'enfasi nei confronti della cooperativa è giustificata dall'effettiva validità di quest'ultima una volta sul campo. Con i nemici rinforzati man mano che nuovi compagni si aggiungono (senza interrompere il gameplay), fino ad un massimo di quattro, il divertimento aumenta esponenzialmente rispetto all'incedere in solitaria, sebbene rimanga il problema generato dalle abilità poco originali. A questo bisogna aggiungere qualche problema di stabilità del netcode, manifestatosi durante le nostre prove sotto forma di lag, occasionali disconnessioni e bug all'ingresso di un nuovo giocatore in partita.
    Dal punto di vista grafico, nonostante lo sviluppo orientato al settore console, la versione PC di Sacred 3 da noi provata ha dimostrato risultati interessanti dal punto di vista del rendering. Nonostante il design non troppo originale, le ottime texture e l'effettistica di qualità donano al lavoro di Keen Games un look molto piacevole e al passo con i tempi. Peccato invece, anche in questo caso, per un'ottimizzazione scarsa, con qualche calo di frame rate all'ingresso in nuove aree e svariati bug grafici.

    Sacred 3 Sacred 3Versione Analizzata PCSacred 3 prova con coraggio a fare molte cose tutte assieme: da una parte cerca di riavviare una serie che ha sempre faticato a trovare una propria identità, dall'altra propone una formula hack'n'slash molto classica, privandola però dell'elemento loot, nel contempo puntando tutto sulla cooperativa online. Un progetto ambizioso e certamente coraggioso, forse un po' troppo per un team ancora molto giovane. Il risultato è un action-RPG che scivola via senza lasciare il segno, non certo malvagio, ma privo d'inventiva e scarsamente ottimizzato, oltre che poco rigiocabile. Al prezzo attuale di vendita, seppure leggermente inferiore a quello pieno, le ore d'intrattenimento offerto non sono molte, e soprattutto rischiano di non portare con sé la sanguinaria e persistente soddisfazione solitamente garantita da questo genere di produzioni. Che i ragazzi di Keen Games non siano riusciti a coronare i loro sforzi con un successo rimane un peccato, considerando che nella direzione artistica e in alcune scelte di game design delle buone idee c'erano, ma Sacred 3 non riesce purtroppo a distinguersi sufficientemente per meritarsi uno spassionato consiglio d'acquisto.

    6.3

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