Recensione Sins of a Solar Empire: Rebellion

Un'espansione stand-alone, quatto anni dopo

Recensione Sins of a Solar Empire: Rebellion
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  • Era il Febbraio 2008 quando gli Ironclad Studios diedero uno scossone al panorama degli strategici 4X (eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate), portando a termine il pluripremiato Sins of a Solar Empire. Grazie ad una profondità di gameplay invidiabile, oltre che ad un'intensità d'azione degna dei migliori capolavori cinematografici del genere fantascientifico, Sins of a Solar Empire si impose sul mercato e fu seguito da due espansioni di buona caratura: Entrenchment e Diplomacy, che a loro volta approfondirono con successo specifici aspetti del gioco. Sono passati quindi 4 anni dall'uscita del capostipite della serie, che oggi accoglie un nuovo seguito, nei panni di un'espansione stand-alone, che prende il nome di Sins of a Solar Empire: Rebellion. In questo pacchetto "ribelle" troveremo nuova carne al fuoco, oppure "l'autonomia" del pacchetto sottintende la volontà di riproporre il titolo agli utenti che se lo sono perso al tempo dell'uscita, aggiungendo solo pochi elementi inediti??

    Lealista o Ribelle?

    Ciò che subito salta agli occhi in questo nuovo capitolo della serie è la presenza di più fazioni giocabili rispetto alla vecchia versione. L'universo di Sins of a Solar Empire è come sappiamo popolato da varie razze: i TEC -ovvero la Trader Emergency Coalition- che punta tutto sul suo potere economico, gli Advent, una civiltà enormemente avanzata dal punto di vista tecnologico, ed i Vasari, che una volta formavano un grande impero, ma che oggi sono costretti ad una fuga precipitosa da un nemico sconosciuto. Anche in Rebellion sono presenti queste stesse razze, ma ora scisse ognuna in due sottofazioni, i Lealisti ed i Ribelli, perchè anche l'universo di Sins of a Solar Empire ha conosciuto la guerra civile. Partendo quindi dalle caratteristiche base di ogni razza, e condividendone ovviamente alcune, i Lealisti ed i Ribelli di ciascuna fazione si vanno a distinguere fortemente l'uno dall'altro per varie ragioni, sia di lore che di gameplay. Prendendo ad esempio in esame i TEC,vediamo come i Lealisti, indeboliti da decenni di guerre ininterrotte, si siano trovati costretti ad isolarsi, puntando tutto sui sistemi difensivi, senza avere la capacità di spingersi alla conquista dell'universo. Sul piano del gameplay ciò comporta alcuni vantaggi, quali la maggiore economicità delle Basi Stellari che potranno essere realizzate in numero di due in uno stesso settore (cosa per le altre fazioni impossibile), oppure un maggior numero di punti scafo a difesa delle strutture. I Ribelli TEC, dal canto loro, si rivelano essere ben più aggressivi, utilizzando tutto il loro arsenale per attaccare il nemico. Ciò si rispecchia anche nel gameplay, con bonus economici per ogni attacco sferrato contro un pianeta, oppure con la possibilità, addirittura, di essere aiutati militarmente dalla fazione pirata. La scelta di essere Lealista o Ribelle influisce quindi direttamente sul gameplay: la selezione iniziale differenzia lo stile che ogni giocatore deve adottare, sfruttando quanto possibile le caratteristiche della fazione scelta per trarne il massimo vantaggio. Questo porta una ventata di aria fresca in un titolo che comunque, nonostante gli anni sulle spalle, diverte sempre, forte di un notevole equilibrio della parti. I veterani della serie, sulle prime, si troveranno in qualche maniera rinvigoriti dal fattore novità, curiosi di scoprire le possibilità e le differenze di ciascuna, ma sfortunatamente l'introduzione di nuove razze esaurisce ben presto la sua carica innovativa, andando ad influire sull'economia complessiva della produzione in maniera meno incisiva di quanto sperato in un primo momento. Lo sviluppo della partita rimane infatti fedele a quanto abbiamo visto fino ad oggi, proponendo una formula rodata, smussata soltanto in piccoli aspetti.

    Inizieremo con il possesso di un solo pianeta con l'obiettivo di espanderci sempre più all'interno della galassia. Con Rebellion sono state inserite nuove condizioni di vittoria, allo scopo di differenziare maggiormente i match e l'approccio ad essi. Ad esempio adesso ci sarà la possibilità di vincere la partita tramite l'occupazione di un pianeta misterioso e neutrale, difeso da una portentosa flotta e posto in un punto sconosciuto della mappa di gioco; oppure ancora dopo aver raso al suolo la capitale dell'impero avversario. Le nuove condizioni di vittoria, sei per la precisione, sono abbastanza diversificate tra loro, ma cambiano marginalmente il flusso della partita. Come avveniva negli episodi precedenti, ogni pianeta sarà sviluppabile, sia dal punto di vista militare -con la realizzazione di apposite strutture logistiche- che dal punto di vista economicocivile. Manterranno quindi la loro influenza i laboratori militari e civili, necessari come in passato per sbloccare le tecnologie da ricercare in vari campi, e fondamentali di fatto per stare al passo di un'IA sempre particolarmente sveglia e dotata. Qualche novità c'è anche in questo campo, con l'aggiunta di nuovi elementi da ricercare nel già vasto albero tecnologico che Sins of a Solar Empire può vantare. Va però detto che le aggiunte sono piuttosto marginali e non decisive a livello di gameplay, per un'espansione che si profila abbastanza insipida dal punto di vista dei contenuti veramente incisivi. Ben più determinanti per sconvolgere ritmi e sistemi di Sins furono i due vecchi add-on, che introdussero ad esempio l'intera sezione "Diplomacy" (nell'omonima espansione). Persino Entrenchment, pur essendo contenutisticamente molto ridotta, allargò a dismisura le possibilità difensive, aggiungendo elementi tatticamente molto rilevanti.
    Le novità di Rebellio risultano non molto marcate anche in altri contesti. Troviamo ad esempio solo alcune navi per ogni fazione, in particolare un nuovo tipo di fregata da combattimento, tre nuove Capital Ship e soprattutto la nuova classe Titan. Questa tipologia di navi, ricercabile dopo aver scoperto e sviluppato l'apposita tecnologia, è forse l'aggiunta più decisiva per le sorti di una battaglia. Si tratta di enormi navi da guerra assolutamente difficili da abbattere e dal grandissimo potenziale di fuoco. Certo, non sarà facile e immediato realizzarle, ma quando se ne avrà una l'equilibrio della partita subirà immediatamente uno scossone.

    Problemi di un'espansione

    Tecnicamente Sins of a Solar Empire Rebellion non è cambiato granché. L'interfaccia è la medesima di quattro anni fa, già collaudata, mentre graficamente le aggiunte sono state abbastanza limitate, lasciando l'impatto generale sostanzialmente simile a quello che il titolo ha potuto vantare fino ad ora. Da un certo punto di vista ci si sarebbe potuto aspettare di più, visto che tecnicamente si è praticamente fermi al 2008 e poco più, ma d'altro canto ciò permette al gioco di girare fluidamente nonostante il grande numero di oggetti su schermo; in un gioco come Sins questo può davvero essere fondamentale, specialmente online, ambiente dove il titolo si esprime ancora ad alti livelli, sebbene, come accennato in precedenza, l'IA sia assolutamente competitiva e "scaltra". Capita spesso di vedere infatti una certa reattività nel reagire ad un attacco, e nel caso in cui il nemico si renda conto di una situazione di inferiorità, i giocatori controllati dalla CPU sono propensi addirittura a ritirate strategiche.
    Questo però era anche un punto di forza dell'originale Sins of a Solar Empire, ed il problema di Rebellion si ripresenta identico: si tratta davvero di un'espansione dal buon impatto sulle dinamiche di base, oppure questo pacchetto vive "alle spalle" del prodotto originale, solo perchè la sua natura Stand Alone gli permette di riproporre dinamiche sì complesse e stratificate, ma comunque già esplorate da molti veterani. Esaminando solo i contenuti aggiuntivi, in sostanza questa nuova espansione propone 6 sub-fazioni che scindono le tre originali, in alcune navi da guerra ed poche nuove tecnologie. Al di là di un leggero allargamento del ventaglio di opzioni strategiche, il titolo appare ringiovanito solo marginalmente. E considerato il prezzo di 29 euro, francamente ci pare che Rebellion proponga troppo poco al fan di vecchia data.

    Sins of a Solar Empire: Rebellion Sins of a Solar Empire: RebellionVersione Analizzata PCSins of a Solar Empire Rebellion non offre quanto sperato. I contenuti di questa espansione stand-alone sono abbastanza limitati, soprattutto per quanto fatto vedere in confronto alle due precedenti, Entrenchment e Diplomacy, che andavano entrambe a sviluppare specifici aspetti del titolo originale conferendogli una profondità molto maggiore. Rebellion invece ritocca qua e là, ma senza lasciare veramente il segno ed interessando più che altro la struttura delle fazioni, ognuna scissa adesso in due -Lealisti e Ribelli- con alcune peculiarità. E' davvero poco per motivare una nuova espansione. Rebellion è quindi un prodotto da inquadrare secondo due diversi punti di vista, senza glorificarlo indiscriminatamente solo per il fatto che proponga una formula efficace e funzionale. Per i fan di vecchia data, infatti, ha poco senso acquistare l'espansione, per un rapporto quantità/prezzo decisamentesvantaggioso. Per chi non ha ancora provato il titolo base, Rebellion può essere un'occasione, ma deve restare chiaro che si tratta di un prodotto di quattro anni fa, ricommercializzato senza troppi upgrade, né tecnici e né contenutistici. Sicuramente consigliato a chi non avesse avuto modo di toccare con mano uno dei migliori strategici 4X degli ultimi anni, ma forse non sufficiente per tutti coloro che vi abbiano invece già speso centinaia di ore.

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