Recensione Scarlet Blade

Un MMO Free To Play dai protagonisti molto particolari

Recensione Scarlet Blade
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  • Pc
  • In un mercato sovraffollato come quello degli MMO Free-to-Play, la parola d’ordine per gli sviluppatori che puntano a fare profitti, ma anche solo ad attirare giocatori verso il proprio titolo, è “unicità”.
    Non contesto di un mercato in cui la legge sembra essere “visibilità o morte”, i koreani di Liveplex hanno creato Scarlet Blade, Massive Multiplayer Game che probabilmente verrà ricordato, più che per il suo gameplay, per la rappresentazione abbastanza “esibita” dei personaggi.

    Lama scarlatta

    In Scarlet Blade al giocatore non viene proposto di creare un avatar che lo rappresenti, ma un Arkana: una sorta di clone geneticamente modificato, dotato di potenti innesti cibernetici e costruito per essere un’arma vivente, guidato da un Comandante umano in un rapporto quasi simbiotico. Un concetto simile agli epigoni del film Il mondo dei replicanti, con l’eccezione che l’Arkana è dotata di una propria (e opportunamente avanzata) intelligenza.
    La creazione di Arkana, nel mondo di gioco, è il frutto dell’ultimo, disperato tentativo della razza umana di resistere all’invasione e al sistematico sterminio operato dagli alieni Narak. Di fronte all’inevitabile sterminio, dopo aver bruciato la superficie del pianeta con tutti gli ordigni nucleari rimasti e provocato un nuovo inverno atomico, gli scienziati umani hanno creato la Arche: due strutture automatizzate che, nelle aspettative dei loro costruttori, si sarebbero dovute attivare una volta che il cielo si fosse riaperto, creando cloni umani geneticamente adatti a ricolonizzare il pianeta.
    Insieme ai neo-umani, inoltre, le Arche avrebbero prodotto gli Arkana, individui geneticamente potenziati e dotati di equipaggiamenti e innesti cibernetici all’avanguardia, con cui difendere la popolazione in caso di ritorno dei Narak.
    Fin qui non sembra esserci nulla di strano rispetto a qualsiasi gioco con trama fantascientifica o post-apocalittica; ma il “problema” sorge quando si procede alla creazione del personaggio.
    Gli Arkana, infatti, sono esseri esclusivamente di sesso femminile (nel lore questa scelta viene spiegata con “una migliore risposta alle terapie genetiche e agli innesti rispetto ai candidati maschili”), rappresentati come modelli femminili dalle forme esageratamente procaci (e, in un caso, da una figura apparentemente infantile), accomunati da scelte di abbigliamento certamente non adatte per quella che dovrebbe essere una zona di guerra.
    Nel gergo degli anime e dei manga, questo stile viene definito “ecchi” e definisce le allusioni sessuali mirate a stimolare le fantasie erotiche degli utenti. Per fortuna, nonostante le premesse, la chat generale sui tre server attualmente disponibili non sembra essere presa di mira da da giocatori con appetiti discutibili.
    Oltre lo stile troppo esplicito, che ha già scatenato polemiche e accuse di sessismo, Scarlet Blade permette ai giocatori, attraverso l’acquisto di un apposito oggetto dal Cash Shop, di rimuovere anche i (pochi) vestiti. Va detto comunque che, una volta sbloccata questa “skin di base”, è possibile sostituirla con altre presenti nel gioco, che conferiscono vari bonus alle statistiche di base, altrimenti non modificabili.

    Messo da parte l’argomento “scabroso”, parliamo ora del gameplay di Scarlet Blade, che per fortuna ci impone di non liquidarlo come un semplice titoletto perverso.
    Da questo punto di vista il gioco si presenta come il classico MMORPG Freemium, che richiede estensive sessioni di grinding e farming per poter ottenere qualsivoglia risultato.
    Le classi a disposizione per gli Arkana sono sei, e includono Defender, Medic, Punisher, Sentinel, Shadow Walker e Whipper. Ogni classe ricade in una delle categorie classiche del genere, che prevedono il tank (Defender), il curatore (Medic, ovviamente) e le combinazioni di personaggi votati al danno puro, sia a distanza che in corpo a corpo.
    Il sistema di questing prevede un livello di interazione minimo con i (pochi) NPC presenti nei pochi avamposti in superficie; infatti le direttive per noi Commander e le nostre Arkana saranno generalmente impartite da Mother Lota, l’IA che governa il funzionamento delle Arche, e dalle Arkana veterane. Sfortunatamente, a parte qualche battuta e allusione sessuale nei testi delle quest, l’obiettivo nella maggioranza dei casi si riduce nella trita routine, e spesso l'unica cosa che ci viene chiesta è di uccidere un certo numero di nemici tornare a rapporto.
    Lo svolgimento di quest’attività ripetitiva potrebbe anche essere accettabile se la varietà degli avversari presenti nelle diverse “zone di caccia” fosse sufficiente, ma spesso le differenze tra un modello e l’altro sono minime, e le quantità da sterminare aumentano così rapidamente che la noia incalza ben prima del ventesimo livello.

    "Sotto la scorza di un gioco sicuramente sessista, Scarlet Blade propone un classico MMORPG sviluppato appositamente per il mercato Free-to-Play, con tutti i contenuti che siamo abituati a vedere nei giochi di ruolo online"

    A ben pensare, in questa prima fase della progressione del proprio personaggio le feature che Scarlet Blade offre al giocatore per stimolarlo a rimanere ingame, oltre alle forme e le pose lascive delle Arkana, sono le mount, sotto forma di moto a reazione dal design genuinamente futuristico, e i pet (che, una volta livellati, aiutano effettivamente il personaggio in battaglia fornendo bonus alle statistiche e, dopo l'innesto di opportuni datachip, anche attaccando i nemici o raccogliendo gli oggetti rilasciati dai mostri). Questi aspetti vengono sbloccati entrambi al decimo livello, e si affiancano alla possibilità di utilizzare, i mech, possenti esoscheletri che avvolgono il personaggio e forniscono un un ventaglio di abilità aggiuntive specifiche per ogni classe, oltre a un vantaggio decisivo in termini di forza e resistenza. Troviamo infine le armature Cyberskin, che rappresentano il punto d’incontro fra i bonus dei mech e l’agilità e rapidità di movimento delle guerriere Arkana. Sia i mech che le armature Cyberskin consumano Core Power, una risorsa che si rigenera lentamente fuori dal combattimento e funziona come vero e proprio carburante per questi manufatti tecnologici.

    Per quanto riguarda il PvP, Scarlet Blade propone il conflitto fra le due fazioni createsi dopo lo scisma fra le due Arche: Royal Guards, che aderisce strettamente alla missione iniziale del progetto di ricolonizzazione della Terra, e Free Knight, composta da Arkana che si sono ribellate alle direttive di Mother Lota promuovendo una società individualista, quasi anarchica e rigettando i precetti originali del programma Commander come una nuova forma di schiavitù.
    Gli scontri fra i giocatori delle due fazioni si consumano nei due Battleground attualmente disponibili, ovvero Janus Fortress (disponibile una volta raggiunto il livello 15) e Turnpike (disponibile dal livello 20 in poi), oltre all’area contesa Caergate, attualmente riservata alle Arkana di livello compreso fra 23 e 29.
    A differenza dei contenuti single-player, che diventano velocemente un mezzo ripetitivo per accumulare livelli per il proprio personaggio, le modalità di gioco dei Battleground e dell’area contesa sono piuttosto varie e spaziano dalla conquista dei tre punti di controllo di Janus Fortress alla distruzione delle casse e delle Guardie NPC di Turnpike.
    In Caergate, invece, i giocatori avranno la possibilità di completare delle quest speciali, eliminare i cinque Raid Boss e ottenere le piastrine di riconoscimento delle Arkana nemiche eliminate, scambiabili con i classici token per ottenere equipaggiamenti migliori.

    Scarlet Blade Scarlet BladeVersione Analizzata PCSotto la scorza di un gioco sicuramente sessista, Scarlet Blade propone un classico MMORPG sviluppato appositamente per il mercato Free-to-Play, con tutti i contenuti che siamo abituati a vedere nei giochi di ruolo online. Anche se nel PvE la progressione è lineare e scandita da quest ripetitive, crafting, potenziamento dell’equipaggiamento, il PvP in aree aperte e istanziato si rivela gradevole, e complessivamente il titolo presenta un buona varietà di opzioni (sei classi, mount, pet, mech...). Il tutto si presenta con uno stile che potrebbe far storcere il naso ai giocatori più sensibili alla questione della sessualità nei videogiochi, ma se riuscite ad andare oltre la glassatura ecchi e siete alla ricerca di un nuovo timesink, potete farvi comunque un giro nelle ambientazioni post-apocalittiche create da Liveplex, che a volte offrono alcuni scorci abbastanza evocativi e momenti indovinati.

    7

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